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Autore: Birbina    23/07/2015    3 recensioni
E' la mia prima fic, quindi siate clementi ;) Ho messo OOC per sicurezza.
Dal testo:
"Alla fine Kurapika si era lasciato convincere, ma già sapeva che sarebbe finita male, e poche ore dopo anche Killua gli avrebbe dato ragione. Ora di una cosa entrambi erano certi: non sarebbero mai più andati al Karaoke con Gon e Leorio!!"
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gon Freecss, Killua Zaoldyeck, Kurapika, Leorio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una sorpresa poco gradita ( o forse no? )
 
 
Dieci giorni dopo quella tragica mattina:
 
- Kurapika! Kurapika ci sei? - 
Senritsu continuava a bussare alla porta dell'appartamento di Kurapika, senza ottenere risposta. Ad un certo punto la porta si aprì e apparve una figura dal passo pesante e dall'aria assonnata. 
- Scusami. Devo essere rimasto addormentato. - 
- Tranquillo, non c'è problema. Sono venuta a portarti dei documenti sul nostro prossimo lavoro. - 
Gli disse allungandogli una gran quantità di fogli. 
- Ah, grazie. Entra pure, se vuoi. - 
Detto questo Kurapika prese i fogli e la invitò ad entrare.
 
Il suo appartamento, fondamentalmente, era molto simile a quello di Leorio. L'unica differenza era che al posto della poltrona, su tutta una parete si trovava un'enorme libreria, dove Kurapika teneva tutti i suoi libri. Probabilmente la maggior parte li aveva già letti. Il kuruta si sedette sulla sedia vicino alla scrivania e iniziò a leggere i fogli, dopo aver invitato Senritsu a fare come se fosse a casa sua. La ragazza iniziò a gironzolare per l'appartamento, quando notò che la cassetta della posta era particolarmente piena.
 
- Kurapika hai un sacco di posta! - 
- Guardala pure se vuoi, tanto non ho segreti da nascondere. - 
- Sicuro? - 
- Si fai pure, così mi risparmi una fatica in più. - 
- Allora mi permetto di prenderla. - 
Così Senritsu raccolse tutta la posta e si sedette sul letto di Kurapika a guardarla. 
- Ci sono quasi solo lettere di pubblicità … - 
Disse iniziando a scartarle una dopo l'altra e ad ammucchiarle su un lato del letto. Su una però si soffermò. Non sembrava di pubblicità, ma neanche una lettera importante. Il mittente era il nome di un locale. 
- Kurapika, hai una lettera da parte di una certa "The house of laughter", sai cos'è? - 
- Sarà di sicuro qualcosa di inutile, buttala pure via. - 
- Non la vuoi nemmeno guardare? -
 
Ma Kurapika non rispose. Forse era troppo immerso nella lettura di quella miriade di fogli. La ragazza tornò ad osservare la lettera e decise di aprirla, in fondo non le costava nulla. Inoltre era curiosa di sapere cosa ci fosse dentro. La aprì e vide che al suo interno c'era solo una foto. La tirò fuori, e dopo averla guardata rimase immobile e in silenzio per qualche secondo. Poi parlò. 
 
- Kurapika, come devo interpretare questa cosa? - 
- Uh? - 
Disse il ragazzo, senza staccare gli occhi dal suo foglio. Allora la ragazza si alzò dal letto e si avvicinò a lui, mostrandogli la foto. 
- Mi sono forse persa qualcosa? -
Kurapika aspettò di finire la frase sul suo foglio per poi alzare la testa e guardare la foto che la ragazza gli aveva messo davanti agli occhi. Sgranò questi ultimi quando vide il soggetto nella foto. Anzi, i soggetti, perché erano due.

 
- COME DIAVOLO.... - 
 
Strappò immediatamente la foto dalle mani di Senritsu e si alzò dalla sedia, shockato. 
- Come hai detto che si chiamava, il mittente? - 
- Era un locale, si chiamava "The house of laughter". - 
 
Cavolo, ora che ci pensava quel nome non gli era nuovo. Ricordava vagamente di averlo letto sull'insegna quella sera di 11 giorni prima, quando lui, Gon, Killua e Leorio erano entrati in quel maledetto karaoke. Ma com'era possibile che ci fosse quella foto? Kurapika la voltò e vide una scritta sul retro. " In ricordo della vostra serata di svago!" Oh merda. Quei maledetti li avevano spiati per tutto il tempo! Come aveva fatto a non accorgersene? Ecco perché avevano chiesto i loro indirizzi! Per poter inviare quelle foto. Evidentemente quel karaoke faceva arrivare le foto dei momenti migliori di ogni cliente per poter far vedere loro cosa avessero combinato, poiché la maggior parte delle persone la mattina dopo se lo dimenticava. Che scemo era stato a non pensarci! Inoltre ora aveva un ulteriore problema: Senritsu aveva visto la foto e gli aveva chiesto spiegazioni!
 
- Ascolta Senritsu, non è come sembra! Vedi, quella sera ero con i ragazzi al Karaoke e Leorio aveva perso il controllo, era ubriaco, e io non sono riuscito a fermarlo, e così.... -
Disse questa frase tutta d'un fiato, terribilmente agitato, e il ricordo di quella sera lo colpì nuovamente, facendolo arrossire.

- Uhuhuh, come sei buffo Kurapika! Guarda che non ho mai pensato che fosse una cosa seria. Basta guardare la tua faccia, inoltre eri praticamente bloccato e dall'ambiente avevo dedotto che fosse una specie di locale di svago. Non c'è bisogno che ti giustifichi a quel modo. - 
Conclusa questa frase non poté fare a meno di iniziare a sogghignare. Kurapika stava morendo dalla vergogna.
 
- Maledetta! - 
- Comunque sono davvero contenta che ti sia arrivata quella foto! - 
- E perché dovresti esserlo? Perché così ti sei presa gioco di me?!? - 
- No, sciocco. Perché grazie a quella, dopo tanto tempo, ho sentito il tuo cuore battere un ritmo molto dolce. Non succedeva dai tempi di York Shin, quando tra l'altro eri sempre con i tuoi amici. Ti fanno un ottimo effetto, in particolar modo Leorio. Ricordo ancora il battito del suo cuore, era stupendo. E poco fa il tuo battito era molto simile al suo. Estremamente dolce e spensierato. Non pensavo che il tuo cuore potesse ancora produrre un suono simile. -
 
Kurapika si stupì di questa affermazione, e rimase in silenzio ad osservare la ragazza, che gli stava rivolgendo un caldo sorriso. 
- Ora è meglio che vada, ed è meglio che ti prepari anche tu. Tra un'ora abbiamo una riunione. Ci vediamo più tardi. - 
Senritsu si avviò verso l'uscita, ma prima di chiudere la porta e di allontanarsi disse ancora una cosa. 
- Ah, ti consiglio di tenerla quella foto. Considerala da parte mia come una cura per il tuo cuore malato. - 
Detto questo la ragazza uscì, chiudendo la porta alle sue spalle. 
 
Kurapika rimase immobile, per qualche secondo, senza sapere a cosa pensare. Aveva troppe cose in testa: Leorio, la foto, il ricordo di quel bacio lo tormentavano di nuovo, e poi c'erano quelle strane affermazioni fatte da Senritsu: una cura per il suo cuore, e il suo battito dolce da lei percepito poco fa. Cosa significava? Che Leorio faceva bene al suo cuore? Ma in che modo? O meglio, fino a che punto Leorio poteva influenzare il suo cuore? Mentre questi pensieri facevano capolino nella sua testa, uno di questi spintonò tutto gli altri, diventando il più importante, al momento. E anche il più preoccupante. Solo ora ci aveva pensato! Se ognuno dei ragazzi ha lasciato il suo indirizzo al karaoke, vuol dire che ognuno di loro avrà ricevuto una foto, in questo momento. E se la foto che sarebbe arrivata a Gon e Killua era ovvia, quella inviata a Leorio non poteva essere altro che....... OH MERDA!!!
 
Non fece in tempo a formulare nemmeno un pensiero che il suo cellulare, appoggiato sulla scrivania, squillò. Non voleva vedere chi era, lo sapeva già. Andò comunque a controllare e riconobbe immediatamente il numero: Leorio. Cosa doveva fare? Se rispondeva sapeva già cosa gli aspettava, e non avrebbe saputo reggere un confronto con lui in quel momento. Decise di non rispondere. Poco dopo il cellulare smise di suonare. Kurapika fece un sospiro di sollievo: aveva fatto la scelta giusta. Un istante dopo, però, il suo sollievo fu interrotto da un suono, a lui famigliare. Gli era arrivato un messaggio. Sapendo già, ovviamente, chi era, decise di leggerlo ed ignorarlo, poiché altrimenti Leorio avrebbe continuato ad importunarlo. Prese quindi in mano il telefono ed aprì il messaggio. Per poco non gli venne un colpo:

Sarà un ricordo stupendo.
La conserverò per tutta la vita. ;D
 
L'espressione che fece Kurapika, in quel momento, non ci è dato saperla. Sappiamo solo che, dopo aver letto il messaggio, digitò qualcosa sul telefono. Dopodiché si preparò per uscire, lasciando la foto infilata in un cassetto. Stando a quello che ci disse Senritsu, quella mattina alla riunione Kurapika era particolarmente distratto. In quello stesso istante in cui Kurapika uscì dal suo appartamento, a diversi km di distanza, in un altro appartamento, un giovane uomo fresco di laurea stava seduto sul suo letto, con aria allegra. Aveva entrambe le mani occupate: con una teneva una fotografia e con l'altra il suo cellulare. I suoi occhi erano fissi sulla foto, fino a quando il suono dell'arrivo di un messaggio gli fece spostare lo sguardo dalla foto al cellulare. Lo lesse e sorrise: 
 
Fai un po’ come ti pare, IDIOTA!
 
Quella stessa mattina, a casa di Gon, Zia Mito stava preparando il pranzo, mentre Gon e Killua erano nella stanza di Gon, al piano di sopra. Il primo era impegnato in una ricerca sul computer, mentre l'altro era sdraiato sul letto, con fare svogliato.
 
- Gon, c'è una lettera per te! - 
Urlò zia Mito dal piano di sotto. 
- Killua, puoi andare a prenderla tu? - 
- Ma così devo alzarmi dal letto!! - 
- Killua, ti prego, sono occupato! - 
- E va bene, vado! - 
 
Detto questo il giovane ragazzo scese dal letto con un balzo e scese di sotto. Pochi secondi dopo era di nuovo nella stanza, con una lettera in mano. 
 
- "The house of laughter": hai idea di cosa sia, Gon? - 
- Umh... fammi pensare... non ho mai sentito questo nome. Prova ad aprirla. - 
Gli rispose Gon, senza staccare gli occhi dal suo computer. Killua non se lo fece ripetere due volte ed aprì la busta. 
- C'è solo una foto. Ora la guardo... - 
Dopodiché Killua si zittì, per cosi tanto tempo che Gon decise di staccare lo sguardo dal computer per rivolgerlo all'amico. 
- Killua, ci sei ancora? Cosa rappresenta la foto? - 
Non appena si accorse che Gon si era rivolto a lui, il ragazzo si riprese dallo shock. 
- No, Gon. Non è niente. È’ solo una foto pubblicitaria, ora la butto. - 
- Aspetta, fammela almeno vedere. - 
- Non è necessario, davvero! - 
- Eddai Killua, cosa ti costa farmela vedere. In fondo non hai nulla da nascondere, VERO?! -
 
Ormai Gon aveva già capito, conosceva Killua troppo bene, e sapeva che per un qualche strano motivo non voleva fargli vedere la foto. Allora si alzò dalla sedia e iniziò ad inseguirlo per tutta la camera, con talmente foga che zia Mito, da sotto, si chiese se quei due, la sopra, non avessero iniziato una gara di lotta. Killua riuscì a sfuggirgli per qualche secondo, ma ad un certo punto inciampò e cadde, concedendo a Gon un istante che questi sfruttò per sottrargli di mano la famigerata foto. 
 
- Ma questa... è di quella sera vero? - 
Ma Killua non rispose, e rimase a testa bassa, seduto con le gambe incrociate.
- Pphfffahahahahahahahaha!!!!!! -
Killua rimase stupito. Cosa CAVOLO aveva da ridere, quell'idiota?!? 
- Ahahah... Killua, posso chiederti una cosa? - 
Il ragazzo ebbe un sussulto. Il tono del ragazzo si era fatto improvvisamente serio con quella domanda. Cosa cavolo voleva chiedergli, adesso? Il suo cuore inizio ad accelerare il battito. 
- Uhm. - 
Si limitò a questo mugugno come segno di acconsenso. Non riusciva nemmeno a parlare, in quel momento. 
 
- PERCHÉ SIAMO IN MUTANDE?!?!? - 
 
A Killua per poco non andò di traverso la saliva, ed iniziò a tossire rumorosamente. 
- MA CHE?! È QUESTA LA TUA DOMANDA?!? MA SE SEI STATO TU A SPOGLIARE SIA ME CHE TE!! - 
- Davvero? È perché l'ho fatto? - 
- E LO CHIEDI A ME?!? COSA VUOI CHE NE SAPPIA, IO!!! - 
 
Gon non riusciva a smettere di ridere, mentre Killua non si capiva se fosse seriamente arrabbiato o se era più rassicurato dall'aver scoperto che non c'era nessuna strana domanda a cui avrebbe dovuto rispondere.
 
- Ahahah!! Che ridere! Ci ritorniamo un'altra volta, in quel locale? - 
- MA SEI MATTO?!? - 
- Ahahaha, dai Killua calmati, sto scherzando! - 
Dopodiché Gon aprì il cassetto della sua scrivania e vi ripose la foto. 
- Ma cosa fai, la tieni?!? - 
- Perché no? È un bel ricordo!! - 
- Tu sei matto! Se la vedesse tua zia, cosa penserebbe? - 
- Tranquillo, zia Mito non guarda mai in questo cassetto. È il mio cassetto personale, e le ho fatto promettere di non guardarlo mai. Ci tengo le cose a cui tengo di più, le cose a me più importanti. -
 
A questa affermazione Killua non poté non arrossire di colpo. Gon gli aveva appena detto che lui era importante. Ma del resto era normale, lui era il suo migliore amico, no? Già, AMICO. Perché questa parola gli provocava una stretta al cuore? Non voleva più essere amico di Gon? Certo che lo voleva!! E allora, perché?
 
- A proposito Killua, se la foto è arrivata a me sarà arrivata anche a te, non credi? -
 
Già. Non ci aveva pensato. Al karaoke aveva dato anche l'indirizzo di casa sua. Del resto l'indirizzo della sua famiglia era di dominio pubblico. Nonostante poco prima avesse tentato di sbarazzarsi di quella foto, in quel momento il ragazzo non poté fare a meno di sperare di riuscire a recuperarla, in un qualche modo, la prima volta che sarebbe tornato a casa.
 
 
Angolino dell’autrice: Ed eccoci arrivati alla fine di questa breve storiella! :) Voglio ringraziare tutti coloro che l’hanno seguita e l’hanno apprezzata, e in particolar modo heijixkazuha che ha recensito anche il secondo capitolo ( mi aspetto una recensione anche per questo, mi raccomando ;) ). E bohm detto questo vi saluto, sperando che in futuro seguiate anche le mie prossime storie. Ciao ciao <3
   
 
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