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Autore: Arcadia_    23/07/2015    2 recensioni
It all seems so improbable,
I never would have thought that you're the one for me:
The definition of impossible
and I'm never gonna let you go.
-HD That's What Makes You Mine
[Mini Long][Kendall/Nuovo Personaggio][Schmidt Family]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kendall, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Art Of Moving On'
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Capitolo Due
 
«Sono le due di notte, ma fa comunque caldo. - borbottai togliendomi la felpa - Come diavolo è possibile?»
«Pensa che tra mezz'ora saremo in una camera d'albergo con l'aria condizionata. - Kendall si avvicinò a me - Aria condizionata» ripeté lentamente.
«Sempre se troviamo un taxi disponibile» gli feci notare, controllando la zona taxi, tristemente deserta.
«Arriverà, spero. - controllò le indicazioni che suo fratello gli aveva inviato - A proposito, la prenotazione della tua camera dov'è?» chiese, più a se stesso che a me in verità.
«Io non ho ricevuto nulla. - risposi perplessa - Pensavo che Astrid avesse mandato tutto a te»
«Infatti, ma qua c'è solo una prenotazione per... oh. - mi guardò - Hanno prenotato una doppia per me e te»
«Io dormo sul letto. - mi prenotai - Ho la schiena a pezzi e il letto del mio nuovo appartamento è scomodo»
«Magari ci sono due letti divisi. - ipotizzò lui sbadigliando - Anche se, conoscendo Astrid, sono sicuro che sarà una matrimoniale. - mi guardò - Ti darebbe così tanto fastidio?»
«Facciamo come abbiamo sempre fatto, io dalla mia parte e tu dalla tua» dissi alzandomi di colpo per fermare un taxi che avevo visto in lontananza.
Dopo quasi un'ora immersi nel traffico, arrivammo al Resort Salem, dove avremmo alloggiato e si sarebbe tenuta la cerimonia.
«Buonasera. - esclamò un signore abbronzato alla reception - Benvenuti al Resort Salem, signori…?»
«Schmidt. - disse Kendall porgendo la prenotazione e i nostri documenti - Ci dispiace per l'ora, non siamo riusciti a prenotare un volo prima»
Quello alzò le spalle, inserendo i nostri dati a computer, «Non c'è problema. Honolulu vive soprattutto la notte. – ci squadrò un attimo, poi si girò verso un pannello e prese una chiave con una bella targhetta verde - Siete qui per il matrimonio di Kevin e Astrid?» chiese cordiale.
Kendall annuì, «Sono il fratello e testimone dello sposo» precisò.
«Eccellente! – esclamò dandoci la chiave – La stanza è la numero ventinove, una camera da re. La mattina l'alba entra che è una meraviglia, inoltre c’è una vista magnifica sull’oceano ed è appartata. - fece l'occhiolino a Kendall - L'ha chiesta la signorina Dahl apposta per voi»
«Ah davvero? Non deve farsi perdonare niente per ora» commentai, facendo ridere il receptionist, che ci ridiede i documenti.
«Non voglio trattenervi oltre, sarete stanchi per il volo e vorrete stare da soli. - ci disse indicandoci gli ascensori - Quinto piano, corridoio a sinistra. La colazione viene servita dalle sette e mezza. Buona notte»
«Vado a chiedere un'altra camera. - disse Kendall davanti all'ascensore - Qualsiasi cosa abbia preparato Astrid, sarà sicuramente imbarazzante»
Arrivò l'ascensore e tirai Kendall nell'abitacolo, «Al massimo avrà fatto appendere qualche cuoricino qui e là e troveremo una bottiglia di champagne. - pigiai il tasto cinque - Buttiamo tutto dalla finestra e la bottiglia ce la beviamo»
«Mi sembra un ottimo piano» borbottò lui appoggiandosi a una parete a specchio e chiudendo gli occhi.
«Sei stanco?» chiesi, mentre superavamo il secondo piano.
«Un pochino. - sbadigliò - In aereo non ho dormito molto»
«Oh, allora vai subito a dormire. Volevo leggere un po’, ma non ti disturbo»
«Grazie. - arrivammo al nostro piano - La ventinove, giusto?»
Trascinammo le nostre valigie fino alla porta della camera, poi ci guardammo, evidentemente preoccupati, «Entriamo?»
«Io voglio solo un letto per dormire» mormorai, infilando la chiave nella serratura.
Appena entrammo, notammo subito due cose: il letto matrimoniale e i petali di rosa rossi sul copriletto.
«Astrid, dannata donna. - borbottai passando una mano sul letto e raccogliendo i vari petali - Kendall, mi aiuti? Ci saranno almeno una dozzina di rose qua»
«Non entrare in bagno. - disse lui, uscendo dalla stanzetta e tossendo - Non si respira da tante candele ha fatto mettere» aggiunse prima di stappare una bottiglia di vino bianco e bere.
Alzai gli occhi al cielo, andando poi alla mia valigia e cercando il pigiama, «Non so se tuo fratello arriva a sposare la bella norvegese. – trovai la maglietta del pigiama – So già che metterà alla prova il mio autocontrollo in questi tre giorni»
Kendall sorrise, cercando anche lui il pigiama, «In compenso, il vino è buono» e mi tese la bottiglia.
Bevvi un sorso, che subito mi bruciò la gola, «Bello fresco e frizzante. - commentai, bevendone ancora un lungo sorso - Da che parte vuoi dormire?»
Alzò le spalle, «Beh, tu stai sempre a destra, quindi io sto a sinistra. - rispose spostando le coperte – Vado a cambiarmi in bagno»
«Se vuoi cambiarti qua, per me non c’è problema» dissi spogliandomi e mettendomi il pigiama prima che potesse dire altro.
«Ti sei fatta un nuovo tatuaggio? – chiese, guardando il mio braccio sinistro – Posso vederlo?» aggiunse, mettendosi il pigiama e sdraiandosi sul letto.
Gli porsi il braccio e lo vidi osservare attentamente tutte le sfumature e i colori dei due pesciolini che mi ero fatta tatuare un paio di settimane prima all’interno del braccio.
Toccò con la punta delle dita il contorno di quello verde, «È molto bello, sei andata da Robin?»
Annuii, «Mi doveva un favore e abbiamo risolto con un tatuaggio gratis»
«Mi sembra un ottimo compromesso. – commentò tornando dalla sua parte e afferrando il cellulare – Ti dispiace se tengo accesa la luce per un po’?»
«Non avevi sonno?» chiesi alzando un sopracciglio.
Mi mostrò la schermata di Twitter, «Vorrei rispondere a qualche fans. – mi spiegò – Dai, lo sai che appena mi sdraio a letto mi passa la voglia di dormire»
«Non più di dieci minuti» lo ammonii, prendendo la mia pochette da viaggio e andando in bagno. Mi struccai e sistemai i capelli in una treccia ordinata per non sentir caldo durante la notte, poi tornai in camera.
«Troppi tweet, troppo poco tempo per rispondere a tutti. – commentò scorrendo i mille e più messaggi che gli stavano arrivando – Qualche ragazza chiede di te»
«Ah sì? Che dicono?» chiesi incuriosita.
«Tutte si chiedono quando vedranno un piccolo Schmidt. – lesse velocemente, poi mi guardò – Scusa, forse era meglio se non lo leggevo»
Alzai le spalle, «Non c’è problema. Dicono altro?»
«Molte mie fan italiane ti chiedono di insegnarmi la loro lingua»
«Ma sono stata in Italia solo un semestre per l’università»
«Però lo sai parlare molto bene, inoltre mi dovrai insegnare comunque qualcosina, dato che farò due concerti a Roma e Milano»
«Potresti scrivere “Non vedo l’ora di cantare con voi” o qualcosa del genere»
«Basta che non mi fai scrivere “Sono un idiota” e va tutto bene»
«Peccato, era la mia seconda opzione. – sorrisi e gli dettai il testo – Metti anche un bell’hashtag sugli Heffron Drive in Italia»
«Fatto. – inviò il tweet, poi spense il cellulare – Direi che possiamo andare a dormire»
«Molto volentieri. – recuperai le lenzuola ai piedi del letto, ma la mia attenzione venne catturata dall’ampio balcone proprio di fronte a noi – Se non tiriamo le tende domani mattina ci svegliamo all’alba»
«Ti prego, voglio dormire più di tre ore. – borbottò alzandosi e tirando le oscuranti – Non dirmi che stai mettendo la sveglia»
«Cosa? – lo guardai – No, a dire il vero sto rispondendo a mia mamma e a un paio di colleghi» risposi balbettando.
«Uhm. – tornò a letto e lasciò gli occhiali da vista sul comodino – Ok, ora sono davvero stanco. Buonanotte»
«Notte Schmidt»


Angolo Autrice:
Sfidando i perenni 43°C che ci sono da quasi tre giorni, armandomi di ventilatore e tanti ghiaccioli, sono riuscita a postare. Contente eh? (ovviamente no sì)
La storia vera e propria inizierà dal prossimo capitolo, quando compariranno anche gli altri personaggi e non solo il receptionist mandrillone.
Ah, Astrid, la futura cognata dei nostri protagonisti, ha un nome che ho scelto per due motivi: il primo è perché è un nome norvegese, come la ragazza che lo porta, il secondo perché è l'anagramma di TARDIS, la macchina del tempo del Dottore nella serie tv Doctor Who, che io amo alla follia. Inoltre, aspettatevi altri nomi strambi e non i soliti Hope, Destiny e compagnia bella, perché di miracoli del Signore ne è pieno il mondo u.u 
Detto questo, credo di poter chiudere baracca e burattini e andare a scrivere per altre fanfiction #workinprogress
Prima di buttarvi in piscina, mi lasciate un parere sulla storia, vi va? Dai, che poi la vostra cara zia Jade (o nonna, o sorella, quello che volete) è felice e non si rinchiude nell'armadio (non l'ho mai fatto, ma magari là dentro fa fresco).
Vi ringrazio per tutte le visualizzazioni e per aver letto anche questo capitolo, siete libere di andare in pace #amen

Con la speranza di rivedervi non come dei cubetti sciolti di ghiaccio,
Jade
  
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