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Autore: Conodioeamore    23/07/2015    1 recensioni
[-Altro - anime/manga vari]
[-Altro - anime/manga vari]Ecco a voi la storia di un ragazzo, di una ragazza e di un pennarello!
Seraphine è una liceale appena trasferita nella scuola del suo vecchio amico d'infanzia Evan. Cercandolo tra gli studenti, scopre che è cambiato totalmente da come lo ricordava! Prima era un ragazzo dolce che quando sorrideva sembrava una bambina, tanto che lei stessa lo proteggeva dai bulli. Ora, invece, Evan è un gran bel figo che ha tanto successo con le ragazze e per di più è anche il presidente del consiglio studentesco. Per non parlare delle sue tendenze maniache e possessive. Potrà tra loro rinascere una semplice amicizia?
(tratto liberamente dal manga pubblicato da "Scanduzioni". Io riprendo solo in parte la storia iniziale, dato che ci sono solo 3 volumi del manga. Proseguirò di mia fantasia. Dato che i nomi dei personaggi non li ricordo tutti, li inventerò)
© (Copyright 2015 by Martina Carlucci)
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gli studenti non hanno preso bene la mia ammissione all'interno del consiglio studentesco. Hanno iniziato addirittura ad inviarmi delle minacce. Questo è veramente troppo. Vorrei parlarne con Evan, ma ho paura che poi la situazione possa peggiorare. Non voglio essere vittima di bullismo, diamine! Appena varco la porta di casa, la prima cosa che faccio è quella di lanciare la cartella sopra il divano. Mia madre ancora non c'è, meglio. Vado in cucina per andarmi a prendere qualcosa di fresco da bere. Prendo la bottiglia di coca cola dal frigorifero e, com'è mio solito, mi attacco direttamente senza prendere il bicchiere. Se mia madre lo venisse a sapere, sono certa che mi taglierà le gambe. Però sono troppo frustrata, accidenti! Vado nella mia stanza, prendendo anche la cartella che l'appoggio sulla sedia all'angolo della finestra. Mi tolgo le scarpe e mi lascio cadere sul letto, mentre tiro un respiro di sollievo. Che bel primo giorno! Dovrebbe passare alla storia dei migliori primi giorni di un'adolescente. Vorrei chiamare Evan, però non ho il suo numero di cellulare. Che faccio? Non posso tenermi tutto dentro. Mi alzo dal letto e vado a farmi una doccia, mi aiuta molto a schiarirmi le idee. Spero che mi verrà in mente una soluzione. Così mi avvio in bagno ed inizio a togliermi gli indumenti. Entro in doccia ed apro il getto d'acqua calda. È così rilassante. Una volta finito di lavarmi, ritorno nella mia stanza. Il cellulare emette un vibro, per avvisarmi che mi è appena arrivato un sms. Prendo l'Iphone che è sopra la scrivania ed inizio a leggere il messaggio. Il numero mi è del tutto sconosciuto. Ma chi sarà mai? Questo è il mio numero. Per qualsiasi problema non esitare a chiamarmi. Evan. La domanda ora mi sorge spontanea. Come diamine ha fatto Evan ad avere il mio numero di cellulare? Decido di chiamarlo, senza pensarci due volte. Mi salvo il suo numero in rubrica e poi premo il tasto di chiamata. Mi risponde immediatamente. «Seraphine, dimmi.» «Come cavolo hai fatto ad avere il mio numero di cellulare?» gli domando senza troppi giri di parole. Sono veramente furibonda. «Ho controllato nella tua scheda d'iscrizione, mi sembra ovvio» mi risponde il ragazzo. Cosa?! Questo è uno stalker. Io lo denuncio alla polizia. «Sai che è illegale una cosa del genere?» gli faccio notare, alzando il tono della voce. La rabbia sta prendendo il sopravvento. «Sono il presidente del consiglio studentesco. È mio dovere avere i numeri dei componenti del consiglio.» Tutti i torti non ce li ha, effettivamente. Mi lascio scappare un sospiro di esasperazione. È veramente snervante, questo ragazzo. «E-Evan... c'è una cosa della quale vorrei metterti al corrente...» inizio. Ho un po' paura a parlargliene, perché non mi sembra giusto appellarmi alla sua posizione, però non ho altra scelta. Non voglio essere vittima di bullismo. «Dimmi.» «Oggi, quando stavo per andarmene via da scuola... nel mio armadietto ho trovato delle lettere» gli dico. «Che genere di lettere?» «Delle minacce, da parte degli altri studenti. Non vogliono che io stia all'interno del consiglio. Forse è meglio se mi dimettessi.» Il tono di Evan cambia immediatamente. «Non essere idiota! Non mi frega un cazzo se gli studenti non ti approvano. Sono stato io a decidere di farti entrare all'interno del consiglio, non si discute» urla. Sentire quelle parole mi tranquillizza un po'. Ci tiene a me, dopotutto. «D'accordo» gli rispondo semplicemente. «Dai, ci vediamo domani, Sery» mi dice poco prima di riagganciare. Dopo la conversazione con Evan, mi sento più tranquilla. Non devo avere paura delle minacce degli altri studenti. Cosa potranno mai farmi? La sera arriva senza che me ne renda conto e mia madre mi chiama per scendere giù a mangiare. «Com'è andato il tuo primo giorno di scuola?» mi domanda una volta che mi sono seduta a tavola. «Appena arrivata, ho conosciuto una ragazza, Alice, che mi ha fatto fare il giro di tutta la scuola. Ho ritrovato Evan e con grande stupore ho scoperto che è il presidente del consiglio studentesco. Ah, e mi ha fatta diventare la segretaria del consiglio. Per concludere in bellezza, ho ricevuto anche delle minacce da parte degli studenti, perché non vogliono che stia troppo vicino a Evan.» Il mio monologo lascia mia madre letteralmente senza parole. «È stato il miglior primo giorno da cent'anni a questa parte!» esorto con tono ironico. «Vuoi che venga a parlare con la preside?» «No, non serve. Domani chiarirò questa faccenda una volta per tutte» le rispondo secca. Finita la cena, mi affretto a salire nella mia stanza. Quello che voglio ora è solamente mettermi a dormire. Troppe emozioni per una giornata sola. È pur vero che se in una giornata non ho provato tutte le emozioni possibili, non posso dire di averla vissuta pienamente... però così è un'esagerazione. GIORNO SEGUENTE. Il messaggio di Evan, arrivatomi questa mattina, diceva che dovevo andare nella sala del consiglio studentesco. Chissà cosa sarà successo, ancora. Appena varco la porta la porta della stanza, vengo letteralmente sommersa dai fogli. «Ma che diamine...?» «Oh, Seraphine!» esordisce Ivan. Raccolgo alcuni fogli da terra e mi accorgo, con grande stupore, che sopra ci sono scritte ancora delle minacce. L'hanno scritto dappertutto. Ma che sono, bimbi delle elementari? «Cos'è tutto questo?» gli domando. «Il fan club di Evan è molto violento. È probabile che restare nel consiglio, sia pericoloso per te» mi confessa Kevin, che intanto si è avvicinato a me per mostrarmi gli altri fogli. In quel momento, nella stanza entra Evan che non perde occasione per riprendere l'amico. «Perché stai prendendo tu le decisioni?» gli domanda, togliendogli dalle mani i fogli. Kevin rimane spaesato dal comportamento dell'amico, tant'è che si lascia scappare il suo nome. «Evan!» «Se lei va via, li incoraggia di più.» Uffa, non può decidere per me. «L'unico che può prendere le decisioni per gli altri sei tu, Evan?» gli urlo contro. Mi sono proprio stancata del suo atteggiamento da ragazzino viziato. Abbasso lo sguardo e mi rabbuio. «Perché mi vuoi nel consiglio? Perché io?» È perché non vuoi che io parli del passato? O per quel bacio? Evan si gira verso di me. La sua espressione non lascia trapelare il segno di nessuna emozione. «Devo avere per forza un motivo?» Questa non è una risposta. Per come parli, ti andrebbe bene chiunque. «Pensa a me, sono stata minacciata per questo.» La sua espressione si fa più corrucciata. Si avvicina a me e mi prende la mano. «Non voglio lasciarti a loro. Qualunque cosa accada, io ti proteggerò!» Dire: "Ti proteggerò" con quella faccia... sembra un crimine. Gli dò immediatamente uno schiaffo sulla mano. «Sono seria! Che cazzo stai dicendo?» gli urlo. «Nessuno alzerà una mano...» «Lasciami da sola!» gli urlo, prima di fuggire da lui. Arrivo in giardino, accanto all'entrata della palestra. Le lacrime iniziano a scendere lungo le mie guance. Gli va benissimo chiunque. Mi fa credere di essere speciale. È una persona completamente diversa, non lo riconosco più. Per qualche ragione, il cuore non vuole saperne di rallentare i battiti. Un gruppo di ragazzi mi chiamano. «Hayes! Puoi venire un secondo?» Mi affretto ad asciugarmi gli occhi e come se non fosse successo niente, rispondo: «Sì, certo.» Raggiungo il gruppo di studenti che stanno sull'uscio del teatro. «Cosa volete?» Senza ricevere risposta, vengo immediatamente sbattuta dentro un magazzino, quello del teatro della scuola. «È carina!» commenta un ragazzo con il piercing e il berretto nero. Insieme a questi, ci sono due ragazze e due ragazzi. Ma cos'hanno in mente di fare? Mi hanno scaraventata a terra. «Ma che fate?» «È colpa sua per essere così vicina al presidente» si lamenta la ragazza con i capelli corti. «Oh, sei graziosissima tesoro!» Un ragazzo con i Ray-Ban si avvicina me ed inizia a toccarmi il viso. Provo a togliermelo di dosso. «Avanti, fatelo» li incita l'altra ragazza. Merda! I tre ragazzi si gettano su di me e mi bloccano. «Sono sicura che quando il presidente saprà che sei stata con altri ragazzi, non vorrà più saperne di te.» Inizio ad urlare con tutta l'aria che ho nei polmoni. No cazzo, non possono violentarmi in un fottuto magazzino. Mi vogliono riprendere mentre mi stuprano. «Non provare a scappare» m'intima il ragazzo con i capelli neri. Un altro ragazzo gli passa qualcosa in mano. «Tieni, zittiscila con questo.» Mi aprono la bocca e ci infilano il fazzoletto di stoffa. Iniziano a sbottonarmi la camicia, mentre mi dimeno ancora di più. Non voglio, non così. Ho paura! Le ragazze intanto si sono preparate con i cellulari per fare le foto. «Tenetela ferma, altrimenti viene sfocata.» Evan sarà arrabbiato con me, non verrà. La porta dello sgabuzzino della palestra si spalanca di colpo. «Ehi ragazzi, non credete che vi siate spinti un po' oltre?» esordisce una voce maschile. La riconoscerei fra mille, è la voce di Evan! I ragazzi mi lasciano immediatamente andare, non appena vedono il ragazzo. «Oh no, scappiamo!» urlano. Con una completa furia, Evan si avventa sui ragazzi. «Dove cazzo credete di andare?» Riesce a prendere uno di loro ed inizia a sferrargli pugni nella bocca dello stomaco. È una furia. Il ragazzo riesce lo stesso a scappare, ma Evan è intenzionato ad andargli dietro. «Ehi, aspetta!» gli urla, poco prima di andargli dietro. Mi affretto a raggiungerlo, da dietro la schiena. «Evan!» gli urlo, abbracciandolo. «Non andare» gli dico con le lacrime agli occhi. Il ragazzo rimane completamente sorpreso da questo mio gesto. Ho davvero paura in questo momento. Ho bisogno di lui. Evan si gira e, dopo aver messo una mano sopra la mia nuca, me la bacia dolcemente. In preda all'imbarazzo più totale, mi allontano da lui, urlando: «Mi hai baciata di nuovo!» Il ragazzo accenna un sorriso. «Così l'altra volta eri sveglia!» Si slega la felpa che ha legata in vita e me la mette sopra le spalle. «Copriamo questo reggiseno, che è meglio» commenta. Sono nell'imbarazzo più assoluto. «Perché... mi hai baciata?» gli domando, balbettando. «Volevo farti venire il batticuore» mi risponde, accarezzandomi la guancia. Sulle sue labbra compare un sorriso malizioso. Oddio. «Hai sempre in mente il vecchio me. Volevo farti capire che sono cambiato.» Noto che sulle sue mani ci sono delle ferite. «Ah! Evan, sei ferito!» gli faccio notare, prendendogli le mani tra le mie. Il ragazzo accenna un sorriso dolce e sincero. È meraviglioso. «È okay, basta che tu stia bene.» Questo viso. La sua gentilezza non è cambiata. «Dovevo essere in grado di proteggere la persona che ho sempre amato» mi confessa, mentre mi prende il viso fra le mani e lo avvicina al suo. Le sue dita sfiorano le mie labbra. Sto arrossendo, non ci sono dubbi. Il cuore inizia ad aumentare i battiti, tant'è che riesco a sentirli in gola. L'unica che Evan ha sempre amato... ero io? Non riesco ancora a crederci. Dal palcoscenico, esce Kevin. «Ehi presidente, li ho chiamati tutti.» Io ed Evan ci voltiamo verso il ragazzo. Tutti? Cosa succede ancora? «Va bene, grazie» gli risponde Evan. Poi si volta verso di me. «Ehi, Seraphine. Vuoi venire con me» mi chiede, porgendomi la mano. «Sì, va bene» gli rispondo con aria alquanto guardinga. Mi prende la mano e mi porta sul palcoscenico. Oddio ma perché ci sono tutti questi studenti? Non avranno per caso convocato un'assemblea straordinaria?! «Ho richiesto questa riunione perché ho bisogno che tutti voi ascoltiate una cosa.» Evan si avvicina a me. «Solo un momento fa c'è stato un gruppo che ha importunato la mia proprietà. Per punizione, i ragazzi sono stati completamente rasati e le ragazze scarabocchiate sul viso.» Gli studenti all'interno del teatro, si girano a guardare il gruppo di ragazzi seduti sotto il palcoscenico. Oddio, hanno davvero esagerato. «Ehi, dammi la gamba» mi ordina Evan. Lo guardo sorpresa. «Che? Sei serio?» esordisco, scioccata. «Dai, solo una gamba!» Evan si abbassa e dalla tasca dei pantaloni prende un pennarello nero. Ho la gonna, diamine. «Aspetta, No! Così mi si vedranno le mutandine» gli urlo. Mi affretto a coprirmi il didietro, evitando che mi si alzi la gonna. «Cosa diavolo vuoi fare, scemo?» Evan inizia a scrivere sopra la mia coscia. Un paio di secondi dopo, ho una scritta che prende tutta la coscia destra. Evan mi prende in braccio, sollevandomi come se fossi un trofeo. PROPRIETA' DI EVAN REED «Se non volete farvi male, non toccate le mie cose!» Oddio, ma è pazzo? ................................................................................................................................................. ANGIOLETTI, perdonate la mia assenza, sono stata anche male. Per di più sono in montagna e ho poco internet. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia.
   
 
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