Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: cuffiette    23/07/2015    4 recensioni
Irene ha sedici anni, il sorriso sempre sulle labbra e un caratterino tutto pepe. Ma Irene ha anche un “F.R.P.” (fratello rompi palle ) e due amiche completamente folli, ha uno spiccato senso dell’umorismo e tanta voglia di vivere.
Tra i banchi di scuola, nei corridoi di un vecchio palazzo e per le vie di Firenze, Irene cerca di venire a capo di una storia destinata a non durare, di una storia destinata a non incominciare per niente: quella con il migliore amico di suo fratello
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Capitolo 4: La seconda volta

 

Francesco 

E’ sabato pomeriggio e come sempre ce ne stiamo “spiaggiati” al bar con tre birre in mano e i timpani sfondati. Ho la macchina nuova di una settimana, parcheggiata in bella mostra qua fuori e quei rompi coglioni dei miei amici vogliono a tutti i costi festeggiare l’improvvisa bontà dei miei, che per i diciotto anni mi hanno regalato questo gioiellino. Hanno intenzione di andare al Gate, un locale che hanno aperto qualche mese fa, appena fuori Firenze ma ho la netta sensazione che i miei non mi lasceranno mai guidare la macchina nuova per così tanti chilometri, a meno che con noi non venga qualcuno di serio e di affidabile, qualcuno che susciti la fiducia di mia madre e che la convinca a lasciarmi andare. Ho bisogno di qualcuno che mia madre conosca, che vada bene a scuola, che non beva, che sia di buona famiglia… Insomma ho bisogno di un santo …. E un solo nome risponde ai prerequisiti richiesti: Irene. 

L’unico problema sarà farlo capire a suo fratello.

-Andrè ti dico che è l’unico modo -, provo ancora.

Lui non lo sa quanto sua sorella sia l’idolo di mia madre. Se gli dicessi che il suo sogno è quello di vederci sposati con tanti figli, sicuramente finirebbe per strozzare prima me e poi mia madre. 

-Non mene fotte un cazzo. Piuttosto non ci andiamo. Non voglio quella rompipalle tra i piedi, il Gate è troppo figo per andarci e portarmi mia sorella appresso. No. Scordatelo-  

La fortuna vuole che sia proprio Irene a fare il suo ingresso al Mastro, e sempre la stessa fortuna vuole che non sia sola. Andrea non lascerà mai la sua sorellina con Andreoli, quel tipo ha una fama  decisamente troppo brutta.

E’ fatta.

Stasera andiamo al Gate.

 

Irene

 

Come è possibile essere tanto sfigati io non lo so. Fino a neanche un’ora fa era in casa a sbraitare contro il mondo intero e ora me lo trovo qui, con l’aria ancora più incazzata di poco fa e che mi viene incontro con il cipiglio altezzoso tanto simile al mio.

-Irè stasera … Ci devi un favore! La madre di Fra se vieni anche tu si fida di più e gli lascia la macchina…. Andiamo al Gate è?-, sputa fuori tutto di un fiato, senza neanche guardarmi in faccia.

Anche se dovrei inalberarmi con lui per aver interrotto il mio pseudo appuntamento, la mia mente malata è più veloce di ogni altro istinto, così accetto senza pensarci due volte.

Michele del cavolo, non potevi chiedermelo due fottute settimane fa di prenderci una birra?

 

-Tutte e tre sappiamo perché questa sera andremo al Gate… E non è sicuramente per la tua irrefrenabile voglia di ballare…-

Lascio che Nicole parli da sola, mentre io non faccio che passare in rassegna gli stessi abiti di quarantacinque minuti fa,- Ma alla fine non mi importa, voglio dire … Tutti dicono che il locale sia un sacco fico, quindi non mi dispiace accompagnarti… Certo non capisco cosa vuoi ottenere da questa serata ma… Ah dove diavolo è Sara?-,domanda all’improvviso, concludendo il suo monologo.

Effettivamente della mia amica non ho notizie da questa mattina a scuola, visto che dopo la mia “chiacchierata” con Giorgio non sono stata in grado di spiccicare una frase di senso compiuto e invece di aspettarla come al solito alla fermata dell’autobus, sono filata a casa. Conoscendola ero sicura me la sarei ritrovata sopra al mio letto a tartassarmi di domande nel giro di qualche ora, e invece non si è fatta viva.

-Se non risponde ai messaggi entro due minuti la chiamiamo -, dico perentoria. Nicole annuisce convinta mentre continua a studiare la sua immagine allo specchio; i capelli corti e il fisico asciutto le danno un’aria sbarazzina ma al contempo intrigante che conquistano in un baleno.

-Niki… Ma secondo te chi è la poveretta che sta andando a letto con Andrea in questo periodo? No perché io la sto compatendo … E non poco…-

Accosto la porta con fare cospiratorio per avere più privaci possibile e continuo.

-Ieri …ho trovato una scatola di preservativi nel suo comodino e… che c’è? -, mi blocco notando la sua espressione più divertita che sconcertata.

-Perchè sei andata a frugare nel suo comodino?-, chiede scoppiando a ridere. Possibile che gli debba insegnare proprio tutto a questa benedetta ragazza? 

-Per cercare delle prove ovviamente! -,esplodo notando la sua faccia scettica, -Nicole… Ragiona! Torna a casa sempre dopo di me. E quando dico sempre…E’ sempre. Anche se passiamo la serata insieme, con le stesse persone, non c’è una volta che rincasiamo insieme. E’ sempre arrabbiato, scostante e antipatico, non che prima non lo fosse è… Ma in questo periodo è peggiorato. Quindi la scoperta dell’altro giorno mi è servita solo per avere una prova in più: lei non glie la dà. La scatola di preservativi era intatta -.

Il lungo silenzio della mia “socia” non fa che darmi sicurezza: le prove che ho sono schiaccianti. Lei infatti continua a pensarci su mentre io esco dalla stanza: ho bisogno delle scarpe blu elettrico di mia madre. Troppo concentrata a visualizzare nella mia testa i possibili abiti da abbinare alle scarpe-nuove-intoccabli della mia genitrice, non sento minimamente il citofono suonare o mio fratello andare ad aprire, quindi molto tranquillamente mi presento davanti a Giorgio e Francesco in accappatoio. 

Ah.

Quindi ora il signorino ha ritrovato il coraggio di mettere piede in casa mia. Il pacato e gentile commento del mio adorato fratellino “ Ma dove vai conciata così? Sei ridicola” mi esorta a filare in camera mia con la testa bassa e la coda tra le gambe, per trovare Nicole nella stessa identica posizione di quando l’avevo lasciata.

-Deve essere qualcuna che frequenta il Mastro. Per forza.-

La sua non è una supposizione, basta il tono convinto con cui continua a parlare per capirlo, - Se torna sempre a casa dopo di te, questa è l’unica spiegazione plausibile. Un’altra valida opzione sarebbe una compagna di classe, o una della vostra scola, ma te ne saresti accorta senza ombra di dubbio, ficcanaso come sei-,conclude con una linguaccia.

La guardo offesa immediatamente, non è vero che sono una ficcanaso!

Sto per ribattere, difendendo il mio amore per il gossip, quando finalmente il telefono di casa inizia a squillare e infatti dopo pochi secondi compare Andrea sul ciglio della porta, e senza porferire parola, mi lancia il cordless in mano; sono quasi sicura di averlo sentito sibilare un “ e copriti dannazione” mentre se ne va. 

Fanculo, in casa mia vado vestita come voglio. 

“ Ire tesoro, scusami per questa sera… ma proprio non posso! ” senza pensarci due volte metto in viva-voce: è Sara finalmente.

-Ma dove sei finita tutto il pomeriggio? E perché non vieni? Devi avere un motivo valido per dare buca alle tue più care amichette-

Il tono di Nicole è divertito anche se percepisco un po di risentimento nella sua voce; d’altronde dispiace anche a me che Sara ci stia dando buca.

“ Tesori miei, oggi sono riuscita ad agganciare Alberto Scorolli. Quello di quarta T” oh santissimi santi del cielo! Ci credo che ci da buca. Per quel pezzo di manzo, gli avrei dato buca anche io. 

Nicole mi guarda scuotendo la testa, Sara non cambierà mai.

-Allora si spiega tutto… Solo perché è Scorolli barra il belloccio sei perdonata. Ci sentiamo per domani? Pranziamo insieme dai! I miei non ci sono e abbiamo casa tutta per noi… giuro che sbatto fuori mio fratello a calci nel sedere-, la sua risata cristallina dall’altra parte della cornetta mi mette allegria, e dopo un po di smancerie ci salutiamo.

-Nicole? -, riprendo la mia amica che sembra essersi persa nel vuoto.

-No niente… stavo solo pensando… certo che è di famiglia l’indole da pettegoli…- eccola che ritorna all’attacco. Io non-sono-una-pettegola. Amo semplicemente farmi gli affari degli altri, non ci trovo nulla di male,- tuo fratello …stava origliando la telefonata… L’ho visto!- gli occhi vispi della mia amica mi fanno scoppiare in una risata isterica.

Andrea che si mette a fare la suocera è un evento da segnare sul calendario.

 

 

Una manciata di ore più tardi io e Nicole siamo in salotto aspettando che i tre moschettieri ci degnino della loro presenza; Nicole sta tranquillamente guardando la tv, in cerca di un documentario sugli animali (poveri noi), mentre io sono ancora sopraffatta dal dubbio: glielo racconto o non glielo racconto? Vorrei tanto confidarmi con la mia amica, ma questa casa sembra un covo di comare, in ogni angolo c’è qualcuno. Mio padre se ne sta comodamente sdraiato sul divano accanto al nostro, mia madre sta rimettendo in ordine la mia stanza, e nel resto dell’appartamento… bè ci sono quei tre. Ho deciso che metterò la mia amica al corrente dell’accaduto il prima possibile, ma non stasera.

-Allora le sapete le regole… Giusto?- 

Sbuffo a questa domanda guardando storto mio padre, ma da brava figlioletta educata rispondo.

-A casa per le tre e camminando in linea retta. Lo sappiamo -     Infondo non sono poi così male i miei genitori, le tre sono un orario accettabile, senza contare il fatto che siamo in macchina con Fra, un neo-patentato con la testa fra le nuvole. 

Fossi in loro probabilmente non mi fiderei affatto.

-Andrea è peggio di una donna. Ma quanto cazzo ci vuole a pettinarsi due ciuffi?-, mio padre scuote la testa alla mia affermazione “colorita”, ma non mi dice nulla; probabilmente sta appuntando sulla sua agenda che domani dovrà sgridarmi. 

Ah gli uomini d’affari.

- Tesoro, perché uscite con Andrea, Giorgio e Francesco?-, mia madre e le sue perenni uscite inopportune. Dovrei forse dirgli che è perché vogliono sballarsi e hanno bisogno di qualcuno con la testa sulle spalle di cui la madre di Fra si fida?

-Perchè si mà… oggi li degniamo della nostra presenza va bene? A proposito, ho preso le tue scarpe blu… sai quelle nuove…-, cerco di mimetizzarmi con la tappezzeria color prugna del divano sperando di scappare alla strigliata di mia madre; quello che non mi aspetto sicuramente, è l’accondiscendenza della mia genitrice, -mettici anche gli orecchini blu cobalto. Ci stanno benissimo-, e strizzandomi l’occhio ritorna nel suo ufficio.

Questa sera sono impazziti tutti. 

Guardo Nicole a bocca aperta e ovviamente come un fulmine vado  a prendere i sopracitati orecchini che, tra parentesi, costeranno almeno 500 euro, prima che la mamma cambi idea.

Avrei voluto mettere il vestito dell’altro sabato, quello nero di pailette, ma scaturiva in me troppi ricordi, e poi mi ha portato talmente tanta sfiga che non credo lo indosserò più; ho ripiegato su un paio di jeans aderenti e una canotta che lascia ben poco all’immaginazione, semitrasparente sulla pancia e sulla schiena. Mi guardo allo specchio della camera di mia madre e … mi piaccio. Inconsciamente questa sera ho impiegato più cura nel vestirmi, nel truccarmi e nel pettinarmi. Voglio che mi noti, voglio che pensi che sono bella da mozzare il fiato, ma che non può avermi, e non perché è lui a non volerlo … ma perché sono io a non volere lui. Lo so, sono contorta visto che l’unica cosa che vorrei fare in questo momento è posare le mie labbra di nuovo sulle sue, ma suvvia Irene, ti ha già rifiutata una volta, non vorrai dargli la soddisfazione di farlo ancora! 

E poi spero di beccarlo ubriaco fradicio (risata sadica), in modo da tirargli fuori il significato di quelle parole, “ora siamo pari” ma pari di cosa poi?

-“Principessa sul pisello” andiamo? Oppure devi specchiarti ancora per molto?-, che rabbia che mi fanno Andrea e il suo stupido caratteraccio. Io con quella ragazza ci devo parlare assolutamente e gli devo spigare come comportarsi con questo idiota. 

Afferro velocemente i preziosi orecchini di mia madre e raggiungo gli altri che sono già stipati nell’ingresso. Lo sguardo che riservo a Giorgio è di puro astio, e mentre mi avvicino mantengo lo sguardo fisso su di lui che mi guarda dall’alto in basso come se fossi un pagliaccio per poi lanciarsi un occhiata complice con Andrea. Dannato idiota.

-Buona serata ragazzi. E state attenti …mi raccomando!- urla mia madre dall’altra stanza, - e non tornate più tardi delle tre-, rimbecca mio padre che a questo punto si è appropriato dell’intero divano e ha levato il documentario sui pinguini (come biasimarlo) per guardare l’ennesima partita. Dopo una serie in finita di “grazie mille”, “stia tranquillo” e “non si preoccupi” riusciamo a mettere piede fuori casa.

 

Il viaggio in macchina si sta rivelando alquanto imbarazzante.

Fra guida la sua 500 credendo di essere un pilota di formula uno e ogni curva è una tortura; mi ritrovo spalmata su Giorgio o su Nicole a intervalli alterni, mentre la pessima musica, lanciata a tutto volume non fa che mettermi agitazione.

Nella mia testolina bacata questa serata si prospettava perfetta; avrei beccano Giorgio ubriaco fradicio e gli avrei fatto sputare il rospo … semplicemente non avevo programmato la parte della serata in cui lui sarebbe stato sobrio.

-Oh Fra e cambia sto schifo -, ovviamente è Giorgio a apostrofare il suo amico, mentre cerca di stare il più distante possibile da me

-Ragazzi comunque siete degli ingrati-, rimbecca Nicole,- se non era per noi questa serata potevate pure scordarvela. Dovreste almeno dimostrarci la vostra riconoscenza…-

Nicole sembra sul piede di guerra questa sera, e mentre si sistema il rossetto rosso fuoco dallo specchietto della sua piccola trouss, mi guarda e mi strizza l’occhio. Che viperetta; chissà dove vuole andare a parare.

-Andrea tesoruccio- e si sporge in avanti per accarezzare i capelli di mio fratello. Scoppio a ridere solo guardando la sua espressione corrucciata, nessuno deve toccargli i capelli!

-Questa sera tua sorella è tutta per me, non devi assolutamente romperci l’anima, quindi nessuna scenata da fratellone possessivo. Chiaro?-, io questa ragazza la adoro, erigerò una statua in suo onore.

-Ma chi se ne fotte di quello che fate voi!-, ovviamente non è affatto reale il suo tuono menefreghista, so perfettamente che se dovesse vedere qualcuno girarci intorno andrebbe su tutte le furie, o sguainerebbe uno dei suoi fidati amici per tenerci sotto controllo, -si si certo. Quindi siamo d’accordo?- mio fratello sbuffa mentre Fra se la ride, - tranquillo Andrè se non c’è Sara nei paraggi non ci sono pericoli. Quella si che è una put…- 

- Francesco !!!! -, urliamo all’unisono io Nicole e …. Andrea? E’ quest’ultimo a riprendersi immediatamente, - non mi frega di chi c’è e di chi non c’è… State lontane dai guai e ci vediamo all’ingresso alle tre in punto -.

Può fare il gradasso quanto vuole, ma non mi è sfuggito il suo istante di debolezza, così come non è sfuggito a Nicole, che mi guarda furtivamente durante tutto il resto del viaggio. D’altro canto oltre che guardarmi lo smalto io non ho poi un granchè da fare visto che ne Giorgio ne Nicole sembrano avere intenzione di conversare, mentre tra noi passeggeri posteriori e quelli seduti davanti c’è un muro insormontabile chiamato “musica di Fra”. Che gusti pessimi.

 

Il locale effettivamente è un sacco figo; ci sono specchi ovunque, particolare che fa sembrare la stanza molto più ampia di quello che è in realtà, e la gente è gente… “grande”, cioè detta in altri termini, non ci sono i soliti quattro mocciosi del Mastro, o del liceo. Nicole mi indica il bar e il relativo barista figo, ammiccando in sua direzione, ma scuoto violentemente il capo; questa sera devo essere io la sobria, devo essere io ad avere le redini della situazione, e so esattamente come fare. L’atteggiamento tenuto da Giorgio in macchina mi ha ferito, anche perché neanche sette ore fa …aveva la sua lingua nella mia gola! Dannazione! Ma nonostante ciò voglio a tutti i costi delle spiegazioni e se c’è una cosa che in diciassette anni di vita ho capito … è che fare la gatta morta funziona! Sempre!

 

Lascio stare Nicole fin da subito; lei e la sua “vida loca” per una sera possono fare a meno di me. Giorgio e gli altri due si sono dileguati nel giro di qualche secondo, neanche fossimo così brutte da vergognarsi a farsi vedere con noi, ma io posso aspettare. Attaccherò solo quando sarà abbastanza sbronzo da tirare fuori tutta la verità; Irene Barbieri è una persona molto vendicativa.

-Ci vediamo alle tre davanti al guardaroba - Andrea è davvero un idiota, so di essere ripetitiva, ma davanti ad una tale ovvietà, non posso fare a meno di ribadirlo, - per le tre dobbiamo essere a casa .. idiota-, appunto. Meno male che non sono l’unica a pensarlo -si… siete proprio dei pivelli leccaculo… comunque alle due le partite su sky sport finiscono e papà va a dormire -

Ovviamente non controbatto; è lui il re indiscusso delle trasgressioni, quindi se stasera facciamo tardi e i miei se ne accorgono, non avrò alcun rimorso nel dare tutta la colpa ad Andrea.

 

Tra la folla individuo subito Daniele che sta ballando appiccicato a una biondina tutte tutte, che assomiglia proprio alla famosa “Rossi” che tanto garba Giorgio e Andrea, quindi evito accuratamente di avvicinarmi o di farmi vedere, così come evito di avvicinarmi al bar dove Giorgio e Andrea stanno prendendo il terzo drink della serata ( si, li ho contati!). Molto bene, ancora qualche sorso caro Giorgio e avrò ciò per cui sono venuta in questo posto per fighetti figli di papà… cielo! Avrò contato almeno venti iPhone 6!

Poco distante da loro, comodamente agganciata a Alberto Scorolli, l’amore della vita di Sara, c’è Gaia Fanfani, la zoccola più zoccola se non di firenze, almeno del Mastro. I miei sensori si accendono immediatamente, e la mia mente lucida e priva di alcol mi permette di ragionare lucidamente, più di quanto vorrei in effetti: non doveva stare appartato chissà dove con Sara, quel pezzo di manzo? Inevitabilmente vado subito a pensare al peggio; insomma, se neanche un paio di ore fa la mia amica sembrava al settimo cielo e impaziente di farsi sbattere da un tipo che ora è appiccicato ad un’altra, qualcosa deve essere successo. Dimenticandomi completamente della mia missione, mi allontano dal bar dove sto controllando Giorgio e Andrea e vado a cercare Nicole, che poi come farò a rintracciarla non lo so, ma devo metterla al corrente della situazione e soprattutto devo recuperare il mio cellulare dal guardaroba e chiamare Sara. Immediatamente.

 

Un’ora dopo, sto ancora girando per il Gate senza aver trovato nessuno. Dove sono andati tutti? Intrappolata per quelli che a me sono sembrano millenni, a parlare con Claudia e Michela, due compagne di classe strambe e simpatiche almeno quanto Cate, ho perso di vista sia Giorgio che Nicole. 

Merda.

Sono esausta e ormai è quasi giunta l’ora x, quindi tanto vale aspettare inerme e seduta sugli gli unici divenetti che ho trovato vuoti, o senza roba appiccicosa riversata sopra, ovvero quelli del corridoio che porta ai bagni. Lo so che il posto non è il massimo, e che il tanfo che proviene dalla porta accanto è nauseante, ma io davvero sono sfinita e incazzata. Sfinita per le scarpe di mia madre che saranno pure belle, ma sono come minimo altrettanto scomode, e incazzata perché anche stasera Giorgio è riuscito ad evitarmi. 

Due secondi dopo la porta davanti a me si apre e chi mi ritrovo davanti? Fra … con Giorgio malamente appoggiato alla sua spalla. Mi guarda stupito, forse nel trovarmi da sola seduta su un divanetto difronte ai cessi, ma viene verso di me, mollando Giorgio nel sedile malridotto accanto al mio, - io questi due non celi porto più a ballare! Giuro! Irè, fammi un favore và : reggilo. Io vado a a cercare Andrea e Nicole. Speriamo che almeno lei sia sana…-

-Io non ci giurerei…-, e mentre Giorgio biascicando appoggia la testa a peso morto sulla mia spalla, Fra sparisce scuotendo la testa.

Poverino, spero solo che non gli vomitino dentro alla macchina nuova.

 

Dopo una serata a dir poco deludente, mi ritrovo qui, con la puzza  dei gabinetti dentro al naso e con Giorgio appoggiato su di me che sembra non ricordare neanche come si chiama; la situazione che avevo auspicato, l’atmosfera perfetta per mettere in atto il mio folle piano e la mia gola decide di seccarsi, le corde vocali decidono di non funzionare più. Dannazione.

Il suo respiro regolare, il suo odore familiare di bucato pulito, mi distraggano dai miei intenti, così, invece di partire all’attacco inondandolo di domande, me ne sto qui senza fare nulla cercando solo di godermi questo breve momento. 

Non so neanche che ore sono, probabilmente le tre passate, quando Giorgio decide a dare i primi segni di ripresa, e cerca inutilmente di alzare la testa,- ho bevuto un po troppo misà… -il suo viso è troppo tenero in questo momento, talmente tenero che potrei restare ore qui imbambolata a fissarlo, mentre piega le labbra all’insù, mentre cerca inutilmente di darsi un contegno… potrei stare ore qui a fissarlo.

Merda! Mi ha beccata!

Si volta verso di me e mi coglie in fragrante, già è tanto che la bava sia sparita dalla mia bocca.

-Mannaggia a te Ire…-

Mi ha chiamata Ire. Erano settimane che non si rivolgeva a me apostrofandomi in questo modo, o con questo tono così dolce.

Ire, mi ha chiamata di nuovo Ire.

-Perchè ? Che ho fatto di male questa volta?-, ma lui non mi risponde e non credo abbia intenzione di farlo tanto presto, visto che si volta dall’altra parte. 

Io imperterrita non mollo, mi faccio coraggio e insisto.

-Giorgio … ? -

-uhm…- sta biascicando di nuovo… fra non molto chiuderà gli occhi e si addormenterà come poco fa, la testa già inizia a scivolargli verso il mio seno. Forza Irene, o ora o mai più.

-Hei…. Giò…- sussurro di nuovo mettendo una mano tra i suoi capelli così morbidi, -perché stamattina mi hai baciata?-, mi mordo violentemente il labbro inferiore per impedirgli di tremare in questo modo imbarazzante. Dio che vergogna. Sto tremando come una foglia mentre pendo dalle sue labbra, e lui ride. Non una risata spontanea e genuina, non una di quelle che mi lasciano con il fiato sospeso e che mi fanno sognare, ma una risata amara, sgraziata, - perché tu sei pazza Ire… e ora siamo pari. Non dovevi darmi quello stupido bacio l’altra sera… non dovevi farlo -

-veramente… a me sembra non ti sia dispiaciuto!-, sono una perfetta gatta morta, ma conosco i miei polli e so come farli capitolare: Giorgio mi deve una fottuta spiegazione sensata.

-Neanche a te in effetti…- e sghignazza, questo è il momento giusto per insistere ulteriormente.

-Allora Giò… è per questo che questa mattina mi ha baciata di nuovo? Perché l’altra volta ti è piaciuto…-, mi mordo il labbro cercando di provocarlo,-… terribilmente?-

E’ completamente mio, sono riuscita a catturare tutta la sua attenzione; i suoi occhi guizzano a ogni mio più piccolo movimento e il suo corpo freme mentre mi avvicino al suo volto.

-E’ per questo che mi hai baciata?-, sono a pochi centimetri dalle sue labbra, gli basterebbe avvicinarsi di pochissimo e saremo di nuovo gli stessi Irene e Giorgio di questa mattina, sopraffatti dalla passione e dall’istinto, ma lui… distoglie lo sguardo. E si allontana.

-Irene… non farlo. Allontanati. Io…Non farlo…-, la mia mano smette di muoversi tra i suoi capelli, mentre posso sentire in lontananza il mio cuore spezzarsi. Non mi vuole, melo ha appena dimostrato, mi ha appena rifiutata palesemente.

-Bene, allora forse è il caso che ti allontani…- sono fredda, freddissima. Lo voglio solo il più lontano possibile da me in questo momento, ma lui non sembra essere d’accordo, tanto che continua imperterrito a tenere la sua testa appoggiata sopra la mia spalla.

-Se tuo fratello …-

-Cosa? “Se tuo fratello cosa”… Giò?-

Oh santissima merda, questo è Andrea!

-“Se tuo fratello” cosa? Cosa cazzo stai facendo Giò? Io posso spaccarti la faccia … lo sai che ne sarei capace. Cosa? E’?-, per fortuna Fra lo sorregge sapientemente, altrimenti Andrea stramazzerebbe al suolo visto che ubriaco come è non sarebbe in grado di picchiare nessuno. 

-Andrè ma che dici?!? Amico mio…-, Giorgio cerca di alzarsi dal divanetto, senza molto successo aggiungerei, visto che il suo stato fisico è molto simile a quello di Andrea,ma io non riesco a sfiorarlo di nuovo, non dopo quello che mi ha appena confessato. D’altro canto Nicole continua a indicare prima Andrea e poi Giorgio e a ridere come una deficiente. Per fortuna che su di lei l’alcol non doveva avere effetti troppo devastanti.  

Fra mi lancia uno sguardo eloquente e spazientito; infondo glielo devo poverino, dopo la seraccata che ha passato, quindi prendo Giorgio per le spalle e lo trascino fuori dal locale seguendo gli altri tre.

 

 

 

Questo capitolo è stato infinito lo so, ma non aveva senso tagliare la serata di sabato sera, ne accorciare il tutto, perché altrimenti avrei dovuto omettere parti importanti!

Detto ciò…. salve a tutti e grazie se state continuando a seguire questa storia! Vene sono enormemente grata!

Per quanto riguarda la nostra Irene, che dire è sempre più in confusione e Giorgio non la aiuta proprio a cavarne la testa… ma è questa la sua peculiarità! Per non parlare poi di Andrea che sta sempre in mezzo ai piedi, ma ehi… è il fratello maggiore!

Ci siete rimaste male per Michele? E che mi dite della ragazza segreta di Andrea? Alcune di voi hanno azzardato qualche nome, ma ovviamente io non mi sbilancerò mai… velo ho già detto che sono sadica vero?

Baci zuccherosi.

Cuffiette

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: cuffiette