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Autore: vanillanarry    23/07/2015    1 recensioni
«Stesso giorno, stesso anno, stesso ospedale. Assomigli più tu, una perfetta sconosciuta, ai miei genitori di quanto ci assomigli io. Non possono essere semplici coincidenze, no?»
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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capitolo due.





«Non so se tu ti renda conto del fatto che io sia stata in piedi tutta, e ti dico tutta la notte ad ascoltare Taylor Swift!»
«Non sarebbe una sorpresa» esclama Jane dall'altro lato della cornetta.
Roteo gli occhi. «Dai non sono così ossessionata...»
«No infatti» ridacchia.
Sbuffo mentre infilo una giacca di pelle e il cappello nero di mio padre che mi ha gentilmente prestato.
«Adidas o Converse?» chiedo mentre osservo il mio riflesso nello specchio. Mi piace questo outfit.
«Conver-»
«Vada per le Adidas» esclamo interrompendo la mora.
«Felice di esserti stata d'aiuto» borbotta, posso immaginarla roteare gli occhi.
«Ouch, il sarcasmo!»
Infilo la borsa in spalla e recupero il telefono ancora sul mio cassettone, spegnendo il vivavoce.
«Okay sono pronta, ci vediamo dopo»
Chiudo la chiamata e scendo a infilare le mie Adidas superstar bianche e nere.
«Vuoi una brioche, cara?»
Stamattina i miei si sono svegliati prima di Jeremy e Sarah. A volte non capisco perché si scambino così gli orari.
«Ve ne rubo una vuota» sorrido. Papà ne mette una in un sacchetto che mi porge. «A più tardi!»

Entro in auto, prima di mettere in moto collego il cellulare con il bluetooth e rimetto (per l'ennesima volta) Sparks Fly di Taylor Swift.
Esco in retromarcia e mi immetto nella strada principale che conduce in centro Sydney.
Picchietto le dita sul volante a ritmo.
«Cause I see sparks fly whenever you smile, get me with those green eyes baby as the lights go down»
Canticchio muovendo la testa finché arrivo a destinazione.
Scollego il cellulare, blocco l'auto, saluto il ragazzo della reception e mi dirigo all'ascensore che porta in redazione.
Come ogni mattina, come rientra nella mia dolce routine.
Non mi dà molto fastidio, nonostante non si direbbe affatto per una persona come me.
Ho tutto ciò di cui necessito e sono dell'idea che i successi, se meritati, arrivano. Basta lavorare sodo.

Le porte si aprono lasciandomi mettere piede in redazione.
Anche stamattina, come sempre, girano i miei colleghi indaffarati.
Mi reco alla mia scrivania, posizionando la borsa nel cassetto custodito e saluto Jane, la quale tiene lo sguardo fisso sul computer.
Appoggio il mento sulle mani incrociate e la osservo finché mi nota.
«Oh, ciao splendore! Hai coperto quelle occhiaie veramente bene» esclama facendomi roteare gli occhi.
«Vado a consegnare l'USB a Jules» annuncio; si sa mai che mi cerchi.
Lei in tutta risposta annuisce distrattamente.
Mi dirigo quindi nell'ufficio della signora Wade a consegnarle la chiavetta.
«Grazie Baldwin, sono soddisfatta del tuo lavoro» alza gli occhi marroni coperti da degli occhiali squadrati. Stava lavorando anche lei al computer.
Mi sorride sornione e contraccambio anch'io.
Ripeto, sono una follemente ambiziosa e questi piccoli complimenti per me valgono davvero tanto, perché significa che svolgo bene il lavoro che amo.
«Ci vediamo fra poco sul set»
Mi congeda con un gesto della mano; quando torno alla scrivania Jane non c'è.
Scuoto il capo, poi prendo la mia agenda e controllo gli impegni di oggi: alle nove e quarantacinque scatti a delle modelle australiane emergenti; alle dieci e venti scatti agli outfit creati da una nostra stilista e alle dieci e quaranta scatti alle modelle mentre indossano quegli abiti. Pausa pranzo, successivamente alle tredici e trenta ospitiamo una modella famosa che personalmente seguo e adoro: Gigi Hadid. Dopodiché ho tempo a disposizione, abbastanza per finire il lavoro di ritocco.
Chiudo l'agenda eccitata dall'idea di fotografare una modella che conosco e a cui sono affezionata.

«Hey rieccoti! Pronta?»
«Sì J, avviamoci»

-

Per la pausa pranzo di solito scendiamo in una piadineria. Il cibo è veramente delizioso, e almeno resto in linea.
Prendo la borsa e insieme a Jane scendiamo e ci avviamo verso la meta.
«Buongiorno fanciulle» il proprietario fa un mezzo inchino, come ogni volta che veniamo. «Solito?»
«Sì, grazie Maurice» sorrido. Ormai siamo clienti abituali, e conosce a memoria le nostre ordinazioni.
Ci sediamo all'esterno come ogni volta, dentro fa troppo caldo anche solo a pensarci.
«Prendo una bottiglia di acqua fresca» dice Jane alzandosi.
«Naturale!»
La mora afferra due bottiglie e successivamente due bicchieri, tornando al tavolo.
«Grazie, sto morendo di sete» esclamo lasciandomi cadere contro lo schienale della sedia.
Poco dopo arriva anche il nostro cibo.
A quest'ora solitamente ci sono i ragazzi del liceo che si fermano a mangiucchiare qualcosa.
Finiamo il nostro pranzo velocemente, dobbiamo essere sul set in anticipo.
Pago e saluto Maurice, poi ci avviamo di nuovo in redazione.
«Gigi Hadid, ti puoi immaginare?» esclamo eccitata.

Prepariamo l'occorrente per poi dirigerci sul set.
Le stiliste stanno già preparando Gigi e altre due modelle per gli scatti. Indossano nuove collezioni di grandi marche.
Jane nel frattempo sistema le luci e io appoggio la reflex perfettamente al centro della stanza su un cavalletto.
«Tutti pronti?» chiede Jules. Dopo la nostra risposta affermativa, permette alle modelle di posizionarsi di fronte all'obbiettivo della fotocamera professionale.
«Vi lascio nelle mani esperte delle ragazze» dice poi il mio capo, sorridendo. Arretra fino alla porta, in modo da osservare bene tutta la stanza.
«Okay. Gigi, ti chiedo di appoggiarti con le braccia su Aria. Mentre tu Steph, appoggiati leggermente con la schiena, in modo da mostrare bene la manica dell'abito» istruisco loro.
Obbediscono e il primo scatto viene molto bene.
Insieme a Jane istruisco loro pose diverse per ognuno degli outfit, in modo tale da avere più foto e da trovare anche l'angolazione perfetta. Circa due ore dopo abbiamo finito.
I vestiti confezionati della nuova collezione vengono riportati negli appositi spazi della redazione dalle due stiliste.
«Grazie della sua disponibilità»
Tendo la mano alla modella.
«Tua, vorrai dire» mi corregge con un sorriso, contraccambiando la stretta.
Ho sempre paura di far male alle persone ma noto con piacere che anche la sua è abbastanza salda.
«Abbiamo la stessa età più o meno, non farmi sentire più vecchia» ridacchia contagiandomi.
Jane poi le istruisce dove trovare Rose per completare l'intervista.
Sfilo la SD, appoggio la reflex nel suo contenitore e sistemo il cavalletto.
«Anche oggi abbiamo finito» sorrido appoggiandomi ad un tavolino.
Jane tira un sospiro. «Stasera usciamo?»
«Okay» mi gratto uno zigomo.
«Sistemo velocemente gli scatti già che ci sono poi torniamo a casa» le dico dirigendomi verso la porta.
Aspetto che passi poi richiudo e cammino verso il mio computer.
Anche oggi devo solo ritoccare i colori dell'immagine, che non mi prendono molto tempo.
La chiavetta è ordinata con cura, per evitare che mi dimentichi la consegno direttamente a Jules.
Quando entro sventolando l'oggetto, quest'ultima mi guarda stranita. «Hai già fatto? Mostro
Ridacchio appoggiando l'USB sulla scrivania.
«Prova a dare una controllata, secondo me tralasciando i colori che ho sistemato, non c'era un granché da ritoccare»
«Mi fido» sorride appoggiandosi con il braccio sulla superficie in legno. «Puoi tornare a casa, allora. Ci vediamo domani»
«Ciao, buona serata!» saluto dirigendomi verso la porta.
Trovo Jane ad aspettarmi appoggiata ad un divanetto.
«Eccoti! Tieni la borsa» me la porge e la ringrazio.
Mentre scendiamo e ci dirigiamo alle nostre auto discutiamo sull'orario dell'incontro di stasera.
«Vengo a prenderti io alle... nove? Così abbiamo tempo di cenare e fare un bagno!»
Scuoto il polso e guardo l'orologio che segna quasi le cinque.
«Sì va benissimo!»
Ci salutiamo, entro in auto e guido fino ad arrivare a casa mia. Mi lascio andare sul sedile dopo aver parcheggiato, sono stanchissima.

«Bentornata amore!» saluta mia mamma. Indossa il grembiule e un buon profumo si spande per tutta la stanza.
Inspiro con gli occhi socchiusi mentre sfilo le scarpe. «Mhmm, che cosa stai facendo di buono?»
Mi avvicino spiando le pentole dalle sue spalle. A differenza di papà, sono più alta (di qualche centimetro) di mia mamma.
«Vai a farti la doccia, su!» mi caccia ridendo.

Mi dirigo in camera a prendere della biancheria intima per andare poi in bagno.
Giro la manovella dell'acqua calda e fredda per renderla alla giusta temperatura. Una volta che la vasca si è riempita verso dei sali e mi immergo.
Socchiudo gli occhi, un bagno del genere ci voleva dopo una giornata impegnativa.
Lavo i capelli con lo shampoo, applico un po' di balsamo per ammorbidirli poi passo a lavarmi il corpo con il mio bagnoschiuma preferito alla vaniglia.
Sto veramente troppo in vasca senza rendermene conto, infatti come sempre arriva mio fratello a bussare insistentemente alla porta.
«È pronta la cena!» continua.
«Arrivo, mi vesto» borbotto sciacquandomi i capelli e il corpo.
Mi asciugo e infilo la biancheria, corro in camera e indosso momentaneamente la camicia da notte.
Scendo a cenare, mamma ha preparato la pasta al forno.
«Stasera esco con Jane e resto a dormire da lei» annuncio ai miei ingoiando un boccone.
Mamma guarda papà, che poi prende parola. «Va bene, non fate tardi se domani lavorate»
«Sì non preoccuparti!»
L'unica cosa che ometto è l'uscita al locale. Inizierebbero a fare mille storie sull'alcol e sul non prendere droghe; discorsi che sento da quando ho 18 anni e che so a memoria.
Aiuto a sparecchiare per poi tornare in camera mia a prepararmi. Infilo i miei jeans skinny neri, un paio di tacchi con i laccetti e una camicia a quadretti rossa, slacciata in modo che si intraveda un po' di pelle. In testa infilo ancora il cappello, mi piace il risultato perché completa l'outfit.

Jane mi invia un messaggio dicendomi di farmi trovare pronta e che sta arrivando, e le rispondo che mi manca solo il trucco.
Prendo la trousse e applico il fondotinta, una linea sottile di eyeliner, rossetto mat rosso e giusto un po' di mascara.
Soddisfatta del risultato ripongo tutto a posto e scendo con la borsa in spalla.
Mamma e papà stanno guardando la tele sul divano.
«Jane è già qui, ci vediamo domani!» saluto mandando loro dei baci volanti ed esco di casa, prima che chiedano il motivo di questo outfit decisamente inadatto ad una serata in casa.
La mora suona il clacson vedendomi alla porta; accosta davanti il cancelletto permettendomi di salire in auto.
«Andiamo all'Arq» afferma mettendo in moto mentre allaccio la cintura di sicurezza.
«Perfetto!»

Durante il tragitto cantiamo perlopiù successi degli anni '80 trasmessi da una radio locale.
«Dove cavolo parcheggio?» si lamenta sbattendo le mani sul volante, una volta arrivate.
«Mettila lì!» indico uno spazio vuoto. «Ma sbrigati prima che lo freghino»
In tre manovre parcheggia nel posto indicato. Prima di scendere controlla che il trucco sia apposto dallo specchietto.
«Sì vai bene e sei stupenda, scendiamo» ridacchio, dandomi però anch'io un'occhiata veloce.

Un dj pompa la musica a tutto volume.
«Wow!» esclamo scuotendo la testa e il braccio a ritmo.
«Sarà meglio salire, ci sono meno persone!» mi indica il piano superiore cercando di sovrastare la musica.
Ci facciamo spazio fra i corpi sudati delle persone presenti e saliamo le scale.
«Va un po' meglio» ridacchia Jane, nonostante la musica si senta chiaramente anche da qui.
«Ordiniamo qualcosa!» afferma, più che domandare. Ci sediamo sugli sgabelli da bar e ordiniamo un Coca Malibu e un Sex on the Beach.
«Ti dà fastidio se ti abbandono per andare in bagno?»
«No, vai tranquilla» sorrido.
Giusto quando si allontana arrivano i nostri drink; sorseggio il mio Coca Malibu, adoro il retrogusto di cocco mischiato alla Coca Cola.

«Noto con piacere che ci rivediamo, Bellissima»
Sposto lo sguardo alla mia destra: Ashton Irwin è in piedi con le braccia dietro la schiena. Stampato in viso il suo solito sorriso.
Arrossisco buttando giù un altro sorso. Necessito di bere.
«Buonasera» alzo in aria il bicchiere come saluto.
«Posso?» indica con un cenno del capo la sedia accanto a me e annuisco. La avvicina fino a far quasi sfiorare le nostre gambe.
«Il destino ha voluto farmi incontrare nuovamente con la bella fotografa» dice guardandomi negli occhi. Mi ci perdo e ne resto imbambolata.
Con un gesto della mano richiama il cameriere e ordina un drink.
«Mi trovi sempre qui» faccio spallucce.
A differenza sua io non sono mai uscita dall'Australia.
Mi appoggio con il braccio sul bancone sistemandomi meglio.
«Quanti anni hai bellissima?»
Roteo gli occhi a quell'aggettivo. «21. Siamo nati lo stesso giorno»
Ashton mi guarda con un'espressione divertita. «Davvero?»
«Sì» ridacchio «Cioè, me l'hanno detto e la trovavo una coincidenza divertente»
Sorseggia dal bicchiere senza mai distogliere lo sguardo.
«Abbiamo altro in comune?»
«Uhm, non lo so. Io sono nata qui a Sydney»
«Anch'io!» esclama battendo una mano sul ginocchio.
Bevo il mio drink. «Che ironia del destino vero?»
Ma a proposito, dov'è finita Jane?
Mi guardo attorno ma di lei nemmeno l'ombra.
«Aspettavi qualcuno, bellissima?»
«Mi chiamo Cara» dico con un sospiro. Non che mi dia fastidio. «Sono venuta con la mia migliore amica ma è sparita»
Faccio spallucce finendo tutto il contenuto del bicchiere. «Pazienza, il suo drink resta qui»
Ridacchia, anche lui finisce il suo.
«Stai benissimo vestita così» dice poi avvicinandosi e sussurrando al mio orecchio, cambiando discorso.
Arrossisco violentemente e spero con tutta me stessa che non si noti. «Grazie...»
«Vuoi ballare?»
Sto per rispondere quando qualcuno si aggrappa alle mie spalle.
«Scusa!» trilla la voce della mia migliore amica. «Mi sono persa e in bagno c'era la coda!»
Afferra il suo drink e solo dopo essersi girata completamente verso la mia direzione nota Ashton.
«Oh, scusate... H-ho interrott-»
«Non è successo nulla Jane» la interrompo prima che divaghi come suo solito.
«Facciamo un'altra volta, okay?» rispondo poi ad Ashton il quale si alza di scatto in piedi.
«Ti posso rivedere?» chiede, e non so proprio interpretare il suo sguardo.
Quello sguardo così bello.
«Mi piacerebbe tanto.»






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scusate gli aggiornamenti flash ma sono presissima da questa storia ahah
poi ho la febbre, mi sono portata avanti con un altro capitolo ma non so quando pubblico..

hope you like this story so far <3

ps: come sempre, recensioni (anche critiche) sono sempre ben accette! :)
   
 
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