Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: R e d_V a m p i r e     24/07/2015    2 recensioni
» File 068.
La prima volta che Daiki vede di nuovo Ryouta, dopo essere saltato giù dal furgone in corsa della divisione Tōō, crede che gli occhi dorati dal taglio felino che lo guardano con apprensione siano quelli di un fantasma e sorride pensando che, dopotutto, forse non è così male morire se significa poter stare di nuovo con lui.
[AoKi]
» File 0415.
La prima volta che Seijuro vede Tetsuya è al funerale di okaa-san.
[AkaKuro accennatissima]
» File 05.
La prima volta che Atsushi vede Tatsuya, cerca di colpirlo in pieno viso con un destro di tutto rispetto.
[MuraHimu]
» File 015.
La prima volta che Tetsuya vede Taiga lo fa attraverso gli occhi del lupo che assistono secondo dopo secondo alla sua caduta giù dal Brooklyn Bridge; dal momento in cui mette il piede in fallo correndo lungo il parapetto di sinistra, al modo in cui agita quasi comicamente le braccia per aggrapparsi ad uno dei cavi che finisce però per scivolargli fra le dita, fino al tuffo di schiena che solleva alti schizzi e lo vede inabissarsi fra le acque fredde e pericolose dell'East River.
[KagaKuro accennatissima]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kiseki No Sedai, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Tales of Wolves and Hunters

» File 05. The Mountain's hunger.




La prima volta che Atsushi vede Tatsuya, cerca di colpirlo in pieno viso con un destro di tutto rispetto.
Fortunatamente il ragazzo più grande, nonostante l'occhio coperto, è lesto a schivare il pugno spostando velocemente il peso alla sua sinistra e ruotando la spalla in modo che venga solo sfiorato e senta lo spostamento d'aria sul viso. Solo un istante d'esitazione e si sarebbe ritrovato con lo zigomo fratturato, data la potenza che quel bestione è in grado di imprimere nei suoi colpi.
Il gigante dai capelli viola grugnisce, infastidito, ondeggiando pericolosamente sulle lunghe gambe nel rimettersi faticosamente ritto perché per tentare di prendere in pieno quel tipo si è sbilanciato troppo in avanti e ha rischiato di cadere. Il fatto che quello non si sia fatto colpire, poi, lo rende ancora più nervoso.
Himuro sfiata, dopo aver trattenuto per qualche istante il respiro, tornando ritto e stringendo leggermente i pugni ai fianchi pronto ad affrontarlo di nuovo se avesse la balzana idea di provare a colpirlo ancora. Non ha ben capito la dinamica, ad essere sinceri.
Forse quel tizio grande e grosso è stato infastidito dal fatto che non si sia accorto della sua presenza finché non ha avuto la bontà di dare in un colpetto di tosse per palesarla.
Col senno di poi prendere alla sprovvista un Cacciatore conosciuto per essere una montagna dalla forza erculea con le facoltà mentali di un bambino di dieci anni non è stata proprio l'idea migliore che abbia avuto nell'ultimo periodo.
Anzi, correzione: seguire Taiga in Giappone è stata una pessima idea. Apparire alle spalle di quel Murasakibara senza palesare prima la propria presenza è stata solo mera distrazione.
«Ehi, amico, calma...» tenta, sollevando una mano con il palmo aperto e rivolto verso di lui. Un po' come si fa con certi animali feroci per calmarli e rassicurarli che non si abbia alcuna cattiva intenzione nei loro confronti.
Certo, se quel tipo riprova di nuovo a cambiargli i connotati non assicura che si limiti soltanto a schivarlo.
«Io non sono tuo amico.»
Fa presente il gigante, voltandosi lentamente verso di lui e osservandolo con un'espressione non molto intelligente.
Eppure, in quegli occhi violetti dalle palpebre pesanti, Himuro riesce a leggervi qualcos'altro. E' solo una scintilla ma riesce comunque a farlo irrigidire e ricambiare il suo sguardo apparentemente assente con uno sospettoso. Quel tizio può essere tutto, ma non è un idiota.
Nel momento stesso in cui lo realizza, capisce anche che potrebbe essere interessante avere un rapporto con lui. Quantomeno vantaggioso.
Certo, il problema è instaurarlo quel rapporto. Cosa non propriamente facile se la persona che vuoi avvicinare ti guarda come se stesse valutando il modo migliore per staccarti la testa dal collo.
Himuro deglutisce e maledice mentalmente Kagami ancora una volta.
«No, certo. Non sai neppure il mio nome. Io sono Himuro Tatsuya»
«...»
No, così non va bene. Il giovane che ha davanti continua a fissarlo, senza dire nulla, ma questo è decisamente preoccupante. Preferirebbe essere mandato a fanculo o attaccato di nuovo che scrutato in quel modo.
Lo mette quasi a disagio.
Ad ogni modo non si è presentato a sua volta. Brutto segno.
Pensa, Tatsuya, pensa.
«Mentre tu sei... Murasakibara Atsushi, numero cinque dei Miracoli della divisione Teiko. Giusto?»
Murasakibara batte una sola volta le palpebre, lentamente.
«Sai tante cose di me Murochin»
Himuro sembra sorpreso «Muro-» scuote il capo, all'inarcarsi pericoloso di un sopracciglio violetto del suo interlocutore, preferendo soprassedere sul nomignolo «-beh, sì. Sono un Cacciatore anch'io. Della Street di New Yo-»
«Lo so» lo fredda, con tono apparentemente annoiato, Atsushi. Poi si guarda attorno, grattandosi una guancia, con aria pensosa - cosa che stona un po' con l'espressione addormentata «Ho fame
Il più grande è basito ma, grazie all'inespressività del suo viso, riesce a non farlo trasparire. Non che sia convinto che l'altro lo avrebbe notato o se ne sarebbe interessato in alcun modo. Sembra del tutto a suo agio nell'osservarsi attorno come se si aspettasse di vedere spuntare dal nulla un ristorante o qualcosa del genere. Invece ci sono soltanto le mura d'acciaio del corridoio del Primo Settore della Base di Tokyo.
«Io ho fame Murochin!» si lagna ancora, petulante come un moccioso, rivolgendosi direttamente all'americano questa volta.
Himuro non si stupirebbe granché nel vederlo pestare i piedi e mettere il broncio.
«Mi hai capito? Ho fame!»
Tatsuya sbatte le palpebre, distogliendo lo sguardo dal suo viso corrucciato, sospirando a metà fra l'esasperato ed il rassegnato.
Beh una su due l'ha azzeccata.


«Credo che dovrei andare a cercare mio fratello...»
Il Cacciatore americano non ha ancora capito com'è finito ad ospitare quel bestione nella stanza al Secondo Settore che divide con Kagami per quei pochi giorni che passeranno distaccati nella sede giapponese dell'Ordine.
Ma la mensa era chiusa e non si sa ancora orientare alla Base, è lì solo da una manciata d'ore in fondo, oltre al fatto che Murasakibara gli stava procurando un principio di emicrania con i suoi capricci. L'unica cosa che gli è venuta in mente sono state le merendine nello zaino di Taiga. Spera che il fratellino non se la prenda troppo quando scoprirà che la sua scorta è stata miseramente saccheggiata.
«Ne hai un'altra Murochin?» Atsushi dà dimostrazione di averlo ignorato, allungando una mano grande come un piatto da portata verso di lui mentre si lecca via le briciole dalle dita dell'altra senza nemmeno guardarlo.
Tatsuya abbassa lo sguardo sulla montagnola di cartacce ai piedi del gigante, tranquillamente seduto sul suo letto, e apre la bocca per ribattere qualcosa. Possibilmente di piccato e molto scocciato.
Ma lo sguardo ingenuo che Murasakibara gli rivolge, speranzoso di una risposta positiva e del tutto disinteressato ad altro che non sia una merendina, lo induce a lasciar perdere e scrollare le spalle sospirando.
Ha perso il conto delle volte in cui l'ha fatto da quando l'ha conosciuto, solo un paio d'ore prima.
Quasi lo rimpiange in versione ''macchina da guerra'' che tenta di spaccargli la faccia.
«No, Atsushi, mi dispiace» scandisce attentamente le parole, senza smettere di guardarlo negli occhi. Malgrado le sue origini giapponesi è stato cresciuto in America e ha modi di fare occidentali. In ogni caso il bestione non gli è sembrato particolarmente colpito dall'uso del suo nome proprio. Senza suffissi, tra l'altro. L'ha preso come un via libera a continuare così.
«Le hai mangiate tutte» aggiunge, tanto per convincerlo che effettivamente non sia più rimasta nemmeno una briciola da ingurgitare e non gli stia nascondendo nessun pacchetto sopravvissuto alla sua fame atavica.
«Mh.»
Murasakibara non sembra convinto e Himuro è tentato di aprire quanto più velocemente può la porta a cui è appoggiato e fuggire in corridoio. Potrebbe utilizzare la sua Perfect Fakes, suppone che con un tipo con una soglia d'attenzione così scandalosamente bassa non debba metterci neppure troppo impegno.
Prima ancora che possa attuare la sua strategia, però, si ritrova a sobbalzare impercettibilmente ricambiando lo sguardo di due occhi viola troppo vicini.
Non si è nemmeno accorto che il Miracolo si fosse alzato dal letto, figurarsi essersi avvicinato tanto da sentire il suo fiato dolciastro per via di tutti i dolci ingurgitati contro le labbra.
Himuro si volta appena, fissando incerto la mano che il gigante ha piazzato sul metallo al lato del suo viso; sa perfettamente che non ha alcuna possibilità di aprire quella porta con lui a bloccarla. La forza smisurata di Murasakibara è il motivo per cui è entrato a far parte della Generazione dei Miracoli.
«Atsu-» il nome del giapponese viene soffocato in un bacio vorace.
A dire il vero, più che baciarlo, sembra che Atsushi stia cercando di mangiargli le labbra. E' tutto un gioco di denti e labbra, morsi e leccate che gli impediscono di respirare e ragionare correttamente.
Prima ancora che possa realizzarlo ha la sua lingua in bocca. E' prepotente come un bambino persino in questo, vuole prevalere e arriva a mordere senza pietà quando si sente respinto dalle mani dell'americano contro il suo petto.
Tentativo ridicolo, Himuro ne è consapevole, è come tentare di smuovere una montagna. Ma Murasakibara è violento, fa male, può sentire il sapore del proprio sangue ed è certo che anche lui se ne sia accorto ma non gli interessi perché invece di rallentare lo preme di più contro la porta e gli sfila con uno strattone la maglia dai pantaloni aderenti della divisa, quasi strappandola, per poter tastare la sua pelle nuda ed artigliarla aggrappandosi al fianco sporgente.
Quando la vista inizia ad offuscarsi per la mancanza d'ossigeno, ecco che la sua bocca viene abbandonata e si ritrova a prendere una boccata d'aria che gli brucia la gola e fa quasi lacrimare gli occhi. Ma non importa, credeva davvero di soffocare.
Atsushi non si arrende, però, e mostra quanto sia ancora affamato scendendo ad accarezzargli il collo con le labbra, leccando la pelle delicata e poi affondando i denti nell'incavo con la spalla.
Fa male anche questo, ma quello che sfugge all'americano è un gemito di piacere.
Tatsuya sgrana gli occhi, sorpreso da se stesso e dalla reazione che ha il suo corpo a quello gigantesco del ragazzo che gli preme contro.
Combattere è in ogni caso inutile, quindi opta per abbandonarsi a quella tortura piacevole reclinando il capo contro la porta e offrendo la gola a quel predatore persino più pericoloso dei mostri che cacciano.
Quel ragazzo non sembra neppure umano, effettivamente. Se solo non fosse un Cacciatore e non lavorasse per il Cerchio giapponese sarebbe del tutto sicuro che sia un licantropo.
«Hm... adesso sono sazio Murochin» il sussurro roco contro il suo orecchio lo fa sussultare e deve premere forte le labbra fra loro, a costo di farsi male, per non lasciarsi andare ad un altro gemito.
Stordito alza lo sguardo sull'immenso Cacciatore ma quello non sembra affatto colpito da quanto successo. La passione, la ferocia e la fame sembrano davvero essere scomparse lasciando solo la sua solita aria annoiata.
«Potresti farmi uscire? Sto perdendo tempo e Akachin si arrabbia se arrivo tardi all'allenamento»
Celia, come se fosse qualcosa che gli è stato detto di mandare a mente e ripetere in situazioni come quelle.
Himuro annuisce, incerto, spostandosi in silenzio e rimanendo altrettanto in silenzio a guardare Murasakibara sparire in corridoio. Solo quando non vede più nemmeno una ciocca di quei capelli viola si permette di chiudere di nuovo la porta e tirare una testata contro il metallo.
«Cosa cazzo è successo?»
Sente ancora le labbra bruciare, per non parlare dei morsi che gli riempiono il collo su cui stanno già quasi spuntando sicuramente dei lividi. Una mano pallida scatta a coprirlo, come se potesse cancellarli.
La cosa peggiore, però, è sicuramente il doloroso e imbarazzante rigonfiamento al cavallo dei pantaloni.
«Ohi, Tetsuya, sei dentro?»
Oh... e ovviamente Taiga e il suo pessimo tempismo.
Cazzo. Letteralmente.
Come gliela spiega ora questa al fratellino senza causare un incidente diplomatico tra Cerchi?



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»Angolino di Red: come avevo detto, più avanti avrei potuto alzare il rating della raccolta. E figurarsi se non lo facevo con questi due? Non potevano avere un primo incontro più ''intenso''.
Spero, ancora una volta, di aver mantenuto abbastanza IC i caratteri di entrambi.
Ringrazio little_astrid e Giuliacardiff per aver fatto sentire il loro parere sul precedente capitolo, e lo faccio anche con i lettori silenziosi e con chi ha messo la raccolta nelle seguite, ricordate e nei preferiti. Se volete dirmi la vostra siete liberissimi di farlo, nel bene e nel male, non vi mangio tranquilli!
Avviso che i primi incontri stanno terminando. Rimangono solo l'incontro tra Kuroko e Kagami, quello tra Akashi e Nijimura (yes, per gli amanti della coppia, gioite!) e quello dei Miracoli.
Che altro dire? Ci vediamo alla prossima OS!
Ciaossu
   
 
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