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Autore: bisy    24/07/2015    2 recensioni
Lara è una giovane donna con il pallino per il disegno. Per le strade, ritrae i passanti più intraprendenti col suo carboncino e la sua fantasia. Il resto lo lascia a loro, alle loro anime.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il lamento del vento strisciava nell'aria, lieve, sfiorando le piccole orecchie di Lara.
Teneva un ciuffo di capelli sempre davanti al viso, perchè credeva di nascondersi agli altri, di poter essere libera dalle loro insinuazioni.
In presenza di estranei, scostava dalla fronte invisibili ragnatele, con gesti tesi e frenetici.
Compensava la sua timidezza con un'affilata sensibilità, era infatti estremamente ricettiva alle bellezze che la vita mette dietro la schiena.
Dove c'era il buio, lei vedeva la luce, e ciò si rifletteva anche sulle persone.
La sua natura buona e gentile le impediva di giudicare qualcuno senza conoscerne la storia.
Aveva una profonda fiducia nel genere umano, ma la manifestava a modo suo.
Lara era un'artista.

In casa non poteva trovare la tranquillità che le serviva per poter realizzare i suoi disegni, così prendeva la sua valigetta con dentro tutto l'occorrente ed usciva.
Lara disegnava per le strade, che piovesse, facesse freddo o nevicasse.
Quello era tutto il suo mondo.
Si sistemava sempre in una viuzza stretta o nei pressi di un teatro. Con l'avvento dei cinema, nessuno vi andava più, ormai.
Perchè proprio lì?, ti chiederai.
Lo faceva perchè così era sicura che sarebbero passati in pochi e che avrebbe ritratto un'élite di fortunati, imbattuti per caso in quel'ignota realtà che si celava dietro al tumulto, alla folla, alla confusione della città.
C'era più vita lì che in pieno centro, questo è poco ma sicuro.
Sai cosa disegnava Lara?
Ritraeva le anime delle persone. Sì, hai capito perfettamente.

Se, per esempio, un passante si avvicinava alla sua postazione, incuriosito, lei lo invitava gentilmente a sedersi davanti a lei e gli diceva una frase magica.
Quella era la chiave del suo mestiere.
Era davvero incredibile vederla così sicura di fronte agli sconosciuti, infatti si comportava con estrema naturalezza e le sue dita parevano volare, tanto erano veloci nel trafficare tra il suo caotico armamentario.
Prendeva un semplicissimo carboncino.
Si piazzava davanti alla tela e, come un pianista in attesa dell'attacco, si scrocchiava le dita.
Finito di procrastinare?, le avresti chiesto, impaziente di vederla all'azione.
A un certo punto, lanciava un'occhiata di assoluta concentrazione al malcapitato cliente e s'immergeva nei suoi schizzi a carboncino, apparentemente scarabocchi privi di senso.

Quando aveva finito, gli porgeva il ritratto e lui rimaneva sbalordito, intontito dalla sua singolare personalità ancor prima che dal suo genio. Eh, sì, Lara era davvero geniale...

Una volta, passeggiando in un paesino vicino al mio, munita di piantina, sbagliai strada e mi ritrovai in una via stretta e sconquassata, affiancata da casette in decadenza.
Stavo per tornare indietro, quando qualcosa mi fermò.
In mezzo a tutta quella fatiscenza, una giovane donna dalle soffici forme osservava, incantata, una bambina seduta davanti a lei. La bambina non poteva evitare di rispettare il suo silenzio, nonostante si leggessero un'infinità di domande in quei suoi vispi occhietti brillanti.
Mi avvicinai con calma, cercando di non disturbarle, e mi sedetti su un gradino di legno marciscente davanti ad una vecchia bottega abbandonata. Improvvisai un buongiorno che non ebbe risposta.
Apppena due minuti dopo, la ragazza staccò il suo disegno, completo.
Guardandolo come una madre ammira il figlio giocare, lo consegnò alla bambina che, pienamente soddisfatta, lo strinse a se e si avviò contenta verso casa.
Una volta sparita dietro l'angolo, mi alzai, imbarazzata, e mi piazzai proprio davanti alla ragazza, ansiosa di fare la sua conoscenza.
-Vuole un ritratto anche lei o preferisce comprare un mio quadretto? Guardi pure, sono tutti lì, in quell'album...- disse, indicando un treppiedi nel quale erano posti centinaia di grandi fogli pieni di disegni incorniciati in cartone.
Sfogliai ammirata quelle meraviglie una ad una: un cigno solitario al centro di un lago di nebbia, una civetta dagli occhi enormi, un cane lupo che abbaia alla luna, …
Quello che più mi colpì fu una bozza messa in disparte, una  ranocchia verde immortalata nell'atto di saltare, con i muscoli tesi e guizzanti per lo slancio. Era disegnata con un'enorme ricchezza di dettagli ed ombreggiata con un velo di pastello color magenta, appena accennato.
L'alba, il risveglio, questo avevo visto in quell'immagine.
Spiccava tra le altre perchè era l'unica ad essere colorata.
-Quanto costa questo?-
-Oh, quello non è in vendita! Sono io!-
-Come sarebbe a dire?-
-Capirà tutto se si farà fare un ritratto. Solo perchè è lei, è gratis. Venga, si sieda qui.-
Obbedii, mansueta.
La robusta ragazza preparò i suoi stumenti con la stessa solennità con cui si compie un rituale e poi, inaspettatamente, mi propinò la sua solita formula magica, la stessa che tante volte, in seguito, le sentii pronunuciare a tutti i clienti:
-Mi faccia vedere bene i suoi occhi, per favore.-
Dopo avermi infilzato con il suo grigio sguardo, assorta nei suoi pensieri, si mise all'opera, impiastricciando la tela col suo carboncino consumato.
Bastarono tre minuti perchè il mio ritratto fosse compiuto. Me lo passò, trepidante ed orgogliosa.
Rimasi folgorata: nessuno era mai riuscito a comprendere i lati più nascosti della mia anima come in pochi minuti aveva fatto lei. Li aveva impressi su carta, per giunta!
-Tieni, cara. Questa sei tu. Ripassa quando vuoi, sarò in giro.-
-La prego, la supplico, la imploro... mi faccia diventare la sua assistente, le prometto che farò tutto quello che vuole e che non le chiederò in cambio neanche un centesimo!- le dissi, ostentando la faccia più innocente che riuscii a trovare nel mio catalogo di facce.
-D'accordo... se proprio insiste... ma ad una condizione: che non riveli a nessuno i miei segreti.-
-Oh, mi dia pure del tu, dopotutto adesso sono la sua allieva... la ringrazio, vedrà che non se ne pentirà! E stia tranquilla, sarò muta come un coccodrillo!-
E fu così che iniziò la nostra lunga e luminosa carriera da ritrattiste. Io dovevo sistemare la sua roba, intrattenere i clienti mentre lei ritraeva e provvedere alla contabilità, visto che lei non era ferrata in materia.
Gli incassi erano da capogiro e ci permisero una vita agiata e tranquilla, tanto che l'unica cosa a cui dovevamo rinunciare era di eccedere con il lavoro.
Quando una passione così grande s'impadronisce di noi, non c'è verso di tenerla a freno...

Se, passeggiando per la tua città, ti capitasse di aver voglia di comprare un tuo piccolo ritratto, dirigiti sempre verso le vie più oscure e recondite.
Chissà, magari ci incontrerai.

 

 

   
 
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