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Autore: ReaRyuugu    24/07/2015    1 recensioni
23 prompt. Cose dette, sussurrate, lasciate sfuggire, o mai dette del tutto. 23 situazioni differenti, applicate a coppie, amici, amanti, o singoli personaggi. 23 modi di costringermi a tornare a scrivere un po’ ogni giorno.
Coppie affrontate: ImaHana {1#, 2#, 8#, 9#, 18#}, TakaMido {3#, 17#, 20#}, AoKaga {4#}, HaiKise {5#, 12#}, AoKise {6#}, MuraAka {7#, 21#}, AoKagaKuro {11#}, SilverGold {13#}, KagaKuro & AoKuro {14#}, KiyoHyuu {#15}, HimuNiji {16#}, MitoKoga {19#}, KiyoHyuuRiko {22#}, AoMomo {23#}
Character-centric: Mibuchi Reo {#10).
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Genere: Commedia, slice of life

Tipo di coppia: Shonen-ai

Personaggi: Hanamiya Makoto, Imayoshi Shoichi

Rating: Verde

Parole: 500

Note: Avete presente quelle persone che hanno sempre le mani fredde, anche se fuori fanno quaranta gradi all’ombra?

Combo ImaHana due volte di fila perché sono una brutta persona.

Scritta il: 14/06/2015

 

2# • Things you said through your teeth

 

 

- Hanamiya, la finisci? -

- No, non penso proprio. -

Ah, quante volte l’aveva accusato di ‘troppa serietà’ o di essere ‘troppo musone’. Però, quando decideva di divertirsi un pochino, non gli piaceva che fosse a sue spese, hm?

Sorrise nel buio, Hanamiya, tentando l’ennesima, scomodissima manovra per infastidire il ragazzo sdraiato accanto a lui su quel letto fin troppo piccolo. Non che ciò rappresentasse un problema, in ogni caso: per qualche motivo, lo spazio limitato rendeva il tutto ancora più divertente. E mentre piegava quasi innaturalmente le gambe per raggiungere coi piedi la schiena di Imayoshi e piantarceli sopra, i lamenti infastiditi che emetteva ogni volta lo ripagavano di qualsiasi contorsione.

 

Gliel’aveva detto mille volte, d’altronde: era freddo.

Non nel senso strettamente emotivo, ovviamente — il suo corpo era dannatamente gelido. E non esagerava: era ben conscio, d’altronde, di quell’ipotermia fisiologica che rappresentava tuttavia la sua temperatura naturale, ma c’erano delle determinate controindicazioni a quella condizione cronica.

 

Anche se, chiaramente, più dannose per gli altri che per lui stesso.

 

Era un piccolo potere che possedeva da sempre.

Avere le estremità degli arti fredde, molto più fredde del normale, a prescindere dalla stagione o dal clima, gli conferiva un senso di superiorità che quasi neppure l’incrinare e distruggere l’animo di suoi avversari sul campo riusciva ad eguagliare. Quanto poteva essere soddisfacente, d’altronde, avvicinarsi di soppiatto alle sue “vittime”, cogliendole di sorpresa con una presa gelida sulla pelle nuda e magari pure accaldata dagli allenamenti? L’aria si riempiva immancabilmente di quei gridolini acuti che lo facevano sempre ridere come uno stronzo, subito seguiti dagli inevitabili insulti che, in tutta sincerità, gli scivolavano addosso come se neppure lo riguardassero.

Era pure ovvio che, tra le sue usuali prede, figurasse anche quel maledetto quattrocchi. Erano poche le soddisfazioni che poteva prendersi su di lui, quindi perché non approfittarne?

Ecco perché, da poggiargli le piante dei piedi sulle gambe scoperte, era salito sempre più in alto, finendo per premersi contro la sua schiena. Era stato un crescendo di reazioni di cui non riusciva a saziarsi, non era poi così strano che non volesse smettere!

 

… anche se, in effetti, si trattava di una decisione estremamente incauta da parte sua.

Già quando l’aveva chiamato per cognome, e non affibbiandogli il solito nomignolo seguito dal più umiliante degli onorifici, avrebbe dovuto capire che non era pronto a subire ancora.

Sentì le proprie caviglie venir strette in una morsa irresistibile, bloccate adesso sotto le braccia dell’infastidito ragazzo più grande. Grr… che palle!

E poi cos’era quel sussurrare soffiato, quel bofonchiare che sentiva provenire come un ringhio da dietro i suoi denti stretti?

- Certe volte non ti fai proprio sopportare, hm? -

Inarcò le sopracciglia, sbuffando beffardamente. Oh, ora solo perché gli stava dando le spalle, era convinto di poter dire quello che voleva? Ghignò di nuovo, slanciandosi verso di lui.

- Ti ho sentito, quattrocchi. - sibilò, tetro, prima di far sgusciare le mani sotto la sua maglietta e premerle contro i fianchi indifesi.

   
 
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