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Autore: _Freiheit_    24/07/2015    1 recensioni
"Avevo la grande sfortuna di trovarmi in classe con i gemelli Bill e Tom Kaulitz, rispettivamente cantante e chitarrista della band. In una parola? Insopportabili." tratto dal capitolo 1.
Laura Seindel odia con tutta sé stessa i Tokio Hotel e l'unica cosa che vorrebbe è stare lontana da loro, ma è proprio la sola cosa che non succede.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 - Fotografie


 
 
 «Avete capito tutto?» domandai alle sei ragazze che si trovavano davanti a me. Mi ero organizzato con tutte le amiche strette di Laura per poter cominciare a mettere in atto il piano. Quel giorno c’erano proprio tutte: Susan, Tanja, Kora, Wera, Arlette e Aloisa ed erano tutte pronte a giocare la loro parte nel piano che avevo ideato.
 
 «Si» risposero quelle in coro.
 
Ci eravamo dati appuntamento in un bar poco conosciuto nella periferia, in modo tale che né Laura, né Tom potessero vederci, nemmeno per sbaglio. Per sfortuna all’appello mancavano Georg e Gustav, impegnati a tenere mio fratello il più lontano possibile da qui, ma in compenso tutti gli altri erano venuti. Ad accezione, così mi dissero le regazze, del migliore amico di Laura, anche lui impegnato con lei.
 
 «Bill, ma sei davvero sicuro che siano loro?» chiese Kora poco convinta. Non le stavo simpatico per niente, ma per quella volta avrebbe dovuto concedermi un pizzico di fiducia. Così continuai a sorridere gentilmente come facevo con i fans.
 
 «Avete portato le foto di Laura?» domandai in risposta.
 
 «Si!» trillò Tanja felicemente iniziando a trafficare animatamente nella borsa, finché non estrasse una busta da lettere. Intanto anche io avevo tirato fuori la foto di Tom travestito. Avevo fatto un’enorme fatica a convincerlo a ritogliersi il suo amato piercing, ma alla fine ero riuscito abilmente nella mia l’impresa.
 
Ci scambiammo le buste e subito le aprimmo, curiosi. Davanti a me trovai una bellissima ragazza vestita in maniera molto sexy e provocante. Capelli biondo cenere che ricadevano in grandi onde morbide sulle spalle e la cosa più essenziale di tutte: la maschera. A vederla così feci fatica a riconoscerla, e capii come mai Tom non avesse mai lontanamente pensato alla possibilità che poteva esserci lei sotto la maschera nera di piume. In più lo stile era totalmente differente dal suo solito.
 
Intanto le sei amiche stavano ammirando a loro volta, scambiandosi pareri, le foto di Tom.
 
 «Mi raccomando, datela a Laura» ricordai loro.
 
 «Certo, per chi ci hai prese?» domandò Kora acida.
 
 «Piuttosto, George e Gustav che faranno?» chiese Aloisa.
 
 «Quello che farete voi con Laura: terranno Tom lontano da noi mentre attueremo le varie fasi del piano».
 
 «Invece, è sicuro che i due interessati non parleranno tra loro di questa cosa?» si preoccupò Arlette.
 
 «Li hai mai visti quando sono insieme?» ribatté Susan.
 
 «A volte»
 
 «E allora sai che quei due non parleranno mai della loro vita privata» concluse Wera.
 
 «Esatto» confermai io. «Allora, iniziamo?»
 
 
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“Chissà cosa vorranno” pensai giunta a casa di Kora. Avevo ricevuto una sua telefonata pochi minuti prima e mi aveva intimato di andare subito a casa sua, dove c’erano già tutte le altre. Poi pensai a pochi giorni prima, quando mi dissero che, forse, avevano trovato Joe. Ebbi un tuffo al cuore ricordando le emozioni che avevo provato in quel momento.
 
Mi avevano obbligata a conciarmi come alla festa in maschera e dopo scattarono un paio di foto. Dissero che Joe avrebbe fatto lo stesso e ci saremmo scambiati gli scatti per confermare la nostra “identità”.
 
Più convinta, avanzai sicura fino al cancello d’ingresso della casa e suonai. Subito apparve Wera da dietro la porta d’ingresso e aprì il cancello metallico. Dalla sua faccia capii che avevo avuto la giusta intuizione.
 
 «Ciao!» mi salutò frizzante, ed era strano definire Wera in quel modo.
 
 «Oi» risposi semplicemente avanzando verso lei.
 
Appena varcai la soglia d’ingresso, un coro di voci mi salutò allegramente. Mi guardai intorno: c’erano proprio tutte quel giorno, Arlette e Aloisa comprese e non potei fare a meno di preoccuparmi. All’appello mancava Hadrian, impegnato ad uscire con una sua nuova fiamma.
 
 «Che succede?» domandai infatti.
 
 «Sono arrivate le foto!» esultò Tanya agitando una busta che teneva in mano.
 
Rimasi senza fiato. Mi si scollegò completamente il cervello e con la mente ricordai subito il ragazzo di Halloween.
 
 «D-di Joe?» chiesi titubante.
 
 «No guarda, di mia nonna!» sbottò Kora ironicamente.
 
 «Le vuoi vedere?» propose Wera provocante.
 
 «Certo che vuole!» mi precedette Arlette.
 
Trattenni una risata e mi avvicinai al divano dove erano sedute tutte. Tanya mi consegnò la busta e il tempo sembrò fermarsi. Le risposte erano finalmente tra le mie mani e in quel momento, per un istante, ebbi paura.
 
 
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 «Mi dici che stai combinando, Bill?» domandai annoiato. Mi aveva chiamato dicendo che mi doveva parlare di una cosa molto importante e, ovviamente, avevo mollato tutto quello che stavo facendo e mi ero precipitato da lui. Ma appena ero arrivato a casa, lo avevo trovato sotto la doccia, dove rimase per altri venti minuti buoni, subendosi, almeno, tutta la mia incazzatura.
 
 «Ho quasi finito! Aspetta! È una cosa veramente importante!» urlò dal bagno. Uscì in quello stesso momento dal bagno e prese alcune cose dal suo armadio.
 
 «Mi sto rompendo il cazzo a stare qui» affermai lagnoso.
 
 «Fidati, è una cosa che ti interessa» disse solamente tornando in bagno di corsa.
 
Sbuffai e mi lasciai cadere sul materasso del suo letto e attesi.
 
Dopo un paio di minuti, Bill fece il suo ingresso in camera vestito con una semplicissima tuta (strano), i capelli arruffati (ancora più strano) e una busta in mano.
 
 «…»
 
 «Sai cos’è?» domandò avanzando verso di me e sventolando la busta come se fosse stata un ventaglio.
 
 «No» risposi sinceramente squadrandolo dalla testa ai piedi. Mio fratello non si presentava mai così davanti a qualcuno, nemmeno con me…
 
Si sedette accanto a me sul letto e mollò l’oggetto sulle mie ginocchia.
 
 «Sono le foto di Kate» rivelò infine legandosi i capelli alla bell’è meglio.
 
Subito mi drizzai a sedere e afferrai il pezzo di carta. Aprii lentamente, e con mani tremanti, la busta e quello che vidi mi lasciò senza fiato.
 
 
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Ero rimasta folgorata dalla visione di quelle tre immagini stampate su carta da fotografo. Non avevo dubbi: era Joe. Anche lui era vestito come alla festa, ma si vedeva che non si trovava per niente  a suo agio in quel modo. Sorrisi teneramente al pensiero che anche lui, in qualche modo, voleva rivedermi.
 
Nella prima foto era stato ripreso di figura intera, leggermente di tre quarti e fissava il nulla. La seconda lo ritraeva dalla vita in su e giurai di vedere un leggero sorriso sulle sue labbra mentre teneva lo sguardo basso. L’ultima lo ritraeva in primo piano che guardava dritto verso l’obiettivo. Vedendo la terza foto, arrossii di colpo e le mie amiche, ovviamente, lo notarono. Aveva degli occhi familiari, ma allo stesso tempo sconosciuti.
 
 «Sei tutta rossa!» affermò Kora.
 
 «Che carina!» esclamò Tanya e, in meno di un paio di secondi, mi ritrovai abbracciata da tutte e sei.
 
 «Ehm, non pensate di stare esagerando?» domandai.
 
 «Lo dici solo perché non hai visto la tua faccia!» rispose Aloisa intenerita.
 
 «Sei proprio cotta» meditò Arlette.
 
 «Pensa a come reagirai quando lo rivedrai dal vivo!» mi fece notare Wera. Giusto, avrei dovuto incontrarlo di nuovo, ma quando?
 
 
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 «Allora, è lei?» mi domandò per l’ennesima volta Bill, ormai spazientito.
 
 «Si…» sussurrai infine.
 
Mi rigirai tra le mani le tre foto, ancora stordito. Era veramente lei.
 
Si era rimessa i vestiti della festa anche lei e guardandola continuai a chiedermi: come aveva fatto mio fratello a trovarla, mentre io non ci ero riuscito? Dopotutto andavamo nella stessa scuola e avevamo la stessa età! Come cazzo avevo fatto a non trovarla prima di allora? Mi diedi mentalmente dello scemo e continuai ad ammirare gli scatti. Provai ad identificarla, ma la maschera mi impedii di cogliere qualche segno distintivo del viso. Gli unici indizi erano: gli occhi marroni, i capelli biondo cenere di media lunghezza e il fisico esile. Provai a mettere in comune queste cose, come avevo già fatto migliaia di volte e, ovviamente, non ottenni nessun risultato.
 
 «Voglio rivederla, Bill» confessai. Era suonata più una supplica, che una confessione. Rettificai mentalmente: io avevo bisogno di rivederla.
 
 «Succederà, Tomi» mi confortò lui, dandomi delle piccole pacche sulla schiena.
 
 «Ok, ma quando?» sbottai frustrato.
 
 «Lo sto organizzando, ma ci vorrà un po’ di tempo» disse in tono di scuse.
 
 «Posso sapere anche io cos’hai in mente?»
 
 «Per ora è meglio di no. Appena sarà tutto confermato lo saprai»
 
 «Mi sono rotto di aspettare, Bill!» esplosi alzandomi dal letto di scatto.
 
 «Tom» chiamò il moro con voce ferma e…virile?
 
 «Se ti dico che ci vorrà del tempo, tu stai zitto e aspetti, perché senza di me tu a quest’ora non avresti mai avuto neanche lontanamente la speranza di rivederla, ok? Quindi adesso ti risiedi, ti calmi e mi ringrazi» dichiarò piuttosto alterato. Era rimasto seduto, gambe rigorosamente incrociate, mani sulle ginocchi e sguardo fisso nel mio. Non era insolito vederlo autoritario, ma quella volta non era per costringermi a comprare qualche diavoleria femminile.
 
Sospirai. Aveva pienamente ragione, quindi mi calmai e tornai seduto sul letto.
 
 «Hai ragione, scusami» dissi.
 
 «E…?»
 
 «E ti ringrazio per quello che stai facendo per me» borbottai.
 
 «E…?» continuò.
 
 «E aspetterò che sarà tutto confermato, ecc…» sospirai nuovamente con tono afflito e rassegnato.
 
 «Lo sai che sto facendo tutto con attenzione perché non voglio vedere mio fratello deluso, vero?» chiese Bill addolcendo il tono della voce.
 
 «Si e ti sono seriamente grato per tutto quello che stai facendo, ma capiscimi, è da mesi che la sto cercando e sapere che tu l’hai trovata così facilmente prima di me mi fa incazzare, perché significa che sono un coglione incompetente!» ammisi.
 
 «Fidati, appena saprai chi è capirai perché non te ne sei mai accorto» cercò di confortarmi con tono ilare, ma riuscì solo a farmi sentire ancora di più un imbranato totale. E poi cosa voleva dire tutto quello?
 
 
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 «Come sarebbe a dire “lo sappiamo”?!» sbraitai inviperita.
 
 «Si, sappiamo qual è la vera identità di Joe» confermò Wera tranquillissima, come se fosse una cosa ovvia.
 
 «E perché allora non mi dite chi è?!» esclamai.
 
 «Per…vari motivi» rispose Kora evasiva.
 
Rimasi completamente sconcertata dal loro comportamento verso una questione così importante per me. Perché non mi rivelavano la sua identità?
 
 «Per esempio?» domandai furibonda.
 
 «Abbiamo promesso di non dirtelo, se te lo dicessimo adesso ci ammazzeresti tutte qui sul posto, quindi vorremmo farvi prima incontra» spiegò Susan, risoluta come al solito.
 
 «In più ammetto che è davvero divertente poterti tenere sulle spine!» aggiunse Tanja e subito tutte le altre concordarono ridendo con lei.
 
Sospirai sommessamente avvilita dalla notizia. Ma che razza di amiche mi ritrovavano che si divertivano con la mia sofferenza?! Poi, però, i miei occhi guizzarono su Aloisa, la più debole psicologicamente, e subito ripartii all’attacco.
 
 «Dai, Alo, dimmelo tu» la implorai sfoderando l’arma segreta degl’occhi dolci.
 
 «Non posso, Lalli. Credimi, è per il tuo bene che te lo stiamo tenendo nascosto» rispose lei evitando accuratamente di incrociare il mio sguardo.
 
 «Ma non vedi quanto ci sto male? Sono mesi che cerco quel ragazzo e ora che è stato trovato non mi volete dire chi è!» l’accusai allora facendo spudoratamente l’offesa (cosa che ero davvero). Magari la tecnica dei sensi di colpa avrebbe funzionato.
 
 «M-ma io non posso…» tentò disperatamente di dire.
 
 «Adesso basta» intervenne Kora. «Se ti diciamo di no, allora è no! Non fare come i bambini!»
 
 «E poi è vero che lo facciamo per te» si unì Wera annuendo.
 
 «Ma qualcuno ha provato a mettersi nei miei panni una buona volta?!» sbottai irata.
 
 «Si,» rispose Tanja «ma dato che tu non sai chi è, e noi si, abbiamo riconosciuto tutte che è meglio non dirtelo per ora» sibilò tagliente, facendomi capire che la conversazione era finita lì.
 
Mi sentii crescere la rabbia in corpo a dismisura e preferii restare zitta e lasciare cadere l’argomento. rimasi comunque offesa tutto il pomeriggio e feci in modo di renderlo ben chiaro alle altre.
 
 
 
***

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 «Pronto?» rispose Susan.
 
 «Ciao, sono Bill. Ti disturbo?» proferii calmo.
 
 «No, no! Dimmi pure!»
 
 «Volevo sapere com’era andata oggi con Laura» ammisi.
 
 «Malissimo… Appena ha visto la foto è tipo morta dalla gioia, ma quando le abbiamo detto di non poterle rivelare chi fosse Joe è andata su tutte le furie ed è rimasta offesa per tutto il pomeriggio» raccontò mestamente.
 
 «Anche Tom non l’ha presa bene, ma credo che abbia capito quantomeno le nostre motivazioni»
 
 «Beato te. Comunque alla fine sei riuscito a contattare quei tizi?» chiese speranzosa.
 
 «Si, ma mi hanno detto che la prima data disponibile sarà il 13 di Dicembre». 









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Salve Aliens! Lo so, è passato davvero tanto tempo dall'ultima volta che ho aggiornato, ma ho avuto la maturità e non avevo minimamente tempo per continuare ad aggiornare. Sappiate, però, che sono ufficialmente tornata e sono pronta a riprendere entrambe le mie FF e anche a cominciarne di nuove! :D 
Scusate ancora tantissimo per la lunga attesa :)
A prossimo capitolo! <3 
Potete restare aggiornta nella mia pagina di facebook: 
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