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Autore: Ibber    25/07/2015    13 recensioni
15:35 Messaggio da: Sakura-chan
Testo: Quindi?

Naruto voltò il capo il più discretamente possibile, assicurandosi che l'altro non leggesse cosa stava scrivendo.
Rosso in volto, inviò la risposta.
15:37 Messaggio da: Bakaruto
Testo: Quindi Sasuke rimane uno stronzo che sa baciare bene. Non etero, gay. Ma stronzo.

[Sasuke/Naruto]
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Naruto godeva della più completa certezza che quella situazione non avrebbe avuto un finale felice. E la cosa che più di tutte lo mandava fuori di testa era lo star comunque procedendo pur avendo la consapevolezza che, da quel giorno, la sua vita non sarebbe più stata la stessa. Peggiorando, ovviamente. 
Era tutta colpa di Sakura, sua e della sua capacità di persuasione. Aveva colpito nel suo punto debole, toccato un nervo scoperto, premuto il tasto dolente... sì insomma, quelle cose lì da strega manipolatrice!
Stare a ripensarci arrivato a quello risultava inutile in ogni caso: Sasuke era, come l'Haruno gli aveva riferito, seduto da qualche parte nella biblioteca di Iwagakure — che gli era costata un biglietto di treno sufficientemente esoso da costringerlo a rinunciare al ramen di Teuchi per almeno tre sere. Oltretutto doveva darsi una mossa o sarebbe scaduto e comprarne un altro era l'ultimo dei suoi pensieri.
Arrivato — con non poche difficoltà — davanti l'imponente edificio, prese un lungo respiro ed entrò in punta di piedi come la più tanto abile quanto sgraziata delle ballerine. 
Ciò che sconvolse Naruto una volta totalmente dentro la struttura non fu il terrificante silenzio tombale che neppure baa-chan riusciva ad imporre alla biblioteca di Konoha, quanto più la vastità scioccante di quel posto. Come minimo ci si sarebbe perso dentro, e vallo a trovare Sasuke fra libri più vecchi di Tsunade stessa — che era tutto dire —, la polvere, il mutismo e la mancanza generale di esseri umani respiranti lì dentro. 
«Mi scusi?» fece alla bibliotecaria seduta dietro un lungo bancone in marmo bianco; aveva i capelli di un biondo smorto e con qualche filo ribelle che scappava verso l'alto, oltre che un improponibile camice bianco e un orrendo paio di occhiali col vetro a spirale terribilmente spessi.
«Shh!» lo zittì prontamente quella portandosi un dito alle labbra e indicando subito poi, con quello stesso, un cartello in cui c'era scritto a caratteri cubitali: Non si parla.
Naruto la fissò allibito, dopo essersi ripreso dal quasi attacco di cuore che quel sibilo acuto e improvviso gli aveva fatto prendere, dandosi a uno sbuffo volutamente rumoroso per poi cacciare la mano dentro la tasca del giubbotto e tirar fuori il cellulare.
Digitò rapido qualcosa sotto lo sguardo innegabilmente curioso della bionda che lo fissava di sottecchi, scostando la montatura spessa degli occhiali di tanto in tanto, finché non le sbatté in faccia lo schermo rotto dell'iPhone che sentiva bruciargli tra le dita per il consumo della batteria. 
Ha visto questo ragazzo? citava il messaggio scritto in note, sotto alle quali stava la foto di un giovane dai capelli scuri, inequivocabilmente all'insù sulla parte superiore del capo.
La ragazza si aggiustò la montatura sul ponte del naso, annuendo: indicò a Naruto dove lo aveva visto dirigersi, per poi mimare qualcosa come un scusa, ma poi è sparito e non so dove sia finito.
Quello, comunque, memore dello scopo della visita, si apprestò a percorrere il tragitto fornitogli, ignorando il richiamo — visivo, ovviamente — della giovane bibliotecaria per il suo correre spericolato fra i corridoi strettissimi in cui stavano impilati decine e decine di libri.
«Dove diavolo...» imprecò una volta giunto ad un vicolo cieco, l'ennesimo di una lunga serie di svolte e scale e corridoi e dribbling fra i tavoli e i silenziosi lettori, che da venti minuti a quella parte lo puntavano ammonitori ogni quanto si ritrovasse, girando in tondo, più di una volta nello stesso punto.
«Ci rinuncio!» si portò le mani ai capelli e quasi urlò, o così gli era parso, che per quanto ne sapeva lui poteva star parlando semplicemente a bassa voce. Sentiva il bordo della pazzia farsi sempre più vicino ai suoi piedi in bilico, la percezione del suono annichilita dai suoi sensi, lo stomaco in subbuglio per la fame, la testa invasa dalla voce di Sakura che continuava ad esortarlo a imboccare solo un altro corridoio per mettere a tacere la propria personale curiosità.
Voglio sapere come diamine mi ha convinto a fare questa caz-
«Naruto?»
Si paralizzò col piede ancora a mezz'aria, le braccia rigidissime lungo i fianchi, gli occhi e la bocca spalancati all'inverosimile in un'espressione mista fra lo sconvolto e il disgustato. Perché anche se si era espresso con un tono di voce ridicolmente basso quel timbro lo avrebbe riconosciuto fra mille, e quando si voltò lentamente non poté far altro che sgranare ancor più le palpebre per ritrovarsi a fissare un Sasuke con in mano due tomi di considerevole spessore che ricambiava la sua occhiata con una scettica e confusa.
«Che ci fai qui?» sussurrò più piano che poté, tanto che Naruto non fu sicuro di averlo sentito davvero, ma non aveva importanza: la presenza di Sasuke davanti ai suoi occhi dopo una ricerca infruttuosa durata preziosi minuti sprecati era l'equivalente di un'oasi in mezzo al deserto di Suna a mezzo dì, sentiva già la pace interiore formicolargli per ogni molecola, la soddisfazione di aver finalmente terminato la caccia. Che poi fosse stato Sasuke a trovarlo erano corbellerie di secondo ordine che a Sakura non sarebbe servito conoscere. Aveva trovato il suo Santo Graal e poteva dirsi soddisfatto di se stesso. 
Ma c'era ancora una cosa che doveva fare per portare a termine la sua missione. 
La scena si svolse a rallentatore, nella mente ormai esaurita di Naruto: aveva allungato la gamba quel tanto che serviva per annullare la distanza fra loro in una sola falcata, tanto che riuscì ad arrivargli difronte anche quando Sasuke, per riflesso, aveva indietreggiato di mezzo passo — c'era stato pure un tonfo, probabilmente quei mattoni gli erano scivolati; si era poi issato sulle punte — giusto perché l'amico faceva schifo per natura e quei sette centimetri di altezza in più rispetto alla sua se li era accaparrati con tutti gli onori —, aggrappandoglisi al collo con le braccia per non tornare giù; il tutto sotto lo sguardo sempre più sconcertato di Sasuke. 
Poi, l'impatto. 
La bocca di Naruto si adagiò sulla sua con una certa pressione, tanto che per un momento sembrò più una capocciata che un bacio. Come se non bastasse gli stava abbarbicato addosso come un koala in astinenza affettiva, ma neanche quello importava ormai, si disse Naruto dopo aver appallottolato la propria dignità e fallito nel tentativo di fare canestro in un cestino della sua mente. 
Aveva Sasuke tra le braccia e, finalmente!, aveva adempiuto al suo compito! Chi se ne fregava del suo eccessivo slancio nell'effusione come se l'avesse desiderata, in cuor suo, al di fuori del patto con Sakura? Nessuno! La missione era stata portata a termine con successo e la rigidità di Sasuke era la prova più che confutabile che le informazioni dell'amica erano sbagliate. Nulla di più semplice! Tutto come previsto!
Quello che non era previsto fu ciò che si verificò dopo.
Quando Naruto si era reso conto di essere rimasto con la faccia premuta contro quella dell'altro per un tempo anche troppo fuori timer, Sasuke aveva ripreso possesso delle sue facoltà mentali, eliminando lo stupore e sciogliendo i muscoli, cingendo senza esitazione la vita di Naruto e trattenendolo a sé, strappandogli un verso stupito quando lo sentì ricambiare il bacio.
Non sta succedendo davvero, si disse mentalmente il biondo, sconvolto, sentendo la bocca di Sasuke muoversi sulla propria e non potendosi evitare suo malgrado di mugugnare quando gli succhiò il labbro. 
Non può star succedendo davvero!, urlò nel panico per come sentì la consistenza morbida e calda della lingua dell'altro premere delicatamente ma con una certa urgenza contro le sue labbra, che come soggiogato Naruto schiuse dopo appena un istante di esitazione, accogliendo il muscolo dentro la bocca, contro il suo. 
Sta succedendo davvero!, pensò irrazionale, spingendo la lingua contro quella di Sasuke, incapace di trattenere un gemito quando urtò accidentalmente il bacino dell'altro ragazzo; l'attimo dopo era premuto tra il corvino e il muro, sentendo la mezza erezione di Sasuke premere sulla propria. Si inarcò istintivamente per assecondare quella frizione, mugolando sonoramente; strinse i capelli scuri alla base della cute fra le dita, sentendo Sasuke fremere sotto i polpastrelli e trasformare quel brivido in un suono gutturale che riversò nella sua bocca. 
Naruto aveva gli occhi lucidi quando li schiuse come a cercare un appiglio con la realtà, ritrovandosi le lunghe ciglia nere di Sasuke a scontrarsi con le sue bionde come l'oro e un colorito un po' più acceso sulle gote solitamente nivee. 
L'interminabile performance finì poco dopo, separandosi con uno schiocco così umido e rumoroso che Naruto temette per un attimo che con quello li avrebbero scoperti tutti — nonostante aveva la mezza certezza di aver gridato, ad un certo punto.
Le mani di Sasuke erano rimaste in qualche modo impigliate fra il suo fianco nudo e il giubbotto, aveva le labbra rosse e Naruto avrebbe dato per garantito di essere nello stesso stato, sentendosi in testa una matassa di capelli annodati che non erano più i suoi e il volto letteralmente in fiamme quando la realizzazione lo colpì in viso come uno schiaffo secco e inaspettato.
Oh mio Dio è successo davvero.
All'improvviso non aveva più il coraggio di guardare Sasuke negli occhi, ancora allacciati com'erano in quel mezzo abbraccio e ansimanti. 
Poco a poco andava ripristinandosi il silenzio che aveva sentito quando aveva mosso il primo passo dentro quella biblioteca, aumentando il senso di imbarazzo che sentiva attorcigliarglisi nello stomaco. 
Perché è solo quello, vero? 
A capo chino districò le dita dalle ciocche nere, portando le braccia parallele al corpo — ancora sveglio — mentre la mano di Sasuke abbandonava il suo fianco; l'altra era poggiata contro il muro, a pochi centimetri dal volto di Naruto. 
Per altri lunghi secondi nessuno dei due pareva intenzionato a dire niente, e proprio quando il biondo aveva pensato di raccontargli il perché del suo gesto come ultima scialuppa a cui aggrapparsi, la voce antipaticamente divertita di Sasuke lo bloccò.
«Sei venuto fin qui in treno solo perché volevi fare questo
Naruto ci mise giusto un attimo a capire il riferimento, intontito dalla vicinanza ridotta con il viso del ragazzo quando aveva sollevato il suo; impiegò molto meno ad avvampare, gli occhi stralunati e le guance più rosse di un pomodoro maturo. 
«TEM-» si preparò alla rissa, stringendo i pugni e sollevandoli per colpire quella faccia da schiaffi e il suo idiotissimo ghigno di scherno, schifosamente compiaciuto.
«Shh» lo ammonì quello, canzonatorio, mimandogli di fare piano e indicando gli altri visitatori che, il biondo constatò con orrore, lo stavano fulminando da solo Kami-sama sapeva quanto.
Con la goda fra le gambe non poté fare altro che ripiegare, sgusciando dietro Sasuke fino all'uscita, raggiungendo insieme la stazione. 
C'era stata una mezza discussione per sedersi accanto, con Naruto che non aveva il coraggio di guardarlo tanto si sentiva le orecchie in fiamme e Sasuke che faceva quel suo sorriso storto che lo mandava in brodo di giuggiole e a friggere per i nervi contemporaneamente.
«Sono fottuto» mormorò avvilito al paesaggio che correva rapido fuori dal finestrino, la guancia spiaccicata sul vetro.
«Non per scoraggiare le tue più che accolte intenzioni, ma non credi che sia un po' presto per parlare di quello?»
Gli sarebbe tanto piaciuto se il suo sedile avesse avuto voglia di mangiarlo, in quel momento. Tanto, con tutto il fumo che sentiva uscirgli dalle orecchie, era sicuramente cotto a puntino. 
«Ti prego, muori» borbottò lamentoso e paonazzo, incassando la testa nel colletto del giubbotto. Sasuke lo guardò con la coda dell'occhio, prima di allungare la mano verso di lui e tirargli la guancia tra le dita. Così, senza motivo. Naruto gli berciò ovviamente contro e lo minacciò di fargli le cose più atroci una volta scesi dal treno, tipo spingercelo sotto.
L'altro, sordo alla caterba di intimidazioni a vuoto, si accomodò meglio contro il sedile, poi sbirciò il biondo, meno accontentabile di lui riguardo la postura, e scivolò con la tempia sulla sua spalla; un'impercettibile curva ammorbidì la linea sottile delle sue labbra quando sentì Naruto immobilizzarsi di colpo a quel gesto, trattenendo il respiro. 
Usuratonkachi
«Se ti muovi, ti uccido.»

E Naruto non si era mosso.
Sasuke gli si era addormentato addosso ad una velocità disarmante, solleticandogli il viso di tanto in tanto con le punte dei capelli quando, nel sonno, si muoveva per mettersi più comodo.
Dannato bastardo! lo apostrofò il biondo, imbronciandosi quando si rese conto di essere stato giocato della grossa. Come se non bastasse, quell'approfittatore pareva ghignare persino nel dormiveglia.
Quando stava per mettere in atto il suo malsano piano di disturbo della quiete di Sasuke Uchiha in luogo pubblico, gli occhi assottigliati e le labbra arricciate come quelle dei gatti, il cellulare nella sua tasca tossicchiò una vibrazione. 
Lo estrasse lentamente, facendo coerentemente con le sue precedenti intenzioni attenzione a non svegliare il corvino. 
Storse il naso quando lesse il nome del mittente, la causa di tutto!
Quasi le avrebbe risposto male per principio, o non le avrebbe scritto nulla affatto, lasciandola in sospeso come giusto che fosse. 
La ignorò giusto due minuti — gli era parso che Sasuke si fosse mosso... 
Poi lesse il messaggio.

15:35 Messaggio da: Sakura-chan
Testo: Quindi?


Naruto voltò il capo il più discretamente possibile, assicurandosi che l'altro non leggesse cosa stava scrivendo.
Rosso in volto, inviò la risposta.

15:37 Messaggio da: Bakaruto
Testo: Quindi Sasuke rimane uno stronzo che sa baciare bene. Non etero, gay. Ma stronzo.


Sakura sbatté le palpebre un paio di volte, rileggendo la risposta di Naruto per altrettante, prima di scoppiare a ridere senza ritegno fino a farsi arrossare le guance. 
Aveva funzionato, il suo piano era stato un colpo di genio! 
Sasuke di certo non le avrebbe dato problemi, ma la reticenza e chiusura a riccio di Naruto potevano dare l'impressione sbagliata, soprattutto se non era nemmeno in grado di vedere l'evidenza oltre il proprio naso.
Ecco perché aveva detto a Naruto che qualcuno le aveva riferito che in giro si diceva che Sasuke fosse gay, chiedendogli di scoprirlo per lei; il come, quell'idiota glielo aveva concesso solo dopo una promessa fornitura di ramen per un intero mese, più un pranzo da Teuchi per la richiesta del resoconto d
un'eventuale performance — era vero che tra le ragazze di Konoha si parlava di quanto bravo fosse Sasuke. Ci aveva rinunciato ma non per questo doveva negarsi particolari come quello.
Rise ancora, strizzando gli occhi. 

Gomen'ne, Naruto!



   
 
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