Libri > Altro
Segui la storia  |       
Autore: hapax    23/01/2009    2 recensioni
Fanfiction ispirata ai romanzi della serie Mallory di Carol O'Connell. Kathy Mallory, giovane, bellissima e sociopatica detective della sezione Crimini Speciali della polizia di New York, indaga sulla morte di un senzatetto in uno dei quartieri più eleganti della città. Quello che sembrava un caso di poca importanza porterà Mallory a scontrarsi con persone intoccabili e insospettabili, trascinando lei e chi le vuole bene in un gioco molto pericoloso.
Genere: Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mallory2 Capitolo Secondo

Seduti al tavolo della cucina di Charles Butler, Mallory e Riker rileggevano il rapporto compilato dai colleghi di SoHo bevendo un caffè.
Chales osservava affascinato lo schermo gigante che Mallory gli aveva regalato per il suo compleanno: enormi casse erano state installate agli angolo del suo salotto, a comporre un impianto audio multicanale da fare invidia ai cinema più all'avanguardia, il tutto collegato alla più moderna tecnologia home theater. Un enorme dubbio esistenziale lo affliggeva: doveva dire o no a Mallory che non aveva assolutamente bisogno di un cinema in casa? Decise che l'avrebbe ringraziata senza accennarle al fatto che non era mai stato un amante del cinema.
- Charles, puoi confermare che hai chiamato la polizia alle 3 e 37 minuti di stamattina? - gli chiese Mallory dalla cucina interrompendo i suoi dubbi interiori.
- Era più o meno quell'ora, sì, ma non ricordo molto bene...-
- Sì o no? -
- Sì, erano le 3.37. -
Riker si avvicinò a Charles e contemplò l'opera di Mallory. Ecco spiegato cosa ci faceva ancora in giro a quell'ora: la ragazza si era sdebitata per il costosissimo collier di diamanti in stile liberty che Charles le aveva regalato per il compleanno, collier che lei non avrebbe mai indossato.
Riker guardò Charles con un misto di affetto e compassione: quell'uomo era innamorato di una donna incapace di amare, e la loro amicizia era fatta di gesti inutilmente generosi.
Mallory strappò il rapporto che stava leggendo e lo buttò nel cestino.
- Perché lo butti? - le chiese Charles rientrando in cucina con Riker.
- Non serve a nulla. Il mio rapporto è migliore: io ho scoperto il cadave, io ho visto per prima la scena, io ho voluto questo caso. -
- Non fa una grinza. - commentò Riker.
Charles si versò il caffè in una tazza.
- Solo una cosa non capisco, Mallory. Come mai hai voluto a tutti i costi questo caso? Insomma, a parte il fatto che hai trovato il cadavere, potrebbe essere un omicidio come un altro. -
Mallory socchiuse gli occhi e fulminò Charles con lo sguardo.
Incurante dei segnali di pericolo, Charles continuò: - A te piace il movente economico, giusto? Quale movente economico puoi associare alla morte di un senzatetto? -
Mallory riaprì gli occhi e uscì dalla stanza.
Sentirono sbattere la porta d'ingresso dell'appartamento.
- L'hai fatta arrabbiare. - sussurrò Riker.
L'espressione di Charles mostrava in pieno tutto il suo dispiacere, e Riker pensò che se non fosse stato un adulto grande e grosso sarebbe stato sul punto di mettersi a piangere.
Ma dopo un attimo Mallory rientrò: era solo andata dall'altra parte del corridoio, dove stavano gli uffici della società di consulenza Butler&Co., dove per "Co." si intendeva Kathy Mallory. In quanto poliziotta non poteva avere un secondo lavoro, e quando i suoi superiori le avevano intimato di lasciare la Mallory&Butler, lei aveva risolto la questione cambiando l'intestazione della società.
Kathy sbattè un foglio sul tavolo.
- Questo è un movente economico. -
Charles prese il foglio e gli diede un'occhiata.
- Oh, cielo! - grazie alla sua memoria eidetica e alla sua capacità di lettura veloce, Charles aveva letto tutto il foglio in poco più di un secondo.
- Io non sono un genio come te, Charles: non è che puoi farmi un riassunto? - gli chiese Riker.
Charles non rispose e guardò stupito Mallory.
- Dove hai trovato queste informazioni? -
Mallory lo guardò come fosse uno sciocco e Charles capì che la sua era stata una domanda inutile: uno degli hobby preferiti di Mallory era accedere alle informazioni riservate di qualsivoglia ente governativo, e introdursi nel sistema dello FBI non era che un rilassante diversivo.
- Volete rendere anche me partecipe della grande scoperta? - ripeté Riker.
Fu Mallory a rispondere: - Immagino che fossi troppo stanco per guardare bene in faccia il barbone di stamattina. -
- Vuoi dire che l'hai riconosciuto? -
- Sì: era il figlio minore del senatore Porter, Sam. La storia ha fatto scalpore prima delle elezioni: i giornali scoprirono che uno dei figli del candidato al senato Jacob Porter era un senzatetto, scappato di casa da adolescente. Il senatore inscenò una rimpatriata col figlio in televisione, e i baci, gli abbracci e le lacrime gli valsero il seggio; dopo la fine delle elezioni nessuno si è più preoccupato se il figlio del senatore fosse ancora per strada. -
- Il foglio che hai là dice questo? - chiese Riker, che cominciava a ricordare quella storia, e accidenti a lui, lo aveva pure votato.
- No, questo è un rapporto dello FBI: tenevano d'occhio Sam Porter per aver minacciato suo padre qualche tempo fa. A quanto pare voleva dei soldi. Di questo però il senatore fece in modo che i giornali non sapessero nulla. -
- Ed ecco un movente economico. - concluse Charles.
Riker sospirò, e si pentì immediatamente di essersi preso la responsabilità di ciò che avrebbe fatto Mallory per risolvere il caso.
Kathy sarebbe andata a terrorizzare un senatore.
Il sergente Riker disse addio alla pensione.

- Mi dispiace signorina, senza appuntamento non può vedere neanche il cane del senatore. -
La guardia all'ingresso del palazzo nell'Upper East Side, uno dei quartieri più esclusivi degli Stati Uniti, non aveva alcuna intenzione di far passare i due poliziotti.
Kathy Mallory pose le mani sui fianchi facendo in modo da aprire il blazer mettendo bene in vista la sua Smith&Wesson, un autentico cannone portatile, ben sapendo che a New York un distintivo non apre tutte le porte, ma una grossa pistola sì.
La guardia, nonostante il metro e novanta di altezza, si sentì a disagio e distolse lo sguardo da quegli occhi incredibilmente belli e terribili.
Mallory allora puntò una delle sue lunghe unghie laccate di rosso sul petto dell'uomo dicendogli: - Facci passare o imparerai presto a cantare con voce da soprano. -
La guardia deglutì e li lasciò passare.
- Brava bambina! - approvò Riker.

Incuranti della pletora di segretari e consiglieri che tentavano di sbarrare loro la strada, il sergente investigativo Kathleen Mallory e il suo collega, il sergente Riker, si fecero strada verso l'ufficio del senatore Jacob Porter.
Giunti all'agognata meta, Riker fu soddisfatto di constatare che Mallory aveva deciso di comportarsi bene: non aveva ancora sparato a nessuno.
Il senatore in persona uscì dal suo studio, fece un sorriso da campagna elettorale e disse loro: - Mi hanno detto che due poliziotti vogliono parlare con me. Prego, entrate pure; sono sempre a disposizione di chi si adopera per mantenere sicure le nostre strade. -
"Sì, come no." pensò Mallory.
Il senatore fece cavallerescamente passare Mallory, e assai poco cavallerescamente le guardò il fondoschiena.
Riker, che aveva notato la mossa, si pentì all'istante di averlo votato.
- A cosa debbo l'onore? -
- Non lo sa ancora? - gli chiese lei, ben sapendo di essere l'unica ad aver riconosciuto la vittima.
- Cosa dovrei sapere? - chiese il senatore soffermandosi ad analizzare Mallory all'altezza del seno.
Riker strinse i pugni, ormai convinto di aver fatto l'errore più grande della sua vita eleggendo quella sottospecie di maniaco.
- Suo figlio Sam è stato ucciso questa notte. -
Le parole uscirono dalla bocca di Mallory improvvise, spietate, fredde, distaccate.
Il senatore la guardò senza capire.
- Che cosa? -
- E' così. - confermò Riker, per una volta niente affatto dispiaciuto dell'assoluta mancanza di tatto di Mallory.
Kathy mostrò al senatore le foto scattate sulla scena.
- Ci servirà il suo aiuto per confermare l'identificazione. -
Il senatore Porter osservava le immagini del cadavere di suo figlio, il foro al centro della fronte, i suoi occhi sbarrati.
- Sì... certo. -
Nonostante l'età matura, il senatore era ancora un bell'uomo, piacente, brizzolato, dal fisico robusto. Ma di fronte agli occhi dei due detective divenne improvvisamente fragile, triste, e apparve vecchio. Riker si pentì di aver approvato i modi di Mallory: quell'uomo aveva appena perso un figlio, e gli dispiaceva per lui.
Insensibile alle lacrime che avevano riempito gli occhi del senatore Mallory continuò imperterrita.
- Senatore, sappiamo che suo figlio le fece delle minacce per avere dei soldi, perciò incaricò lo FBI di tenerlo d'occhio. -
- Non voglio parlare di questo. E' una storia vecchia: i federali non lo tengono d'occhio ormai da un po' di tempo. Altrimenti non sareste stati voi a darmi questa notizia. Oh, Dio. Come farò a dirlo a sua madre? -
Mallory insistette: - So benissimo che suo figlio non era più tra le priorità del Boureau. Voglio sapere che minacce le fece. E quale entità di denaro le chiese. -
Riker si sentiva a disagio: umanamente comprendeva il dolore dell'uomo, ma sapeva anche che in un'indagine le prime ore sono fondamentali.
- No! -
Il senatore si alzò in piedi.
- Se ne vada. Andatevene! O chiamerò la sorveglianza. -
Riker si alzò immediatamente e si diresse verso la porta, ma Mallory rimase immobile.
- Mallory, vieni. - le ordinò Riker.
Mallory si alzò lentamente e prima di voltarsi parlò al senatore: - Ci rivedremo. -
Non era una minaccia, ma una promessa.
Prima di varcare la soglia si voltò, come se si fosse ricordata di aver dimenticato qualcosa.
- Mi dispiace per la sua perdita. - disse Kathy Mallory.
Helen Markowitz, la sua madre adottiva, avrebbe approvato.

La voce di Jack Coffey invadeva in vivavoce l'uffico di Mallory a SoHo, nel palazzo di proprietà di Charles Butler.
- ... e con tutte le persone a cui potevate pestare i piedi in questa città avete scelto un senatore! Siete impazziti? Ma questa volta nella merda ci siete solo voi due: l'ho detto al capo della polizia che la responsabilità è solo vostra! Vedete di risolvere il caso alla svelta e senza altre rogne e forse riuscirete a guadagnarvi la pensione!. -
- Non è colpa nostra se la vittima era Sam Porter. - disse imperturbabile Mallory osservandosi attentamente le unghie.
- Dio del cielo, Mallory! E se ti fossi sbagliata sull'identità della vittima? -
- Non mi sono sbagliata. -
Coffey rimase in silenzio per qualche secondo, e Riker lo immaginò sbattere la testa contro al muro.
- Almeno avere scoperto qualcosa? - chiese il tenente un po' più calmo.
- No, a parte il fatto che è un porco. - rispose tranquillamente Mallory come se stesse raccontando la trama di un documentario sulla digestione dello scarabeo stercorario.
Ancora silenzio.
- Beh, sono cazzi vostri! Io me ne lavo le mani. -
- Tenente...- azzardò Riker.
- Sta zitto Riker! Te ne sei assunto la piena responsabilità, perciò tanti auguri! - poi il click della cornetta di Coffey e il bip del segnale occupato avvisarono i due che la ramanzina era finita.
- Però! Era proprio arrabbiato. - disse Charles entrando nella stanza.
Charles non amava l'ufficio di Mallory: si sentiva a disagio in mezzo a quei computer e macchinari ipertecnologici di cui non osava immaginare la funzione, e soprattutto lo disturbava il fatto che le finestre ad arco fossero nascoste da fredde e grigie veneziane, e che il pavimento fosse occultato da quella impersonale moquette grigia; alle pareti solo scaffali in metallo che raccoglievano volumi di informatica, e un pannello di sughero a ricoprire mezza parete in cui Mallory attaccava fogli e appunti dei casi a cui lavorava. Quella del pannello di sughero era una abitudine eraditata da Markowitz, ma lo stile dei due era completamente differente: Louis appiccicava i fogli apparentemente senza alcun ordine preciso, in modo quasi caotico, ma seguendo una logica che gli permetteva di mettere in evidenza gli aspetti più importanti e di occultare ciò che perdeva importanza nell'indagine; Kathy invece attaccava le carte in modo che fossero perfettamente verticali, allineate come soldatini, a un centimetro esatto di distanza l'una dall'altra, ordinate in mdo maniacale.
- Giochi a poker stasera, Charles? - gli chiese Mallory.
- Sì, certo, siamo a casa del rabbino Kaplan. -
La partita settimanale di poker era stato uno degli appuntamenti fissi di Louis Markowitz, e anche della piccola Kathy, almeno finché Helen Markowitz non obbligò il marito a lasciare a casa la bambina; ma i compagni di gioco di Markowitz sentirono un po' la mancanza di quella peste che li lasciava a secco tutte le volte senza mai farsi beccare a barare. Morendo Markowitz aveva disposto che il suo posto fosse preso da Charles Butler, che nonostante l'evidente incapacità di giocare a poker non si perdeva una serata.
- Bene. Vengo anch'io. - disse Kathy.
- Davvero? E' tanto che non giochi. -
- Devo chiedere delle cose a Slope. E forse anche a Duffy. -
Charles era felice di sapere che quella sera ci sarebbe stata anche lei: quando era Mallory a fare le carte gli capitavano sempre quelle buone.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Altro / Vai alla pagina dell'autore: hapax