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Autore: Hilary94100    25/07/2015    2 recensioni
Sheldon e Amy si sono finalmente uniti in matrimonio, ma entrambi sono ancora vergini. Cosa succederà una volta varcata la soglia della loro camera? Ci sarà finalmente un'intimità fisica e non solo mentale tra i due scienziati? E se si, come cambieranno le loro vite?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Farrah Fowler, Sheldon Cooper, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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SHELDON E AMY: VERSIONE 2.0

 

Non appena Sheldon rientrò nel suo appartamento ,quella sera, subito poté notare che qualcosa non andava.

La casa era troppo pulita e troppo ordinata.

C’era troppo silenzio.

Ed Amy dormiva beatamente sul divano.

Occupando il suo posto!

Voleva avvicinarsi a lei per svegliarla di soprassalto e farla alzare, ma, non seppe per quale motivo, le sue gambe non recepirono il messaggio mandatogli dal cervello e così, si ritrovò immobile vicino la porta d’ingresso, mentre le osservava il corpo alzarsi ed abbassarsi in respiri lenti e regolari.  

Non la vedeva dormire così serenamente da moltissimo tempo.

Ed in quel momento era così carina.

Troppo carina.

E sembrava anche più giovane!

Improvvisamente sentì la respirazione farsi irregolare, tanto da costringergli ad appoggiare la schiena contro la porta.

Ecco!

Ci mancava solo questo!

Un attacco di panico!

Stava per andare in camera da letto per stendersi con i piedi in alto, come gli aveva consigliato più di una volta SoccerMom 09 su un forum on-line, quando si accorse che Amy si stava svegliando.

<< Ciao, Sheldon, da quanto tempo sei qui? >> domandò, la voce impastata di sonno, sfregandosi gli occhi, cercando, tuttavia, di stare attenta a non rovinare la sessione di quasi un’ora  di make-up di Penny.

Ombretto marrone, fard color pesca che, secondo la sua amica, le dava un’aria raffinata ma dolce e sensuale allo stesso tempo e infine un rossetto beige, che a stento si notava.

Per forza.

Erano anni che suo marito le aveva espressamente vietato di mettersi il lucidalabbra, però ancora non sapeva la sua opinione sui rossetti.

Forse li avrebbe accettati.

Forse li avrebbe odiati.

Penny voleva assolutamente metterle un rossetto rosso.

Seppur controvoglia, Amy dovette rinunciare.

Con Sheldon, meglio non rischiare.

<< Sono appena entrato e adesso levati dal mio posto, così mi siedo! >> mentì, ricomponendosi, cercando di essere il più convincente possibile, mentre, per sua fortuna, l’attacco di panico sembrava stesse scomparendo.

<< Cosa? O certo, scusami! >> rispose, cercando di mettere la vista a fuoco, mentre si rimetteva  a sedere per bene per dare spazio a suo marito.

<< Perché indossi la camicia? Stamattina, se non erro, indossavi le tue solite magliette  >>

<< E poi, come mai, indossi più profumo di me? >> domandò, poi, sentendo improvvisamente l’odore di una fragranza che di certo non era talco, provenire direttamente da lui.

<< Stranamente, non ricordo molto bene cosa sia successo oggi, forse è colpa del sorso che ho dato alla Red Bull, ma Leonard mi ha detto che gli ho vomitato nella macchina, così ha preso i miei vestiti di emergenza.

Poi, non so come, mi sono ritrovato a casa di Raj che mi ha fatto testare un nuovo doccia schiuma e un nuovo profumo.

Io all’inizio non volevo, ma in cambio mi ha dato tre biscotti! Come si poteva dire di no? >>

<< Già >> rispose Amy, sorridendo, immaginandosi Raj alle prese con suo marito.

Si sarebbe dovuta sdebitare con lui, un giorno di questi, per averlo sopportato per quasi tutto il giorno.

E anche per avergli dato una sistemata!

I suoi capelli erano di nuovo in perfetto ordine e sembrava anche che avesse fato una bella dormita.

Come lei, a quanto pare!

<< Adesso tocca a me fare le domande.

 Perché la casa è in ordine e soprattutto perché i gemelli sono così silenziosi? >>

<< Sono stati Leonard e Howard a pulire l’appartamento e per quanto riguarda Luke e Leila… >>

La neurobiologa fece un respiro profondo.

<< … sono con tua madre e tua sorella >> concluse, cautamente, già sapendo quale sarebbe stata la sua reazione.

<< Cooosa?! Ma sei impazzita?! >> urlò il fisico teorico, immaginando sua madre che prendeva un aereo insieme ai suoi figli per Galveston per farli battezzare in, come diceva lei, una “vera” Chiesa.

<< Cosa avrei dovuto fare secondo te? Sono venute stamattina per farci una sorpresa ma alla fine la sorpresa l’hanno avuta loro scoprendo di avere due nipoti, perché a quanto pare tu non le hai avvertite di essere diventato padre! >>

<< Perché avrei dovuto dirglielo, scusa? >>

<< Perché queste occasioni vanno condivise con i familiari!

Mia madre lo sa! >>

E quando lo seppe, per poco non ebbe un infarto.

Quando le fece vedere, tramite Skype, la sua pancia all’ottavo mese di gravidanza pensava che avesse usato qualche programma al computer per aumentare le dimensioni del ventre.

Poi, quando le fece vedere i gemelli, credeva che fossero figli di qualcun altro e che  li avesse presi in prestito.

Le crebbe soltanto dopo che le spedì tutte le analisi possibili che costatavano che i bambini fossero suoi e di Sheldon.

<< Beh, io la penso in un modo e tu in un altro! E poi sono stato impegnato con il lavoro e… >>

<< Sheldon… >> lo interruppe Amy, ammorbidendo la voce, prendendogli le mani tra le sue, per cercare di calmarlo.

<< … tu non hai bisogno di uscire fuori di testa per essere più produttivo sul lavoro. I pensieri e le idee provengono da te, no dal tuo stato di ansia. Devi solo avere pazienza e vedrai che troverai l’illuminazione che stai cercando.

Qualunque cosa succeda, il mio amore per te resterà sempre lo stesso, te lo giuro.

Perché non cerchi, che so, di pensare a qualcos’altro ? >> concluse, speranzosa.

Sheldon non smise un attimo di guardarla nei suoi occhi verdi che chiedevano disperatamente di smetterla di comportarsi in quella maniera, che, alla vista della gente, sembrava solo ridicola.

Odiava quando sbagliava.

Perché era vero.

Amy aveva ragione.

E lui era nel torto.

Aveva per caso fatto qualche nuova scoperta negli ultimi mesi?

No, nessuna.

Allora doveva cambiare atteggiamento.

All'istante.

Sua moglie gli aveva chiesto di pensare a qualcos’altro.

Ricordò la volta che decise di far prendere tutte le decisioni  ai dadi di Dungeons & Dragon, in modo da avere la mente più libera.

Certo, era riuscito a scrivere due articoli su importanti riviste a revisione paritaria e fu quasi vicino a scoprire il motivo per cui il Large Hadron Collider non era ancora riuscito ad isolare il Bosone di Higgs.

Forse sarebbero potuti tornare utili anche in quel momento.

Ma, non doveva dimenticare che si era anche beccato un irritazione ai testicoli perché i dadi avevano deciso di non fargli portare le mutande.

Quindi era fuori discussione!

Poi la sua mente ritornò ancora più indietro negli anni, a quando, sempre a causa di un blocco sul lavoro, decise di auto assumersi cameriere al Cheesecake Factory, in modo che i suoi gangli basali fossero occupati da gesti quotidiani per lasciare libera la corteccia prefrontale di lavorare in background sul suo problema.

E, dopo aver rotto dei piatti, era riuscito a trovare la soluzione.

Ecco cosa doveva fare!

Era la scelta giusta da prendere!

Eppure, una piccolissima parte del suo cervello, lo stava avvertendo che quell’opzione gli avrebbe creato solo ulteriori danni.

Perché, se una volta aveva funzionato?

Perché sicuramente Amy glielo avrebbe impedito.

E lui, quasi certamente, le avrebbe dato ascolto.

Perché, poteva sforzarsi quanto voleva, ma alla fine, faceva sempre quello che diceva lei.

Già, Amy.

All’epoca non faceva ancora parte della sua vita.

Né come amica, né come fidanzata, né tantomeno  come moglie.

L’osservava mentre giocherellava con il braccialetto che le aveva regalato quando erano nati i gemelli.

Con il tempo aveva notato che ripeteva quel gesto ogni volta che era nervosa.

Adesso era sua moglie che aveva sbagliato.

La verità era che non doveva pensare a qualcos’altro.

Ma a qualcun altro.

A lei.

Bramava che fosse la sua distrazione.

La sua “affascinante” distrazione.

Sheldon aprì la bocca per dire qualcosa ma la richiuse quasi subito, per dare spazio ad un tenero e, soprattutto, vero sorriso, non forzato, che solo lei era in grado di provocarglielo, con la sua timidezza e la sua fin troppa preoccupazione verso di lui.

Anche se le parole e i discorsi erano il suo forte, l’esperienza in quel campo, gli aveva insegnato che esisteva dell’altro.

I piccoli gesti.

Le emozioni.

I silenzi.

Ma, sfortunatamente per lui, tutto ciò non era mai stato il suo forte.

Così, seppur controvoglia, chiamò alla sua mente l’istinto, l’unico suo alleato in grado di guidarlo verso il raggiungimento dell’obiettivo che si era imposto in quell’istante.

La sua felicità.

La felicità di Amy.

La loro felicità.

Lentamente, le appoggiò una mano sulla guancia costringendola a guardarlo negli occhi, ancora fissi sul suo regalo.

La sentì tremare tutta, incapace di pronunciare qualsiasi parola, come se tutto quello che stava succedendo fosse sbagliato, come se lei fosse troppo per lui.

Sheldon, invece, pensava tutto l’opposto.

Era Amy che era troppo per lui.

Forse meritava di meglio.

Ma, in fondo al suo cuore, sapeva che non l’avrebbe mai lasciata andare.

L’amava troppo.

Le accarezzò la guancia calda, quasi bollente, con il pollice, per cercare di tranquillizzarla.

Gradualmente si avvicinò al suo viso.

Voleva baciarla.

Voleva farlo appena aveva messo piede nell’appartamento.

<< Non sei obbligato a fare niente >> mormorò Amy, la bocca di Sheldon un centimetro dalla sua, trattenendo il respiro.

Sapeva cosa stava per succedere.

Bastava osservare la sua espressione in quel momento.

Conosceva alla perfezione la sua faccia da koala, quella da bambino quando giocava con i trenini o di quando lo portava a Disneyland, la sua faccia di quando era triste o arrabbiato per qualcuno o per qualcosa.

Ma lo sguardo che le stava dedicando in quel momento era diverso.

Era speciale.

E lo conosceva solo lei.

Era lo stesso che le aveva riservato il giorno del loro matrimonio, quando, per la prima volta, erano rimasti da soli in una camera con un letto da condividere insieme.

E tutti, loro due per primi, sapevano come si era conclusa quella notte.

Per la ragazza, tutto ciò, le sembrava un grande déjà-vu.

Anche se, da una parte voleva disperatamente che le cose tra lei e Sheldon  tornassero come prima, quella sera, dall’altra sapeva che suo marito era un tipo fin troppo “singolare”, e che, quindi, aveva i suoi tempi.

Non le importava se Penny e Bernadette ci avevano scommesso dei soldi.

Non le interessava se i ragazzi si erano impegnati tanto ad aggiustare l’appartamento e a dare un’aggiustata al look di Sheldon.

Le sue amiche, quel pomeriggio, le dissero che i ragazzi, se avessero svolto alla perfezione i loro compiti, sarebbero stati premiati con il sesso.

Non stava scritto da nessuna parte che l’avrebbero fatto anche loro.

Ok, non era esattamente così.

Anche se era sera, era ancora venerdì.

E, secondo il loro contratto, il venerdì, insieme al sabato, era il “giorno dell’amore” come lo chiamava sempre lei.

Però…

<< Dovevi pensarci due volte prima di indossare l’uniforme di Star Trek >> le sussurrò, sfiorando finalmente le labbra con le sue.

Amy si sentì avvampare peggio di una ragazzina al primo bacio.

Si sentiva come la protagonista di uno di quei film adolescenziali.

La ragazza “intelligente e impopolare” riesce a conquistare il “bello e perfetto” capitano della squadra di football del liceo, mentre quella più popolare, bella, bionda, cheerleader e senza un minimo di sentimento, ne esce sconfitta.

In un certo senso, stava vivendo tutto ciò adesso che era un’adulta.

Anche se in stile Nerd.

Sheldon aveva un quoziente intellettivo di 187, si era diplomato ad 11 anni e a 16 anni aveva già ottenuto il primo dottorato di ricerca.

Era praticamente un genio!

Lei invece era “soltanto” intelligente.

Che cosa ci trovava in lei, se neanche era tanto bella?

Perché non si era mai innamorato di un genio come lui?

Cosa lo aveva spinto a chiederle di sposarlo?

E, soprattutto, che cosa gli era passato per la testa, la notte che aveva deciso di metterla incinta?

Tutte quelle domande senza risposta la facevano star male.

Sheldon comprese che era ancora troppo poco per far in modo che Amy si fidasse completamente di lui, così le passò lentamente il braccio sinistro intorno alla vita, per avvicinarla a sé, finché i loro corpi non si toccarono, quasi come se avesse paura che potesse scappare da un momento all’altro.

La neurobiologa, provò, improvvisamente, una sorta di sicurezza psicologica, mentre era avvolta in una specie di abbraccio impacciato ma, allo stesso tempo, sicuro.

Si sentì desiderata, amata, cercata, immaginata, sognata.

Diamine!

Stava andando in paranoia per nulla.

Solo perché era un impresa fin troppo ardua capire affondo i suoi sentimenti.

Tanto che non aveva capito che anche lui, alla fine, stava male per la situazione che si era creata.

E voleva farsi perdonare.

Senza usare le parole.

Perché si sa.

Sheldon Cooper non sa dire scusa.

Però lo sapeva dimostrare.

Improvvisamente tutti i pensieri negativi che occupavano la sua mente da fin troppo tempo vennero spazzati via.

E furono sostituiti nuovamente da pensieri belli e incantevoli.

Come le strabilianti sensazioni che provava quando il corpo di Sheldon era così vicino al suo.

Si abbandonò completamente a quei baci così dolci, semplici e innocenti, ma nel contempo, così perfetti, che sapevano dei biscotti al cioccolato di Raj.

E, accidenti, se erano buoni!

Erano buonissimi!

Gli avrebbe dovuto chiedere la ricetta.

Sheldon, sentendola finalmente rilassarsi, sorrise.

Sapeva che molto spesso, anzi, quasi sempre, erano lui e il suo carattere “fuori dal comune”, la causa di tutti i problemi.

Però, doveva ammetterlo,  era anche in grado di risolverli alla perfezione.

In quel momento tutte le emozioni che sapeva di possedere ma che aveva sempre avuto paura di far uscire allo scoperto, prevalsero totalmente, facendogli perdere il controllo della sua mente.

Osservò, tuttavia, che non gli dispiaceva affatto questa confusione mentale.

Anzi, la trovava addirittura interessante.

E sarebbe stato perfettamente in grado di sopravvivere a tutto questo scombussolamento.

Il suo desiderio per lei lo portò a passarle la lingua sul labbro inferiore.

Amy aprì leggermente le labbra.

Voleva che incontrasse la sua, di lingua.

E, quando accadde, fu strano e bello allo stesso tempo per entrambi.

Come se fosse la prima volta.

Sheldon ascoltò il lento accarezzarsi di labbra e lingue, che si muovevano a turno, in un modo così armonioso, così giocoso e, stranamente, almeno per lui, così spontaneo.

Dovette confessarlo, però.

Amy era molto brava a seguire i suoi movimenti , nonostante variasse in continuazione l’intensità e la profondità dei baci.

A quanto pare era perfetta.

Lui era perfetto.

Loro due erano perfetti.

Ma che stava dicendo!?

Solo lui era perfetto.

Sua moglie era solo esperta.

E lo era diventata solo grazie a lui.

La ragazza, seppur a malincuore, dovette concludere quel bacio, che gli aveva completamente tolto il fiato.

Appoggiò la fronte a quella Sheldon e la mano sul suo petto, potendo notare che il cuore non voleva assolutamente smettere di rallentare.

Così come il suo.

Teneva gli occhi ancora chiusi.

Aveva paura che, se li avesse aperti, fiumi di lacrime di gioia le avrebbero rigato il viso o, peggio, che tutto ciò potesse essere solo un sogno.

Un sogno fin troppo reale.

<< Amy, hai le labbra scivolose. Devi smetterla di usare il lucidalabbra >> le sussurrò, rimproverandola.

La ragazza rise, mentre cercava ancora di respirare normalmente.

No, non poteva essere un sogno.

Era la realtà.

Solo nella vita reale, Sheldon poteva dire una cosa del genere dopo un bacio.

A quanto pare si era accorto del rossetto, però aveva continuato a baciarla.

Era un buon segno.

Finalmente decise di aprire gli occhi-ormai le lacrime si erano tutte prosciugate- e di appoggiare le mani sulle sue spalle, giusto per guardarlo meglio.

<< E’ rossetto >>

<< C’è qualche differenza ? >>

<< Ovvio ! >>

<< Beh, allora non mettertelo più perché oltre che scivoloso è anche appiccicoso! >>

La ragazza sospirò.

<< Va bene. Niente più rossetto! >> affermò, con le mani alzate, in segno di resa.

Certo, come no!

<< Ce qualcos’altro che vuoi chiedermi? >>

<< Quanto hai bevuto? >>

<< Uno o due bicchieri >> mentì la neurobiologa, intuendo che glielo avesse chiesto perché la sua bocca sapeva ancora di vino rosso.

In realtà, alla fine, si era scolata tutta la bottiglia che Penny aveva portato quel pomeriggio.

E la metà di un’altra.

Solo perché la sua “amichetta del cuore” gliel’aveva tolta di mano poiché era l’ultima rimasta e non voleva rimanere senza vino.

Era stata in ansia per tutto il giorno.

Doveva cercare di rilassarsi un po’, no?

<< Quanto fa 16 per 14 ? >>

La ragazza lo guardò incuriosita.

Davvero le stava chiedendo di risolvere una moltiplicazione così semplice?

<< 224 >> rispose prontamente.

<< E’ esatto >> disse, mentre iniziò a scostarle lentamente i capelli, costatato che non fosse ubriaca.

Se lo fosse stata, non avrebbe continuato.

Era un gentiluomo del Texas.

Non se ne sarebbe mai approfittato.

E poi, da ubriaca, a stento si reggeva in piedi blaterando frasi sconnesse tra loro, facendogli perdere la pazienza.

Quella sera, i capelli di Amy erano diversi.

Non erano lisci come sempre, però non sapeva neanche come definirli.

Mica era un parrucchiere o Raj?

Ma erano identici alla volta in cui le ragazze organizzarono  una sorta di ballo di fine anno, perché deluse da quello a cui avevano preso parte al liceo.

La volta in cui aveva ammesso apertamente di amare Amy.

La volta in cui aveva riconosciuto che anche lui, alla fine, oltre ad una sfera logica, possedeva anche una sfera affettiva che stava solo aspettando il momento perfetto per uscire allo scoperto.

E un attacco di panico.

E pensare che voleva dare la colpa di ciò ad un parassita che si era infilato nel suo cervello per manipolarglielo!

Mentre le accarezzava delicatamente il collo con i polpastrelli, Amy sentì l’eccitazione dentro di sé aumentare sempre di più.

Chiuse gli occhi, non appena iniziò a sfiorarle appena, con morbidi baci, il lato del collo che solo pochi secondi fa aveva toccato con le sue dita.

Le stesse che adesso stavano tracciando sulla sua schiena numeri a casaccio.

Almeno, così pensava.

Forse, per Sheldon, davvero avevano un significato.

Sorrise, perché quando faceva così, le stava chiedendo a modo suo, senza usare le parole, di fare l’amore con lei.

Ogni volta che glielo faceva notare, ribadiva sempre che non era vero.

Forse perché non voleva ammetterlo apertamente.

Forse perchè davvero non se ne rendeva conto.

Trovava questo suo modo di esprimersi buffo e romantico allo stesso tempo.

<< Amy, ti ricordi come si pratica un coito ? >> domandò, mentre aumentava l’intensità dei baci.

<< Cooosa?! Ma che domanda è?! >> gridò la neurobiologa, diventando improvvisamente lucida.

<< Anche se non abbiamo rapporti sessuali da trecentotrent’otto giorni, io ho una memoria eidetica, tu invece no, quindi potresti avere delle difficoltà a metterne in atto uno in questo momento >> le rispose tranquillamente.

Amy fece un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.

Ormai era più che certa che Sheldon volesse fare l’amore con lei.

Però le aveva anche detto che non lo facevano da più di trecento giorni-accidenti, così tanti?- e che forse lei non si ricordava più come si facesse.

Suo marito sapeva passare dall’essere romantico al non esserlo più in men che non si dica.

Cosa doveva fare?

Ovviamente accettare la sfida.

Perché si, la stava mettendo alla prova

Infondo, fare l’amore è come andare in bicicletta, giusto?

<< Ne sei sicuro? >> domandò, sentendosi improvvisamente sicura di sé, forse per il fatto che la stava “leggermente” provocando.

<< Certo! >>

Ok, stava seriamente perdendo la pazienza.

Calma, Amy, calma.

<< Io credo proprio di no! >> dichiarò, spingendolo contro il divano, mettendosi a cavalcioni sopra di lui, iniziando a sbottonargli la camicia.

<< Ti va di sperimentare un coito capricciosamente fantasioso? >>

Sheldon, sentendo quella domanda, le afferrò le mani, tenendogliele ferme.

<< Tu… come sai dei… >> balbettò, incredulo e senza parole, cosa che, ovviamente, capitava solo con sua moglie.

Davvero.

Come ne era venuta a conoscenza?

Anni addietro, lui e Kripke furono obbligati dall’università a lavorare insieme ma, quest’ultimo era molto più avanti negli studi.

Credeva che si sarebbe preso gioco di lui.

Invece non gli disse nulla.

Diede la colpa ad Amy di ciò perché lo teneva sveglio tutta la notte.

Perché era desiderosa di avere dei rapporti sessuali frequenti ed intensi.

E Sheldon gli diede corda, mentendo spudoratamente,  poiché a quei tempi lui ed Amy neanche si baciavano e la possibilità di un amplesso era categoricamente fuori discussione.

Così nacquero i coiti capricciosamente fantasiosi.

Credeva che sua moglie non ne sapesse niente.

Fino ad ora.

Chi glielo aveva potuto raccontare?

Penny, Leonard oppure…

<< Me ne ha parlato Barry il primo giorno che venni a lavorare nella tua università, non appena seppe che ero la tua ragazza >> gli rispose, liberandosi dalla presa per poter finalmente togliergli la camicia.

<< Tranquillo! Ho assecondato tutto ! >> disse poi, chiudendogli la mascella, vedendolo a bocca aperta.

Anche se, inizialmente, voleva smentire tutto, quella volta, alla fine non ci riuscì.

Se avesse detto la verità, Kripke avrebbe preso in giro Sheldon a vita.

Si sarebbe disperato.

Avrebbe messo ad alto volume la marcia imperiale di Star Wars come per dire a tutti: sono triste e sul punto di distruggere il pianeta!

Lo odiava quando faceva così!

Fece bene ad assecondare Barry.

E poi, fu divertente, all’epoca, raccontargli dei “finti” coiti dal suo punto di vista.

La sua immaginazione non aveva limiti.

<< G.. grazie >> mormorò.

<< Non ce di che >> gli rispose, sorridendo, ritornando ad esplorare nuovamente la sua bocca, contenta, sentendolo ricambiare.

Difficilmente suo marito ringraziava.

Lo adorava quando si sforzava di dire cose che non avrebbe mai voluto pronunciare.

Entrambi respiravano pesantemente mentre i loro cuori non smettevano di calmarsi.

Ma, in quel momento, non interessava a nessuno dei due.

Erano completamente presi l’uno dall’altro.

Dovevano recuperare il tempo perso.

<< Da quanto in qua riesci a sbottonare una zip così velocemente?! >> urlò incredula la neurobiologa, non appena avvertì le mani di Sheldon spostarsi dai suoi fianchi alla sua schiena che le abbassavano la cerniera senza difficoltà.

No, seriamente.

Il bello stava nel fatto che non sapesse toglierle i vestiti.

Le lampo le detestava tantissimo.

Trovava dei problemi anche con le sue.

E adesso come si sarebbe divertita?

<< Star Trek è il mio mondo. So dove mettere le mani! >> rispose con ovvietà.

Solo in quel momento, Amy si ricordò di indossare ancora l’uniforme di Star Trek, con cui, anni fa, si mise a giocare al dottore con Sheldon.

Nel vero senso della parola.

Davvero, si misero proprio a giocare come dei bambini.

Tutto era partito da un esperimento, condotto nei primi tempi con cui stava con lui, il cui scopo era quello di intensificare i suoi sentimenti verso di lei usando tutte cose che rimandavano alla sua infanzia e ai momenti felici.

Si sentì soddisfatta quando vide che il test era andato a buon fine.

Aveva scoperto le sue debolezze.

Penny inizialmente voleva farle indossare un “ non sapeva neanche cosa era” che le aveva comprato di nascosto al sexy shop.

Ovviamente aveva rifiutato categoricamente!

Per fortuna la sua amica non si lamentò, anzi, le disse che l’avrebbe sfruttato con Leonard.

Contenta lei!

Aveva anche pensato alla sua uniforme da scolaretta cattolica.

L’unica volta che la indossò, però, suo marito le chiese se avesse il blu-ray di Gravity sotto la gonna.

Aveva paura che, quella sera, le avrebbe chiesto il blu-ray del nuovo film degli Avengers.

Come gli avrebbe detto che non ce l’aveva?

Per concludere,  per puro caso, aveva trovato l’uniforme di Star Trek.

Dopo averla indossata e aver impiegato circa un quarto d’ora per alzare la chiusura lampo-mentre Sheldon ci aveva messo un secondo per abbassarla, accidenti- si vide allo specchio, senza essere molto convinta.

Così decise di indossare semplicemente gli abiti di sempre, nonostante fossero tutti sporchi.

Prima però voleva riposare giusto cinque minuti sul divano.

Ma alla fine, a quanto pare, era crollata dal sonno.

<< Avrei fatto meglio ad indossare quello che mi aveva preso Penny al sexy shop >> sospirò Amy, mentre iniziò a riempirlo di baci sulla guancia calda.

<< Che cos’è un sexy shop? >>

Amy rise.

Era ovvio che non lo sapesse.

<< Niente. Non ci pensare! >> rispose distrattamente, passando a sfiorargli con le labbra il collo morbido.

Precisamente appena sotto l’orecchio, facendolo fremere.

Anche suo marito, come tutti gli uomini, aveva i suoi punti deboli.

Sheldon le diede ascolto, così decise di tracciare sulla sua schiena dei complessi calcoli matematici.

In quel preciso istante, sentì che gli  venendo un’idea brillante grazie alla quale avrebbe certamente vinto il premio Nobel.

Più le sfiorava la pelle nuda, più Amy intensificava i baci sul collo.

<< Ehi, Sheldon, stai attento o tua moglie finirà col trasformarti in una mummia! >>

Amy e Sheldon, pur avendo ascoltato una voce più che familiare e singolare, trasalirono.

Il fisico teorico, impulsivamente, spinse sua moglie lontano da sé, la quale fu scaraventata sul pavimento senza neanche un poco di grazia.

<< Rajesh! Che ci fai qui?! >> gridò la neurobiologa, mentre cercava di rialzarsi, costatando che non si fosse fatta nulla di male e soprattutto che non avesse avuto alcun infarto.

Ma perché nessuno bussava in quella casa?

<< Beh, dovevo vedermi con Emily, però poi ha avuto un’emergenza al lavoro e ha detto che ci vorrà tutta la notte.

Sono andato da Howard ma Bernadette mi ha cacciato di casa, così come Penny e ora mi sento ancora peggio sapendo che anche Sheldon Cooper stanotte farà sesso e io no! >> rispose l’indiano, ubriaco, tra le lacrime, vedendo il suo amico senza camicia.

 << Le convenzioni sociali impongono di offrire ad un’ospite sconvolto una bevanda calda.

Visto che sei anche ubriaco di preparerò del caffè, così ti spiegherò per la ventesima volta perché non potevo essere trasformato in una mummia.

Mi sarei potuto trasformare in uno zombie o in un vampiro ma opterei sicuramente per questa scelta visto che Amy in questo momento ha la pelle così pallida e non ha bende >> disse Sheldon all’astrofisico, mentre si avviava verso la cucina, senza neanche prendersi la briga di abbassare la voce.

<< Resta fermo dove sei oppure… >> lo minacciò sua moglie, tralasciando il fatto che l’avesse paragonata ad un vampiro.

Già, altrimenti cosa?

Mica poteva dirgli che sarebbe andato in bianco?

E poi, come si poteva dire di no a quegli addominali così perfetti?

<< … ti incendio tutti i fumetti! >> concluse, ricordandosi improvvisamente come facesse Penny a corromperlo.

Il fisico teorico impallidì.

No, Amy non era capace di arrivare a tanto.

Eppure, in quel momento aveva un’aria così minacciosa.

Cosa doveva fare?

Onorare le convenzioni sociali o salvare i suoi adorati fumetti?

Mettere in salvo dal fuoco i suoi preziosissimi fumetti, ovvio!

<< Va bene, ho capito! >> disse, arrendendosi, avvicinandosi alla sua scrivania per prendere dal cassetto una banconota da cinque dollari.

<< Tieni, Raj. Comprati un caffè e qualunque altra cosa tu voglia >> 

<< Che c’è? Ho solo rispettato le convenzioni sociali! >> sostenne, poi, vedendo la faccia di Amy sconvolta.

Alla fine, era riuscito a fare entrambe le cose.

La neurobiologa sospirò, mentre accompagnava Raj alla porta d’ingresso, ancora poco lucido.

<< Domani, quando sarai sobrio, mi potresti dare la ricetta dei tuoi biscotti al cioccolato? Ci conto! >> gli chiese, abbassando la voce, mentre gli chiudeva la porta in faccia, senza neanche aspettare una risposta.

Che ci poteva fare, se erano davvero così buoni?

<< Vieni, Sheldon >> disse, prendendogli la mano, in direzione della loro camera, spingendolo sul letto e mettendosi sopra di lui.

Almeno, lì, avrebbero avuto un po’ più di privacy, giusto? 

Al fisico teorico venne la pelle d’oca per tutto il corpo, una volta entrato in contatto con il freddo tessuto della trapunta.

<< Vuoi che ti aiuti? >> le domandò, mentre era intenta a togliersi la parte di sopra del costume, senza ottenere alcun risultato.

<< Certo che no! >>

Da quando in qua si erano invertiti i ruoli?

E perché nei film d’amore queste cose non succedono mai?

<< Almeno fatti togliere gli occhiali o finirai che si rompano anche questi! >> disse, levandoglieli  e poggiandoli sul comodino.

La ragazza rimase molto sorpresa, sentendolo pronunciare quella frase.

La scorsa settimana, mentre aveva Luke in braccio per cercare di farlo smettere di piangere, si agitò fin troppo e gli occhiali fecero un gran bel volo cadendo a terra e spaccandosi in due.

Quel bambino era già bello forte!

Così li sostituì con il paio di riserva che aveva sempre con sé.

Identici a quelli vecchi!

Sheldon ovviamente non era con lei.

Però si era accorto che aveva qualcosa di nuovo.

Credeva di essere diventata trasparente per lui in questi ultimi mesi, invece…

<< Amy, stai ingrassando, te ne rendi conto? >> disse Sheldon, sfilandole l’indumento senza alcuna difficoltà.

Che ci voleva?

<< Non sono grassa! >> rispose, indignata.

<< Allora sei incinta? >>

<< No! >>

Ma che domanda era?

L’ultima volta che era stata con Sheldon già aspettava i gemelli ma ancora non lo sapeva.

Era praticamente impossibile.

<< Allora vedi che ho ragione, come sempre, d’altronde?

Ogni mattina mangi le ciambelle per colazione che poi si depositano qui! >> le rispose, poggiando le mani sui suoi fianchi.

<< Non sono grassa >> gli ripeté, mentre cercava di sbottonargli i pantaloni.

Ok, forse lo stava ripetendo più a sé stessa.

Era consapevole che il suo corpo ormai era cambiato dopo la gravidanza.

In ogni caso, l’uniforme di Star Trek che non indossava da anni le era entrato.

Tuttavia, poco fa, aveva trovato difficoltà nel toglierlo.

Accidenti!

<< Però sei morbida come un minion >> affermò, ridendo, cominciando a giocare con le sue curve.

<< Un cosa? >>

Il fisico teorico sospirò.

Aveva visto insieme a lui Cattivissimo Me dodici volte e ancora non aveva imparato niente!

<< I minion, Amy, gli aiutanti tuttofare di Gru >>

<< Sono degli esseri di forma vagamente umanoide e di colore giallo che indossano una salopette di jeans,  degli stivaletti e dei guanti >> continuò, vedendola ancora più perplessa.

Più chiaro di così?

<< Mi stai dicendo che sono strana per caso? >> gli domandò, ricordandosi improvvisamente chi fossero e che, oltre a parlare in modo strambo,  non facevano altro che combinare un pasticcio dopo l’altro.

<< E morbida >> aggiunse, per poi sfiorare le labbra con le sue.

Amy voleva opporre resistenza.

Perché doveva sempre averla vinta lui?

Le aveva dato della grassa e della strana.

Ma i suoi baci, in quel momento, erano tanto dolci e molto molto molto delicati.

E non lo vedeva così spensierato da tantissimo tempo.

Quando Sheldon la avvicinò ancora di più a sé, facendo aderire appena i loro corpi, Amy si rese conto che ormai il desiderio aveva avuto la meglio.

Il suo unico pensiero era di stringersi a lui.

Poteva percepire il suo torace che si alzava e abbassava in respiri veloci.

<< Hai delle gambe davvero sexy, te l’ho mai detto? >> gli sussurrò maliziosamente all’orecchio, una volta sfilato definitivamente l’indumento che le copriva.

Sheldon non fece in tempo a muovere la bocca per dirle che glielo aveva già detto ventisette volte che qualcuno rispose al posto suo.

<< E’ il Signore che gliele ha date così, cara, lo sai? >>   

<< Signora Cooper! Che ci fa qua!? >> gridò, in preda all’ansia totale, mettendosi a sedere per bene sul letto, coprendosi con la trapunta.

Nessuna donna vorrebbe vedere la propria nuora, mezza nuda, sopra suo figlio, anch’egli  mezzo nudo, vero?

Bussare no, eh?

<< Volevo dirti che ho lasciato i gemelli da Penny come mi hai chiesto oggi pomeriggio. Missy adesso è lì con lei e Leonard.

Se avessi saputo che avevate intenzione di procreare un altro bambino, non vi avrei interrotti  >>

<<  Ehm… noi non stiamo cercando di avere un altro figlio, vero Sheldon? >> gli domandò.

Il fisico teorico alzò gli occhi al cielo.

<< Ho imparato la lezione.

Se ho intenzione di metterti incinta prima devo chiedere se sei d’accordo anche tu! >> rispose, esasperato.

<< Meno male che Luke e Leila non sono qui. Sarebbero rimasti traumatizzati a vita >> disse Mary.

<< I gemelli! >> gridò Sheldon, come se si fosse ricordato solo in quel momento di avere dei figli.

<< Amy,  come ti è passato per la mente di lasciare i bambini a Penny? >>

<< Scusa, qual è il problema? >>

<< Qual è il problema?!  >> ripeté, incredulo che sua moglie non arrivasse al suo stesso ragionamento. 

<< Penny a stento sa badare a sé stessa. Mi dici come sarebbe capace di occuparsi di due bambini di sette mesi?

E se avesse riempito i biberon con il Sauvignon blanc anziché con il latte? >> domandò, ansioso.

<< O Signore, ne sarebbe davvero capace?! >> domandò Mary, impaurita.

La neurobiologa fece un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.

<< Da quando ha iniziato il nuovo lavoro come rappresentante farmaceutica è diventata molto più responsabile e non scambierebbe mai il latte con dell’alcol >>

Ok, non era vero.

Qualche settimana fa successe davvero.

Però si era accorta appena in tempo della distrazione della sua amica.

Nessuno sapeva di quell’episodio tranne lei, Penny e Bernadette.

Ed era meglio così.

Per tutti.

Il fisico teorico ci pensò su un attimo.

In effetti, doveva ammetterlo.

Penny ormai non era più una stupida ragazzina bionda poco più che ventenne che si era trasferita a Pasadena per diventare una star del cinema.

Adesso era una donna.

Con un vero lavoro.

E poi accanto a lei c’era Leonard.

Sapeva di poter contare su di lui, affinché la sua fidanzata non combinasse danni.

<< Va bene. Mi voglio fidare.

Ciononostante, questo non vuol dire che non sarai punita per quello che hai fatto.

Togliti i pantaloni >>

Amy lo guardò sconvolta.

Dove voleva andare a parare?

<< No, aspetta un attimo, io… ma che fai?! >> riuscì solo a chiedere prima che lui glieli togliesse in men che non si dica.

<< Così sentirai più dolore! >>

<< Che? >> gli domandò, ancora più confusa.

Quando la fece mettere a pancia in giù sulle sue ginocchia tutto le fu improvvisamente più chiaro.

Voleva sculacciarla.

Davanti alla sua mamma.

La sua fantasia era sempre stata Sheldon con i capelli lunghi da cadergli sulle spalle che ondeggiavano all’indietro mentre andava a cavallo, cavalcando a pelo con il petto nudo.  

No quello che stava accadendo in quel momento.

Ok, se fossero stati da soli, non si sarebbe lamentata.

Ma c’era sua suocera a guardarli!

Ma perché non se ne andava!?

Voleva per caso vedere se l’avesse fatto davvero?

<< Vorresti utilizzare la stessa tecnica che usava tuo padre su tuo fratello George quando si intrufolava nel suo furgone e beveva il suo whisky da guida? >> gli chiese Mary, incredula.

 << Non mi lascia altra scelta! >> rispose, con ovvietà.

<< Sheldon, non… >>

Si bloccò non appena avvertì la mano di suo marito colpirle il fondoschiena.

Dovette mordersi il labbro inferiore più di una volta per non fargli capire che le stava piacendo.

Si, le stava piacendo, che male c’era?

Però Sheldon doveva pensare l’opposto.

<< Hai imparato la lezione? >> le chiese, una volta terminato.

<< Si, non ti preoccupare >> rispose, cercando di mantenere a bada i suoi ormoni.

<< Mamma, perché hai quella faccia? >> domandò Sheldon, come se nulla fosse, vedendola con gli occhi sgranati e la bocca aperta.

<< Tu… tu l’hai fatto davvero? >> balbettò, non sapendo cosa pensare.

<< Non è mica la prima volta! >>

<< Cooosa?! >>

<< Qualche anno fa ha finto di stare male così che potessi prendermi cura di lei.

Le ho spalmato il vaporub sul petto e fatto il bagno per niente! >>

La signora Cooper guardò la ragazza che annuì.

Ma perché doveva mentirle?

All’epoca doveva usare qualunque metodo e mezzo per avere un minimo di contatto fisico da parte di Sheldon.

<< Perché non ti ho portato dallo specialista di Houston? >> domandò, rassegnata, più a sé stessa che a suo figlio.

<< Mi raccomando, controlla che Penny non abbia somministrato ai bambini alcuna bevanda alcolica >> le raccomandò Sheldon mentre chiudeva la porta dietro di sé.

**********

<< O Signore! >> sospirò Amy, abbandonandosi completamente sul letto.

<< Perché preghi ? >>

La ragazza sorrise, pensando a quanto fosse ingenuo.

Ovviamente, per lui, tutto quello che era successo, era una cosa di cui non vergognarsi affatto!

<< Non sto pregando! >>

Il fisico teorico scrollò le spalle.

<< Va bene.

Comunque mi piace la tua biancheria intima. Il colore, intendo >> disse, poi, stendendosi al suo fianco.

<< Ti piace l’azzurro? >> chiese, incuriosita.

Non sapeva quale fosse il suo colore preferito o se ne avesse uno.

Aveva scelto quel colore tra decine di altri semplicemente perché le ricordava i suoi occhi.

Sheldon alzò li occhi al cielo.

<< Non è azzurro. E’ blu pallido come la spada di Luke Skywalker prima che rimasterizzassero i film in digitale .

Tutti credono che non ci sia alcuna differenza.

Non sei l’unica ad esserti sbagliata.

Visto? Ti ho insegnato un’altra cosa >> la corresse, baciandola poi sulle labbra, premendo con delicatezza contro il suo corpo.

Il corpo di Amy non faceva che sussultare in continuazione e ad ogni sussulto i baci di Sheldon diventavano sempre più decisi, mantenendo, tuttavia, la tanta morbidezza che li rendeva unici , mentre le loro lingue  non smettevano di intrecciarsi ed inseguirsi.

<< Scordati che ti faccia slacciare il reggiseno. Pensavi che non me ne accorgessi? >> sussurrò, avvertendo le mani di Sheldon salire lungo la schiena per soffermarsi in un punto ben preciso di essa.

<< Ed dai,  ti prego! >> la supplicò, peggio di un bambino.

Va bene, le aveva rotto dieci reggiseni.

Ma dove stava scritto che avrebbe rotto anche l’undicesimo?

Che ci poteva fare se quei gancetti per lui risultavano così strani?

Inoltre era un fisico.

Era semplicemente curiosità scientifica.

<< No! >>

<< Perché no? >>

<< Perché è nuovo >>

<< L’hai comprato per me? >>

<< Niente affatto! >>

 Era la verità.

Era stata Penny a costringerla a metterselo quella sera.

Lei voleva semplicemente conservarlo per indossarlo in qualche altra occasione.

<< Beh, parlando d’altro, mi dici chi comprerebbe uno slip che non copre completamente il didietro? Non senti freddo?  >>

La ragazza sospirò.

<< Tutte le donne, Sheldon, e nessuno di loro sente freddo. Ad ogni modo, si chiama brasiliana >>

<< Perché viene prodotto in Brasile? >>

<< Non lo so. Forse >>

Davvero non lo sapeva.

L’avrebbe dovuto domandare alla sua amica.

<< Comunque, ritornando alla questione del reggiseno… >> le sussurrò Sheldon all’orecchio.

<< … se vuoi puoi togliertelo tu. Per me non ci sono problemi >> concluse, baciandole dolcemente il collo.

Quando la sentì fremere, capì che era riuscito a vendicarsi.

Perché a Sheldon Cooper non si deve dire mai di no.

Si vergognava ad ammetterlo ma, col tempo, aveva imparato qualche trucchetto, in quel campo, per far in modo che Amy trovasse difficoltà a controllare le sue azioni.

La sentiva sospirare mentre cercava ancora di togliersi il reggiseno con un espressione corrucciata sul volto.

Si sentiva davvero soddisfatto.

<< Stai ridendo di me? >> domandò Amy, sentendolo sogghignare.

<< No >>

<< Sheldon, tu non sai mentire! >>

 << E’ vero! Non so dire le bugie! >> dichiarò, iniziando a ridere più forte.

Come aveva fatto sua moglie a ridurlo in quel modo?

Sapeva di essere ridicolo.

Eppure in quel momento non gli importava affatto.

<< In ogni caso, secondo te, come mai tua mamma non ci ha detto che stiamo commettendo peccato e che andremo all’inferno? >> gli domandò, sia per cercare di rimanere un po’ lucida non pensando a quanto fossero eccitanti i suoi baci, sia perché era davvero curiosa dello strano silenzio di sua suocera, nonostante avesse esplicitamente affermato che non stavano provando ad avere un altro figlio.

Sapeva quanto fosse religiosa e che certamente ritenesse grandi peccatori una donna e un uomo che intrattengono rapporti sessuali senza alcuno scopo riproduttivo.

<< Perché è lei la prima a commettere peccato, intrattenendo molteplici coiti, oltretutto fuori dal matrimonio, con un certo Ron, un tizio che ha conosciuto nel suo gruppo di preghiera, diventando così una forsennata pervertita sessuale  >>

<< COOOSA? >> urlò Amy.

<< Incredibile, vero? Mia madre che contraddice tutte le regole religiose che abbraccia da una vita solo perché non riesce a resistere al sedere perfetto di quell’uomo >>

Solo ora, la ragazza si ricordò di Ron.

Sheldon gliene aveva parlato anni addietro, quando lui e Howard erano andati al centro della NASA.

Però, a dirla tutta, non sapeva cosa pensare.

Era sconvolta e disgustata allo stesso tempo.

Non riusciva proprio a credere che sua suocera, fanatica religiosa, avesse ceduto ad una delle tante debolezze umane.

Però, pesandoci bene, la comprendeva.

Anche se era stata sposata per pochi anni con il padre di Sheldon, era ben consapevole del fatto che, il loro, non era stato un matrimonio molto felice.

Stava cercando soltanto di rifarsi una nuova vita.

Di essere finalmente felice.

Dio non l’avrebbe punita per questo.

Amy era talmente immersa nei suoi pensieri che non si accorse di avere il seno scoperto.

<< Ehi! >> urlò indignata.

<< Che c’è? Non te l’ho rotto! >> dichiarò Sheldon, con il reggiseno in mano, trionfante.

Alla fine, dopo averci ragionato più a lungo, era riuscito a capire come si sganciassero.

Sheldon Cooper non si arrende mai.

Sheldon Cooper vince sempre.

La ragazza sbuffò.

D’ora in poi sarebbe sempre stato orgoglioso della sua “impresa”.

<< Amy, perché il tuo seno è asimmetrico? >>

 << Non è affatto sproporzionato! >>

<< Ok, è come dici tu! >> dichiarò, poi, visto che Sheldon sembrava non crederle.

E faceva bene.

<< Diventa così dopo l’allattamento.  E’ scritto nei libri sulla gravidanza e… >>

Inaspettatamente si ritrovò le labbra di Sheldon sulle sue.

Amy rimase così meravigliata da quel bacio morbido, dolce e perfetto che gli prese il viso, caldo e tremante, tra le mani, per gustare meglio il suo sapore.

<< Un po’ mi dispiace che non sia più come quando ci siamo sposati ma è sempre meglio di come era diventato durante la gravidanza >>

Amy rise.

Gli uomini normali trovavano estremamente sexy il seno durante la gestazione perché diventava bello, sodo, pieno e rotondo.

Invece suo marito, ovviamente, lo aveva trovato strano, rivoltante e assurdamente pericoloso.

Sheldon l’osservò a lungo.

Amy era fantastica.

Era diversa dagli altri esseri femminili che aveva incontrato.

Non aveva alcun senso per la moda.

Non faceva finta di essere una persona che non era.

Non aveva hobby da fighi.

Eppure, anche se non gli dispiaceva vederla con qualcosa di diverso addosso, come quella sera- tutta colpa di Penny ne era certo- adorava i suoi cardigan troppo larghi, le sue camicette, i suoi collant e le sue scarpe ortopediche.

Il tutto disastrosamente abbinato.

Adorava il fatto che diceva apertamente tutto ciò che le passava per la testa, anche se era imbarazzante o inappropriato.

Adorava il fatto che suonasse l’arpa.

Non avrebbe mai accettato un altro strumento.

Se avesse suonato la chitarra, ad esempio, adesso sarebbe un hippie che viveva senza una fissa dimora che si ubriacava sulle spiagge intorno a dei falò.

Ma, quello che adorava di più di lei, era la pazienza che aveva avuto verso di lui per anni.

Era ben consapevole del fatto che, una volta che erano diventati ufficialmente una coppia, volesse un rapporto anche di tipo fisico.

Ma lui si era rifiutato per anni di accettare quell’assurda richiesta.

Però l’aveva lasciato?

No.

Anzi, l’aveva addirittura sposato.

E, chissà per quale assurda ragione, la notte del 12 maggio 2015 , alla fine, si era concesso a lei.

Forse perché quel giorno sembrava davvero il momento perfetto.

E poi, quante giovani coppie come loro potevano dire di aver perso la verginità dopo il matrimonio?  

Amy non l’aveva abbandonato nemmeno negli ultimi mesi che era diventato più insopportabile del solito.

Era davvero una brava moglie.

<< Sheldon di qualcosa. Mi fai preoccupare quando stai per troppo tempo in silenzio >> disse Amy, sventolandogli una mano in faccia.

Il fisico teorico riemerse dai suoi pensieri.

<< Stavo pensando a cosa dirti >> le rispose, appoggiando la fronte alla sua.

 << E cosa vuoi dirmi? >> domandò con voce sommessa, sentendogli la mano muoversi delicatamente tra le sue gambe.

<< Ti amo per quella che sei. Stramberie comprese >>

La neurobiologa gli accarezzò una guancia.

Aveva il respiro irregolare e il corpo che palpitava sotto il suo.

Si sentiva orgogliosa.

Nessuna donna era riuscito a ridurlo in quello stato.

Tranne lei.

<< Anche io ti amo per quello che sei, stravaganze incluse, ovviamente >>

<< Ehi, io non sono pazzo, sei tu quella… >>

 Amy lo zittì baciando piano le sua bocca.

<< Ammettilo, Sheldon. Noi due non saremo mai due persone normali. Noi due saremo sempre due folli >> gli mormorò tra le labbra, impaziente di unirsi a lui.

Improvvisamente tutto il resto, intorno a loro, cominciò gradualmente a dissolversi, finché svanì completamente.

Era come se ci fossero solo gli Shamy al mondo.

Nell’universo.

Mentre i loro corpi si muovevano all’unisono, Amy si sentiva tremare dentro.

Il cuore che le batteva come una mitragliatrice d’assalto.

Si sentiva confusa e indifesa  e aveva come la sensazione di sbagliare tutto.

Era come se fosse la sua prima volta.

Ammirava senza sosta gli intensi occhi azzurri di suo marito, infiniti come il cielo,  che, quando brillavano, come i quel momento, erano ancora più belli e suggestivi.

Era come se bisbigliassero tenerezza.

Ci si immerse completamente, trovando la sua anima.

Era pura, innocente e buona.

Capì che poteva fidarsi di lui.

Per sempre.

Buttò via tutte le sue paure e lasciò che Sheldon sfiorasse, baciasse e scoprisse ogni parte del suo corpo.

I suoi gesti e i suoi movimenti erano lenti e premurosi, per non farla male.

Ma anche profondi, passionali e desiderosi, per soddisfarla totalmente.

Nessuno si era preoccupato tanto per lei.

Amy non aveva più dubbi.

Sheldon era il suo principe azzurro.

Il suo “particolare” principe azzurro.

Certo, era bellissimo.

Ma non era coraggioso.

Non montava in groppa ad un cavallo bianco.

Non indossava abiti principeschi di colore bianco, azzurro e oro.

Sheldon aveva una lunga serie di fobie.

Non sapeva neanche lei quale fosse il numero preciso.

Si spostava da un luogo all’altro con il teletrasporto.

Era “troppo evoluto” per guidare.

Portava sempre lo stesso genere di indumenti.

Maglietta o polo a maniche lunghe sulla quale indossava una maglietta a maniche corte,  la quale riportava immagini o disegni riconducibili al mondo dei nerd: fumetti, videogiochi, serie tv o argomenti scientifici.

Però l’aveva salvata da una vita fatta esclusivamente di solitudine. 

Adesso non era più sola.

Suo marito, quando voleva, sapeva anche essere romantico.

A modo suo, ovviamente.

Niente fiori e cioccolatini per San Valentino.

Niente dichiarazioni d’amore al chiaro di luna di notte su una spiaggia deserta.

Solo serate in compagnia di film di fantascienza e cibo d’asporto.

Ma a lei andava bene così.

Perché, con Sheldon, le sue giornate non erano mai noiose e monotone.

E non avrebbe cambiato  tutto ciò per nessuna ragione al mondo.

**********

<< E’ stato sensazionale >> disse Amy, ansimante e in lacrime, una volta che anche Sheldon cedette con un brivido e crollò tra le sue braccia.

Il suo sguardo si addolcì quando si accorse che si era addormentato.

L’ossitocina e la serotonina avevano fatto il loro effetto.

Era sposata da più di un anno ormai e ancora oggi non riusciva a non dare una sbirciatina al suo corpo nudo che, in quel momento era stanco, accaldato e sazio di piacere.

Era come quello di un dio greco.

Addominali perfettamente scolpiti, che ora si alzavano e abbassavano regolando il respiro, braccia possenti, spalle larghe.

Solo lei era riuscita ad avere tutto ciò.

Nessuna altra donna al mondo.

Solo lei poteva dire di aver toccato, sfiorato e baciato ogni centimetro del suo corpo.

Sempre e solo lei aveva avuto il grande privilegio di fare la conoscenza dei suoi genitali e di poterli collaudare.

Il risultato era che le sue “parti più proibite” non  erano solo piacevoli  alla vista ma anche funzionanti.

Molto funzionanti.

Gli rimboccò prudentemente le coperte, prima che potesse prendersi l’influenza e dare la colpa a lei.

Era pur sempre dicembre.

<< Si, sei stata sensazione anche tu >> mormorò nel sonno, con un sorriso compiaciuto sulle labbra, girandosi dalla parte opposta a lei.

<< Grazie >> gli sussurrò all’orecchio, sorridendo, vedendo appena, la sua faccia rilassata.

Improvvisamente il cellulare di Amy vibrò.

<< Dopo non dimenticarti di raccogliere gli indumenti da terra. Non siamo come Penny >> borbottò Sheldon, dormiente,  rigirandosi ancora una volta nel letto.

La neurobiologa alzò gli occhi al cielo mentre prendeva il cellulare sul comodino, vedendo che era arrivato un messaggio proprio dalla sua amica.

-Oddio, ma che avete fatto voi due?! La signora Cooper mi ha detto che Sheldon prima ti ha tolto i pantaloni e poi ti ha sculacciata e Missy era talmente disgustata che ha vomitato sul pavimento. Domani mi devi raccontare tutto !

La ragazza rise mentre il display si illuminò di nuovo.

-Va bene, non tutto o rischio di vomitare anche io.

Ad ogni modo, ogni volta che io e Leonard volevamo fare sesso, i gemelli richiedevano un po’ di attenzione. Sembravano Sheldon ma senza le parole.

Mi devi un favore.

-Due bottiglie di Sauvignon blanc vanno bene?

La risposta fu immediata.

-Facciamo tre.

-E tre siano.

Una volta rimesso il telefono al suo posto, Amy si ritrovò ancora una volta ad ammirare Sheldon.

Aveva un espressione beata in volto.

Chissà se la stava sognando.

<< Amy, pulisci la stanza. Non vedi che è tutta in disordine? >>

La neurobiologa sospirò.

Era capace di lamentarsi e darle degli ordini anche mentre dormiva.

Almeno era la protagonista dei suoi sogni.

**********

Toc toc toc.

<< Amy >>

Toc toc toc.

<< Amy >>

Toc toc toc.

<< Amy >>

<< Sheldon, cosa c’è? Stavo dormendo >> borbottò la neurobiologa, assonnata.

Era davvero un principe azzurro “ singolare”, visto che l’aveva svegliata di soprassalto con la sua bussata anziché con il bacio del vero amore.

Improvvisamente il letto iniziò a scuotersi tutto, non appena suo marito iniziò a saltarci sopra, euforico più che mai, costringendola a sedersi per bene, coprendosi con la trapunta di The Walking Dead.

<< Sono riuscito a trovare la soluzione al problema che mi ossessionava da mesi.  A quanto pare il mio precedente punto di vista era del tutto errato >> dichiarò.

<< Mi sembra ovvio. Hai appena avuto un rapporto sessuale. Secondo gli studi condotti dai ricercatori dell’ Università del Maryland e da quelli della Konkuk University di Seoul, l’attività sessuale migliorerebbe le funzioni cognitive e mentali, aumentando anche la neurogenesi, ossia la produzione di nuovi neuroni nell’ippocampo, l’area del cervello in cui si forma la memoria a lungo termine >>

<< Stai per caso affermando che l’ intrattenere dei  coiti frequenti renderebbe più intelligenti? >>

<< Si >>

Il fisico teorico non riuscì a non ridere.

<< Adesso ti dirò perché questo studio è del tutto errato.

Innanzitutto, quando sono in intimità con te, i miei gangli basali sono occupati a farti godere per bene, in questo modo la corteggia prefrontale è libera di lavorare in background al problema di turno. E’ diverso da quello che hai affermato tu >> confermò, con il suo tono di chi sapeva sempre tutto.

<< Oh, Sheldon, è così romantico! >>

<< Indennizzarsi reciprocamente lo è sempre >>

<< E poi… >> continuò, ritornando all’argomento principale.

<< … se fosse vero quello che mi hai detto, sapresti spiegarmi, allora, perché Penny, nonostante abbia avuto 31 partner sessuali, ha ancora dei comportamenti estremamente grezzi e sbrigativi? >>

Amy non sapeva come controbattere.

Sheldon aveva ragione.

Come sempre.

Accidenti!

<< Va bene, hai vinto. Io torno a dormire, tu fa quello che vuoi >> disse, ributtandosi sul letto, arrendendosi.

<< Oh, no! Tu adesso raccogli tutti i vestiti per terra! >> le ordinò.

Amy, per tutta risposta, mise la testa sotto le coperte, lamentandosi come una bambina che non voleva andare a scuola.

Ma perché si era fissato che doveva farlo lei?

<< Ma che fai?! >> urlò, improvvisamente, sentendo suo marito che la tirava per i piedi.

<< Perbacco, se sei pesante! >>

<< Non sono pesante! >> disse, aggrappandosi con le unghie, come una disperata, al materasso.

Alla fine, la neurobiologa non riuscì a mantenere la presa e finì scaraventata a terra.

<< Adesso chi è quello scarso in educazione fisica? >> disse il fisico teorico, affannato e tutto sudato, con le braccia in aria in segno di vittoria.

Amy gli lanciò un’occhiataccia mentre si prestava a raccogliere e piegare gli indumenti.

<< Stai piegando i vestiti come una pazza per spingermi a farlo per te? >>

<< No! >> mentì.

Sapeva che, se avesse svolto il suo compito in modo errato, suo marito l’avrebbe interrotta.

<< Oh, da qua! Torna a dormire! >> sbottò, esasperato, strappandole i pantaloni di mano.

Appunto!

La ragazza non se lo fece ripetere due volte e, con un sorrisetto, ritornò a letto, addormentandosi quasi subito.

L’ultima cosa che ricordava era Sheldon, disgustato,  con in mano le sue mutandine che si domandava come facesse il genere femminile ad indossarle senza provare alcun fastidio.

 

**********

<< Sheldon, tutto bene? >> domandò Amy, una volta uscita dal bagno, vedendolo seduto sul suo posto sul divano, con aria triste e pensierosa.

La voce fin troppo preoccupata di sua moglie risvegliò Sheldon dai suoi pensieri.

<< Ma certo che sto bene! Non vedi che manca poco affinché possa scoprire le proprietà della materia oscura, finora ancora ignote? >> rispose con ovvietà, indicando la sua lavagna piena di numeri e calcoli ben elaborati.

La neurobiologa alzò gli occhi al cielo, esasperata.

Aveva capito benissimo che il suo lavoro, in quel momento, non c’entrava affatto e che a turbarlo in quel modo fosse dell’altro.

Il problema era farglielo ammettere.

<< Lo sai che non mi inganni, vero? >> gli domandò, in tono di sfida, sedendosi vicino a lui.

Alla fine Sheldon si arrese.

Era ben consapevole di non saper mentire e ormai Amy lo conosceva da fin troppi anni.

<< Sei una brava madre >> sussurrò, accarezzandole una mano.

<< Non è vero, Sheldon >> rispose, prontamente, abbassando gli occhi sul pavimento.

Lei, una brava mamma?

Ma andiamo!

Nonostante cercasse di svolgere scrupolosamente tutto ciò che le era stato indicato dagli specialisti, nonostante si documentasse con libri e riviste, alla fine aveva sempre paura che potesse accadere qualcosa di brutto ai suoi figli a causa della sua inadeguatezza.

Aveva il timore che si soffocassero con il cibo perché tagliato in pezzetti troppo grandi.

Non sapeva mai se dava loro abbastanza da mangiare.

E se invece non mangiavano a sufficienza?

Ogni volta che doveva far loro il bagnetto entrava nel panico perché aveva il terrore che potessero scivolargli tra le mani e morire annegati.

Si sentiva da schifo ogni volta che piangevano perché non era capace di capirne il motivo.

Nessuna madre che si rispetti dovrebbe sentirsi sopraffatta da tutte queste ansie e timori.

<< Amy, io ho sempre ragione, e ti ripeto che sei una madre competente >>

<< Lo pensi davvero? >> chiese, sorpresa da quell’affermazione, guardandolo negli occhi.

<< Ma certo! >>

Ed era vero.

Quel pomeriggio, quando Raj lo aveva accompagnato a casa, le aveva fatto vedere delle foto recenti dei gemelli e si meravigliò parecchio di quanto fossero cresciuti bene negli ultimi mesi.

Era tutto merito di sua moglie.

Lui, invece, non aveva fatto proprio un bel niente.

Neanche si era accorto di quanto fossero diventati grandi.

<< Io non ho fatto un bel niente per aiutarti con i bambini! >>

Le parole inaspettate di Sheldon, sconvolsero parecchio Amy.

Ora aveva capito perché suo marito era così preoccupato e perché fossero arrivati a quel discorso.

Credeva di essere un padre poco presente.

Ed era colpa sua se pensava ciò.

Si, perché l’aveva totalmente escluso da tutte le fasi della gravidanza.

Non gli aveva mai chiesto se volesse venire con lei a fare l’ecografia.

Non gli aveva preso la mano per appoggiarla sulla sua pancia quando avvertì i bambini scalciare per la prima volta.

Neanche quando accadde le volte successive.

Non sapeva nemmeno lei perché avesse agito in quel modo.

Forse perché, nella sua mente, già sapeva che Sheldon avesse trovato tutto ciò ridicolo.

Ma se invece ne sarebbe stato contento?

Molto probabilmente adesso non si sentirebbe da schifo e starebbero avendo una normale conversazione post-coito.

Ok, le loro conversazioni post-coito non erano affatto “normali” , poiché era sempre Sheldon ad iniziarle e molto spesso avevano come argomento supereroi e serie tv di fantascienza.

L’ultima volta le stava raccontando di Adam West e di come, negli anni sessanta, divenne famoso grazie alla serie televisiva di Batman.

Sempre meglio di quella che stavano avendo in quel momento.

Doveva rimediare al guaio che aveva combinato.

Poteva ancora far in modo che Sheldon non si sentisse escluso dai suoi figli.

<< Ti va una maratona di Star Wars in compagnia di Luke e Leila? >>

Il volto di Sheldon si illuminò di gioia.

<< Dici davvero? >> le domandò, per essere sicuro.

<< Si. E poi, è ora che i gemelli sappiano l’origine dei loro nomi >>  

Amy sapeva quanto fosse folle quell’idea, soprattutto considerando che era passata la mezzanotte.

Ma, pur di vedere suo marito felice e senza sensi di colpa, era disposta a tutto.

<< Va bene, allora. Io vado a prendere i gemelli da Leonard e Penny. Tu, nel frattempo, prepara i pop-corn e il Nesquik alla fragola e prendi anche una coperta  >> disse, euforico, precipitandosi nell’appartamento di fronte.

 

Una volta rientrato, Amy non poté far a meno di sorridere, vedendo Sheldon con in braccio i bambini che lo esaminavano attentamente con i loro cinque sensi.

<< Perché i bambini mi leccano e mi toccano ?! >> le domandò, disgustato dall’eccessiva quantità di saliva che si era ritrovato addosso e dal troppo contatto fisico.

<< Ti stanno semplicemente analizzando. Infondo, sono figli di due scienziati >>

<< Hai ragione. Loro due diventeranno uomini di scienza. Di certo non diventeranno due ingegneri o, peggio ancora due geologi e… ma che fai?! >> chiese, improvvisamente, vedendo Amy puntargli il cellulare contro.

<< Vi ho fatto una foto. Siete talmente adorabili che la metterò come sfondo sul mio computer >> rispose, pensando al fatto che quella fosse la prima fotografia che raffigurava Sheldon e i bambini.

Le tre persone più importanti della sua vita.

Solo in quel momento, la ragazza si accorse di aver ricevuto un altro messaggio da parte di Penny.

-Dovrei chiederti anche uno snaps alla pesca, dopo che tuo marito mi ha svegliata nel cuore della notte ma almeno si è ripreso i bambini così io e Leonard possiamo fare sesso. Mi accontenterò semplicemente delle tre bottiglie di Sauvignon blanc e siamo tutti contenti.

<< Che cosa stupida! >> sbottò Sheldon.

<< Allora perché hai una mia fotografia come screensaver? >> gli domandò, posando il cellulare sul tavolo in cucina.

Il fisico teorico sgranò gli occhi.

Che ne sapeva lei?

<< Me l’ha fatta vedere Leonard quando sei andato in Texas per assistere al parto di tua sorella >> rispose, come se lo avesse letto nel pensiero.

<< So anche che, oltre a me, ci sono anche il mostro della palude,  Stephen Hawking, Spiderm-man e Marie Curie >>

<< Leonard mi aveva promesso che non te l’avrebbe mai detto >>

<< Non prendertela con lui e poi, in un modo o nell’altro, ne sarei sempre venuta a conoscenza, poiché adesso abito con te e vedo tutti i giorni il tuo computer, anche acceso e aperto >> gli disse, indicando l’oggetto in questione.

<< Dove li appoggio i gemelli, visto che non ce la faccio più a tenerli in braccio? >> domandò, cercando di cambiare argomento, visto che non sapeva come controbattere.

<< Mettili a terra >>

<< A terra!? >> ripeté, incredulo.

<< Si, dai, sediamoci tutti sul pavimento, sarà più bello! >> lo supplicò.

Dopo un attimo di esitazione, Sheldon fece come le aveva chiesto sua moglie.

<< Tieni, Sheldon, questo è il tuo regalo di Natale >> disse Amy, porgendogli una busta, mentre si sedeva a terra anche lei.

<< Amy, il nostro accordo non prevede alcuno scambio di doni durante le festività e poi Natale è la settimana prossima >>

<< Allora vedilo come un premio per aver saputo togliermi il reggiseno senza romperlo >>

<< In questo caso, lo accetto volentieri. Sai quanto adori i premi! >> dichiarò, strappandole la busta di mano.

Sheldon, non appena vide cosa contenesse, spalancò la bocca per lo stupore mentre sentiva il respiro farsi irregolare.

No.

Non poteva essere vero.

Lui e i suoi amici avevano provato a trovarli per mesi senza alcun risultato.

Era impossibile che Amy ci fosse riuscita come se nulla fosse.

<< Sheldon, stai bene? Hai bisogno dell’inalatore dell’asma di Leonard? Perché ne ha lasciato uno qui >> gli domandò, preoccupata, mentre cercava di tenere a bada i gemelli che, visto che avevano imparato a gattonare, sgattaiolavano facilmente.

<< Tu…tu  sei riuscita ad ottenere i biglietti per la prima del nuovo film di Star Wars!? >> riuscì a domandarle, ancora pensando che fosse un miraggio, una volta riacquistata la facoltà di parola.

<< Beh, sapevo quanto ci tenessi, così qualche tempo fa,  ho dato un’occhiata su internet e sono riuscita ad accaparrarmi gli ultimi due biglietti rimasti >>

Aveva ben presente che quei biglietti andassero a ruba in meno di cinque secondi però doveva procurarseli a tutti i costi.

Lo doveva a Sheldon.

E, alla fine, era riuscita nel suo intento.

<< In questo caso, credo di meritarmi un bacio, non pensi? >> sussurrò Amy, avvicinando pian piano le labbra a quelle di suo marito, ancora leggermente sotto shock.

<< Davanti a Luke e Leila? Ma dico, li vuoi traumatizzare per caso?! >> disse, con troppa enfasi,  mentre i gemelli li osservavano curiosi.

La ragazza rise.

Solo lui poteva pensare una cosa del genere.

<< Vuoi coprire loro gli occhi con le mani, così non ci vedono? >> gli domandò, in tono sarcastico.

Il fisico teorico ci pensò su.

<< Non è una cattiva idea  >> rispose, seriamente.

<< I.. io non dicevo sul serio e poi se gli copri gli occhi penseranno che ce ne siamo andati, si sentiranno soli e … >> dichiarò, vedendolo fare quello che le aveva detto.

E non finì di terminare la frase, che Sheldon aveva già sovrapposto le labbra sulle sue.

Fu un semplice bacio, nulla di più.

Eppure entrambi erano ben consapevoli che le emozioni che stavano provando in quel momento fossero straordinarie.

<< Secondo te, hanno visto qualcosa? >> bisbigliò il fisico teorico, togliendo le mani dagli occhi dei suoi figli.

<< Non preoccuparti. Hai le mani molto grandi >>

<< Comunque devi smetterla di assaggiare i pennarelli a mirtillo. Sono tossici e fanno male >> lo rimproverò.

Ormai aveva perso il conto di quante volte l’avesse avvertito.

Lei cercava di nasconderli mettendoli nei mobili che avevano le sicure per non farli aprire ai gemelli-perché sapeva che neanche suo marito ci riusciva-ma, alla fine, Sheldon, per tutta risposta, ne comprava altri.

Ciò che la preoccupava di più era che potesse intossicarsi anche lei.

<< Non li ho affatto assaggiati! >> rispose, difendendosi.

<< Hai la lingua blu! >>

Il fisico teorico, allora, bevve il suo adorato Nesquik alla fragola.

<< Sbagliato. E’ lilla! >> enunciò, fiero di sé, facendole la linguaccia, dopodiché premette il pulsante del telecomando e partì Star Wars I: La Minaccia Fantasma.

Amy, non sapendo più cosa fare o dire ormai, appoggiò, stancamente la testa sul cuscino del divano.

Eppure, per la prima volta, dopo tanto tempo, si sentiva finalmente libera e senza brutti pensieri per la mente.

Sheldon le aveva dimostrato che l’amava ancora.

Le aveva detto che era una brava madre.

E voleva crederci.

Aveva capito dove sbagliasse.

Per tutto questo tempo si era chiesta se, con i bambini, stesse svolgendo tutti i suoi compiti alla perfezione.

Ma, la verità, era che doveva cambiare atteggiamento.

Doveva semplicemente prendersi cura dei suoi figli, come meglio credeva, senza domandarsi se stesse facendo bene o male.

Osservava suo marito che cercava di tenere fermi in qualche modo i gemelli, stranamente molto attivi, nonostante fosse piena notte.

Inspiegabilmente non si stava lamentando di loro, che non lo lasciavano in pace un secondo, per vedere il film.

Si, lei era una brava mamma.

Ma anche Sheldon era un bravo papà.

Amy ne era certa.

Sarebbero stati dei genitori stupendi per i loro figli.

E assolutamente “non normali”.

 

  
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