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Autore: Schwarzfreiheit    23/01/2009    1 recensioni
Non sono brava con i colpi di scena, quindi non ce ne saranno. E' una storia. Dolce, triste, dolorosa. Una storia in cui i protagonisti dovranno crescere, maturare, scoprendo che non sempre è facile, che può essere doloroso, che può fare male. Male da piangere.Che dovranno prendere delle decisioni che, inevitabilmente, coinvolgeranno anche altri. Ma impareranno anche che si può imparare a sorridere di nuovo, anche attraverso alle lacrime che bruciano il viso.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I Die But, Please, Don't Cry... Ever BENE... ECCOMI DI NUOVO QUI...
IL MOTIVO PER CUI POSTO GIA' IL SECONDO CAPITOLO E' ABBASTANZA SEMPLICE...
COME HO GIA' DETTO, QUESTA STORIA MI HA COINVOLTA MOLTO E, ALLO STESSO TEMPO, MI HA TORMENTATA DI DUBBI...  PER QUESTO MI PRECIPITO A POSTARE, PRIMA DI CAMBIARE DEINITIVAMENTE IDEA...
INIZIO SUBITO CON I RINGRAZIAMENTI.
OVVIAMENTE SONO TUTTI PER LA MIA LETTRICE/SCRITTRICE PREFERITA, COLEI CHE, NONOSTANTE TUTTO MI SEGUE SEMPRE E MI INCITA A NON MOLLARE :
LADY CASSANDRA : SAI, NON CREDO CHE SCENDERO' IN ULTERIORI DETTAGLI SULLA MALATTIA... CI SAREBBE ANCORA MOLTISSIMO DA DIRE, MA FORSE E' TROPPO E, ALMENO SECONDO ME, AI FINI ELLA STORIA, QUELLO CHE HO VOLUTO DIRE MI SEMBRA SUFFICENTE. CAPISCO QUELLO CHE INTENDI, QUANDO MI DICI CHE IL DISCORSO DEL MEDICO E' TROPPO PRECISO, MA I MOTIVI PE CUI LO HO IMPOSTATO COSI' SONO 3 :  PRIMO : NON AVEVO LA PIU' PALLIDA IDEA DI COME POTER CAMBIARE LE PAROLE PER RENDERLE MENO "PROFESSIONALI", SECONDO : MI SEMBRAVA GIUSTO USARE DEI TERMINI MEDICI, DESIDERAVO CHE IL DISCORSO RISULTASSE  CREDIBILE E PROFESSIONALE, ANCHE PER NON DARE FALSE SPERANZE A CHI LO STAVA ASCOLTANDO. TERZO : PER CHIARIRE DEFINITIVAMENTE E DA SUBITO  IL "SENSO" DELLA STORIA. IN QUESTO MODO, CHIUNQUE NON SE LA SENTISSE DI LEGGERLA POTRA' SMETTERE DA SUBITO.
DA ADESSO IN POI, QUESTA STORIA, TRATTERA' PRINCIPALMENTE I SENTIMENTI DEI PROTAGONISTI, LA LORO CRESCITA, LE LORO PAURE, LE LORO SPERANZE, LE LORO SCONFITTE, LA LORO VOGLIA DI CREDERE, DI SORRIDERE ANCORA, NONOSTANTE TUTTO... PER CUI NON CREDO CI SARA' BISOGNO DI ALZARE ULTERIORMENTE IL RATING... TI RINGRAZIO, COMUNQUE PER AVERMI FATTO NOTARE QUESTO MIO " ERRORE" ( CHE NON AVREI SAPUTO COME EVITARE ç______________________ç ), E, OVVIAMENTE, TI RINGRAZIO PER I COMPLIMENTI CHE NON MI FAI MAI MANCARE, SONO ASSOLUTAMENTE CONTENTA CHE TU ABBIA APPREZZATO LA CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI ( SI', A VOLTE IL "RUDE TOM" CI SA STUPIRE ^_______^' ) ( PER QUELLO CHE RIGUARDA NIC... IO LA ADORO  ù.ù  E LA INVIDIO MOLTO... NON CREDO CHE IO AVREI IL SUO CORAGGIO E LA SUA DETERMINAZIONE E LA SUA FORZA...  NELLE MIE EROINE CERCO DI INFONDERE SEMPRE UN POCHINO DI CIO' CHE SONO O CHE VORREI ESSERE O CHE FORSE POTREI ESSERE E NON RIESCO... ç_ç ) E BILL... IO ME LO IMMAGINO SEMPRE UN PO' COSI'... FORTE E FRAGILE ALLO STESSO TEMPO, UN  ETERNO BAMBINO COSTRETTO A CRESCERE, CON GLI OCCHI ADULTI A FARE DA CONTRASTO A QUEL MERAVIGLIOSO LUMINOSISSIMO SORRISO INGENUO, UN PO' INFANTILE... DOLCISSIMO... NON SO...
CHE ALTRO DIRE ?  SONO CONTENTA CHE TI ABBIA COLPITA E SPERO CHE CONTINUERAI A SEGUIRLA CON LA TUA SOLITA ADORABILE ATTENZIONE PER I PARTICOLARI... GRAZIE!
A CHIUNQUE ALTRO LEGGERA' QUESTA STORIA
PORGO ANTICIPATAMENTE I MIEI RINGRAZIAMENTI, LASCIATEMI UN COMMENTO, POSITIVO O NEGATIVO... MI FARA' COMUNQUE PIACERE SAPERE COSA NE PENSATE !
A CHI HA MESSO LA MIA PRECEDENTE STORIA TRA I PREFERITI : NON VI ELENCO, SIETE MOLTE ( E QUESTO MI RIEMPIE DI ORGOGLIO ! ^_______________^ ) MA VI RINGRAZIO TUTTE... SPERO DI INCONTRARVI ANCORA LUNGO QUESTA "AVVENTURA" !
PER L' ENNESIMA VOLTA, SOTTOLINEO CHE NULLA DI QUELLO CHE LEGGERETE RAPPRESENTA LA REALTA', I PERSONAGGI, LE LORO VITE, I LORO SENTIMENTI, NON MI APPARTENGONO... TUTTO FRUTTO DELLA MIA FANTASIA MALATA ^____^ !  NO SCOPO DI LUCRO, OVVIAMENTE!
UN ABBRACCIO A TUTTI!
BUONA LETTURA ( SPERO! )


Non appena entrò Bill si buttò sul divano, lanciando gli stivali a destra e sinistra.
<< Finalmente a casa ! >>
Tirò un grande sospiro di sollievo.
Gli era mancata casa sua, temeva che non vi avrebbe rimesso piede.
Certe notti alla clinica aveva sognato che l’ enorme infermiera lo teneva fermo nel letto sotto la sua enorme mole, mentre Nic se ne andava insieme a Tom, e lui sapeva che non sarebbero più tornati.
Ogni volta si era svegliato con quell’ incubo ancora negli occhi, col respiro  mozzato e sudando freddo, e, ogni volta, aveva visto Nic  addormentata sulla poltrona accanto al suo letto, accanto a lui, i capelli neri scompigliati, e quegli occhi blu, intensi, profondi come il mare  chiusi , l’ ombra lieve delle ciglia sul viso.
E allora il respiro tornava regolare, l’ incubo svaniva e negli occhi aveva solo lei.
Era grato della sua vicinanza.
E si riaddormentava sereno, osservandola dormire.
Adesso se ne stava lì, beandosi del camino acceso, del suo calore, del suo scoppiettio, del crepitio del fuoco.
Si chiese dove fossero finiti Tom e Nic, ma era un pensiero fuggevole, che si confondeva con il sonno che gli appesantiva le palpebre.
Quando riaprì gli occhi, il viso di Tom era vicinissimo al suo, lo stava posando piano nel suo letto, per non svegliarlo, mentre Nic stava sistemando un’ altra coperta sopra al piumone.
Si sentiva beato, coccolato, come succedeva quando era bambino.
Sorrise ai due ragazzi :
<< Grazie … Buonanotte … E, Tom ? >>
<< Sì ? >> Rispose il biondo.
<< Cerca di dormire … Non hai una bella cera, sai ? Ora sono a casa, puoi stare tranquillo … >>
Aveva la voce leggermente impastata dal sonno, un sorriso lieve, appena accennato.
Sapeva che suo fratello non dormiva decentemente da tempo.
Non glielo aveva detto nessuno, ma gli bastava guardarlo negli occhi per capirlo, e per capire che il motivo di quell’ insonnia era lui.
<< D’accordo, Bill … Cerca di dormire per bene anche tu … Per quello che ho capito, domani ci aspetta una giornata di spese folli, no ? >>
Sorrise :
<< Buona notte >>
<< Buona notte, Nic >> Disse rivolto alla ragazza che si trovava sulla porta.
Lei tornò accanto a lui :
<< Vuoi che resti qui ? >>
Chiese ansiosa, del resto ormai era abituata a non lasciarlo nemmeno un minuto, aveva passato praticamente ogni notte alla clinica accanto a lui.
L’ idea di non poterlo fare non la faceva sentire tranquilla.
<< No, sono a casa, starò bene … Non ti preoccupare … >>
Le rispose con la voce sorridente.
<< Ah, ok . Allora buona notte >> Rispose lei un po’ delusa, posandogli un bacio lieve sulla guancia.
Il breve contatto con la sua pelle, la fece fremere.
Tom scosse la testa.
Suo fratello non era l’ unico ad essere trasparente, almeno ai suoi occhi, anche  ciò che tormentava quella giovane donna era piuttosto  evidente.
Si preoccupò un po’.
Che stesse davvero rammolendosi e diventando uno di quei ragazzi sensibili e attenti alle sfumature ?
- Naaaaaaaaaaaaa … Io sono Tom Kaulitz, il  Sex Got ! - Si disse il rasta tra sé e sé .
Prese Nic per un braccio e la trascinò letteralmente fuori dalla stanza di suo fratello.
Lui si era riaddormentato, e lei sembrava più che intenzionata a passare la notte in piedi accanto al letto a guardarlo dormire.
Scesero in sala e  sempre tenendola per il braccio la trascinò con sé in una rovinosa caduta sul divano.
Risero e tirarono un respiro di sollievo, entrambi erano felici di sapere Bill nel suo letto, nella sua stanza, a casa sua.
<< Ti ho già ringraziata per avermi riportato a casa mio fratello ? >>
Chiese improvvisamente il ragazzo.
<< No .. Cioè, sì … >> Si impappinò lei :
<< Insomma … Diciamo che ufficialmente no, non lo hai fatto … Ufficiosamente sì … E mi basta … So che sei contento di saperlo a pochi passi da te … Alla fine, il grande Sex Got, si è rivelato un ragazzo gentile , attento e premuroso … >>
Rise sotto i baffi lei, prendendolo un po’ in giro.
- Hey !  Si sta prendendo gioco di me ! -
Pensò Tom un po’ scocciato da quella constatazione, e decise che non le avrebbe permesso di crederlo un rammolito :
<< Bene … Allora, magari, potrei ringraziarti ufficialmente questa notte, che ne dici ? >>
Disse con voce suadente, avvicinandosi pericolosamente a lei.
Quello che ne ricevette fu …
<< Tom ! Sei proprio uno stronzo ! >>
Lo allontanò da sé in malo modo, alzandosi dal divano con uno scatto nervoso delle gambe.
Si infilò arrabbiata il piumino.
- Possibile che debba essere sempre così idiota ? Ormai sono anni che lo conosco, so che è un cretino, ma ogni volta che per un puro errore, mi sembra di poterlo rivalutare, lui se ne esce sempre con qualche cazzata che mi fa immediatamente ricredere … -
<< Ci vediamo domattina >>
Disse seccamente ed uscì sbattendo la porta, ma non troppo, non voleva svegliare Bill.
La voce la raggiunse alle spalle :
<< Aspetta, ti accompagno … >>
<< No, vattene a casa idiota ! Non vorrai lasciare Bill da solo, vero ?  Cristo Tom ! Ti basta vedere un essere umano di sesso femminile, per dimenticare tutto il resto ? Per dimenticare tuo fratello ? >>
Tom strinse forte i pugni per impedirsi di mollarle una sberla, Bill non lo avrebbe mai perdonato, e le nocche gli sbiancarono.
Nic se ne accorse e si rese conto di aver detto troppo e pensando troppo poco, ma ormai era detta e lei non sarebbe tornata indietro.
- Maledetto orgoglio ! - Pensò con rabbia.
<< Io. Non. Dimentico. Nulla. Tantomeno. Mio. Fratello. >>
Disse il ragazzo a denti stretti, dopodichè girò sui tacchi e tornò in casa, sbattendo la porta decisamente più forte di Nic.
La ragazza sperò che non avesse svegliato Bill.
Bill … Non riusciva proprio a non pensare a lui, e adesso che era da sola, sotto quel cielo stellato, in quella notte fredda che la avvolgeva, poteva finalmente dare la libera uscita a quel pensiero già affacciatosi alla sua mente quel giorno.
Ricordò di avere chiesto a Bill cosa gli andasse di fare, ma la risposta che avrebbe voluto non era quella che gli avrebbe chiarito cosa avrebbero fatto, dove sarebbero andati, o meglio, sì, voleva sapere dove sarebbero andati …
Dove sarebbero andati loro due.
La strada per arrivare a casa era abbastanza lunga, o almeno quanto bastava per lasciare liberi i ricordi.
Pensò a quando lo aveva conosciuto, pensò che in fondo lo aveva conosciuto due volte, pensò che in fondo lo conosceva da sempre, dalla prima volta che aveva sentito la sua voce, alla tenera età di 13 anni …
Ma era quel loro secondo incontro quello che adesso si affacciava prepotentemente nella sua memoria, esigendo di essere ascoltato …
… Aveva sedici anni allora e lui diciassette, e la sua amica era riuscita a trascinarla in prima fila, a quel concerto.
Pensava di non aver mai corso tanto, si sentiva il cuore scoppiargli nel petto, per la corsa e l’ emozione …
Se ne stavano lì, e lei si riempiva gli occhi di tutto ciò che la circondava, passando lunghissimi minuti ad osservare un tecnico arrampicarsi fino in cima all’ alto soffitto con agilità per sistemare dei cavi, si muoveva come se fosse nato per stare sospeso a mezz’ aria e pensò che lei non lo avrebbe fatto mai, per tutto l’ oro del mondo …
Ma forse per un sorriso di Bill, per un sorriso che fosse solo suo, avrebbe potuto fare un eccezione e dimenticare le sue vertigini …
Rise a quel pensiero.
Immaginarsi appesa a testa in giù ad un cavo perché aveva perso l’ equilibrio, le sembrò buffo.
Ma in realtà, era così felice quella sera che tutto la faceva sorridere.
Quella, sarebbe stata una notte magica.
Finalmente salirono sul palco.
Le prime note di “Ich Brech Aus” rimbombarono per tutto lo stadio, e nel suo cuore, che prese a martellarle in petto furiosamente, poi la voce di Bill …
Da quel momento non ci fù null’ altro che avesse importanza, né che mai l’ avesse avuta.
Non staccò gli occhi da lui per tutta la sera, e così non si accorse che qualcuno stava osservando lei.
Alla fine del concerto, vennero avvicinate da un uomo immenso, che le invitò a seguirlo con discrezione.
L’ amica non stava più nella pelle.
Aveva riconosciuto in quella montagna umana un addetto alla sicurezza ed era convinta che stessero per raggiungere i ragazzi, il suo Gustav !
<< Ma sei impazzita ? E secondo te queste cose succedono davvero ? Non essere sciocca … Io piuttosto sono un po’ preoccupata … Seguire uno che nemmeno conosciamo ! Uno che potrebbe spezzarci l’ osso del collo con due sole dita ! >>
Ma il cuore batteva sempre forte, e la speranza era la stessa dell‘ amica.
Arrivarono davanti ai camerini e l’ uomo le fece accomodare su dei divanetti bianchi in una stanza piccola ma confortevole, dove trovarono anche qualcosa da bere e da mangiare.
Nic si sedette sul bordo del sedile e prese una bottiglietta d’ acqua, pronta a scattare in piedi e a darsela a gambe se qualcosa non le fosse sembrata normale.
- Normale ! Uff … Che parola stupida ! Cosa c’è di normale nel trovarsi nei camerini dei Tokio Hotel ? - Pensò - Dovrei scappare già adesso … -
Ma non lo fece, e rimase ferma dove si trovava, tesa come una corda di violino.
Ma scattò sù come una molla non appena la porta si aprì e vide la punta di uno stivale entrare nella stanza.
Rimase impietrita davanti ai 4 ragazzi che ora le stavano di fronte, poi fece un buffo inchino.
Scoppiarono tutti a ridere.
La cosa la imbarazzò e si dette mentalmente della stupida, ma poi, alzando gli occhi e vedendo il sorriso grande di Bill, pensò che adesso era pronta a scalare le impalcature del palcoscenico.
Tom le si avvicinò con fare sicuro, l’ aria da playboy, lo sguardo malizioso :
<< Avevo visto bene allora ! Sei proprio sexy come avevo notato ! >>
Le due ragazze scoprirono allora che era stato Tom a mandare il tizio della sicurezza a prelevarle, con la speranza di poter abbordare Nic, e la sua danza attorno alla preda prestabilita era già cominciata.
Lui le sedeva accanto, molto accanto, le loro gambe si sfioravano e lui la guardava fisso negli occhi ogni volta che le rivolgeva la parola.
E capitava spesso.
Poi Nic notò che non erano solo i suoi occhi ad interessarlo.
In un’ altra occasione avrebbe preso il malcapitato a male parole, ma la sua attenzione era invece tutta rivolta al ragazzo che le sedeva di fronte e che stava chiedendo se lo show era stato di loro gradimento.
<< Certo ! E’ stato … Favoloso, davvero, non ho parole ! >>
Rispose Nic, senza distogliere lo sguardo dalle labbra di lui, e seppure era la verità, in quel preciso istante non stava pensando al live …
I suoi pensieri erano molto più personali …
Tom se ne accorse e la cosa non gli andò a genio, del resto era stato lui ad invitarle …
Così Nic si sentì chiedere dal giovane rasta di seguirlo un momento.
Quando furono da soli lui la prese tra le braccia senza tanti preamboli e cercò di baciarla :
<< Sei impazzito ? ! ? >>
In quel momento non le interessava molto se il tipo davanti a lei fosse Tom Kaulitz.
Per quello che la riguardava, non le andava affatto di essere trattata come una bambolina adatta solo per essere sbaciucchiata.
E poi voleva tornare nell’ altra stanza, voleva tornare da Bill.
Il ragazzo le si avvicinò nuovamente, cercando di abbracciarla in maniera davvero poco amichevole e lei gli mollò un ceffone.
E fu così che gli altri li videro.
Lei aveva la mano a pochi centimetri dal volto del ragazzo che portava un segno rosso.
Bill si mise a ridere :
<< Ehhhhh, Tomi, mi sa che questa volta non ti sia andata bene come al solito ! >>
Poi, rivolto alla ragazza :
<< Ti chiedo scusa per il comportamento di questo troglodita … >>
Lei arrossì e sorrise :
<< Non è successo nulla … E, giusto per informazione, non sarebbe comunque successo nulla, so cavarmela benissimo da sola, non ho bisogno di essere salvata da nessuno ! >>
<< Infatti io non ho nessuna intenzione di salvarti, solo di invitarti a bere qualcosa per scusarmi delle pessime maniere di Tom … >>
Rise lui, poi, come fosse successo era un mistero tutt’ ora per Nic, si ritrovò in una stanza da sola con lui, a bere una birra analcolica.
Chiacchieravano di qualcosa, forse di musica, infine lui la salutò, dicendole che doveva proprio andare :
<< Chiamami qualche volta, se ti va … >>
E mentre le sue labbra sfioravano il suo viso, la mano le sfiorò un fianco.
Nuovamente battagliera , lei fu pronta in un attimo a concedergli lo stesso trattamento che aveva riservato al fratello ma poi si accorse che nella sua tasca c’ era qualcosa.
Lui vi aveva fatto scivolare un bigliettino con sopra un numero di telefono.
Il ragazzo le sorrise dalla porta e se ne andò.
Nic tornò al presente, una macchina le era passata accanto, veloce, troppo veloce e troppo vicina.
Persa nei suoi ricordi, non si era accorta di essere praticamente in mezzo alla strada …
Arrivò sul lato opposto, era ancora abbastanza lontana da casa da poter concedere  alla sua memoria di rivangare ancora quel secondo ricordo, il loro  terzo, decisivo incontro …

Il telefono squillava libero, ma squillava da troppo tempo e lei era stufa di attendere.
- Ma guarda tu ! Ok, è famoso, ma far attendere così tanto chi lo sta cercando, mi sembra davvero un’ atteggiamento da diva ! -
Si rendeva conto che i suoi pensieri non erano molto coerenti, e sapeva che questo era dovuto al fatto che telefonare ad una rockstar non era sua abitudine; ma lo stesso sentiva l’ irritazione salire, impossessarsi di lei …
- Ancora uno squillo, poi metto giù, e tanti saluti alla diva ! -
Stava per chiudere la chiamata, quando una voce affannata rispose :
<< Pronto ? >>
Rimase spiazzata.
Forse per i suoi pensieri poco gentili su di lui, forse per il semplice motivo che non si aspettava davvero una risposta, forse semplicemente perché quella voce aveva su di lei un effetto paralizzante ogni volta che la sentiva.
E adesso era rivolta proprio a lei !
<< Pronto … >> Iniziò timidamente :
<< Sono >> - Chi diavolo sono ? - pensò in fretta :
<< Sono Nic, la ragazza che tuo fratello ha abbordato tre settimane fa, al vostro concerto … Ma magari non ti ricorderai di me …. >>
Disse con la voce che le tremava.
Una piccola pausa, poi :
<< Ma sì ! Certo che mi ricordo di te ! E come posso dimenticare la prima ragazza che molla un ceffone simile in faccia a mio fratello senza prima avergli concesso le sue grazie ? >>
Il ragazzo rise di gusto.
- Ah … Allora quello è l’ unico motivo per cui si ricorda di me … Andiamo bene … Che mi abbia lasciato il suo numero solo per potermi chiedere il bis di quella deliziosa scenetta ? Giuro che se è così lo promuovo a protagonista assoluto … -
Era talmente presa dai suoi pensieri che per poco si perse il discorso del ragazzo :
<< Scusami … >> Stava dicendo infatti lui in quel momento :
<< … Se non ti ho risposto subito … Eravamo in sala prove e avevo chiesto a David di avvertirmi se il cellulare avesse squillato, ma lui se ne è andato a prendere un caffè, e se ne è accorto poco fa … Meno male che non hai riattaccato … Era tanto che stavi aspettando ? >>
<< Ehhhhh … Un po’ in effetti … Ma … >>
<< Avrai pensato che mi stessi comportando come una superstar, vero ? >>
La interruppe il ragazzo.
<< Veramente stavo per dire che non importava … Se tu mi avessi lasciato finire la frase … Ma sei davvero logorroico come sembra, allora ? ! ? >>
Rise lei, un po’ spazientita da tutte quelle chiacchiere …
<< Sì, scusa, in effetti sono un chiacchierone ! … Ma, sono contento che tu mi abbia chiamato … >>
Rispose il ragazzo.
<< E io sono contenta che tu sia un chiacchierone … In effetti, non so davvero cosa dirti, ora che ci penso … >>
<< Perché non mi dici che la tua amica vorrebbe tanto rivedere Gustav e che ti ha pregato di chiamarmi per poterci vedere tutti assieme, uno di questi giorni ? … Magari … Sabato prossimo, per andare in qualche posto a bere qualcosa ? >>
La ragazza rimase di stucco, ma pensò che fosse una buona idea :
<< Sì, in effetti credo proprio che sia andata come mi hai appena detto tu >>
Disse con un sorriso nella voce.
Il ragazzo rise per quel loro gioco e aggiunse :
<< Allora ci vediamo sabato, verso le otto e mezza … E, Nic ? … Dicevo sul serio prima, sono contento che tu mi abbia chiamato … Ciao ! >>
E chiuse la conversazione.
Nic rimase con il telefono all’ orecchio, quasi non riusciva a credere che fosse successo davvero, e già che si trovava in quella posizione, decise di chiamare immediatamente la sua amica per dirle che il sabato successivo avevano un appuntamento.
L’ urlo che le trapassò la testa da parte a parte, le fece capire che la ragazza aveva preso bene la notizia e che non aveva nessun impegno.
Nic era sicura che, se anche l’ amica avesse dovuto andare al suo stesso matrimonio, sarebbe riuscita a liberarsi !
Sorrise, felice della felicità di Diane e anche della propria.
Quella settimana pareva non volere più passare e più di una volta la sua amica aveva dovuto strapparle il telefono dalle mani.
Lei infatti sentiva il desiderio di richiamare quel ragazzo e disdire tutto !
Era semplicemente terrorizzata e allo stesso tempo le sembrava di vivere in un sogno.
Alla fine, il sabato sera era arrivato.
Si trovarono a casa di Nic per prepararsi.
Diane aveva portato una maglietta fantastica per Nic .
<< L’ ho vista oggi in una vetrina, ed ho pensato che ti sarebbe stata benissimo, e che Bill l’ avrebbe apprezzata ! >>
Le disse con un sorriso malizioso.
<< Lo hai fatto solo perché vuoi in prestito il mio vestito lilla, dì la verità ! >>
Ma sapeva che Diane lo aveva fatto con piacere ed era felice per quel gesto di amicizia.
<< Te lo avrei prestato lo stesso … Credo che a Gustav potrebbe piacere, e lo sai che ti sta benissimo ! Risalta i tuoi capelli così biondi e i tuoi occhi scuri … Vallo a prendere nell’ armadio e indossalo ! >>
L’ amica le gettò le braccia al collo e le stampò un grosso bacio sulla guancia, con lo schiocco.
<< Mi farai diventare sorda con queste tue manifestazioni d’ affetto ! >>
Disse Nic, polemica, ma la abbracciò a sua volta.
Poco dopo, erano tutte e due pronte e stavano nel salotto di Nic a passeggiare nervosamente su e giù.
Diane aveva abbinato all’ abitino lilla un paio di stivali scamosciati viola intenso come la cintura e la borsa, i capelli raccolti in una coda morbida.
Nic pensò che aveva un’ aria molto dolce.
Lei se ne stava seduta sul bordo del divano, i jeans stretti infilati dentro un paio di anfibi alti al ginocchio, sopra una gonnellina nera di pizzo ricamato a rose, e la maglia che aveva comprato per lei Diane,  composta da due maglie sovrapposte, un top nero e una camicetta bianca sotto, abbastanza scollata ma non troppo.
Lei vi aveva aggiunto una cravatta nera lasciata lenta e il suo collarino borchiato come il suo bracciale.
I capelli neri come la notte più buia e corti, lasciati liberi di trovare da soli la loro giusta posizione, e gli occhi blu profondo truccati di nero.
<< Nic, sei bellissima ! Smettila di metterti le unghie in bocca o ti rovinerai lo smalto ! Lo sai che il nero, appena si rovina un po’ si nota ! Stai benissimo e farai venire un colpo al nostro Billino … Sarà la volta buona che forse tace un attimo ! >>
Rise di gusto la sua amica, prendendola in giro, e prendendo in giro Bill, come facevano spesso.
Anche Nic rise, ma quella sera, il ragazzo che spesso si erano divertite a prendere bonariamente in giro, stava per arrivare sotto casa sua per portarle a ballare …
Si sentiva in trappola, avrebbe voluto fuggire … Di nuovo, come la sera che li avevano conosciuti, e, come quella sera, non lo fece, e poco dopo sentì suonare il cellulare.
<< Siamo arrivati … Siete pronte ? Altrimenti possiamo aspettare … >> Sentì dire dalla voce di Bill, e in sottofondo una voce meno gentile, ma riconoscibile :
<< Sì, ma non delle ore però … >>
Nic sbuffò:
<< Dì pure a tuo fratello che siamo già pronte da un po’, ma che ci faremo attendere solo per il gusto di farlo arrabbiare … >>
Sentì ridere Bill, la sua risata cristallina, terminò la conversazione, poi guardò la sua amica negli occhi :
<< Di, non lo posso fare … Davvero, vai solo tu e gli dici che mi sono sentita male, che mi sono slogata una caviglia sulle scale, che uno stormo di piccioni si è infilato nella finestra del mio salotto … >>
Ma Diane non la ascoltò, la prese per un braccio e la trascinò fuori di casa.
Salirono veloci nell’ auto spaziosa.
E in effetti la previsione di Diane fu esatta.
Bill rimase senza parole, forse per la prima volta.
Fu Gustav a spezzare l’ incantesimo :
<< Diane, sei molto bella questa sera, e anche tu Nic >>
Lo disse con molta disinvoltura, per lui era semplice essere gentile con le persone, e capire quando c’ era bisogno di una sua parola.
In quel momento anche Tom parve riacquistare l’ uso della parola :
<< Un vero schianto ! >>
Disse, osservando Nic dalla testa ai piedi.
<< Entrambe, naturalmente ! >>
Concluse poi, riservando anche a Diane lo stesso sguardo da seduttore.
Georg, che non aveva ancora detto nulla, esclamò :
<< Davvero ! I ragazzi hanno ragione … Anche se Tom, come al solito, dimostra di avere la finezza di un elefante in una cristalleria … Ma Bill … >>
Disse rivolto all’ amico :
<< Non hai nulla da dire alle nostre ospiti ? >>
Vedendo l’ amico ancora imbambolato davanti a Nic, scosse la testa e disse, rivolgendosi direttamente alla ragazza :
<< Sai ? Per ben tre settimane Bill non ha fatto altro che andare avanti e indietro come un ‘ anima in pena, dandosi del cretino per non averti chiesto il tuo numero di telefono … Credeva che non ti avrebbe più rivista … Credo che abbia dato anche qualche testata contro il muro del bagno … Ma non ne sono sicuro … >>
A quella battuta risero tutti, anche lei, seppure fosse un po’ imbarazzata.
<< Georg ! >>
Esclamò  Bill inorridito .
<< Smettila di dire sciocchezze, per favore ! >>
- E così pensa che sarebbe stato tanto sciocco desiderare di rivedermi ? -
Pensò Nic con un principio di stizza.
Arrivarono al locale, non appena entrati occuparono un tavolino che i ragazzi avevano prenotato.
Nic notò che Gustav e Diane si erano seduti vicini e stavano già chiacchierando tra di loro.
Lei si sedette tra Georg e Tom, visto che Bill si era seduto all’ altro capo del tavolo :
- Avrebbe potuto andarsi a sedere direttamente ad un altro tavolo a questo punto … -
Pensò ironica, con una punta di amarezza.
Decise che non sarebbe srtata lì a fare la bella statuina e alzandosi chiese :
<< Qualcuno ha voglia di farmi ballare, o devo andare a cercare altrove un cavaliere ? >>
Georg si era allontanato per prendere da bere, e Bill disse :
<< Non contare su di me … Io non so ballare … >>
Nic pensò a come si muoveva sul palco.
E adesso faceva un sacco di storie per ballare con lei ? ! ?
E va bene !
Gli avrebbe fatto vedere lei …
Prese Tom per un braccio e lo trascinò sulla pista da ballo.
Il ragazzo pareva non stesse aspettando altro, e le si appiccicò addosso come un guanto iniziando a muoversi a tempo di musica.
Lei era un po’ imbarazzata e stava già pentendosi di quell’ idea.
Ad un certo punto sentì le braccia di Tom stringerla un po’ di più a sé, il suo bacino muoversi contro di lei in un invito piuttosto esplicito, le mani scendere un po’ troppo lungo la sua schiena e la sua bocca posarsi sul suo collo, baciandolo; il respiro nell’ orecchio.
Lo allontanò e gli mollò l’ ennesima sberla.
Il ragazzo quella volta però pareva non essere d’accordo sul trattamento che quella tipa sembrava volergli riservare ogni volta che si vedevano, e colto da un impeto di rabbia gli restituì lo schiaffo in pieno viso.
La ragazza barcollò e cadde addosso a qualcuno che stava passando dietro di lei.
<< TOM ! CHE CAZZO STAI FACENDO ?!? >>
Georg guardava il rasta con uno sguardo di fuoco.
<< QUESTA STRONZA PRIMA MI PROVOCA E POI MI PRENDE A SBERLE ! >>
Georg afferrò la ragazza che stava per mollare un calcio a Tom e si allontanò con lei.
- Non si è nemmeno mosso ! Quello stupido ha visto cosa stava facendo suo fratello e non ha fatto nulla ! - Stava pensando intanto la ragazza con rabbia.
<< Cosa è successo ? >>
Le chiese Georg preoccupato.
<< Nulla … Lo ho invitato a ballare, ma lui credeva che l’ invito fosse esteso ad altro … >>
La prese tra le braccia :
<< Posso farti ballare senza rischiare la vita ? >>
Le chiese scherzoso il ragazzo cercando di allontanare la tensione.
Lei sorrise ed iniziarono a ballare il lento che era appena stato messo.
Appoggiata alla spalla di Georg, vide Bill dall’ altra parte della stanza che li osservava con uno strano sguardo che lei non riuscì a decifrare.
- Adesso vedrai … - Pensò la ragazza stringendosi a Georg e passando la mano sulla sua schiena.
<< Non credo che ci sia bisogno che tu faccia questo… Bill è già abbastanza interessato a te … >>
Sorrise il ragazzo.
<< A me non sembra proprio … >>
Rispose lei nascondendo la rabbia e la frustrazione con un tono sensuale, e lo baciò.
Il ragazzo la lasciò fare, immaginando cosa stesse pensando il leader del loro gruppo, e sorrise tra sé, quella ragazza non era certo una che accettava certi atteggiamenti.
Lei si staccò da Georg, gli chiese scusa e si allontanò diretta alla porta del locale.
Non appena fu fuori si sentì afferrare per un braccio.
Si voltò di scatto e si trovò di fronte Bill …
<< Non sembravi molto contrariata tra le braccia di Georg … Non capisco la reazione con Tom … >>
Le disse beffardo.
<< Tuo fratello è un porco ! E , anche se non ti devo alcuna spiegazione, sappi che io bacio chi mi pare e quando voglio io ! >>
Lui non disse una parola, la prese e la baciò.
Fu un bacio duro, arrabbiato, decisamente diverso da come lo aveva mille volte immaginato lei.
Lo allontanò e ripetè quel gesto che pareva essere diventato ormai automatico ogni volta che si trovava di fronte ai due Kaulitz …
Solo non si aspettava una cosa del genere da Bill.
Lui alzò una mano pronto a colpire a sua volta la ragazza ma la bloccò a pochi centimetri dal suo viso.
Lei stava davanti a lui, gli occhi chiusi, stretti, in attesa di quella sberla che non aveva più così voglia di restituirle.
Nonostante il suo caratteraccio, adesso sembrava così indifesa …
Le scostò un ciuffo di capelli dal viso, si avvicinò al suo orecchio e le chiese :
<< Posso baciarti ? >>
La sua voce carezzevole, un soffio lieve all’orecchio, una nota di scusa.
Lei aprì piano gli occhi e si trovò il viso del ragazzo così vicino a lei …
Quegli occhi …
Quei suoi dolcissimi occhi nocciola che lei avrebbe voluto guardare sempre …
Gli sfiorò il viso e lo baciò.
Fu un bacio dolce, come quello che lei aveva immaginato, sentiva sciogliersi il cuore, lo strinse a sé.
<< Mi dispiace per mio fratello … è successo tutto così in fretta … E … Ero arrabbiato con te … Io … >>
Lei lo prese per mano e rientrarono nel locale.
<< Ci sono almeno due persone con le quali devo scusarmi … >>
E lo fece, chiese scusa a Georg, e anche a Tom …
Anche se pensava che in fondo la colpa fosse stata sua …
Ma era così felice, con il braccio di Bill attorno alla vita, non voleva rovinare quel momento con delle stupide discussioni.
- E poi, adesso non ci sarà più l’ occasione, per lui … -
Pensò sghignazzando fra sé e sé .
Quella sera fu Bill a riaccompagnarla a casa con un taxi, gli altri accompagnarono Diane.
Ma quella notte non era ancora finita.
Nic fece salire Bill in casa e gli offrì da bere.
Ma non finirono i loro drink.
Poco dopo lei si ritrovò fra le sue braccia, le sue mani che la spogliavano, la sua bocca che cercava la sua pelle.
Lei si abbandonò a quelle sensazioni che invadevano ogni centimetro del suo corpo, e posò le mani sul suo petto, togliendogli la maglietta, gli slacciò i jeans, e fu sua.
Quella notte divennero un ‘ unica realtà e lei si addormentò tra le sue braccia pensando di non essere mai stata così felice in tutta la sua vita.

La loro storia era cominciata così, e da quel momento, nonostante i due caratteri piuttosto differenti, non c’ era mai stata una vera separazione tra loro, non un litigio che fosse durato più di un paio di giorni …
Era arrivata a casa , si scosse da quei ricordi e cominciò a cercare le chiavi dentro la sua borsa.
Dopo aver imprecato fra sé e sé, trovò le chiavi sul fondo della sua enorme strabordante borsa.
Aveva dovuto tirare fuori, in ordine sparso :
un libro, l’ astuccio del make  up, una scatolina di legno con penne e matite, due blocchi di fogli (uno da disegno e uno a quadretti, per gli eventuali attimi di ispirazione ) , il cellulare e l’I-pod, deponendo il tutto sullo zerbino davanti all’ entrata e alla fine, in mezzo a cartacce varie, era riuscita a recuperare le chiavi.
Non appena ebbe recuperato tutta la sua roba, che una parte di sé avrebbe malignamente voluto mollare lì fuori al proprio destino, entrò in casa, abbandonò la borsa nell’ ingresso accanto alla porta e sé stessa sul divano.
Si sentiva a pezzi …
Si chiese se fosse per via di tutta quella strada a piedi, per la litigata con Tom, per quei ricordi che  la avevano assalita o per la decisione  di Bill che lei aveva accettato e aiutato a mettere in atto.
Ma forse era un po’ per tutto, forse un po’ per niente …
Non lo sapeva nemmeno lei …
Sapeva solo di essere stanca, si tirò la coperta sulle spalle, accese lo stereo, chiuse gli occhi …
Le prime note di “ Don’t  Cry”   avevano appena cominciato a diffondersi nel suo piccolo ma accogliente salotto, che lei stava già dormendo, il viso di Bill sereno, addormentato nel suo letto si sovrapponeva a quello arrabbiato di Tom …
Nel frattempo, lontano da lì, un ragazzo biondo, con lunghi rasta che , liberi dalla costrizione dei soliti cappellino e fascia, gli arrivavano a metà della lunga schiena, stava seduto accanto al letto del suo gemello, che sembrava dormire tranquillo.
- Come cavolo fai a sopportarla ? - gli chiedeva brontolando fra sé e sé, sapendo che il fratello non gli avrebbe  di certo risposto.
- E’ insopportabile ! Presuntuosa, arrogante, prepotente, saccente  … Una rompipalle assoluta ! -
Mentre, rabbioso, elencava tutti i difetti della ragazza, si rendeva conto di esagerare.
Lei non era così, o per lo meno tutti quei difetti non erano poi così insopportabili e lui lo sapeva bene, ma adesso era arrabbiato per l’ ingiusta accusa che lei gli aveva rivolto e, offeso nell’ orgoglio, pensare male di lei lo aiutava a sfogarsi.
Si concentrò sul viso del ragazzo steso sul letto, respirava bene, dormiva tranquillo, sotto le palpebre sottili gli occhi si muovevano appena, segno che stava sognando.
Tom sorrise, era felice di riaverlo a casa, con lui.
E lo doveva a quella specie di amazzone dai capelli corvini.
- Un ‘ amazzone ! Ecco quello che è ! Una che gli uomini li prende a sberle, gli urla di tutto e poi se li mangia a colazione ! -  Pensò rancoroso.
Ma la rabbia stava scemando e un nuovo sorriso si affacciò sulle sue labbra mentre posava nuovamente lo sguardo su Bill.
No, Nic non era un ‘ amazzone.
Lui sapeva quanto dolce e fragile e delicata potesse essere quella ragazza.
Lo aveva avuto palese davanti a lui in ogni sua manifestazione d’ Amore verso suo fratello.
- Peccato che invece, con me, non sia nemmeno un po’ carina e gentile … - pensò il ragazzo.
Ma con uno sbuffo divertito allontanò quello strano  pensiero.
Lei Amava Bill, e quella sua più grande debolezza era allo stesso tempo la sua più grande forza.
Non era un’ amazzone.
Era una ragazza innamorata che aveva dovuto tirare fuori tutta la sua forza ed il suo coraggio per affrontare una situazione che era decisamente troppo grande per tutti loro.
Cercava di essere forte, e lo faceva per sé stessa, per Bill e anche per lui.
E lui gliene era grato e sapeva di averla trattata male.
- Certo che lei non è stata affatto gentile con me … -
Ricordò con un ultimo guizzo d’ orgoglio ferito, ma sapeva che il suo essere “ stronza “ e dura era una difesa, e lui non avrebbe dovuto provocarla.
Sapeva di poter essere parecchio indisponente quando voleva, e anche quando non voleva.
Con Nic, quell’ atteggiamento, gli nasceva spontaneo.
Si grattò la nuca con fare pensoso, e dandosi dell’ idiota per l’ ennesima volta, decise che si sarebbe scusato con lei quanto prima, poi si buttò sul letto e si addormentò immediatamente come un sasso, senza aver bisogno di disturbare il flaconcino dei sonniferi che da un sacco di tempo ormai occupavano il posto d’ onore sul suo comodino.
Avere il suo Bill nella stanza accanto faceva miracoli.


   
 
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