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Autore: QUEEN S OBLADIOBLADA    25/07/2015    2 recensioni
John, follemente innamorato di Nagisa (o così dice lui) dovrà fare i conti con un rivale, George, trasferitosi da poco nella sua scuola, o meglio, nella sua classe, il quinto Liceo Artistico sezione Design e Oreficeria.
All'inizio si contenderanno sempre la ragazza che interessa a tutti e due, diffamandosi in pubblico, facendo scherzi pesanti, ma poco a poco, per uno scherzo del destino saranno costretti a conoscersi e a confrontarsi, capendo di avere molti più punti in comune di quello che credevano, e andando ancora più avanti, diventeranno addirittura amici, complice del fatto, alcuni comportamenti poco chiari e ambigui della ragazza inizialmente contesa. L'intesa tra i due prenderá una piega.....leggete 😉
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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"Quand'è che riusciamo con i tuoi amici del gruppo?
Nagisa ⌒.⌒"


George era confuso...era uscito con Nagisa, anche se sicuramente lei la prese come un invito al concerto, non come un appuntamento, perché lui al tempo, non le aveva detto nulla della piccola cotta. Glielo disse poco prima che John riuscisse ad avere un appuntamento con lei, ma visto che accettò le avance del maggiore, aveva dato per scontato chi tra i due lei avesse scelto. Eppure continuava a chiedergli di uscire, certo voleva che ci fossero anche tutti gli altri, ma il suo comportamento non risultava chiaro a George. Doveva chiarire una volta per tutte, ma non tramite sms.
"Va bene l'indecisione, ma non puó avere due piedi in una scarpa, deve decidersi, o io o greco!" Stava pensando nuovamente ad alta voce. 
"Hey fratellino sei diventato tutto matto?"
"Richard, ho bisogno di un consiglio..."
"Spara Joj!"
"Non chiamarmi Joj!" Si irrigidì 
"Scusa Joj!"
"...Allora si tratta della ragazza che mi piace"
"Quella Nagisa"?" Disse Richard avvicinandosi al fratellino.
"Giá é uscita con me, poi con quell'altro che ti dicevo.."
"Quel completo coglione che se lo vedo gli spacco la facc.."
"Ehm..no no, non ce n'è piú bisogno!" Tranquillizzò il fratello maggiore, che lo guardó con un'espressione di consenso.
"Insomma é uscita con me, poi con John, il che ho creduto di tirarmi indietro, peró spesso mi manda sms dove mi chiede di uscire, ma ne ha voglia solo se sto con gli altri del gruppo!"
"Indecisa la ragazza!"
"Io vorrei che scegliesse, o gli interesso io, o John giusto? Non può avere tutti e due! E io non sopporterei di uscire con una ragazza la quale piacciono due persone contemporaneamente!" La faccia di George aveva assunto un'espressione inorridita
"Poi...c'è da dire che questo comporta il fatto che tra me e quel tizio ci sia un odio quasi ingiustificato oserei dire....ho capito che é una brava persona in fondo e anche molto simpatico, e se lei non si decide ci scanneremo tutto il tempo, sai che questo non mi giova!"
"Certo, il lavoro e la scuola diventerebbero un inferno!"
"E sai anche che non mi piace avere astio con le persone! Quindi...cosa pensi della faccenda?"
"Non vorrei smontarti fratellino ma...credo che lei stia solo giocando con i tuoi sentimenti..e quelli dell'ormai ex coglione!" Rispose senza troppe cerimonie Richard, dando una pacca confortevole a Joj.
"Dici che lo fa apposta? La credi cosí maligna?"
"Mi hai chiesto un parere, questo è il mio! Ma tu ci devi parlare, quindi accetta di fare un uscita e dille tutto, poi la tua coscienza saprà che fare!"
George stette un po' con lo sguardo perso, a riflettere su ció che Richard gli aveva appena detto... no, Nagisa non poteva essere davvero così..cosí spregevole!"
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Erano le 23:45 quando George suonò il campanello di casa Harnon, i due avrebbero dovuto attaccare a lavoro a mezzanotte. 
"Ciao!" Disse un George pimpante, anche troppo per quell'orario...in genere il biondino andava a letto abbastanza presto, e si sentiva uno straccio.
"Quanto acido hai preso per stare cosí?" 
"Oh sembri uno zombie! Ce la farai a stare sveglio sul lavoro eh greco?" 
"Zitto, parli un po' troppo per i miei gusti!" Disse John chiudendo la porta dietro le sue spalle e avviandosi verso la stazione.
"John, John, me lo dici che é successo con Nagisa? Ti sei annoiatooo? Guarda che l'altra volta non mi hai risposto, quindi io l'ho capito che avevo ragione! A me non si raccontano balle!"
George sembrava un ragazzino di otto anni in preda ad una crisi di curiosità. Non faceva altro che passare da destra a sinistra rispetto a Harnon, e ogni tanto gli toccava la spalla per farlo girare dall'altra parte, come se non sapesse che era il minore che stava facendo il cretino
"Che palleeeee! Mr saputellosotuttoio, se lo vuoi sapere meglio di me come é andata con Nagisa, allora che me lo chiedi a fare eh? Se lo sai già!"
"Non hai negato!Non hai negato!" Sbarró gli occhi Joj, puntandogli un dito addosso.
"Dimmi perché, perché dovrei confidarmi con te?"
"Perché stai parlando con me Johnny!" Disse come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo, facendo un occhiolino malizioso verso il riccio. Gesto che fece diventare greco ancora piú imbarazzato di quanto non lo fosse stato prima per quel nomignolo. Quella notte il pivello era molto esaltato...
"John cosa?"
"Johnny! É un diminutivo del tuo nome...vabbé non diminutivo é..é, Johnny confidati con me e poi ti dico una cosa figa che ti interessa!"
"Non é che sei ubriaco?"
"Per nulla, ho preso un po'di caffé..qualche tazza... Sai amo dormire, non voglio farlo a lavoro però!"
"Dimmi la cosa figa!" 
"Solo se mi dici che ti sei annoiato con lei!"
"Non mi sono annoiato con lei!" .Bugia.
"Ok allora niente!"
John non insistette oltre, di sicuro non aveva proprio un bel niente di spettacolare da dirgli, era solo una tattica per farlo crollare, cosí da sfruttare i suoi punti deboli e accaparrarsi la sua amata.
"Posso tirarti un boccolo?" Chiese George con un faccino dolce.
"No!" A quella risposta il minore diede un piccolo pugno sulla spalla del biondino...che si giró con sguardo omicida, l'avrebbe davvero ucciso ora?Ma era cosí giovane e..e.. Ok forse il fatto che fossero arrivati al lavoro lo salvò.
"Primo: non muoverti da qui, aspettami prima di gironzolare, saltare e fare due piroette tra i vagoni!Devo un attimino fare qualcosa che a te non interessa. Secondo: calmati pivello, ti odio giá abbastanza, non complicare le cose facendo l'iperattivo fatto di LSD ok?"
"Che diamine di ragazzo stupido! Un giorno ti sorride sinceramente e l'altro ti spaccherebbe in due...penso che la percentuale di acqua nel suo corpo sia di gran lunga superata da quella dell'orgoglio!" Rifletté George, e dopo una lunga pausa annuì alle avvertenze dell'orgoglioso con fare distratto.
John andó per conto suo... col cavolo che lo avrebbe aspettato, ma chi si credeva di essere?La regina d'Inghilterra?! Tanto non gli importava nulla al maggiore chi c'era o chi non c'era sul vagone di non raccomandabile, lo avrebbe ucciso con le sue mani...quindi no, non era stato un gesto carino quello di chiedergli di andarci insieme alla stazione. Come aveva anche solo potuto credere che lo fosse?Preso dalla stizza inizió a chiedere i biglietti alle persone, che nonostante l'orario, erano molte..più o meno. In alcune cabine v'erano una decina di persone, in altre tre e certe erano desolate, come quella che stava percorrendo ora.
"Cazzo!" Urló George non appena le sue labbra furono colpite accidentalmente dal braccio di un ragazzo, forse poco piú grande di lui, che si stava dimenando dal suo giacchetto di pelle.
"Opps...scusa scusa, non l'ho fatto apposta! Ma siediti pure, ora cerco un fazzoletto..come mi dispiace!"
Gli aveva spaccato il labbro inferiore, come minimo doveva dargli un fazzoletto, cosí si sedette. Ma dal suo marsupio tiró fuori un coltellino, nemmeno il tempo di accorgersene che George si ritrovò con quel ferro affilato al collo e quel coglione che lo teneva stretto, dietro a lui.
"Ora tira fuori il portafogli!" Ordinó con aria minacciosa il teppista.
"I...io non, io non" Non si era mai trovato in una situazione del genere, e la sua razionalità non funzionava come avrebbe dovuto.
"Il portafogli scemo!" Insistette l'altro storcendogli con forza un braccio. Non glielo aveva rotto, ma cazzo che dolore. Aveva voglia di piangere, ma non doveva dargli una soddisfazione del genere no!
"N..non porto nulla con me, lasciami per favore!" Se avesse avuto i soldi glieli avrebbe dati di sicuro, non si sarebbe fatto scannare per qualche euro, il problema è che ne era uscito senza. Poi sentí la presa del ragazzo allentarsi su di lui.
"Che cazzo stai facendo pezzo di coglione!?" Era la voce di...la voce di John?Il teppistello lasciò la presa definitivamente e il biondino gli tirò un cazzotto dritto sul naso, e di tutta risposta quello gli diede un calcio in mezzo a...agli attributi insomma, prima di toccarsi la faccia tutto dolorante. George era li, immobilizzato e incapace di muoversi.
John si fece forza...nonostante stesse morendo dal dolore, si vedeva dal rossore negli occhi, lo prese per un braccio e per una fortunata coincidenza il treno fece la sua fermata.
"Vattene via coglione se non vuoi che ti ammazzi di botte, e non farti piú rivedere scendi!" Urló John, mentre l'altro lo fissava con aria di sfida.
"SCENDI CAZZO!" Ripeté il maggiore. E finalmente quello se ne andó.
"Sei un pezzo di deficiente, cosa cazzo vuol dire per te: Aspettami!?Ma sei un coglione? Completamente partito di testa, lo sai come ci si difende si o no? Mi vuoi guardare in faccia cazzo!?" Urló John, piú che arrabbiato, agitato, con ancora gli occhi rossi per il dolore. Il minore aveva gli occhi lucidi, era riuscito a non piangere, ma John aveva ragione, era un pezzo di deficiente! Alzó lo sguardo
"S..scusa Johnny!" Le lacrime stavano per uscire...se lo sentiva.
Il maggiore si avvicinó e guardando quel faccino triste si sentí in colpa.
"Forse l'ho aggredito un po'troppo" pensò risentito il biondo
"No, scusa io, che colpa ne hai te se..!" Cercó di tranquillizzare Joj, ma le lacrime non resistevano piú e uscirono dai suoi grandi occhi ambra leggermente all'ingiù e riabbassò lo sguardo
"No, no ora non piangere per favore!"sussurró John. Odiava la gente quando piangeva, quando qualcuno vicino a se lo faceva, rimaneva sempre impietrito e apparentemente indifferente e non curante. La veritá era che non sapeva come comportarsi, non sapeva mai che dire in situazioni delicate e quindi pensava di fare o dire qualcosa di ridicolo, e preferiva passare per l'insensibile.
"Si lo so scusa!" Disse fra le lacrime George, guardando il collega negli occhi
"Ti ha spaccato il labbro!"
"Lo so" fece per mordersi le labbra che sapevano di sangue.
"Deficente certo che lo sa!" Pensó John grattandosi il naso per l'imbarazzo. Ma l'altro gli sorrideva malinconicamente, quasi come capisse che non sapeva come comportarsi.
"Ehm, non piangere dai!" Sei un pezzo di cretino Harnon....beh forse un gesto confortante poteva anche farlo...piccolo piccolo.
Poggió delicatamente le sue mani sulle guance di George che lo fissava con uno sguardo cosí penetrante...certo aveva proprio degli occhi espressivi e giganteschi, come i suoi. Fece un movimento delicato con i pollici lungo le palpebre per poter togliere le sue lacrime.
"Che gesto stupido, merda!" Pensó il maggiore imbarazzato della sua azione, ma forse non aveva sbagliato modalitá di approccio..non lo sapeva era la prima volta che cercava di consolare qualcuno. George di tutta risposta dischiuse le labbra rendendo la sua espressione ancora piú dolce eh..."Cazzo e non guardarlo cosí!" Si maledisse John
"Hai bisogno di qualcosa?" George continuava a fissarlo e disse sorridendo
"Un abbraccio"
"Oh eee..io...io intendevo, beh ecco vedi, io dicevo che..." togli le tue mani sul suo volto cazzooooo!
"Io non intendevo quel tipo di..cioé vuoi un caffè oppure un the, il latte, oh.." Si chiarí imbarazzatissimo John
"Oh, io non...ahaha. Dio scusa!" Rispose George aprendo leggermente di piú i suoi occhi. Cavolo quanto erano belli.
"Cazzo!" Scattó John togliendo finalmente le sue mani dalle guance del minore.
"Che c'è?" Chiese preoccupato George
"C'é che se mi rifai un'espressione del genere muoio di diabete mio Dio, ecco che c'è scemo!" Pensó greco
"N..nulla!"si riprese il maggiore 
"Ti ha fatto male..li?"
"Abbastanza...e quindi cosa.."
"Grazie!" Disse il pivello tirandogli un riccio dorato
"Oh ehm si..io non, cioè dicevo, quindi cosa vuoi tra quello che ti ho detto prima?"
"Tutto quello che ti pare"
L'altro non rispose
"O ehm giuro che i soldi te li riporto non appena ci rivediamo, tranquillo!"
"Uhm..che? Ma per chi mi hai preso?Non me li devi ridare!" Rispose John allontanandosi per andare a prendere una bevanda al distributore. Prese una cioccolata calda ma quando tornó:
"Hey Joj se vuoi ti aiuto lo stesso a fare i disegni di geome...Joj..Joj?"
Ma il minore era piombato in un sonno profondo, e la cioccolata la bevve il biondino
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Salve! Spero che stia piacendo la storia, a me sta solo venendo il diabete a furia di scrivere. Se lasciaste una recensioncina ne sarei commossa ^.^
  
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