Sento il sangue.
Tra le nostre mani, solo il sangue. La tua voce ovattata, suona metallica nei miei pensieri. Stiamo correndo, in una giornata d'estate tra i temporali e le sudate infinite, stiamo correndo.
Per tutto il tempo ho avuto paura di dirtelo e di guardarti. In parte per l'alito, dall'altra per la tristezza.
Ho avuto paura a dirti che siamo morti.
Che siamo morti e non ce ne siamo accorti.
Ho avuto paura per noi.
Noi che siamo Dei e Carnefici, che ci siamo uccisi da soli.
Sento il tuo respiro, che č fragile. Il tuo respiro freddo.
Quando stavamo correndo tra quei residence spuntati dal nulla ed i parcheggi multipiano, nei bagni e sotto i cornicioni dai quali sputavano le anime perse mi sono accorto che il tempo č formato da fotogrammi, che l'unica religione č credere nel niente e che l'inferno sono gli altri.
Amen