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Autore: LorasWeasley    26/07/2015    8 recensioni
AU [solangelo]
"Finirai per odiarmi, lo so. Alla fine di tutto mi odierai come non hai mai odiato nessuno in vita tua"
...
"-Will … Non dovresti fidarti di me. Non farlo.
La risposta non arrivò subito, ci mise diversi secondi, anche questa non era più che un sussurro.
-Troppo tardi piccoletto."
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Quasi tutti, Will Solace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Nico si guardò allo specchio facendo una smorfia.
Doveva continuare a ripetersi che lo stava facendo solo per il cellulare nuovo.
Ne aveva assolutamente bisogno visto che il suo vecchio amico era definitivamente morto una settimana prima dopo quattro anni di onorato servizio.
Se smetteva di motivarsi era sicuro che si sarebbe strappato di dosso quello schifo entro due secondi.
Okay, era vestito di nero, ma era anche stramaledettamente elegante.
I pantaloni gessati, la giacca e la cravatta sopra la camicia bianca.
Nico si definì veramente inguardabile.
Non sembrava neanche che avesse più 17 anni.
In quel momento Hazel entrò nella stanza e lo scrutò per bene.
-Sei bellissimo, fratellino.
-Sono orrendo.
Hazel sembrò non sentirlo.
-Però forse ti devi aggiustare meglio i capelli…
-Alt!- Nico alzò la braccia formando una x davanti la sua faccia – Quelli non si toccano.
La ragazza sbuffò facendo volare un riccio che aveva davanti la faccia.
-Come vuoi, adesso sbrigati, papà ti sta aspettando, dice che farete tardi.
 
Suo padre posteggiò li vicino, non proprio davanti l’enorme villa, Nico non poteva di certo fare vedere che scendeva da quella macchina.
Prima che andasse via gli parlò, continuando a tenere lo sguardo puntato sulla villa.
-Ricorda tutto quello che devi fare. Tutto. Poi ti puoi anche divertire.
Nico annuì, aprì lo sportello.
-Non dimenticare, tu sei Percy Jackson.
Il ragazzo annuì un’ultima volta prima di chiudersi lo sportello alle spalle e dirigersi verso la sua meta.
Dentro era veramente favoloso e immenso. Solo il giardino e le terrazze esterne erano grandi quanto l’intero quartiere dove abitava.
L’interno era ancora più grande e lussuoso. Marmi, scale e lampadari di cristallo.
Nico gironzolò un po’ in giro cercando di capire com’era più o meno strutturata quella villa.
Accetto anche un bicchiere di champagne e quasi si strozzò con il primo sorso quando lo vide.
Era esattamente come lo ricordava, se non ancora più bello con il suo completo bianco.
Non lo vedeva da quella notte di cinque mesi prima.
 
Quando si svegliò la prima cosa che il suo cervello concepì fu: Bianco.
Era in una stanza bianca, steso in un letto completamente bianco.
Le sue mani erano così pallide quasi da mimetizzarsi con il lenzuolo.
Era anche vestito di bianco.
Notò che nel braccio aveva infilato l’ago di una flebo.
Iniziò ad agitarsi, cercò di mettersi seduto, ma un tremendo dolore al fianco lo fece stendere di nuovo.
C’era Hazel seduta accanto a lui, non l’aveva notata subito, ma dopo il suo mugolio di dolore la ragazza si era svegliata di colpo, sicuramente non era molto profondo il suo sonno.
-Hey, stai calmo, non agitarti.
-Cosa … cosa è successo?- Biascicò seguendo il consiglio della sorella.
Ad Hazel si riempirono gli occhi di lacrime – Dormi da due giorni, mi hai fatto preoccupare così tanto! Non ricordi proprio nulla?
Nico si sforzò e a quel punto gli tornarono in mente tutti gli avvenimenti di quella sera.
Rabbrividì al solo pensiero.
-Come sto?
-Sei un po’ bruciacchiato, ma non è nulla di grave, ti ha preso il fianco e le fiamme si sono estinte prima che potessero fare dei seri danni. Penso che comunque la cicatrice ti resterà per sempre.
-Fantastico- borbottò il ragazzo – Posso vederla?
Hazel scosse la testa – Per adesso è fasciata.
Poi gli prese delicatamente la mano destra e gli mostrò il palmo, era rosso anche quello.
-Questa fa tanto male?
Nico provò a muoverla, non faceva male come il fianco, ma era abbastanza rigida, i movimenti gli venivano male.
-L’ho solo usata per spegnere il fuoco, il colpo peggiore l’ha preso il fianco, quindi in confronto non sento nulla.
Hazel annuì, restarono un altro po’ in silenzio.
-Senti- disse infine – è successo un bel casino con la polizia, si sono inventati una bella storia e forse ci hanno creduto, ma devi confermare questa versione.
Nico non rispose, aspettando che la sorella continuasse.
-Tu non eri li a lavorare, eri in giro ed eri curioso, hai sorpassato le transenne e sei andato a vedere cosa stessero facendo, loro ti hanno urlato di non avvicinarti ma tu non li hai ascoltati.
-Sono il ribelle, cattivo ragazzo della situazione praticamente.
-Più o meno, poi insomma è andato tutto storto ma questo solo per colpa tua, quindi nessuno di loro ha colpa. Non vogliono finire nei guai, soprattutto papà, devi solo confermare questa versione quando ti sentirai meglio.
Certo, quale storia è migliore di un sedicenne ribelle con istinti di suicidio, per distogliere i sospetti da cose illegali?
-E i testimoni?
-Quali testimoni?
-Non ce n’erano? Nessuno mi ha visto li tranne quelli che stavano facendo partire i fuochi d’artificio? E’ impossibile da credere.
-C’erano quelli della croce rossa, quelli che poi ti hanno subito portato in ospedale, erano una donna e due uomini, nessuno di loro era concentrato su di te, non hanno una versione diversa da raccontare. In tutto quel casino hanno ammesso anche loro di non ricordare bene come sono avvenuti i fatti.
-Non c’era un ragazzo?
-Un ragazzo?
-Si, più o meno della nostra età.
-No Nico, nessun ragazzo, forse te lo sei immaginato.
 
Non se l’era immaginato. Nico ne era perfettamente consapevole.
Non uscì più quell’argomento per cinque mesi.
E adesso eccolo li, a pochi passi da lui, la prova schiacciante che non era solo frutto della sua immaginazione.
  
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