Anime & Manga > Lupin III
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Autore: monsieur Bordeaux    27/07/2015    1 recensioni
Sembra incredibile, ma Lupin è stato catturato e adesso è bloccato dietro le sbarre! Ma non è stato acciuffato dalla polizia, ma bensì da Balalaika, la nota mafiosa a capo del cartello russo di Roanapur. Ma che ci faceva da quelle parti il noto ladro, in quel paese affacciato sul mare della Thailandia e corrotto fino al midollo? Bhe, forse era lì per uno dei suoi incredibili furti... forse...
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jigen Daisuke, Lupin III, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - Un bar poco tranquillo


Il giorno in cui Lupin fu catturato da Balalaika, a Roanapur non si parlava d'altro. Nessuno aveva confermato quella notizia, ma, di fatto, le varie voci che circolavano l'avevano fatta diventare quasi ufficiale. L'interesse sull'argomento era tale che ben presto in città giunsero molti curiosi, tra i quali spiccava uno per il suo comportamento: a differenza degli altri, per tutto il tempo rimase freddo e distaccato, mostrando una calma quasi irreale in quella situazione.
Di origini giapponesi, l'uomo appena arrivato a Roanapur era vestito in maniera particolare: indossava un kimono azzurro, un paio di pantaloni blu e dei sandali, tutti rigorosamente tradizionali. Sulla sua mano destra stringeva un basIltone, che in realtà nascondeva una lama molto affilata. Si trattava di Goemon, l'ultimo elemento della banda Lupin, che si era messo in viaggio appena gli fu possibile.
Lo spadaccino arrivò al porto la notte in cui il ladro era stato catturato e quasi subito si mise alla ricerca di Jigen. Lo trovò, quasi un'ora dopo, all'interno di un noto locale della zona, chiamato "Yellow Flag". Facendosi largo tra la clientela del bar, la cui maggior parte erano dei tizi poco raccomandabili, alla fine Goemon rivide il pistolero. Era seduto in una zona appartata del locale, con davanti a sé un bicchiere vuoto. Al suo interno vi erano rimasti solo alcuni cubetti di ghiaccio, segno che in precedenza aveva bevuto qualcosa di forte. Sembrava molto pensieroso e allo stesso tempo fissava in continuazione il bicchiere, come se fosse tormentato da qualche dubbio. Con molta discrezione, Goemon gli si avvicinò e si sedette di fronte a lui.
«C'è stato qualche problema, Jigen?»
«Sì. Un paio di imprevisti che non avevamo considerato...» rispose il pistolero. Mentre parlava, lo spadaccino notò che Jigen si era massaggiato il braccio sinistro. Doveva essere rimasto ferito in qualche scontro, in effetti aveva l'aria di chi aveva subito una brutta batosta.
«E' molto dolorante quel braccio?»
«Non più di tanto. Per mia fortuna, ho trovato un medico che mi ha fasciato le ferite senza farmi troppe domande. Con quello che mi è successo oggi, tutto sommato mi è andata bene...»
Prima di continuare con la sua spiegazione, Jigen si prese un attimo di paura e proprio in quel momento qualcuno, aprendo rumorosamente le porte del bar, attirò l'attenzione di tutti i presenti. Inizialmente era coperto dalla gente presente nel locale, ma appena il nuovo arrivato si presentò al bancone, Jigen e Goemon rimasero senza parole. Il suo impermeabile marrone e il suo cappellaccio erano inconfondibile: non sapevano come, ma l'ispettore Zenigata era già arrivato a Roanapur.
L'uomo di mezz'età, che per Lupin rappresentava una vera e propria spina nel fianco, erano ormai anni che tentava di arrestare il noto ladro, ma nonostante i numerosi fallimenti, era sempre alle sue calcagna o quasi. Appena gli fu possibile, l'ispettore si mise a parlare con il barista e gli mostrò una foto segnaletica di Lupin, iniziando poi a fare domande anche ai suoi clienti. Nonostante i suoi sforzi, nessuno era disposto ad aiutarlo, esattamente come gli era capitato al distretto di polizia di Roanapur. Anche se gli era difficile da ammettere, era chiaro che pure i poliziotti, da quelle parti, erano corrotti.
Per nulla arrendevole, Zenigata continuò ad insistere per avere delle informazioni, ma ad un certo punto fu costretto a fermarsi. Un uomo dal fisico robusto, e piuttosto serio in volto, gli era apparso davanti e gli ordinò, senza mezzi termini, di smetterla con le sue domande. Forse l'ispettore non se n'era accorto, ma Jigen notò che quell'uomo indossava una divisa militare e che molto probabilmente si trattava di un sottoposto di Balalaika. Zenigata si era messo in un bel pasticcio...
Anche se un po' intimidito dall'avvertimento appena ricevuto, l'ispettore lo ignorò e proseguì con le sue indagini, lasciandosi alle spalle il militare. A quel punto l'uomo di Balalaika si arrabbiò e prese un po' di spazio per colpire con un pugno l'ispettore. Zenigata però si era accorto di quella mossa e in lampo gli afferrò il braccio. Poi, usando tutta la forza che aveva, lo sollevò fino a gettarlo contro uno dei tavoli del locale.
Da quel momento in poi nel bar si scatenò un vero e proprio caos, il tutto sotto gli occhi impotenti del barista, che invano tentò di calmare i suoi clienti. Approfittando di tutta quella confusione, Jigen e Goemon uscirono di corsa da una porta secondaria, avendo cura di passare inosservati.

Una volta trovato un luogo sicuro, all'interno di un vicolo, Jigen riprese il suo discorso e raccontò come lui e Lupin erano giunti a Roanapur. Ma appena il pistolero accennò qualche frase, Goemon scosse la testa e con aria amareggiata commentò: «Mi hai deluso, Jigen...»
«Che vuoi dire?» domandò l'interessato.
«Sono passate ore dalla cattura di Lupin e tu non hai fatto niente per aiutarlo. Ti credevo suo amico.»
«Ehi, stammi a sentire! Lui ha deciso di farsi catturare e mi ha ripetuto più volte di non fare niente, finché non avrei ricevuto sue notizie!» replicò Jigen con forza.
«Eh? Vuoi dirmi che Lupin aveva previsto tutto ciò?»
«Sì, più o meno. Glielo avevo detto che potevano esserci altri modi per entrare in quel posto, ma Lupin non mi ha voluto darmi retta... quel testone!»
«Di quale posto stai parlando?»
«Dell'Hotel Moscow. E' lì che si trova la perla che Lupin vuole rubare!»
«Ma se sapevate dov'era la perla, perché non ha usato i soliti metodi per entrare?»
«Per due motivi. Per prima cosa, ci sono troppe persone ben addestrate in quel posto, è più sorvegliato di una base militare. Inoltre dovevamo in qualche modo distrarre il loro capo, Balalaika, e direi che la storia del furto ha funzionato a dovere!»
«Però ancora non capisco perché Lupin abbia voluto farsi catturare così facilmente» commentò lo spadaccino, sollevando qualche dubbio.
«Forse perché non ti ho raccontato un dettaglio fondamentale: Balalaika non sa che dentro il Moscow Hotel c'è la perla che stiamo cercando!»
Solo in quel momento Goemon intuì, a grandi linee, il piano che aveva progettato Lupin per quel furto. Era stato molto temerario a prendere una decisione del genere, ma in fondo faceva parte del suo carattere osare così tanto.
«Capisco. Facendosi catturare per la storia del furto, Lupin ha evitato che Balalaika scoprisse il suo vero obiettivo...»
«Precisamente. Abbiamo saputo che in passato un ladro, per evitare di essere preso con la perla, l'aveva nascosta tra le fondamenta di quello che poi sarebbe diventato il Moscow Hotel. Ma poco dopo è stato arrestato, e ciò ci ha fatto arrivare ad una semplice conclusione: la perla è ancora al suo posto, sepolta da qualche parte nel covo di Balalaika.»
«Speriamo che riesca a trovarla.»
«Io non sono preoccupato se Lupin riuscirà a trovare la perla o no.
Il vero problema è un altro: riuscirà nel suo intento prima che i russi perdano la pazienza? Per lui questa è una dannata corsa contro il tempo...»
Dopo aver spiegato a Goemon perché non era andato a salvare il suo amico, Jigen riprese il racconto che aveva interrotto in precedenza.
Quel pomeriggio, dopo aver abbandonato le casse sull'isola disabitata, lui e Lupin erano entrati nel porto di Roanapur, costeggiando la costa come avevano programmato. Una volta attaccato ad uno dei moli, i due si incamminarono verso la periferia, in direzione di un motel che avevano scelto come rifugio. Ma appena i due uomini uscirono dal porto, Jigen notò qualcosa di strano alle sue spalle: due individui, col volto coperto e dall'aspetto poco raccomandabile, li stavano pedinando. Con un cenno della mano, il pistolero avvertì Lupin del pericolo, prendendolo un po' alla sprovvista. Il ladro dalla giacca rossa, avendo una grossa taglia, sapeva che sarebbe stato rischioso mettere piede a Roanapur, ma di certo non avrebbe mai pensato di diventare un bersaglio appena giunto in città!
Rimanendo calmi e ad una certa distanza dai loro inseguitori, Lupin e Jigen proseguirono la loro camminata per le strade di Roanapur, cercando allo stesso tempo una possibile via di fuga. La loro attenzione cadde su un'automobile nera, che da qualche secondo si era fermata vicino al marciapiede. Era un vecchio modello ormai fuori produzione da anni, ma per quello che avevano in mente di fare andava benissimo.
Senza pensarci su due volte, Lupin tirò fuori il conducente dal sedile e avviò il motore, dando il tempo a Jigen di salire a bordo dalla parte opposta. Appena fu pronto, il ladro dalla giacca rossa schiacciò a fondo il pedale dell'acceleratore, partendo con una vistosa derapata. I due inseguitori, temendo di perderli, tornarono indietro e nel giro di pochi secondi riapparvero a bordo di un potente fuoristrada, pronti a recuperare il tempo perduto sui due fuggiaschi.
Dopo aver superato qualche auto, in poco tempo Lupin si ritrovò fuori dal centro abitato di Roanapur, spingendo più che poteva il veicolo appena rubato. Nel tentativo di seminare i suoi inseguitori, il ladro prese una strada di montagna, nella speranza di trovare un nascondiglio tra le giungla che cresceva attorno alla città. Guidando come un matto su quella via scivolosa e piena di curve, Lupin provò ad aumentare la distanza tra lui e il fuoristrada dei suoi inseguitori, ma all'improvviso si ritrovò davanti un ostacolo. In mezzo alla carreggiata apparve una grossa buca, che occupava quasi tutta la strada, e alla disperata il ladro provò a svoltare per scansarla.
Ma purtroppo non ci riuscì. La macchina, a gran velocità, prese in pieno il fosso e fece un lungo salto, atterrando in maniera violenta qualche metro più avanti. Appena Lupin riprese in mano il controllo dell'auto, si rese subito conto che era inguidabile: le sospensioni aveva ceduto e il semiasse anteriore si era spezzato di netto, causando numerose scintille sull'asfalto. Una volta controllato che il suo compare stesse bene, il ladro dalla giacca rossa abbandonò in fretta e furia l'auto e invitò Jigen a seguirlo mentre si dirigeva verso la giungla. Non era granché come piano, ma in quel preciso istante era l'unica cosa sensata che si poteva fare.


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