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Autore: Stella cadente    27/07/2015    6 recensioni
Francia, 1482:
Parigi è una città che nasconde mille segreti, mille storie, mille volti e mille intrecci.
Claudie Frollo è un giudice donna che tiene alla sua carriera più di ogni altra cosa al mondo.
Olympe de Chateaupers è una giovane ragazza da poco al servizio del giudice e, sebbene sia spavalda e forte, si sente sempre sottopressione sotto lo sguardo austero di quella donna cinica ed esigente.
Nina è una semplice ragazza di quindici anni, confinata nella cattedrale a causa di un inconfessabile segreto..
L’arrivo di Eymeric, un giovane ramingo gitano, sconvolgerà le vite di queste tre donne, in un modo diverso per ognuna.
Ma alla fine, di quali altri segreti sarà testimone Parigi?
Genere: Fantasy, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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XIII.
Iudex ergo cum sedebit, nihil inultum remanebit – parte II
 

Nina
 
 
Avevo atteso notizie di Eymeric durante tutta la notte. Olympe si era offerta di andare in perlustrazione presso la residenza di Frollo, vicino al Palazzo di Giustizia, ma ancora non faceva ritorno e questo mi preoccupava.
Avevo visto Parigi cambiare: l’avevo vista al buio – quello stesso buio in cui era impossibile vedere qualunque cosa – e poi rischiararsi, fino a che il cielo non aveva assunto un celeste delicato e appena accennato, con il cuore in tumulto.
Poi la vidi. La vidi all’alba, quando il sole faceva appena capolino sopra i tetti di ardesia delle case parigine, attraversare il Sagrato di corsa, come in preda al panico.
E mi precipitai subito giù, senza indugiare solo un altro secondo.
 
 
«Olympe! » la chiamai. «Olympe! Che cosa è successo?»
La ragazza aveva un’espressione mortificata. Sembrava che non riuscisse nemmeno a parlare; i suoi occhi azzurro cielo erano persi nel vuoto. Gli occhi di una persona impaurita.
Entrambe restammo in silenzio per un tempo che mi sembrò interminabile, poi la mia amica ruppe la tensione che si era venuta a creare. La sua voce era appena percettibile, il sussurro di chi ha le forze totalmente prosciugate.
«Nina» disse. «L’ha preso.»
«Cosa?» feci, inorridita.
Olympe deglutì, poi mi fissò con uno sguardo intriso di quello che sembrava panico.
«Non ce l’ha fatta a scappare. L’ha preso.»
Il mio cuore perse un battito.
«Frollo ha preso Eymeric. E ora sta venendo qui.»
La fissai, smarrita.
«Qui?»
«Sì. Ci sta cercando. Vuole anche me e te.»
«Devi nasconderti. Subito» mi affrettai a dire. «Ma non andare nei sotterranei: potrebbe aver messo delle guardie lì.»
Olympe annuì, poi iniziò a guardarsi intorno.
«Là» feci, indicandole la porta dell’alloggio segreto in cui avevo nascosto Eymeric.
Lei mi fece un cenno di ringraziamento e smosse la porta dalle mura.
«Nina» mi chiamò.
«Sì?»
«Buona fortuna.»
Feci un sorriso un po’ tirato: «Grazie» dissi, prima di vederla sparire dietro la pietra.
Poi mi recai alla finestra della mia stanza.
E attraverso le vetrate, vidi Claudie Frollo sotto la cattedrale. Da sola.
Per un attimo credetti che sarebbe salita e che avremmo parlato faccia a faccia, nel modo peggiore. Invece mi fissò, e dopo poco, mi fece cenno di scendere.
 
 
 
****
 
 
Mi ero preparata in tutta fretta, e dopo essermi accertata di aver relegato a dovere Olympe nella celletta di Eymeric, ero scesa lungo le scale della cattedrale con le gambe molli e le mani che tremavano. Solo con uno sguardo della mia tutrice avevo capito quale sarebbe stato il tenore della conversazione, ed avevo paura.
Quando uscii fuori, già a pochi metri di distanza la vidi osservarmi con la sua faccia più tetra. Mi sentivo piccola sotto quegli occhi di ghiaccio, che alla strana luce di quell’alba parigina sembravano quasi grigi, come il cielo vagamente nuvoloso che sovrastava le nostre teste. Arrivai davanti a lei con la testa china, senza il coraggio di guardarla in viso.
«Che giornata singolare, non trovi, Nina? Sole e nubi: una strana combinazione, non ti pare?» esordì Frollo, guardandomi dall’alto in basso con un sorrisetto che non mi piaceva per niente. Sembrava accecata dalla rabbia, una rabbia malcelata, trattenuta e a breve destinata ad esplodere.
Sebbene la conoscessi benissimo, non l’avevo mai vista così. E mi inquietava.
«S... sì, signora» assentii, sotto il suo sguardo inquisitore. «Davvero molto strana.»
Silenzio.
«Come mai siete qui a quest’ora? » chiesi, con un filo di voce.
«Oh» fece lei «ho sempre del tempo per passare un momento con te, mia cara. Ma stavolta ho da porti una domanda molto importante.»
Rabbrividii.
«Quale?»
Alzai lo sguardo, timorosa.
Frollo mi fissava come a volermi trafiggere, un sopracciglio arcuato, l’altro aggrottato, formando un’espressione arcigna e sospettosa al tempo stesso, come se avesse già capito tutto ma volesse comunque una conferma.
«Più che una domanda, è una constatazione, in realtà. Credo... che mi nascondi qualcosa.»
Ebbi un flash.
 
«Perché ho la netta sensazione che tu mi nasconda qualcosa?»
«N... non saprei signora» balbettai.
 
«N... no signora».
«Stai tremando, ragazza».
«E'... è il freddo» mi giustificai. «Sapete, siamo in gennaio.»
Lei rimase per un secondo in silenzio, poi disse, con voce tagliente:
«So che hai nascosto lo zingaro, Nina.»
Sussultai.
«E finora io ho distrutto mezza Parigi per colpa tua, mentre tu lo hai aiutato a scappare
Non sapevo se la voce della mia tutrice fosse più temibile fredda e tranquilla, come era prima, o alta e violenta, come era adesso.
Mi allontanai di qualche passo, inorridita.
«Ma... ma lui è stato gentile con me» tentai di dire.
«Sei un’idiota! Non era gentilezza, era furbizia, è uno zingaro! Gli zingari non sono capaci di vero amore!»
Adesso ero paralizzata dal terrore, inchiodata sul lastricato della piazza di fronte a Notre-Dame, che torreggiava grande e severa su di me, esattamente come Frollo.
Guardai la mia tutrice: aveva gli occhi fuori dalle orbite, la bocca serrata in una smorfia di follia pura e i capelli neri – di solito così ben acconciati e curati – con varie ciocche fuori posto.
Non sapevo come comportarmi; quella donna riusciva sempre a mettermi in soggezione. Sebbene non mi toccasse mai neanche con un dito, riusciva ad esercitare un certo timore su di me. Non ricevevo mai percosse, né punizioni particolarmente gravi, perché con solo una parola Frollo era in grado di farmi confessare tutto e subito, neanche fossi sotto tortura all’Inquisizione.
«E sei anche andata alla Festa dei Folli con lui, quando io ti avevo avvertito – io ti avevo avvertito! – di non uscire mai e poi mai dalla cattedrale! Non solo mi hai disobbedito, ma sei anche stata con la feccia della feccia dell’umanità! Dovrei mandarti direttamente alla forca per questo!» esplose, con gli occhi che mandavano lampi.
Una lacrima sfuggì al mio controllo, ma la mia tutrice sembrò non curarsene.
Si schiarì invece la voce e, così come era esplosa, tornò la Claudie Frollo di sempre, calma e glaciale.
«Ovviamente saprai che non potrò passare sopra a tutto ciò senza un provvedimento» disse, seria.
«Sì, signora.»
«Molto bene. Torna al campanile, adesso. E restaci» concluse, con voce grave.
Annuii e le voltai le spalle.
«Non ho finito.»
Mi girai di nuovo verso di lei.
Frollo mi fissò per un istante che mi parve immenso, poi decretò:
«Niente cibo per tre giorni. C’è una lezione da imparare, qui.»
«Mi sembra giusto, signora» mi limitai a dire. «Con permesso» mi congedai.
Ma mentre ero sul sagrato, mi venne in mente che...
Dov’è Eymeric?
Mi voltai, dicendo:
«Signora, che ne avete fatto dello zingaro Eymeric?»
Ma di Frollo restava solo la carrozza, che si muoveva lenta in lontananza.
 

 


Salve, plebei *Claudie Time*
Dunque, eccoci con la seconda parte di “Iudex ergo cum sedebit, nihil inultum remanebit” :D solo a me Frollo sembra alquanto terrificante, qui?
Non lo so, mi inquieta il modo in cui si comporta con Nina. C’è anche da dire che ho voluto, in un certo senso, ricalcare una delle scene del film (quando Frollo rimprovera Quasimodo per aver aiutato Esmeralda a scappare), ma boh, mi sentivo in soggezione io al posto di Nina.
Va beh, paranoie mie – ossia di una scrittrice fuori di testa ahah.
Dunque! Siamo arrivati ad un punto della storia in cui Claudie fa leggermente macello (quando mai non lo fa? Ma questi sono dettagli); ha scoperto che finora le sue ricerche sono state vane, e ovviamente  è alquanto furiosa (ma giusto un pochino eh...). Nina è sempre più sulle spine, ed ora che la tutrice ha scoperto tutto, quel poco di libertà che aveva assaporato appena le è stato privato bruscamente. Povera ragazza :(
Olympe invece per ora se ne sta nascosta e non sappiamo come sono le cose dal suo punto di vista, ma non temete, il prossimo capitolo sarà proprio su di lei.
Detto questo, spero come al solito che vi sia piaciuto :)
Alla prossima,
Stella cadente
 

 
  
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