Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: gateship    27/07/2015    2 recensioni
Un prompt al giorno per 30 giorni, tutto decisamente Johnlock.
27. On one of their birthdays​ - Si accucciò sull'erba, strisciando fino a raggiungere il tronco di un albero caduto per riposizionare la canna dell'arma. Poi ci fu un sibilo, e qualcosa lo colpì alla spalla.
28. Doing something ridiculous - (09:48) Non smetterò di scriverti stupidi SMS finchè non ti prenderai il disturbo di rispondere al tuo ragazzo. - SH
29. Doing something sweet - La mia famiglia è composta da tre idioti e un cane.
30. Doing something hot - John gemette, la tensione dell'ultimo caso che gli si scaricava tutta d'un colpo, rilassandosi sul tappetino, “Non so cosa sia, ma funziona ogni volta.”
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Venticinquesimo prompt:
Gazing into eachothers's eyes (more or less)




Si dicono tante cose sul tempo.
Si dice che sbiadisca i ricordi fino a farli diventare solo brandelli senza senso di memoria.
Si dice che lenisca le ferite, aiuti a dimenticare, a perdonare.

La verità è che due anni sono tanti, lo sono per chiunque. 750 giorni, 16 ore, 26 minuti e 34 secondi.
In un lasso di tempo così ampio molte cose vanno perdute, parole, frasi, sensazioni, emozioni, pensieri, cicatrici, ricordi.
Erano tante le cose che Sherlock, disperso in Serbia chissà dove, aveva dimenticato, abbandonato a malincuore in stanze sigillate del suo palazzo mentale.
Il sapore del tea della signora Hudson.
Il tono della voce di Greg Lestrade.
Cosa Anderson gli aveva detto in quel collegio.
L'odore asettico delle camere mortuarie del Bart's.
Il tessuto dei vestiti di Molly.
Il calore del breve contatto che aveva avuto con Mycroft prima di partire.

Ma tra i meandri del suo palazzo mentale, c'era una porticina in legno di quercia, con una piccola incisione “John Watson.”
E dentro quella camera c'era tutto, ordinato in scaffali, cassetti e armadi. Metodico. Sulla sinistra c'era quello che lui e John si erano detti. Non i momenti più importanti. 
Le piccole cose che tanto gli mancavano.
Al centro, in bella vista si ereggeva il contenitore in frassino. Quello delle emozioni. Un insieme di sensazioni che aveva provato e parole come “amore”, delle quali ancora non riusciva a comprendere il significato.
A destra c'era un armadio bloccato, recava la scritta: “Aspetto fisico.”
Erano tante le cose che non ricordava, quanto fosse realmente basso, il colore della sua pelle, il suo odore.
Ma c'era un cassettino, in fondo, verso la fine dell'ordinata stanza. Lì c'erano i suoi occhi. Grigi e azzurri. Il cielo e il mare in tempesta.
Quello che non poteva scordarsi, mai.
Lo sguardo di John quando era saltato, quello che lo perseguitava la notte e che sembrava essere in ogni viso di giorno.
Blu, grigio, verde verso la pupilla color ossidiana.
Quegli occhi che volevano trafiggerlo, picchiarlo e abbracciarlo.
Quegli occhi appartenenti ad un corpo il cui ricordo diventava ogni giorno sfuggente.
Ma no, non lo avrebbe dimenticato.
Passò una mano sul piccolo mobiletto, lasciando una scia sulla polvere presente nella stanza, “Ci vediamo presto, John Watson.”
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: gateship