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Autore: Natalja_Aljona    27/07/2015    2 recensioni
Novosibirsk, 2013.
Aljona Sergeevna Dostoevskaja e Lev Fëdorovič Puškin, l’aspirante pattinatrice e l’ex terrorista.
Lei quindici anni di sogni, lui ventidue anni di illusioni.
Lei scandalosamente bionda, coraggiosa e incosciente come poche.
Lui troppo impulsivo e troppo innamorato.
Lei frequenta il penultimo anno del Ginnasio, lui ha passato sei anni in carcere per un attentato a Putin.
Perché lui davvero non ci riusciva, a non idealizzare quel Paese, quella Siberia feroce e opprimente, il cuore bianco e grigio della sua Russia sanguinaria e corrotta, a non cullare l'illusione di una Patria gloriosa sotto le macerie della violenza fine a se stessa e le sue stesse cicatrici di ragazzino che credeva ciecamente nel suo mondo immaginario, nei suoi miti bellissimi e impossibili, perché non c'era davvero quella gloria, non c'era davvero quella Patria.
Non c'era davvero quella luce, c'erano solo loro.
Lev con la pelle mangiata dalla prigione e il cuore rubato da Aljona e Aljona fatta di ghiaccio, musica, libri e capelli.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Centodiciannove

I kept my faith, I still believe

Ho mantenuto la mia fede, credo ancora
Then one fateful night changed our lives and made a memory

Poi una notte fatale ha cambiato le nostre vite ed è diventata un ricordo

(Prima Parte)


There's something about you
I want to rescue
I don't even know you
So what does that mean?
Maybe I'm cynical
I'm painfully logical
You're tragic and beautiful
And that's good enough for me
You're looking for a hero

But it's just my old tattoo
Tonight I swear I'd sell my soul

To be a hero for you


C'è qualcosa di te

Che voglio salvare

Non ti conosco neanche

Quindi cosa significa questo?

Forse sono cinico

Dolorosamente logico

Tu sei tragica e bellissima

E questo è abbastanza per me

Tu cerchi un eroe

Ma è solo il mio vecchio tatuaggio

Stanotte giuro che venderei la mia anima

Per essere un eroe per te

(Superman Tonight, Bon Jovi)


-Aljonka, tienilo lontano da loro, ti prego. Ti prego. Non perché ad averne la possibilità non li ammazzerei anch'io, ma perché, sai com'è... È il mio matrimonio. E loro sarebbero i fratelli di mia moglie-
-Sicuro di non poterli ammazzare? Pensaci, una cosa veloce prima della cerimonia... Io dirò che sei stato tutto il tempo con me a confezionare le bomboniere-
-Oh, ma perché sei inutile come Lev? Siete così insopportabilmente identici, perché vi siete sposati? Non le abbiamo neanche, le bomboniere! E no, purtroppo non posso davvero ammazzarli-
-Ma perché no? Davvero, ti aiuto io!-
-Sai cosa stavo pensando, Al? Tu e Lev non siete parenti di Zinaida. Quindi, tutt'al più, potrei ammazzare voi due-
-Lev non ti conviene, è il tuo testimone. Me sì, anche se sarebbe uno spreco, sono di gran lunga troppo giovane e bella per morire. E se lo facessi Lev ucciderebbe te, te l'assicuro. Ma nessuno ucciderebbe lui.
Perché lui è il mio eroe-
-Uno spreco di spazio e di ossigeno, ecco cosa sei. Al tuo posto al tavolo avrei potuto metterci un bel portatovaglioli, o, che ne so, perfino un vassoio di bomboniere, perché anche se Lev dice che mordono magari sarebbero carine, e invece no, dobbiamo tenerci la pattinatrice megalomane che potrebbe soffocare qualche invitato con un colpo di capelli. Ma perché Lev non ti chiude in un armadio, eh?-
-Perché gli stropiccerei le camicie, suppongo-
La cosa più bella del parlare con Aljona era che arrivava sempre un momento del loro discorso in cui Nikolaj realizzava che non era sua moglie, non vivevano insieme e non erano nemmeno parenti.
Allora il sollievo era così grande che l'avrebbe perfino abbracciata.
In altri momenti, invece, purtroppo tendeva ad adorarla.
Ma per fortuna non duravano mai troppo a lungo.
-Terrò la mia adorata stellina lontana dagli Jusupov, va bene!
Stai tranquillo-
-La tua
adorata stellina sarebbe...-
-Levočka-
-Levočka, certo-
Eccolo, quel momento.
Quella splendida certezza.

Non era lui il marito di quella fuori di testa!
Non era lui ad essere chiamato "adorata stellina"!

-Kolja, perché sorridi così? Anche Zinaida ti chiama così?-
-No! Sai come mi chiama Zinaida?
Nikolen'ka!-
-Tutti ti chiamano Nikolen'ka- sbuffò Aljona, delusa.
-Appunto! Appunto!
Zinaida è una persona normale!-
-Come te, eh? Già,
proprio come te-
Nikolaj non colse il motivo del sarcasmo di Aljona, ma forse per una volta poteva anche soprassedere.

-Quel ragazzo è un po' isterico, eh. Dovrebbe tranquillizzarsi- commentò Aljona quando vide Lev, poco dopo.
La sua adorata stellina era stata seduta sui gradini di casa di Nikolaj a fumare fino a quel momento, aspettando il loro ritorno.
Kolja aveva rapito sua moglie per parlarle di chissà che cosa e gliel'aveva restituita ancora più radiosa, mentre lui era ancora più nervoso.
Lev scosse la testa e pensò, con distacco e superiorità, a quanto fossero strani gli uomini.
-Oh, non dargli retta. Andrebbe nel panico, senza di noi.
Sarebbe completamente perso-
-Si preoccupa troppo, te lo dico io. Teme che tu potresti menare Iosif e Feliks Jusupov durante la cerimonia-
-Che sciocco. Potrei farlo con molta più calma sia prima che dopo. Perché mai dovrei rovinargli il matrimonio? Il matrimonio è sacro.
Gli invitati, e in particolare i fratelli della sposa, no-


I contrasti fra Lev e Iosif e Feliks Jusupov erano cominciati tre anni prima.
Iosif aveva insultato Aljona e le aveva tirato uno schiaffo, e questo aveva dato a Lev l'ispirazione per scaraventarlo ad Omsk con un pugno.
Feliks invece aveva mancato di rispetto a Sof'ja, ridendo in faccia a Lev quando gli aveva riferito, su preghiera della piccola Gončarova, che Sonja era innamorata di lui.
A sentire Jusupov Sonja era
"troppo piccola e non abbastanza figa", ma Lev era abbastanza arrabbiato da deviargli il setto nasale e Feliks era stato abbastanza prudente da non replicare.
Zinaida era la sesta di nove figli, e due dei suoi tre fratelli minori erano stati abbondantemente picchiati da Lev.
Si sperava che il numero non aumentasse, soprattutto non il giorno del matrimonio.
Aljona però era particolarmente brava a distrarre le persone, e aveva un talento tutto speciale nel distrarre suo marito.
Nikolaj si fidava del suo angelo custode e, detto fra noi, non avrebbe sostituito quella pattinatrice megalomane con nessun portatovaglioli o vassoio di bomboniere, né il giorno del matrimonio né mai.


Setlist:
Ty znaesh, Burito i Yolka
Serdtse iz stekla, Valeriya i Ruslan Alehno
Ne zabyt', Ruslan Alehno
Lyubimaya, Ruslan Alehno
S pervogo vzglyada, Ani Lorak
Obnimi menya, Ani Lorak
Zerkala, Ani Lorak i Grigorij Leps
Try zvichnikh slova, Ani Lorak


-Pensi che Anatol' accetterà di suonare quelle canzoni?- sussurrò Zinaida, lasciandosi ricadere sulla spalla destra la treccia appena fatta.
-Se glielo chiede Aljona ci suona anche la marcia dei pinguini, credimi. Quella creaturina diabolica ha un potere sugli uomini assolutamente inspiegabile,  ma devastante-
Per un attimo la ballerina si chiese in cosa consistesse esattamente la marcia dei pinguini, ma non le sembrava il caso di indagare proprio in quel momento.
-E tu ne sai qualcosa, vero?- sorrise invece, tirandogli una lieve gomitata.
-Io? Io non sono un uomo, per lei-
-E cosa saresti, scusa?-
-Ma niente in particolare, solo Nikolaj-
-E non sei un uomo?-
-No, davvero, me l'ha detto lei! Mi vuole bene, tantissimo, ma non mi considera un uomo. Non è che non mi considera
come uomo. Non mi considera proprio un uomo. Sono solo Nikolaj. Non me la devo prendere. In fondo mi vuole bene!-
-Ammetterai che è un po' inquietante- commentò la ragazza, che aveva sempre associato la piccola Aljona Dostoevskaja, la sorellina buona, bionda, gentile e sorridente di Ekaterina ai concetti stessi di purezza ed innocenza.
-Ma
lyubimaya, è Aljonka. O ci abituiamo, o la sopprimiamo. E per quanto abbia accarezzato diverse volte il pensiero di sopprimerla, sai perché non posso farlo? Perché è Aljonka. E purtroppo le voglio bene anch'io-
-Beh, in fondo è una brava ragazza-
-Ragazza? Vorresti farmi credere che quella creatura è una ragazza? Una donna? Un essere umano? Ma per favore! Perché credi che Fedja e Lev abbiamo appeso una targhetta con scritto "Attenti alla pattinatrice" oltre a quella con "Attenti al corvo" sulla porta di casa?-
-Non sono stati molto carini...-
-
Milaya moya, loro quella creatura ce l'hanno in casa giorno e notte! Ti rendi conto di che trauma deve essere? Ogni mattina Lev ha le occhiaie, Aljona lo tiene sveglio per tutta la notte...-
-Sì, beh, ora non dirmi che per lui è un problema... Ha uno sguardo talmente sognante, quando è con lei!-

-Ma lei non lo lascia dormire!-

-Ma
si amano, Kolja! Quando ami qualcuno così tanto non puoi sempre dormire!-
-Zinaida, stai cercando di farmi educazione sessuale?
Alla mia età?-
-Perché, quanti anni hai?-
-Ventisette e tre mesi-
-Fantastico...-
-No, non puoi prendermi in giro anche tu!-
-Giuro che non ti stavo prendendo in giro!-
Per quanto avesse giurato, però, Zinaida non riuscì a trattenersi dal ridere, e Nikolaj incrociò le braccia al petto e la guardò di sbieco, con l'espressione più imbronciata di cui fosse capace.
-Ma guardati, Kolja!
Non puoi avere ventisette anni e tre mesi!-
-E perché, di grazia, quel bastardo di Lev, che ne ha ventisei, può fare il cretino quanto gli pare, e per Aljonka rimane sempre uno strafigo?-
-Beh, sai com'è, il concetto di strafigo può variare...-
-Spero che il tuo coincida con il sottoscritto, altrimenti dovrai variare anche il tuo futuro marito-
-Mettiamola così. Lev è uno strafigo. Tu sei il più bel ragazzo di Novosibirsk-
-Mi stai
ancora prendendo in giro!-
-Ti assicuro di no!-
-Ancora peggio! Stai diventando come loro!-
-No, Kolja. Sei tu che sei come loro, ma non riesci ancora ad accettarlo. Non preoccuparti, tesoro.
C'è tempo-
-Cosa...-
-Stai zitto. Tranquillo.
Ma stai zitto-
Kolja non era sicuro di poter stare tranquillo, ma quando Zinaida lo baciò cominciò a valutare seriamente la possibilità di stare zitto.
-Tu non hai mai voluto essere una persona normale, Kolja...
E non ne saresti nemmeno capace. Altrimenti non li adoreresti così tanto... E io non amerei te così tanto-
-Così tanto?-
-Già,
così tanto. E ti ricordi quella storia del destino, delle possibilità... Siamo stati bravi, no? Perché tu, beh, tu credevi di non saper dire, io temevo di non poter sperare... E alla fine ci abbiamo provato lo stesso, tu a trovare le parole e io a trovare il coraggio. E adesso stiamo perfino provando a sposarci!-
-Beh, non per dire, ma io vorrei riuscirci...- protestò Nikolaj, e Zinaida alzò gli occhi al cielo.
-Io no, solo che domani non ho niente da fare-
-No, non dirlo! Mi fai ricordare quanto sono stato cretino...-
-Carino, Kolja. Si dice carino, non cretino. Perché non vuoi ricordarti quanto sei stato carino, dolcissimo e adorabile quel giorno?-
-Perché avrei voluto chiederti di sposarmi!-
-E non l'hai fatto? Io ho accettato!-
-Tu hai accettato,
ma io sono stupido, capisci?-
-Capisco, ma ti ho già detto che per me non è un problema-
-Allora te lo vuoi proprio ricordare? E va bene, ricordiamocelo.
L'hai voluto tu-


I ain't the hero who gets the girl, but if I had my chance to save the world
I won't blow it now


Non sono l'eroe che conquista la ragazza, ma se avessi la mia possibilità di salvare il mondo

Non la sprecherei adesso

(Fields Of Fire, Bon Jovi)


[...]


I went to see the preacher to teach me how to pray
He looked at me and smiled
Then that preacher turned away
He said: -If you want to tell him something
You ain't gotta fold your hands
Say it with your heart, your soul and believe it
And I'd say "Amen"-


Sono andato dal sacerdote perché mi insegnasse come pregare

Lui mi ha guardato e ha sorriso

Poi si è voltato dall'altra parte

Ha detto: -Se vuoi dire qualcosa a Dio

Non devi giungere le mani

Dillo con il cuore, con l'anima e credici

E io dirò "Amen"-

(Bang A Drum, Jon Bon Jovi)


Era il 21 novembre 2016, poco più di tre mesi fa, e io e Kolja eravamo seduti a un tavolino del Try vorony, il bar del nostro primo appuntamento.
Appena fuori, su una delle panchine di pietra del Lebedinoye Park, tre corvi, proprio tre, come quelli dipinti sull'insegna del bar, ci avevano guardati ammiccando.
Temo che non sia stata solo una mia sensazione.

Nikolen'ka era un pochino nervoso, con me è sempre un pochino nervoso, fin troppo cauto, eppure sempre febbrilmente emozionato.

Kolja dice sempre che le uniche creature residenti a Nostal'hiya con più manie di protagonismo di Lev sono i corvi, e l'ha ripetuto anche quella volta, perché lui ha due cavalli di battaglia: Cosacchi squartati o decapitati, russi o ucraini che fossero, e corvi.
Perlomeno quel giorno aveva scelto il meno cruento.
Forse perché voleva chiedermi di sposarlo.
Solo per questo.
E perché vedere tre corvi sulla panchina di fronte al bar dove aveva intenzione di chiedermelo era sempre meno inquietante di vedere tre Cosacchi.
Ma lui è sempre stato, per quanto rigorosamente a sua insaputa, una di quelle poche persone che incutono rispetto e soggezione qualsiasi cosa dicono, e che non ti sogneresti mai di considerare stupide o inopportune.
E poi, diciamocelo, era davvero troppo bello perché io potessi non ascoltarlo con quell'aria incantata, e io sì che dovevo sembrare stupida, altro che Niko.
Anche se forse, come spero, lui non se n'era accorto, preso com'era dal commentare di che bel contrasto fra nero e grigio fossero le penne di quei tre corvi, mentre io annuivo come se commentare il piumaggio di volatili dall'aria torva con il mio fidanzato fosse sempre stata la mia idea di "appuntamento ideale".
Non ci potevo fare niente, ero troppo innamorata di lui.
Ed ero, sono e sarò una ragazza di Nostal'hiya, e le ragazze di Nostal'hiya, quelle normali, quindi esclusa Aljona, sono cresciute sognando Nikolaj Gončarov.
Perché davvero, lui era il massimo che si potesse sognare, anche se era decisamente fuori dalla portata di tutte noi.
Guardarlo passare era come guardare il poster di un attore appeso in camera, il Paradiso perduto, proibito o forse semplicemente impossibile, con la sola differenza che lui poteva girarsi e scoprirti a fissarlo come una deficiente, mentre tu eri così incantata e così deficiente che neanche ti accorgevi che si era girato.
Io, in realtà, oltre che una deficiente con una cotta per Nikolaj Gončarov, troppo bello e troppo malinconico per qualsiasi ragazza esistente, ero e sono anche una ballerina.
La seconda migliore ballerina di Novosibirsk.
Quindi si presumeva che non passassi tutto il tempo a pensare a Nikolaj Gončarov e a struggermi perché non sarei mai uscita con lui, perché ero già abbastanza impegnata.
Si presumeva anche che non impiegassi sempre tre ore a mettere a posto le mie cose e uscire dagli spogliatoi dell'Accademia di Danza, che nell'Accademia di Danza alla fine del gennaio 2013 non si nascondesse Anastasija Nikolaevna Rostova-Puškina, sovversiva politica appena evasa di prigione, e che io non la incontrassi, rischiando che un infarto da shock troncasse la mia carriera da seconda ballerina.
Suona abbastanza improbabile, me ne rendo conto, ma noi Nostal'hičnyy abbiamo già abbastanza problemi per preoccuparci anche di essere credibili.
Come speravano di incontrare Nikolaj Gončarov, infatti, le ragazze di Nostal'hiya, sempre esclusa Aljona, cercavano di evitare Lev Puškin.
Se Kolja era il più bello -e in realtà aveva anche altre qualità, ma non credo che in sua presenza ci fosse molta gente in grado di pensare ad altro, o anche semplicemente di pensare-, Lev era senza dubbio il più intelligente e il più coraggioso, e secondo le informazioni che circolavano all'epoca, ovvero esattamente quattro anni fa, anche il più pericoloso.
Le ragazze di Nostal'hiya sono note per avere un discreto carattere e i ragazzi di Nostal'hiya sono noti per essere terribili, quindi capirete perché nessuna di noi morisse dalla voglia di scambiare due parole con un terrorista appena uscito di prigione.
Suvvia, potete davvero biasimarci?
Un conto è il coraggio, un altro è l'incoscienza.
Lev assomigliava spaventosamente a Jon Bon Jovi, ma se vivi nel quartiere di Nikolaj Gončarov puoi tranquillamente fare a meno di Jon Bon Jovi.
Aljona sostiene che siamo tutte delle cretine: è sempre bello scambiare opinioni con lei.

A quel punto, però, io dovevo assolutamente parlare con Lev, perché ero l'unica a sapere dove si nascondesse sua madre, e per quanto l'idea mi inquietasse era giusto così.
Non sapevo se lui fosse davvero cattivo come dicevano, ma sua madre lo adorava e lui adorava lei, aveva il diritto di sapere dove fosse finita e io avevo il dovere di dirglielo, non potevo tirarmi indietro.
Stavolta non era una questione di coraggio, ma di coscienza, e Lev, prima di essere l'autore dell'attentato a Putin del 4 settembre 2006, era il figlio di Anastasija Rostova e Fëdor Puškin.
Così "the fateful night that changed our lives and made a memory", come dice Aljona citando voi-sapete-chi, perché se conoscete Aljona dovete saperlo, sono andata alla bancarella di caldarroste di Lev, che all'inizio mi ha a malapena guardata, preso com'era dalle castagne e da Aljona.
C'era anche Nikolaj con loro, stava fumando una sigaretta, ma non mi sembrava il caso di avere crisi ormonali, anche perché sono sempre stata una persona piuttosto posata, e poi immagino sappiate tutti cos'è successo...
Ho detto a Lev che sapevo dov'era Anastasija e lui ha cercato di strangolarmi.
Il che, bisogna ammettere, adesso che posso scherzarci su, non ha contribuito particolarmente a tranquillizzarmi riguardo alla sua reputazione.
Sul serio, non credo di aver mai avuto dei veri pregiudizi su di lui, anche se forse avrei preferito non incontrarlo per strada, ma con la sua mano destra intorno alla gola qualche idea personale riesci anche a fartela.
Tornando al presente, quattro anni dopo quel giorno, non esito neanche un secondo a dire che io e Lev siamo amici.
Adesso siamo amici.
In fondo alla fine non mi ha strangolata, no?
Ed è davvero un bravo ragazzo.
Lo giuro, non sono sotto "effetto Nikolaj Gončarov" mentre dico queste cose.
Penso seriamente che Lev sia fantastico, per quanto tuttora preferisca non avere troppi contatti fisici con lui.
Potrebbe sempre cambiare idea.
Non credo di aver mai conosciuto una persona intelligente quanto lui e che sapesse tutte le cose che sa lui, ed è un ragazzo divertente, gli brillano sempre gli occhi per qualcosa e trovo che sia veramente ammirevole.
Da come si sentiva parlare di lui quattro anni fa ci si sarebbe potuti aspettare un "dark hero" tormentato e sempre cupo, ma Lev è la creatura più sorridente, luminosa e limpida del mondo, e posso garantirvi che dopo di me non ha più cercato di strangolare nessuno.
In effetti, però, io non volevo parlare di Lev.
È colpa di Kolja, che parla sempre di lui e Al, oltre che di corvi e Cosacchi, e io non l'ho ancora sposato, lo farò domani, è un po' preoccupante che abbia già cominciato a ragionare come lui.
Anche perché è molto raro che lui ragioni.
Quella sera, comunque, dopo l'arresto di Lev mi sono ritrovata a stringere la mano di Nikolaj e lui a stringere la mia, ma vi giuro che è stata la cosa meno romantica del mondo, dato che io avevo appena rischiato di essere strangolata dal suo migliore amico e il suo migliore amico era appena stato arrestato.
Io ero terrorizzata, ma lui era devastato.
Ancora oggi non ricordo di aver mai visto niente di più distrutto dei suoi occhi quella sera.
Era sbiancato, svuotato da una luce che poteva esistere solo in presenza di Lev, e vederlo così, quando solo poco prima, prima che io parlassi, ero sicura che avesse sorriso, e nessuno che non l'abbia visto può immaginare che sorriso meraviglioso ha lui, mi ha spaventata più dell'eventualità di morire soffocata.
Tutti sapevano che Nikolaj Gončarov e Lev Puškin erano come fratelli, ma nessuno sapeva quanto dell'anima e della stessa vita di Kolja dipendesse realmente da Lev.
Io ho cominciato a capirlo quella sera.
Lui avrebbe voluto accompagnare a casa Aljona, che era ancora lì con noi, ovviamente, ma quasi non fiatava, ma lei l'ha ringraziato e ha detto che era meglio se accompagnasse me, lei se la sarebbe cavata.
Kolja per un attimo mi è parso ancora più perso, se solo fosse stato possibile, ma prima che lei se ne andasse ha mormorato, con una voce tanto rotta da spezzare il cuore, ma mai quanto il suo:
-Aljona, devi tornare... Devi restare con lui-
Sembrava sul punto di scoppiare a piangere, anche Aljona lo era, e io non sapevo cosa fare e cosa pensare, prima mi si erano avvicinati in molti a chiedermi come stessi, se andasse tutto bene, ma ora eravamo rimasti solo noi, anche se sembrava che non fosse rimasto più niente, da quando che avevano portato via Lev.
Non era rimasto più niente di Nikolaj e Aljona.
Lei ha solo annuito, visibilmente scossa, allora non poteva ancora capire pienamente le parole di Kolja, era solo l'inizio anche per lei, ma avrei potuto giurare già quella sera che quella ragazzina aveva già Lev nel profondo dell'anima, e non l'avrebbe mai lasciato andare.
Troppo giovane, troppo incosciente, tutto quello che volete, ed era decisamente troppo presto, si conoscevano appena, anche se in realtà si aspettavano a vicenda da sette anni...
Ma si amavano, ed era l'unico amore della loro vita.
Sono ancora così, non cambieranno mai.
Forse il resto del mondo sì, ma loro no.
È probabile che Nikolaj mi abbia davvero accompagnata a casa, quella sera, ma temo di ricordare poco o niente di quel momento.
Solo che, da quel giorno, ho smesso di avere una cotta per Nikolaj Gončarov e mi sono innamorata di lui.
Il giorno in cui avrebbe voluto chiedermi di sposarlo -perché non l'ha fatto, non sperateci, ci sono dovuta arrivare da sola-, appunto il 21 novembre 2016, poco più di tre mesi fa, quando ha smesso di parlare di corvi, facendomi sospettare che quelle tre creature inquietanti ci stessero ancora fissando da dietro la vetrata del bar, Kolja mi ha chiesto cosa volessi ordinare.
Che ci crediate o no, ai Try vorony fanno degli ottimi crackers al riso, anche se non sono la cosa più russa in circolazione, quindi ho preso quelli con una tazza di cioccolata alla nocciola.
Kolja invece ha preso un thè al gelsomino con un piattino di biscotti al latte, e mentre li aspettavamo mi ha preso una mano sopra il tavolo, l'ha accarezzata dolcemente e ha scosso la testa, dapprima sorridendo, poi con uno sguardo semplicemente terrorizzato.
Un attimo dopo mi ha fatto la fatidica domanda.
-Hai visto dei merli, ultimamente?-
-Dei merli?-
-Sì, sono dolcissimi, non trovi? Io ne ho visto uno proprio stamattina, quando sono uscito di casa, stupendo... No, no, no-
-Non l'hai visto?-
-No, non è questo, certo che l'ho visto, solo che... Tu cosa fai domani?-
-Domani? Beh, vado in Accademia, come al solito, e poi... Esco, sempre come al solito, e... Torno a casa, credo-
-Fantastico. E nei prossimi giorni? Fra un paio di mesi?-
-Non... Non lo so...-
-Bene. Se non hai altri impegni, cioè, in un giorno in cui non hai altri impegni, ovviamente, potremmo, se ti va...-
-Sì?-
-Io e te...-
-Sì...-
-Hai presente, no?-
-Veramente no...-
-Ecco, aspetta, come diavolo si dice, l'ha fatto anche Lev... Sposarti. Potresti sposarti. Con me. Potremmo sposarci io e te, insieme. Contemporaneamente. Cioè, insieme, l'ho già detto. Potresti sposarmi. Quando sei libera, s'intende... Se hai tempo. E se vuoi, si capisce! Hai... Hai capito?-
-Cosa?-
-Non lo so...-
-Vuoi che ti sposi? Vuoi che ci sposiamo? Vuoi sposarmi?-
-Ecco, sì, una delle tre cose-
-Oh... Sì, certo, capisco-
-Perfetto. Perfetto. Perfetto. E... Ehm... Hai risposto? Cioè, cos'hai risposto? Se hai risposto. Se vuoi rispondermi. Khristos, non riesco a stare zitto...-

-Una cioccolata alla nocciola con crackers al riso e un thè al gelsomino con biscotti al latte. Ecco a voi-
Una cameriera giovane e bionda dall'aria sognante ha posato le nostre ordinazioni sul tavolo e ha fatto in modo di sfiorare una mano a Nikolaj, che ha sussultato nemmeno fosse stato beccato da un corvo.
Ve l'ho detto, i corvi sono ovunque.
Sono loro i veri padroni di Nostal'hiya.
Tremate.
Sto diventando cretina quanto Kolja, avrei dovuto aspettarmelo.
-No, no, no...- ha ripetuto Kolja, alzandosi di scatto.
-È evidente che non mi sposerà, sono troppo stupido, perché gliel'ho chiesto? Masochismo, autolesionismo...-
Ha estratto il cellulare da una tasca dei jeans, guardando la foto che aveva messo come sfondo di recente, ovviamente di lui e Lev insieme, e ha sorriso, scuotendo la testa, con la tenerezza di chi vede un pulcino di corvo appena uscito dall'uovo.
-Ma da quanti anni è che Lev non si taglia i capelli? Gli arrivano alle spalle, ormai... Vuole sfidare Aljonka, quel disgraziato?-
-Aljonka non la raggiunge nessuno, tranquillo...- ho sospirato io, e lui ha annuito, piuttosto convinto.
Per Kolja il concetto "smettere di parlare di Lev" equivaleva senza esagerazioni a quello di "smettere di respirare".
Avrebbero potuto legarlo, imbavagliarlo e sospenderlo nel vuoto a trenta metri di altezza, e lui avrebbe comunque trovato il fiato per sussurrare il suo nome.
Lev.
Quando si valica il confine fra amicizia e ossessione...
Dunque, avevamo cominciato parlando di corvi, poi eravamo passati ai merli, dopo mi aveva in qualche modo chiesto di sposarlo, mi aveva impedito di rispondergli, e ora eravamo arrivati all'argomento più atteso e scottante della giornata.
I capelli di Lev.
-Kolja, potresti... Tornare qui? Con me? A sederti? Così ti do un parere più approfondito sulla lunghezza dei capelli di Lev?-
-Quindi non mi sposi?-
-No... No, Khristos, certo che ti sposo! Ma tu... Sei andato via...-
-Via? Sono qui! Stavo solo... Non è colpa mia se appena accendo il cellulare vedo Lev!-

Per non vederlo, in realtà, gli sarebbe bastato cambiare sfondo, ma una simile verità avrebbe potuto traumatizzarlo a vita.
-Kolja, tu Lev lo vedi anche quando non c'è. Sempre. Ovunque-
-E... A te da fastidio?-
-Lui personalmente no, anche perché non sa di esserci... E non c'è veramente-
-E allora non mi sposi?-
-Vieni a sederti, ti prego, non capisco cosa stai dicendo...-
-Sposi me, Lev o nessuno dei due?-
-Lev è già sposato...-
-Quindi sposi me perché non hai altra scelta?!-
-Potrei anche scegliere di non sposarti... Ma se torni qui magari riesco ad accettare ufficialmente!-
-Accettare? Hai detto accettare?-
Kolja è tornato a sedersi, sì.
Mi ha preso di nuovo la mano.
-Zinaida, dimmi la verità... A te piacciono i corvi?-
Sono scoppiata a ridere, cos'altro avrei dovuto fare?
Era Nikolaj Gončarov, il ragazzo più bello di Novosibirsk, una meraviglia, uno spettacolo, da togliere il fiato, ma come diavolo facevano Aljona e il suo Lev -suo di Kolja, mica di Al, intendiamoci- a sopportarlo?
Non venite a Nostal'hiya, se avete problemi con corvi, merli, Cosacchi, pattinatrici megalomani e Jon Bon Jovi.
Temo che non faccia per voi.
Neanche se voleste vedere il ragazzo più bello di Novosibirsk, perché potrebbe farvi diventare isteriche.
Se volete vi posso mandare una foto.
Sono tanto carini, quei tre, quando stanno zitti!
Ma non ci sono speranze.
Se volete sapere come è andata a finire, però, a quel punto mi sono semplicemente limitata a baciarlo.
Non ho risposto alla domanda sui corvi, perché sinceramente non mi fanno impazzire, ma avrei potuto spezzare il cuore di Kolja.
E domani ci sposiamo.
Io e lui, insieme, contemporaneamente.
Non sono una ragazza fortunata?


I know you think you're going crazy

Just when it seems everything's gonna work itself out

They drive you right back down


And you said it ain't fair

That a man walks

When a bird can fly

We have to kick the ground

The stars kiss the sky

They say that spirits live

A man has to die

They promised us truth

Now they're giving us lies


It ain't all for nothing

Life ain't written in the sand

I know the tide is coming

But it's time we made a stand

With a miracle


So che pensi di stare impazzendo

Proprio quando sempre che le cose si risolveranno

Ti fanno precipitare


E tu hai detto che non è giusto

Che un uomo cammini

Mentre un uccello può volare

Noi dobbiamo prendere a calci la terra

Le stelle baciano il cielo

Dicono che gli spiriti vivono

Un uomo deve morire

Ci hanno promesso la verità

Ora ci dicono bugie


Non è tutto invano

La vita non è scritta nella sabbia

So che la marea sta arrivando

Ma è tempo di opporre resistenza

Con un miracolo

(Miracle, Jon Bon Jovi)



Note


I kept my faith, I still believe: Just Older, Bon Jovi.

Then one fateful night changed our lives and made a memory: Live Before You Die, Bon Jovi.


Buonasera a tutti!

Sono tornata ieri da tre settimane in Inghilterra e stasera ho deciso che sarebbe stato meglio dividere il capitolo sul matrimonio di Nikolaj e Zinaida in due parti, perché anche lui si prospettava di una lunghezza preoccupante ;)

Ecco a voi la prima parte, e non mi dilungo oltre, anche perché non aggiorno da più di un mese.

Spero che vi sia piaciuto leggere il punto di vista di Zinaida, che io mi sono divertita moltissimo a scrivere ;)

A presto!

Marty

  
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