La frase della canzone Sexy appartiene ai French Affair e la fic partecipa al Temporal-Mente indetto da Criticoni!

.: Dal Sogno alla Realtà :.

And I'm dreaming of your body

that's build for to...

(E sto sognando il tuo corpo

che è fatto per...)

{Sexy, French Affair}

Bum.

Bum.

Bum. Bum. Bum.

Il suo cuore batteva forte.

Bum. Bum. Bum.

Bum. Bum. Bum. Bum.

Fortissimo.

Era così forte che temeva che volesse scoppiarle in petto.

Batteva. Batteva.

Troppo!

Si portò una mano al petto stringendo la stoffa in corrispondenza del cuore mentre, con le guance arrossate, le sue azzurre iridi si fissavano sul corpo del giovane uomo fermo, dinnanzi a lei.

E quel folle battito non si fermava, anzi: aumentava.

Sempre più forte.

Di più.

Sempre di più!

Ma forse, in realtà, Shiho non voleva che si fermasse così come non voleva che Shikamaru, la causa di quell'agitazione, se ne andasse.

Una placida carezza sciolse la stretta della mano della ragazza sul cuore poi, con egual dolcezza, salì sul viso.

Shiho socchiuse gli occhi, beandosi di quel calore sulla sua pelle fredda.

Era una sensazione stupenda.

Bella e rilassante.

" Questi non ti servono, Shiho.", la voce del Nara la riscosse e riaprì gli occhi, appena liberati delle spesse lenti degli occhiali.

Sul bel viso il giovane aveva un sorriso appena accennato.

Dolce.

Shikamaru era sempre stato dolce con lei e in quel momento non cambiava.

Lo era sempre e sempre lo sarebbe stato.

" S-sì...", assentì con la voce che minacciava di mancarle da un momento all’altro.

Deglutì e senza più fiatare lo osservò mentre si liberava della divisa da chunin restando con l’attillata maglia a maniche lunghe nera che portava sempre.

" Andiamo in un posto più comodo? La Sala di Decriptazione non mi sembra né il luogo adatto e nemmeno un posto abbastanza intimo.", borbottò il moro, assumendo subito il suo solito tono piatto e seccato.

Ci mise qualche secondo prima di afferrare completamente il senso della frase e, avvampando, Shiho balzò in piedi esclamando un imbarazzato: “ Oh... s-sì."

Il suo cuore batteva fortissimo, ancor più di prima.

Doveva essere un sogno.

Non poteva essere reale.

Shikamaru non poteva essere lì.

Era... impossibile.

Sapeva che era in missione a Kiri, e lo era già da un mese.

Di conseguenza non poteva assolutamente essere lì.

Sarebbe stato assurdo!

Ciononostante si affrettò per condurlo fuori e nella furia di muoversi, incespicò goffamente sul suo camice bianco, stranamente più lungo del normale precipitando verso il pavimento.

Emise un gemito sorpreso e sbarrò gli occhi aspettandosi il duro contatto con il liscio terreno, maledicendosi per la sua goffaggine... ma non sentì nulla.

Niente.

Non era caduta per terra.

" Apri gli occhi... sto facendo qualcosa di sbagliato?"

Senza fiato si sforzò di volgere il suo sguardo su Shikamaru che le parlava con un tono apprensivo.

Sussultò ed ogni parola le morì in bocca mentre le sue iridi si posavano sul giovane, ed iniziavano a percorrere quel corpo atletico e muscoloso che la sovrastava.

Era nudo ed era stupendo... assolutamente perfetto.

Shiho si ritrovò di nuovo ad avvampare e a deglutire a vuoto.

Erano su un letto e non più nella sala di Decriptazione dove lei stava lavorando poco prima di venir raggiunta da Shikamaru.

Non sapeva come erano giunti lì e quello le dava una sola spiegazione.

L’unica più normale che poteva spiegare tutto quello che le stava accadendo: si trovava in un sogno.

Lei stava sognando e quello era un sogno dannatamente reale.

Perché Shiho sentiva il profumo del Nara.

Sentiva la morbidezza del letto sotto di sé.

E sentiva quel corpo che in quel momento sembrava fatto solo per renderla donna e felice.

Poi... c’era il suo respiro e il suo calore.

Ed era tutto splendido.

Assolutamente splendido.

Ed era suo, solo suo in quell’istante.

Rabbrividì a quel pensiero e si affrettò a rispondere alla domanda del giovane che, come bloccato, attendeva guardandola con un'espressione curiosa e ansiosa: " N-no... è tutto... perfetto."

Un sogno perfetto e a Shiho non importava niente.

Quello era il suo sogno e l'avrebbe sfruttato.

Avrebbe goduto di quel dono fino in fondo.

E mentre, con mani incerte, il moro la spogliava, si disse ch poteva benissimo fingere che fosse reale.

Che Shikamaru fosse lì realmente.

Che la stesse carezzando e spogliando.

Che fosse suo.

Allora allungò a sua volta le mani sul giovane chunin, saggiando la consistenza di quel corpo.

Un altro brivido la colse.

Toccarlo doveva essere sicuramente così, si disse mentre gli percorreva il petto soffermandosi sugli addominali.

Poi più su, proseguì il suo viaggio sui fianchi e sulla schiena che, tesa, fremeva sotto il suo tocco.

" Shiho...", mugugnò il Nara, guardandola in viso.

" S-sì.", fermò all'istante le mani, temendo di aver osato troppo ed ormai dimentica del sogno.

" Non...”, distolse lo sguardo con un broncio imbarazzato. “ Non riesco a toglierti il reggiseno. Che seccatura...", borbotto poi sbuffando per scacciare l’imbarazzo che sembrò quasi riversarsi sulla giovane donna, che balbettò un qualcosa di incomprensibile poco prima di affrettarsi a togliersi l'intimo.

Si mise seduta portando le mani dietro la schiena per sganciare il reggiseno ritrovandosi a gemere nel sentire le labbra del giovane sul suo collo.

Cercò di rilassarsi prendendo un profondo respiro, riuscendo con non poche difficoltà a spogliarsi del tutto.

Si morse le labbra sentendosi avvampare ancora di più mentre il Nara si permetteva si guardarla.

“ Shiho...”

“ S-si?”

“ Shiho...”

Deglutì, allungando la mano verso il viso del giovane uomo sentendolo però freddo.

“ S-stai male?”

Le iridi scure di Shikamaru si volsero verso di lei.

Sorridenti e belli.

“ Svegliati...”

“ Mh?”, si ritrovò a riaprire svogliatamente gli occhi e, reprimendo uno sbadiglio, si specchiò in quelli del Nara che le sorrise.

“ Ben svegliata.”

“ S-Shikamaru!”, esclamò tirandosi su, si era addormentata sul tavolo della cucina, e cercando di raccattare gli occhiali.

Non ne aveva bisogno, ci vedeva benissimo, li usava più che altro per nascondere le occhiaie e per vedere le minuscole scritte spesso riportate nei codici, e in quel momento erano più che altro una forma difensiva.

“ Non ti servono per darmi il benvenuto.”, ridacchiò il moro. “ Mi sembri sconvolta.”, constatò.

Shiho smise di cercare gli occhiali e lo guardò.

“ In effetti...”, ammise abbassando la testa.

“ Ehi... è questo il modo di salutarmi dopo un mese che non ci vediamo?”, si lamentò incrociando le braccia al petto. “ Neanche un abbraccio o un “Ben tornato a casa, caro”?”

La donna rise appena.

“ Scusa...”, mormorò sporgendosi per abbracciarlo e ritrovandosi subito stretta in un calore che in quel mese le era terribilmente mancato. “ Ti stavo sognando e... beh... sono ancora un po’ frastornata.”

“ Mi sognavi?”, ripeté dandole un bacio sulla guancia.

“ Sì...”

“ Bene, allora facciamo diventare realtà questo sogno. Sono qui tutto per te.”

Shiho avvampò a quelle parole, ovviamente il giovane non sapeva il contenuto del sogno e quelle parole erano assolutamente innocenti, ma per lei...

Nascose il viso nell’incavo del collo del Nara, beandosi di quel profumo e di quella forza che il suo compagno di vita nascondeva in quelle braccia.

Ovviamente non gli avrebbe mai detto che stava sognando di fare ma sicuramente prima o poi quel sogno sarebbe sicuramente diventato realtà.