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Autore: fedetojen    28/07/2015    1 recensioni
[Lee Soo Hyuk]
Certe persone non le incontri per caso...ma per sfiga. È meglio tenere la bocca chiusa e dare l'impressione di essere stupidi piuttosto che aprirla e togliere ogni dubbio. Avere la coscienza pulita è segno di cattiva memoria.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Le cose piu’ belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare.”
“Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione.”
"Vivere é come mantenere un segreto.. non é per tutti."

2


 
Mi sedetti e mi guardai di nuovo: sono un completo disastro.
Presi la mia borsa e uscii dall’edificio recandomi direttamente in un negozio di abbigliamento.
Provai un sacco di gonne, ma alla fine ne scelsi una davvero semplice insieme ad alcune camicie bianche e a un paio di scarpe comode a decolté.
Mi cambiai e mi diressi di nuovo all’ufficio. Il telefono della mia scrivania squillava ininterrottamente.
Così corsi e risposi.

“Pronto, qui è la segretaria del-”

“Vieni nel mio ufficio” mi sentii dire.

Non potei non capire dal tono della voce che fosse il mio direttore.
Presi l’agenda e bussai prima di entrare.
Dopo aver ottenuto il permesso, entrai e mi parai di fronte a lui. Lo trovai a sfogliare una marea di carte, sommerso quasi da esse.

Alzò il capo, e mi guardò da capo a piedi: una volta osservatami con minuziosità, un sorriso comparve sul suo volto.
Mi guardò serio, quasi mi volesse leggere nella mente.

“Mi dica, direttore” dissi aprendo l’agenda, impugnando la penna, pronta a scrivere.

“Dov’è il mio caffè freddo?” disse irritato, unendo le mani sulle scartoffie.

“Non…non l’ho preso” dissi indecisa.

“Quando hai intenzione di portarmelo? Sto lavorando io qui, non vado in giro vestito come un pagliaccio”

Colpita e affondata. Era un’allusione al modo in cui ero vestita quella mattina? Se era così, avrei risposto a tono.

“Arriverà appena ho finito il mio lavoro” dissi chiudendo con rabbia la mia agenda. Mi voltai decisa, andando verso la porta.

“Ferma lì” mi disse facendomi fermare con la mano sulla maniglia della porta.

Staccai controvoglia la mano dalla maniglia e mi voltai a guardarlo: si alzò dalla sedia con una lentezza disarmante, si appoggiò alla scrivania e a braccia conserte continuava a fissarmi. Ora le maniche della sua giacca erano alzate fino al gomito, dando un’aria ancora più sexy al direttore difronte a me.
Strinsi a me l’agenda, quasi diventasse un tutt’uno con me.

Mi guardava con quei occhi scuri come il buio, come se volesse leggere i miei pensieri.
Deglutii a forza, irrigidendomi.

“Tranquilla, non ti mangio mica…forse” doveva essere una battuta? Se continua così me ne sarei andata senza avvisare.

“Comunque” disse guardandosi attorno, facendo una pausa.

“Questo colore lo odio” disse indicando i mobili, le pareti e i divani presenti nell’ufficio.

Cosa c’era tanto da odiare nel blu?
Secondo me, con i raggi del sole illuminavano la stanza.
Mi guardai attorno, senza trovare qualcosa che non andasse bene.

“Cambialo” mi disse come un comando.

“Come?” chiesi non avendo capito.

“Voglio il mio ufficio grigio. Grigio topo, con sedie in legno e un tavolino” mi disse ritornando alla scrivania, sedendosi.

“Non credo-”

“Non credo, cosa signorina Evelyn?” mi chiese interrompendomi.

“Sarà fatto, direttore” dissi uscendo senza dire altro.

Appena chiusi la porta dietro di me, sbuffai rumorosamente, catturando l’attenzione di tutti.
Scesi la piccola scaletta e mi buttai sulla sedia della mia scrivania buttando l’agenda sulla tastiera.
Imprecai mentalmente, e mi alzai dirigendomi al bar.

“Un caffè ghiacciato, grazie” dissi al barista.

“Lo vuole zuccherato?” vuoto più totale. Questo particolare non me lo ha detto.

“Me lo faccia dolcissimo” dissi sorridendo. Qualcosa di dolce gli serve, visto che è più acido di un lime.

“Grazie” dissi prendendolo. Mi fiondai in ufficio, e aprendo la porta entrai guardandolo.

“Non si bussa più?” mi rimproverò.

Senza rispondere, mi avvicinai e gli misi il caffè sulla scrivania.
Aspettai con le mani attaccate alla mia gonna per vedere la sua reazione.
Poggiò le labbra sulla cannuccia e appena lo assaggiò quasi si affogò.
Mi guardò con sguardo trucido.

“Vuoi farmi venire il diabete?” mi disse ruggendo. Scossi la testa, cercando di levarmi il sorriso dalle labbra.

“Senza zucchero. Lo bevo senza zucchero” mi disse buttandolo nella spazzatura.

“Bene” dissi prima di uscire.

“Noona” mi sentii richiamare.

“Cosa?” dissi con le mani sui fianchi.

“Perché ridi?” mi chiese sorridente.

“Oh, nulla” dissi sorridendo, mentre mi sedevo alla scrivania.

Mentre ero intenta a svolgere il mio lavoro al computer, una mano bussò sulla mia scrivania.
Mi voltai e guardai il direttore osservarmi.

“Vieni” mi disse con le dita. Perplessa, mi alzai e lo seguii con la borsa e l’agenda.

“Dove andiamo?” chiesi subito raggiungendolo. Si mise la giacca e uscì le chiavi della macchina.

“Ad un convegno” disse subito. Uscimmo dall’edificio e la sua auto era già lì.

“Entra” mi ordinò aprendo la sportella del passeggero. Scossi la testa.

“Mi metto dietro” dissi subito.

“Sono il tuo tassista? Sali” disse ancora, con un tono più duro questa volta. Mi sedetti senza fiatare, aspettando che anche lui salisse in macchina.

ANGOLO-SCRITTRICE: Ringrazio Temperina per la sua bellissima e divertentissima recensione al primo capitolo :D Spero che anche questo vi sia piaciuto e che possiate recensire per dirmi cosa ne pensate :) alla prossima!

Lee Soo Hyuk appena vide Evelyn vestita come dice lui *___*

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