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Autore: HOPE87    24/01/2009    6 recensioni
[IN REVISIONE]
Secondo un'antica credenza la vita di alcune persone è legata dal filo rosso del destino... un filo che, anche se minacciato dal tempo e dallo spazio, non si spezza mai...
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cho Hakkai, Genjo Sanzo Hoshi, Nuovo Personaggio, Sha Gojio, Son Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ritrovarsi”

Uhlàlà! Sono riuscita ad aggiornare senza far passare l’intero mese XD Come state? Io un po’ esaurita per gli esami @__@ ma non mi lamento, dai u__ù Mi lamenterò di più a fine febbraio, quando mi sarò liberata degli incubi di questa sessione ç__ç

Passiamo subito alla storia, che avete aspettato abbastanza XD Vi preannuncio… che sarà un capitolo.. (ZITTA! ndTutti) O___O (Non spoilerare! ndTutti) Ma nu ç__ç volevo solo dirvi che sarà un capitolo ricco di sorprese… in cui qualche dubbio insinuato durante la storia sarà marginalmente risolto ç__ç Però… a pensarci bene… non è stata una grande idea inserire quest’ angolo dell’autrice all’inizio, nono u__ù m’impedisce… vorrei esprimermi e… e… non posso u__ù Facciamo che dal prossimo in poi lo inserisco alla fine? Sì? Perfetto, aggiudicato u__ù

Ringrazio come al solito tutte le persone che stanno continuando a seguire e commentare questa storia. Risulterò sicuramente ripetitiva… ma non sapete quanto mi faccia piacere che vi stia piacendo! (perdonate il gioco di parole ^  ^’ è l’emozione u__ù). La fine è ancora molto lontana… spero che fino ad allora non vi annoi mai.

Il precedente capitolo è stato piuttosto cortino, ma mi è servito per esigenze di copione, in questo ne succedono davvero delle belle u__ù (E ZITTA! ndTutti) Ok ç__ç

Noto con piacere che Goijo continui ad attirare consensi e apprezzamenti! (ModestamentendGoijo) >__< … adesso mi chiedo… mmmm… chissà se, da questo capitolo in poi, continuerà ad attirare consensi o dovrà fare a gara di successo con qualcuno… (E con chi? Mica con quel… ndGoijo) *Hope tira fuori dal nulla una clava e lo colpisce direttamente in bocca, impedendogli di proseguire*

Sperando di avervi minimamente incuriositi… (anche se in modo particolarmente infantile, lo so, ma non vedo l’ora di leggere cosa ne pensiate delle novità XD), vi lascio alla lettura del capitolo, mandando un abbraccio a tutti coloro che continuano a leggere e a commentare la storia.

Alla prossima!!!

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ritrovarsi”

 

 

 

Sorpreso dall’improvvisa tranquillità manifestata dalla ragazza, Ratzel si voltò a osservare Sarah, il cui corpo giaceva ora immobile sulla sua spalla, dando segno dello stato incosciente in cui era caduta la ragazza.

“È svenuta” pensò il dio, continuando a spostarsi velocemente come un comune mortale, incurante della battaglia che si era lasciato alle spalle, che, con ogni probabilità, stava ormai giungendo al termine, come lui stesso aveva ordinato ai suoi subordinati.

Raggiunse il punto più fitto della boscaglia, dominato da ombre, in cui qualche raggio solare faceva capolino di tanto in tanto, rendendo il posto più suggestivo che luminoso.

Con abili movimenti afferrò la ragazza e la depositò a terra, delicatamente, facendo in modo che poggiasse con la schiena al tronco di un albero.

Sollevò un braccio, portandolo sul ginocchio piegato che gli offriva equilibrio, prendendo poi ad osservare i suoi lineamenti… arrivando addirittura a impressionarsi, ora che aveva modo di osservarla così da vicino.

Sollevò lo stesso braccio che aveva poggiato sul ginocchio, conducendone la mano verso il suo volto, dalla cui fronte scostò con le dita una ciocca di capelli castani, rimanendo con la mano a mezz’aria quando ebbe completato il gesto, incapace di distogliere lo sguardo da lei.

RATZEL – Harumi… - sussurrò, avvicinandosi lentamente a lei, socchiudendo appena gli occhi per poggiare le labbra sulle sue.

 

 

Un ennesimo proiettile della shoreiju vibrò nell’aria, disintegrando l’ennesimo ramo che si era avvicinato pericolosamente al suo possessore.

Sanzo imprecò nuovamente quando si ritrovò a sparare a vuoto, dovendo scansare un attacco per la mancata efficienza della sua fedele arma. Imprecò, stringendo i denti, maledicendo i proiettili… la pistola… i rami che sembravano sbucare dal nulla…

Maledì se stesso, non riuscendo a perdonarsi l’errore più grave che avrebbe potuto commettere in un momento simile.

Come la prima volta, anche questa volta, chiunque stesse manipolando quei rami, era venuto per Sarah. Per la seconda volta era riuscita a portarla via. E lui non era riuscito a impedirlo.

Continuò l’elenco delle maledizioni, concentrandosi solo e unicamente su se stesso.

Maledizione a lui e alla sua debolezza.

Maledizione a lui per essersi lasciato trascinare come non aveva mai fatto.

Maledizione  a lui per essersi lasciato avvicinare… per aver ceduto… per essersi incredibilmente, inverosimilmente e, ormai, perdutamente…

SANZO – Tsk! - . Un ramo lo colpì ad un braccio, procurandogli una ferita, seppur di striscio, profonda, che cominciò subito a sanguinare copiosamente.

Nel momento esatto in cui un altro ramo stava per colpirlo di nuovo, sentì un urlo familiare farsi sempre più vicino, fino a che non vide Goku uscire dagli alberi facendosi leva sulla nyoibo, andando poi a colpire con un calcio il ramo in questione, disintegrandolo.

GOKU – Sanzo! – esclamò alla vista del compagno che si tamponava con la mano libera il braccio ferito, dando comunque l’impressione di non curarsene più di tanto.

Il ragazzino eretico non fece in tempo a richiamare nuovamente l’attenzione dell’amico che fu costretto a scansare l’ennesimo ramo, che fu però disintegrato dalla shakuijo di Goijo, uscito improvvisamente dagli alberi come aveva fatto lui precedentemente.

GOIJO – Stai bene? – si rivolse a Sanzo, che di tutta risposta gli rivolse uno dei suoi soliti mugolii affermativi.

Un’onda di Ki fuoriuscì dagli alberi, disintegrando in un sol colpo altri due rami che stavano per avventarsi sul trio, e dalla boscaglia uscì anche Hakkai, ansimante, provato dai continui sforzi che stava esercitando per usufruire del suo potere.

HAKKAI – Ha creato un muro di rovi – informò i compagni, riferendosi a ciò che il loro nemico aveva creato dall’altra parte.

Subito dopo che ebbe completato la frase, dalla boscaglia altri innumerevoli rami si allungarono e si intrecciarono tra loro, andando a circondare il gruppo.

GOIJO – Maledizione! – esclamò innervosito, avventandosi poi subitamente su un punto a caso del muro che si era creato attorno a loro, ma non riuscì nemmeno a colpirlo che fu sbilanciato all’indietro, e comprese che di quel passo non sarebbe riuscito a risolvere nulla.

Presto venne imitato da Goku che, benché la sua forza, in determinati casi, fosse superiore a quella del compagno, lo stesso non riuscì a scalfire minimamente il muro di rovi, venendo costretto, per giunta, ad evitare uno dei rami che lo componevano per non essere colpito a sua volta come Goijo.

In preda alla rabbia, mista al sangue freddo che lo contraddistingueva, Sanzo estrasse nuovamente la pistola, impugnandola con due mani, e fece fuoco finchè i proiettili non si esaurirono.

Spalancò gli occhi, quando vide i rami ritrarsi  poco prima di essere colpiti dai proiettili, creando un varco per lasciarli passare e non essere colpiti, per poi richiudersi come se non si fossero mai mossi.

Una risata proveniente dalle vicinanze attirò l’attenzione di tutt’ e quattro, che alzarono la testa di scatto, volgendo lo sguardo sul ramo di un albero a loro vicino, sul quale scorsero due figure, poco distinte per via del sole che batteva alle loro spalle, che ne offuscava i lineamenti.

 

 

Sarah aprì gli occhi di scatto, conscia di trovarsi in pericolo grazie al suo sesto senso, trovandosi a pochi centimetri dal viso di un uomo. Provò a ritrarsi, ma urtò con la schiena e la testa contro qualcosa di duro, impegnando tutte le sue forze per trattenere un gemito di dolore, senza smettere di fissare i lineamenti della persona che le era di fronte.

Ratzel la guardò a sua volta. Il viso rilassato, l’espressione adorante, gli occhi blu puntati in quelli verdi di lei… si trattenne dal non avventarsi ugualmente sulle sue labbra, e si scostò a malincuore, alzandosi e invitandola elegantemente a fare lo stesso, porgendole una mano.

Sarah rimase di sasso.

RATZEL – Non temete. Non voglio farvi del male. – le disse con la sua voce calda, volgendole un sorriso rassicurante che Sarah non calcolò minimamente, presa com’era dal fare il punto della situazione.

Ricordava perfettamente ciò che era successo. Dell’attacco improvviso, dei rami che l’avevano avvolta e trascinata via… di lui. L’aveva rapita, ma nonostante ciò, anche se si trattava palesemente di un nemico, non riusciva ad avvertire niente di pericoloso in lui.

Senza contare che se avesse voluto farle del male lo avrebbe già fatto.

Si sollevò lentamente, esercitando forza sulle gambe, pregando che non le cedessero, strisciando quindi con la schiena lungo il tronco per fornirsi un minimo di sostegno e equilibrio.

SARAH – Chi sei? – ebbe il coraggio di chiedergli dopo un po’, quando vide la sua mano ritirarsi. Non le sfuggì la delusione che si dipinse sul volto dell’uomo. Lo scrutò a lungo, osservandolo velocemente dall’alto verso il basso, soffermandosi poi improvvisamente poco sopra i suoi occhi dal blu intenso, tra i ciuffi di capelli neri che gli coprivano casualmente la fronte.

Scorse un chakra scarlatto… e spalancò gli occhi. Due sole tipologie di uomini potevano possederne uno, da quel che ricordava. I bonzi di alto rango, considerati gli esseri più vicini ad un dio, e…

SARAH – Un dio? – chiese scioccata, spalancando nel limite del possibile i suoi occhi, rispondendosi istantaneamente alla domanda retorica che gli aveva rivolto. Era l’unica risposta possibile che avrebbe potuto spiegarle quel senso di magnificenza che proveniva dalla figura dell’essere che gli stava di fronte. Nonostante avesse l’aspetto di un comune ragazzo mortale, l’energia che avvertiva provenire dal suo corpo era qualcosa che non aveva mai avvertito in nessun altro essere vivente. Nemmeno l’energia manifestata da Sanzo nell’usare il sutra poteva minimamente essere paragonata a quella della persona che gli era di fronte.

Ratzel le sorrise bonariamente e, con sua somma sorpresa, le s’inchinò, servendosi del lungo mantello nero per compiere il gesto elegantemente.

RATZEL – Il mio nome è Ratzel – si presentò alla ragazza, rialzandosi subito dopo con lo stesso gesto fluido di cui si era servito per inchinarsi, rivolgendole poi un sorriso.

Sarah continuò a rimanere immobile, incredula di fronte a tutto ciò. Un dio le si era appena presentato, inchinandolesi di fronte.

“Sto impazzendo… questo è un sogno…” pensò, non riuscendo a darsi altra risposta all’in fuori di quella conclusione a cui era giunta.

RATZEL – Non state sognando – le disse, continuando a sorriderle teneramente. E Sarah non potè non avvertire una certa familiarità in quel sorriso… anche se s’impose di allontanare all’istante quell’idea.

SARAH – Cos… cosa volete da me? – ebbe il coraggio di chiedergli, cambiando l’impostazione del tono della voce, aggiungendo un pizzico di cortesia, completamente confusa e stralunata della situazione assurda in cui sembrava trovarsi realmente, non trattandosi di un sogno, come le aveva confermato anche la divinità.

RATZEL – Parlarvi – le rispose, con lo stesso tono di voce caldo e rassicurante, continuando a sorriderle.

 

 

HAKKAI – Sarebbe cortese mostrare il proprio volto quando si combatte… nasconderlo equivale a dimostrarsi spiacevolmente codardi. - .

Un’ennesima risata partì da una delle due figure situate sull’albero, facendo innervosire ulteriormente i quattro.

GOIJO – FATEVI VEDERE, BASTARDI! – urlò contro i due, non riuscendo a mantenere il sangue freddo che invece contraddistingueva più di tutti il compagno dagli occhi verdi.

-         Non sono cambiati affatto – giunse in modo soffuso dalla seconda persona che si trovava sull’albero, che dimostrò di avere un timbro di voce più delicato rispetto al compagno.

Dopo quella frase, i due individui che li avevano attaccati cambiarono angolazione, andando a coprire il sole, mostrando quindi il loro aspetto.

“Divinità” concluse Sanzo, osservando il chakra scarlatto che entrambe le figure avevano sulla fronte.

Goku non ci pensò due volte prima di cercare di attaccarli, ma, spiccato il balzo, mentre era sospeso a mezz’aria, vide il dio dagli occhi azzurri sollevare prontamente una mano chiusa a pugno, dalla quale sollevò solo l’indice e il medio, congiunti, scatenando così la reazione di un ramo che componeva il muro che li aveva circondati.

Non fece in tempo ad evitare il colpo che venne allontanato violentemente, colpito in pieno stomaco dal ramo, che lo ricacciò a terra, facendolo strisciare sulla polvere per un breve tragitto.

HAKKAI – È lo stesso che ci ha attaccati alla locanda la volta scorsa – concluse, informando i compagni, che ci erano arrivati a loro volta.

GOIJO – E l’altro chi è? La fidanzata? – chiese sarcasticamente, scatenando la reazione del dio dagli occhi ambrati, che sollevò un braccio, stringendolo a pugno.

Prima che Goijo riuscisse ad aggiungere qualcosa di altrettanto sarcastico in merito alla posizione che aveva assunto il nemico, si vide costretto ad evitare una roccia dalle piccole dimensioni che era caduta dall’alto.

Quando sollevò lo sguardo, spalancò gli occhi rossi, osservando la moltitudine di rocce che levitavano sulle loro teste, pronte a cadere da un momento all’altro.

 

 

“Parlarmi?” pensò Sarah tra se, senza smettere un attimo di abbandonare l’incredulità  che l’aveva colta.

SARAH – Di cosa? – chiese a Ratzel, attendendo impaziente che rispondesse alle domande che le stavano martellando nel cervello.

SARAH – Sanzo! – si lasciò sfuggire poi con enfasi, ricordandosi improvvisamente come tutto ciò era avvenuto.

Ratzel non potè fare a meno di ridurre gli occhi a due fessure, cosa che alla ragazza non sfuggì. Ma non si lasciò comunque intimidire, e continuò a guardarlo, impaziente di sapere cosa fosse successo ai ragazzi.

RATZEL – Sta bene. – le rispose, riacquistando la sua espressione pacifica, cercando di allentare il tarlo fastidioso che gli si era insinuato nella testa alla reazione della ragazza. – Stanno tutti bene. Non verrà fatto loro alcun male. - .

Sarah non abbandonò comunque la sua espressione tesa, incapace di articolare altra parola, così com’era incapace di articolare qualsiasi pensiero.

SARAH – Perché… - provò a chiedere al dio, non riuscendo a esprimersi oltre.

RATZEL – È stato necessario. – l’anticipò, capendo che voleva riferirsi al perché li avessero attaccati. – Volevo parlarvi a quattr’occhi, per mettervi in guardia. – aggiunse, vedendo la fronte della ragazza aggrottarsi.

SARAH – Ma da cosa…? – gli chiese infine, incapace di trattenere ancora tutte quelle informazioni spezzettate, desiderosa di riceverne una che potesse farle più chiarezza.

RATZEL – Da Genjo Sanzo Oshi - .

 

 

Nel momento esatto in cui Kadeon riaprì la mano, le rocce furono di nuovo soggette alla forza di gravità e cominciarono a cadere.

Hakkai si guardò intorno, cercando di escogitare velocemente un piano che riuscisse a salvarli tutti, ma chiusi in quella cerchia di rami non avevano alcuna possibilità di scappare, così la cosa più sensata che gli venne in mente di fare fu quella di creare una barriera col proprio Ki che potesse fungergli da ombrello, rallentando – o possibilmente evitando – che le rocce potessero colpirli.

Agì in fretta, creando attorno a sé e ai compagni la barriera d’energia, gemendo quando le rocce vi entrarono in contatto.

GOIJO – Hakkai! Sei troppo provato, non resisterai! – gli urlò contro, preoccupato per le sorti dell’amico, che, incoscientemente, dava segno di voler resistere a tutti i costi, nonostante le mani stessero cominciando a sanguinargli.

Goku guardò gli amici e strinse i denti, non riuscendo a pensare a nulla che potesse aiutare Hakkai. Se avesse cercato di nuovo di colpire gli dei, avrebbe dovuto uscire dalla barriera creata dal demone, mettendone in serio pericolo la consistenza e rischiando che il sacrificio di Hakkai fosse risultato inutile, nel caso in cui non vi fosse riuscito.

Portò i suoi occhi dorati su Sanzo, che era rimasto immobile ancor prima dell’impatto delle rocce sulla barriera, quasi come se non aspettasse altro che precipitassero.

Riuscì a immaginare che si sentisse inutile come lui, in quel momento. Soprattutto per via di Sarah.

GOIJO – Smettila! Le eviteremo! – consigliò all’amico quando lo vide inginocchiarsi per lo sforzo, con ancora entrambe le braccia alzate. Sollevò lo sguardo, capendo che la sua idea non sarebbe stata attuabile, a giudicare dal numero spropositato di rocce che si erano radunate sulla barriera.

Poi accadde l’imprevedibile.

Nel momento stesso in cui Hakkai, esaurite tutte le energie, estinse la barriera e si accasciò a terra, privo di forze, una serie di onde di energie di intensità media distrusse lo primo strato di rocce che si sarebbe abbattuto per primo su di loro.

Subito dopo, con una velocità incredibile, una figura si abbattè sul muro di rovi dall’esterno, perforandolo ed entrandovi, uscendone poi dalla parte opposta e ripetendo l’operazione più volte, con la medesima velocità, riuscendo a distruggerlo quasi interamente stando allo stesso tempo attento a non colpire loro, che vi si trovavano al centro.

Ryami e Kadeon spalancarono gli occhi allo stesso momento, e si posizionarono nuovamente in posizione di attacco, per richiamare i loro poteri e ricostituire la situazione iniziale, ma davanti  a loro fece la sua comparsa un’ennesima figura, che concentrò rapidamente nella sua mano un’onda di Ki. Non fecero in tempo a scansarsi che furono sbalzati in aria da un’ondata di energia.

Goijo, Goku e Sanzo rimasero impietriti. Il tutto si era svolto in una manciata di secondi, e ora, oltre ad essere stati liberati dalla gabbia di rami in cui erano stati rinchiusi, le divinità sembravano essere state momentaneamente messe ko.

La figura che aveva distrutto in maniera inverosimile il muro di rami, dopo aver effettuato l’ennesima crepa in quest’ultimo, muovendosi sempre alla stessa velocità, si fermò di botto davanti a loro, ponendo i piedi a mò di freno per agevolarsi.

Sospirò, una volta ferma, dando la possibilità ai tre di notare che si trattasse di una ragazza.

Goijo la osservò stralunato, mentre questa scuoteva la testa per liberarsi i capelli ricci dalle schegge che le si erano impigliate durante la corsa.

Il mezzo demone sollevò un dito basito, indicandola.

GOIJO – Ma tu… - .

-         A-ha! – gli disse annuendo, rispondendo in maniera affermativa alla sua pseudo domanda, capendo in anticipo cosa volesse chiederle. Gli sorrise, incurante dello sguardo sconcertato con cui continuava a guardarla, e lo salutò con una mano, scherzosamente, prima di correre verso la jeep nera sulla quale si erano già posizionati gli amici, che partì sgommando non appena lei fu sopra, dirigendosi verso il punto dove era sparita Sarah.

Sanzo sembrò destarsi improvvisamente dallo stato catatonico in cui era caduto.

SANZO – HAKURYU’! – chiamò il draghetto, che per tutto quel tempo era rimasto nascosto nella boscaglia, spostandosi da un albero all’altro qualora lo avesse considerato più sicuro.

Hakuryù uscì prontamente dal suo nascondiglio, raggiungendo i ragazzi e trasformandosi subito in jeep, capite le intenzioni del bonzo, acconsentendo che fosse lui a guidarlo.

Quando Goijo e Goku furono riusciti a trasportare il corpo di Hakkai sulla jeep, assicurandogli una stabilità, prevedendo la corsa che di lì a poco avrebbero fatto, Sanzo schiacciò l’acceleratore, creando dietro di se una nuvola di polvere che si diradò solo quando il veicolo fu già abbastanza lontano.

 

 

RATZEL – Non è come crede – disse alla ragazza, incurante dello sguardo sconcertato che le stava rivolgendo.

SARAH – Cosa significa? – gli chiese, riacquisito il coraggio che aveva perso quando aveva compreso di trovarsi di fronte ad una divinità.

RATZEL – Non deve fidarsi di lui - .

SARAH – Dovrei quindi fidarmi di lei? – gli chiese d’impulso, scettica.

Ratzel chiuse gli occhi, accusando il colpo per l’ennesima volta, cercando di non farsi prendere dalla rabbia.

RATZEL – Lei non mi conosce… ed è dunque ovvio che non si fidi…  - le rispose dopo un po’, riacquisita la calma, riaperti gli occhi. - Ma la sua fiducia nei miei confronti è irrilevante, dal momento che non ho cattive intenzioni nei suoi confronti. – le ripetè. – Crede che se avessi voluto farle del male non glielo avrei già fatto? - .

Sarah rimase per l’ennesima volta senza parole… il discorso di Ratzel filava fin troppo bene… ma la questione di Sanzo…

RATZEL – Genjo Sanzo la sta usando – continuò imperterrito, facendo risollevare il viso della ragazza, che lo aveva abbassato, distogliendo lo sguardo dal suo, per riflettere. – Quando non gli servirà più, si sbarazzerà di lei - .

La ragazza trattenne il fiato. Che diavolo voleva dire tutto ciò? Sanzo la starebbe usando? Per cosa? E Ratzel come farebbe a saperlo? Conoscerebbe Sanzo?

RATZEL – Posso comprendere che sia confusa da tutto ciò. Avremmo bisogno di più tempo affinché possa spiegarle tutto per filo e per segno… ma non ne abbiamo -. Chiuse gli occhi, cercando di mettersi telepaticamente in contatto con Ryami e Kadeon, dai quali apprese di non avere effettivamente più tempo.

Sarah continuò a riflettere.

Una divinità era spuntata dal nulla… rapendola… solo e unicamente per metterla in guardia… da Sanzo? Si portò una mano alla testa, chiudendo gli occhi a sua volta per il capogiro che la colse.

Le sembrava di trovarsi in un sogno. In un brutto sogno. Nemmeno le visioni che la coglievano erano capaci di confonderla così tanto.

Ratzel riaprì gli occhi, compiacendosi di essere riuscito a farla vacillare. Avrebbe dovuto insistere solo un po’ di più. E avrebbe dovuto farlo in poco tempo.

RATZEL – Venga con me – le propose, allungando una mano col palmo volto all’in su, invitandola a darle la sua.

Sarah riaprì gli occhi, trovandosi la mano del dio a pochi centimetri da se. Aveva ascoltato cosa le aveva chiesto… e la confusione era tornata a impadronirsi di lei, in maniera molto più acuta delle volte precedenti. Ratzel non sembrava avere cattive intenzioni. Qualsiasi cosa avesse voluto, avrebbe potuto prenderla in qualunque momento e nel modo che più gli aggradava. Invece… glielo stava chiedendo. Gli stava dando possibilità di scelta. Ammesso che la volesse per doppi fini… perché sprecare tutte queste parole?

I pensieri ritornavano sempre sullo stesso punto. Non sapeva cosa pensare.

E la cosa più assurda, incredibile e angosciante… era che di lui si fidava. Non c’era nessun campanello d’allarme che stesse suonando nella sua testa per avvertirla del pericolo. Non avvertiva niente di negativo provenire da lui. Il sorriso e l’espressione del dio le sembravano… sinceri… e lei ormai era abituata a classificare le persone in base a ciò che le trasmettevano, avendo vissuto una vita intera senza poter abbassare mai la guardia.

Qualsiasi cosa le venisse in mente riguardo Ratzel… il fatto che si trattasse di un nemico lo escludeva a priori.

Il dio guardò sottecchi dietro di se, avendo avvertito il rombare di un motore avvicinarsi. Il tempo era scaduto.

Allungò di più il braccio, avvicinandosi alla ragazza, e l’afferrò, ricevendo in risposta uno sguardo spaesato e spaventato.

SARAH – NO! – urlò, cercando di divincolarsi dalla sua stretta.

Ratzel s’immobilizzò di fronte a quella reazione, stringendo a pugno la mano libera, senza più esercitare forza su di lei.

Fu un attimo. Prima che Sarah potesse aggiungere qualsiasi altra cosa… ebbe una delle sue visioni.

Era in un posto che sembrava essere sospeso nello spazio… o forse era l’effetto che creava un enorme fascio di luce, che, simile ad una bocca, sembrava stesse trascinando tutto dentro di sé. Si voltò, vedendo Goijo riverso a terra, privo di sensi,  accanto a Goku,  che stava cercando di avanzare verso di lei servendosi di un pezzo della nyoibò, il cui resto era sparso per terra, poco lontano, in tanti piccole schegge. Vide Hakkai in piedi, più lontano da lei, sanguinante, senza monocolo, urlarle qualcosa che non riuscì a sentire. Si guardò intorno elettrica, conscia del pericolo che stavano correndo, cercando di individuare con lo sguardo la quarta persona che mancava.

Lo vide. A terra, molto più vicino alla bocca di luce rispetto a loro. Le ametiste coperte dalle palpebre. I capelli d’oro imbrattati di sangue. Il sutra distrutto accanto a lui.

Chiamò il suo nome, più forte che potè, arrivando a sentire la gola raschiarsi e gli occhi lacrimare…

Non si rese conto di aver urlato allo stesso modo anche nella realtà. Ritornò in sè trovandosi di fronte gli occhi blu di Ratzel, spalancati per la sorpresa. Il suo braccio ancora intrappolato nella sua mano.

 

 

Kogaiji, nascosto – totalmente immobile – tra le foglie del ramo più alto di un albero, si preparò a saltare e combattere contro il dio. Si fermò poco dopo che una jeep nera ebbe fatto la sua comparsa, arrivando dall’alto, probabilmente grazie allo slancio di qualche albero sradicato che aveva incontrato, finendo nella zona ombreggiata in cui si trovavano i due.

 

 

“Dannazione” pensò Ratzel, mentre la jeep si avvicinava ad una velocità inaudita.

RATZEL – Ci rincontreremo. Pensate a ciò che vi ho detto. – le disse, afferrando delicatamente una mano della ragazza e poggiandovi sopra le labbra, senza staccare gli occhi dai suoi.

Scomparve poco prima che la jeep stesse per investirlo. Sarah si ritrovò in un lampo lontana, a terra, con addosso un corpo che si era lanciato dal veicolo in corsa.

 

 

Kogaiji continuò a rimanere immobile. Quella situazione era apparsa strana anche a lui. L’unica cosa certa era la ragazza. Dalla posizione in cui si trovava aveva avuto modo di vederla bene ancora una volta. Era lei. Senza ombra di dubbio.

Quando anche una jeep verde a lui molto familiare fece la sua comparsa nella boscaglia, decise di andarsene.

 

 

SARAH – Ahia… – si lamentò, la schiena dolorante per via dell’ennesimo impatto violento col terreno. Si rese subito conto di avere qualcuno addosso, e trattenne il fiato, nuovamente incredula, accorgendosi dei capelli lunghi biondi molto familiari.

-         Guarda che mi sono fatto male anch’io – protestò la persona sopra di lei, facendosi leva sui gomiti e sollevando la testa, rivolgendole un radioso sorriso.

Gli occhi di Sarah si riempirono di lacrime.

-         SARAAAAAAH!!! – urlò una voce acuta e pimpante, seguita da dei passi frettolosi, come quelli di qualcuno che sta correndo.

SARAH – Chris… - riuscì a malapena a pronunciare nel riconoscere l’amico, prima che questo venisse afferrato per le spalle da una ragazza dai capelli ricci e rossi e sbattuto con violenza lontano da lei.

SARAH – Pad! – esclamò, senza riuscire a muoversi per la sorpresa, convinta che si trattasse di un sogno.

PAD – Ma che combini??? Che ci fai ancora a terra?? – le chiese, afferrandola con poca delicatezza per le spalle, rimettendola in piedi, per poi abbracciarla di slancio, quasi fino a stritolarla.

Sarah rispose all’abbraccio subito, chiudendo gli occhi, lasciando così che delle lacrime le sfuggissero dalle palpebre. Quando li riaprì, vide una terza conoscenza scendere da una jeep nera a lei familiare.

Quando Pad si staccò da lei, guardandola soddisfatta per la reazione che la sorpresa era riuscita a procurare all’amica, Sarah si portò entrambi le mani alla bocca, incapace di articolare parola, osservando la donna scesa dalla jeep avvicinarsi a lei con l’andatura sicura che tanto la contraddistingueva.

Allo stesso tempo, Chris riuscì a sollevare la testa da terra, e se l’agitò per liberarla marginalmente dalla polvere. Poi si mise di fronte alla ragazza, con le braccia spalancate e sorridente, incurante che stesse per essere raggiunta dalla donna.

CHRIS – Tesoro!!! Fatti abbracciare! – esclamò, prima di essere sbattuto nuovamente a terra, questa volta dal lato opposto alla volta precedente.

Fu Sarah ad abbreviare la distanza che la divideva dalla donna, correndole incontro e saltandole quasi addosso per abbracciarla.

SARAH – Cloe… - chiamò l’amica tra le lacrime, incapace di separarsi da lei, cercando di trattenere le lacrime che non volevano saperne di smettere di rigarle il viso.

Cloe si concesse un sorriso, abbracciando la ragazza a sua volta e portandole una mano sulla testa.

Era mancata tanto anche a lei.

Anche a Pad vennero le lacrime agli occhi, tanto che fu costretta ad asciugarsene i bordi con le dita.

CHRIS –Ehi… - piagnucolò improvvisamente, rimanendo in ginocchio, lontano da loro, temendo di ricevere l’ennesima spinta che gli avrebbe fatto mangiare ancora polvere. – Voglio abbracciarla anch’io, però! – concluse mettendo il broncio, attirando immediatamente l’attenzione di Sarah che, liberatasi dall’abbraccio di Cloe, corse verso di lui, inginocchiandosi anche lei per portarsi alla sua altezza e stringendolo più di quanto non avesse fatto con le amiche, baciandogli un paio di volte una guancia, continuando a singhiozzare.

Chris s’intenerì, prendendo ad accarezzarle con affetto i capelli come aveva fatto Cloe, per poi riprendere ad abbracciarla e cominciare a dondolare sulle ginocchia, trascinandola con se.

CHRIS – Quanto ci sei mancataaaaaaaa! – esclamò con enfasi, facendo ridere la ragazza. – Ma tanto, tanto, tanto, tanto! – concluse, allontanandosi un po’ da lei e schioccandole un bacio sulla guancia.

PAD – Tanto quanto? – chiese sarcastica all’amico, inarcando un sopracciglio, volendo sottolineare la teatralità che aveva usato.

CHRIS – TANTO, TANTO, TANTO, TANTOOOO! - .

SDENG.

Cloe lo colpì imperterrita con l’harisen sul capo, mentre sul suo pulsava freneticamente una venetta.

CLOE – Abbiamo capito… - sibilò, facendo zittire all’istante il demone più giovane che, spaventato, una volta in piedi, andò a nascondersi dietro le spalle di Sarah, che scoppiò a ridere per la seconda volta.

Un tonfo e una frenata prolungata attirò l’attenzione di tutt’e quattro, specie quella di Sarah, che spalancò gli occhi, mettendosi subito a correre verso il veicolo che era appena entrato in quella parte di boscaglia.

Sanzo finalmente respirò. Scese meccanicamente dalla jeep, col suo solito invidiabile auto controllo e si fece abbracciare dalla ragazza, che gli si gettò contro a braccia aperte non appena gli si fu avvicinato.

I battiti cardiaci ritornarono a pulsare in modo più naturale, e dopo averle accarezzato i capelli, la scostò da se, concedendosi di baciarla lievemente sul capo, chiudendo gli occhi.

SARAH – Hakkai! – esclamò, nel notare l’amico privo di sensi giacere sui sedili posteriori, semi sdraiato su Goku.

GOIJO – Sta bene, principessa. È solo stanco perché ha voluto strafare! – scherzò, sdrammatizzando come al solito, ricevendo in cambio una carezza sul viso da parte della ragazza.

SARAH – E voi come state? – gli chiese ansiosa, carezzando il capo a Goku, scompigliandogli appena i capelli con delicatezza, volgendo lo sguardo anche su di lui.

GOKU – Bene, tranquilla! – le rispose solare, annuendo e sorridendole, per non farla preoccupare.

Un tossicchio attirò la loro attenzione.

I sette si guardarono l’un con l’altro per un po’ di tempo, finchè Sarah non propose di fermarsi per fare il punto della situazione e un po’di presentazioni.

 

 

Hakkai si svegliò con un brusìo di sottofondo, rendendosi conto dal manto stellato che era sopra di lui che era giunta la sera. Aprì e chiuse gli occhi più volte, trovandosi davanti, improvvisamente, un paio di occhi azzurri curiosi, che si spalancarono a dismisura non appena lui aprì di più i suoi.

PAD – Wow, che occhi! – esclamò, uscendo poi dalla visuale del ragazzo. – Caspita Sarah, ti batte alla grande! - .

Sarah rise sonoramente, divertita dalla sfrontataggine dell’amica, seguita a ruota da Goijo e Goku, che risero più sguaiatamente, come al solito.

GOIJO – E poi dicono che chi dorme non piglia pesci! - .

PAD – Ehi! Cosa staresti insinuando?? - .

GOIJO – Io? Nulla… - le rispose con finta noncuranza, facendo ridere di nuovo Goku, mentre Sarah sorrise, prendendo ad avvicinarsi al demone dagli occhi di giada gattonando.

SARAH – Come ti senti, Hakkai? – gli chiese con un tono di voce basso, cercando di non farsi sopraffare dalle voci di Goijo e Pad, che stavano continuando a battibeccare.

HAKKAI – Un pò confuso… - le rispose sinceramente, volgendole a sua volta un sorriso e guardando dietro di lei, scorgendo Sanzo accendersi una sigaretta e una donna seduta al suo fianco fumarne una.

Quando provò ad alzarsi, Sarah accompagnò il suo gesto posizionandogli una mano dietro la schiena, in modo da riuscire a sorreggerlo nel caso in cui lo avesse colto un capogiro.

Quando ebbe la certezza che non sarebbe caduto, Hakkai le sorrise di nuovo, riconoscente, portandosi una mano all’occhio sinistro e stropicciandoselo, per cercare di avere la vista più nitida almeno da quella parte.

Goku gli porse il monocolo che fin’ora aveva custodito, ricevendo in cambio un sorriso e un “Grazie” da parte del demone, che, reindossatolo, cominciò a mettere a fuoco i visi nuovi.

HAKURYU’ – Kyuuuuuuuuuu! – emise, volando subito incontro al suo padrone, ritrasformandosi in draghetto sotto lo sguardo di Chris e Pad, che scattarono sull’attenti per via del fumo provocato dalla trasformazione, mentre Cloe si limitò a rivolgere al bizzarro veicolo un’occhiata incredula.

Hakkai allungò una mano, facendo in modo che Hakuryù vi si poggiasse sopra, avvicinandoselo per poi prendere ad accarezzarlo.

Dopo un attimo di silenzio, in cui Chris e Pad erano rimasti a bocca aperta, il ragazzo si rivolse a Cloe, al suo fianco.

CHRIS – Perché il nostro veicolo non si trasforma? - .

CLOE – Perché no – gli rispose, cercando di liquidarlo, prevedendo la lista delle domande senza senso che le avrebbe rivolto di lì a poco.

CHRIS – E perché no? – le chiese infatti, provocando il rigonfiamento della vena dell’amica.

CHRIS – Perché no… - si auto rispose, mesto, afferrando al volo la ragione del rigonfiamento della vena della donna.

SARAH – Hakkai – interruppe quel bizzarro scambio di battute, trattenendo una risata come aveva fatto Pad, andando subito incontro al demone degli occhi di giada, prevedendo potesse essere spaesato. – Non so se ricordi quando ci siamo incontrati alla locanda del Pavone nero… - .

Hakkai collegò il tutto in un attimo, ricordandosene, e annuì.

SARAH – Loro sono Cloe, Chris e Pad – presentò gli amici, che sentendosi chiamare, a turno gli fecero un cenno di saluto.

SANZO – Dunque si è già diffuso quasi ovunque – si rivolse a Cloe, interrompendo lì le presentazioni, riprendendo il discorso che avevano iniziato precedentemente, prima che Hakkai si svegliasse.

CLOE – Sembra di sì – gli rispose secca, spegnendo la sigaretta accuratamente poco lontana da lei.

Hakkai guardò l’uno e l’altro, cercando di recuperare il filo del discorso che si era perso, riuscendo comunque a capire che stessero parlando dell’anomalia.

PAD – Quando siamo andati via dal nostro villaggio siamo stati costretti a spostarci di frequente per via dei casi anomali che si sono sviluppati improvvisamente di luogo in luogo – spiegò ad Hakkai brevemente, riassumendogli la prima parte del discorso.

CHRIS – La maggior parte delle volte non ce ne siamo andati di nostra spontanea volontà – aggiunse, attirando così l’attenzione di Hakkai. – La gente parte prevenuta… è spaventata, non è più disposta a vivere con noi - .

PAD – D’altronde non le si può dare torto… - si limitò ad aggiungere, lasciando cadere il discorso nel vuoto.

HAKKAI – Come ci avete trovati? – chiese a quel punto, rompendo il silenzio.

A Chris venne da ridere.

CHRIS – Siamo stati attirati da un movimento bizzarro – iniziò a spiegare, riprendendo a ridere.

PAD – Eravamo nei pressi della radura in cui vi eravate fermati… quando abbiamo visto dei rami tagliarci la strada improvvisamente e addentrarsi nella boscaglia – continuò, cercando di rendere più chiaro il racconto.

CHRIS – Poi abbiamo visto uno di essi scagliarsi con più decisione in un punto a caso e ritirarsi con una preda… - concluse, riprendendo a ridere più sonoramente.

SARAH – Ehi… guarda che non  è stata una bella esperienza… - ci tenne a precisare, guardando con cipiglio l’amico dai capelli biondi, che non la smetteva di ridere.

CHRIS – Eri troppo divertente… ti divincolavi in un modo assurdo… - . Riprese a ridere, senza trattenersi, venendo colpito improvvisamente alla testa da una pietra scagliata da Sarah e da un’harisennata, dietro la testa, da Cloe, che lo fece cadere in avanti. 

PAD – Abbiamo riconosciuto la jeep… e abbiamo deciso di dare un’occhiata per capire cosa stesse succedendo. Poi siamo scappati da Sarah – concluse, dopo aver riso brevemente per le sorti di Chris.

GOKU – E adesso? Dove siete diretti? – chiese loro, volgendo i suoi occhioni dorati a turno sui tre.

CLOE – Ovunque ci conduca la scia anomala – gli rispose, facendo una pausa per accendersi un’altra sigaretta. – È inutile continuare a cercare un posto in cui provare a integrarsi, coi tempi che corrono. Personalmente, questa situazione sta cominciando a starmi sulle scatole. Se devo impazzire preferisco farlo di mia spontanea volontà, senza aspettare di essere colta come tutti gli altri dall’anomalia. - .

GOIJO – State dunque… - .

PAD – Dirigendoci verso la direzione in cui sembri manifestarsi più spesso e con più intensità. E sembrerebbe trattarsi dell’ovest. Deve esserci una spiegazione dietro tutto questo… ed io la penso come Cloe. Non me ne starò con le mani in mano ad aspettare la fine! - .

HAKKAI – Lei è dello stesso parere? – si rivolse a Chris, che sembrava aver riacquisito un’aria seria.

CHRIS – Dammi del tu, per favore, non mi sono mai piaciute le formalità. Se non è un problema naturalmente. - .

Quando Hakkai scosse la testa per fargli intendere che non ci fosse alcun problema, continuò.

CHRIS – La penso allo stesso modo… e poi, indipendentemente da tutto, seguirei queste signore in capo al mondo. – disse tutto d’un fiato, con una sicurezza e una dolcezza che riuscì a sciogliere per un attimo perfino Cloe, che si limitò ad abbassare un po’ la testa, e a sorridere ironicamente, pensando alla semplicità dell’amico.

A Pad le si inumidirono gli occhi.

PAD – Ma non è un amore??? – chiese poi improvvisamente, sgattaiolando accanto a lui, abbracciandolo e scoccandogli un baci su una guancia, imbarazzandolo e facendolo arrossire.

GOIJO – Peccato amico… - si rivolse ad Hakkai. – La conquista ti è già stata soffiata! - .

Seguì una serie di risate che ruppe ancora una volta il silenzio della radura in cui si trovavano.

 

 

Era notte inoltrata, ma Sarah non riusciva comunque a dormire. Troppi avvenimenti.. troppe sorprese.. troppe rivelazioni aveva riservato quel giorno, e lei, da quando si era posizionata nel sacco a pelo, non era riuscita a chiudere occhio.

La riunione si era conclusa con la decisone da parte dei suoi vecchi amici d’intraprendere con loro il viaggio verso ovest. Aveva raccontato loro cosa l’aveva spinta a fare quella scelta… all’attacco subito alla locanda dopo la loro partenza e alla rivelazione da parte di un nemico che qualcuno, proveniente dall’ovest, la stesse cercando.

Pad le aveva ammiccato prima di andare a dormire, quando l’aveva vista allontanarsi con Sanzo e sistemarsi con lui in disparte per la notte. E quel gesto significava una sola cosa. Tortura. L’avrebbe sicuramente torturata se non le avesse raccontatati tutto quello che era curiosa di sapere. In primis, sicuramente, la storia col bonzo corrotto.

Neanche a farlo a posta si sentì avvolgere da dietro da un braccio, che andò a circondarle la vita, mentre l’altro le passò sotto al collo. Lo sentì incredibilmente vicino, ma, benché lo desiderasse, non si mosse, ancor più desiderosa di bearsi di quel contatto caldo e elettrizzante allo stesso tempo... che quella giornata aveva rischiato di perdere.

SARAH – Anche tu sveglio? – gli chiese sussurrando, per evitare di farsi udire dagli altri, che stavano dormendo poco lontani.

SARAH – Come va il braccio? - gli chiese ancora, non ricevendo alcuna risposta dalla prima domanda, voltandosi poi delicatamente verso di lui, attenta a non fargli male il braccio fasciato.

Venne investita all’istante dalle solite, splendide ametiste, e, attratta come un magnete al metallo, si avvicinò a lui, continuando a guardarlo, poggiando le labbra sulle sue e baciandolo dolcemente, chiudendo gli occhi solo dopo che lui ebbe chiuso i suoi, non volendosi perdere un loro solo movimento.

Sanzo ne approfittò per approfondire il bacio e le portò una mano al viso, in prossimità dell’orecchio, invitandola col pollice a schiudere le labbra e ad affondare la lingua nella sua bocca solo per un attimo, giusto il tempo di sentirla tremare e sciogliersi leggermente.

Fu allora che Sarah si decise a stare in silenzio, limitandosi a godersi quegli attimi. Attimi. Sapeva che si trattava solo di attimi, considerando il viaggio che avevano deciso d’intraprendere, il cui cammino era disseminato di pericoli, incertezze e dubbi.

Ringraziò per essere sopravvissuta ancora una volta per poter godere quegli attimi con lui, e quando Sanzo l’ebbe baciata un’ultima volta, più dolcemente e brevemente, conducendo la sua testa con una mano verso il suo petto, si lasciò cullare dal suo respiro, abbandonandosi finalmente al sonno.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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