Giorni dispari
Sola nell’orizzonte della solitudine, non ho altro all’infuori di me stessa e me ne compiaccio:
non c’è tramonto migliore, che quello del silenzioso ricordare; scivolo nelle memorie.
Malinconiche, quiete, quelle allungano le loro dita di cristallo attorno al mio cuore.
Arti freddi trasmettono mestizia e placido sconforto; rari gli sprazzi di calore…
così labili, fuggevoli, iridescenti di sorrisi dispersi e per questo tanto preziosi.
Il pensiero di un abbraccio indonato mi sfiora, cupido di rivalsa, rabbioso
e tristo allo stesso tempo; è una piuma nera che sosta nel lago dell’anima,
galleggiando
impunemente e tormentando la superficie, un tempo
immutata.
Non conosco armonia, e giorni dispari bussano alle porte del mio castello.
Rispondo, devo farlo; io, che dei dissimili son regina.