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Autore: Jaku    25/01/2009    2 recensioni
La guerra è vinta e tutto sembra presagire una tranquilla serata come tante a Grimmauld Place. Non è proprio così... Due ragazze si stanno contentendo qualcuno a colpi di urla. Chi? Harry?!? Non tiene conto di HBP e DH. Ero stanco di scrivere fic troppo seriose.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                   Tra le due litiganti…..

                                                xXx

 

 

Un’altra tranquilla serata al numero 12 di Grimmauld Place.

O no…

"CHE COSA HAI DETTO???"

A chi è accorso nella cucina della casa ancestrale della famiglia Black si presenta davanti la scena di due giovani ragazze che sembrano pronte a saltare alla gola l’una dell’altra e farsi a pezzi.

Quello che stupì tutti (ok, alla signora Weasley mancò poco che venisse un colpo aplopettico, mentre i fratelli Weasley più che stupiti sembravano pronti ad uccidere, forse era l’aria della stanza che rendeva omicidi, chi lo sa).

"Harry cara mia non ti appartiene, non è mica un oggetto."

Queste parole erano uscite dalla bocca di una ragazza alta e slanciata, con morbidi capelli bruni che le scendevano mossi oltre le spalle. Il suo nome era Hermione Granger, una delle ragazze più ammirate e invidiate di Hogwarts.

E chi avrebbe potuto pensare mai che la so-tutto-io coi dentoni e i capelli arruffati si sarebbe trasformata nella bellezza che al momento sbraitava con gli occhi illuminati dal fuoco dell’ira.

Tutta la scuola aveva notato i cambiamenti nella giovane Grifondoro e molti ragazzi non hanno potuto fare a meno di iniziare a sbavare dietro a lei come dei lumaconi.

Persino Malfoy è stato colto a lanciarle occhiatine di nascosto che vanno oltre al solito "muori per autocombustione" che ha sempre rivolto alla cosiddetta sanguesporco. E dalla ginocchiata in parti dove nessun uomo vorrebbe riceverla, sembra proprio che anche lei lo abbia beccato, e che non avesse apprezzato la cosa.

"Da che pulpito, tu non lo tratti come un oggetto, ma come un cagnolino al guinzaglio da ordinare a destra e a manca, quando studiare, quanto tempo può volare col manico di scopa, dove andare, fra un po’ gli dirai pure cosa mangiare."

Questo invece veniva dall’altra contendente, una rossa dal fisico atletico e longilineo. Il suo nome era Ginny Weasley, l’unica figlia femmina della grande famiglia residente alla Tana e, secondo uno dei suoi ex-ragazzi, un assoluto demone nei ripostigli (stranamente, il giorno dopo averlo rivelato agli amici, il malcapitato che se lo era lasciato sfuggire aveva passato qualche giorno in infermeria e ne era uscito temendo anche la propria ombra, ma su questo particolare non si è mai fatta luce).

"Almeno io non mi metto a flirtare oscenamente con lui sperando che veda la luce e dichiari che il suo eterno amore nato dal primo momento che mi ha vista. La vita non è una favola cresci!"

Ouch, sembra che questa uscita abbia colpito dove fa più male visto che la faccia della giovane ha iniziato a tingersi carminio, tanto da far rendere quasi irriconoscibili le lentiggini che le segnano il naso.

La smorfia di disgusto che le si era stampata in viso però avrebbe potuto costringere Piton a prendere appunti.

"Sei solo invidiosa perché lui risponde ai miei scherzi, mentre quando inizi te ad assillarlo con i compiti ti allontana come una comune seccatura."

"Io sono solo preoccupata per il suo futuro, anche se ha sconfitto V-Voldemort non vuol dire che deve trascurare lo studio."

Eh si perché Harry, dopo aver passato tutto il suo sesto anno a studiare sotto l’ala di Silente e di diversi elementi dell’Ordine era riuscito a sconfiggere il Signore Oscuro durante un assalto a Diagon Alley (chi avrebbe pensato che tra tutti gli incantesimi che era stato costretto a ricordare, un semplice Reducto alla testa sarebbe riuscito a trapassare gli scudi della più terribile minaccia del Regno Unito, imbiancando di una stomachevole tinta la vetrina di Olivander?)

Da quel momento il "bambino che è sopravvissuto" era diventato "colui che ha vinto", "il conquistatore" o, con una certa noia delle due qui citate "lo scapolo più ricercato del mondo magico".

Non passava giorno che il poverino non ricevesse tonnellate di lettere di presunte spasimanti che gli dichiaravano amore eterno, sommergendolo di foto in pose provocanti che al momento facevano bella mostra sulle pareti dei letti di Seamus e Dean.

"Ora che si è liberato dal pazzo maniaco che passa le sue giornate a complottare la sua morte dovrebbe godersi un po’ la vita."

Questa era cattiveria gratuita, perché Voldemort aveva molte altre attività oltre a quella di cacciare la sua nemesi, tra cui il pensare a come uccidere Harry Potter, o come far sparire dalla faccia della terra quella seccatura di un grifond… ok, quello era proprio il suo passatempo preferito, ma chi poteva biasimarlo, torturare i propri sottoposti e ascoltare i piagnistei di Codaliscia o i vagheggiamenti di Bellatrix Lestrange dopo un po’ stanca.

"Dovrebbe godersela con te al suo fianco per caso?" Gli occhi ormai erano ridotte a due fessure. Se uno sguardo potesse uccidere, Ginny probabilmente sarebbe già morta cinque volte prima ancora di toccare il pavimento.

"Chi meglio di me?"

"E perché dovrebbe piacergli proprio una come te?"

"Beh, sai com’è no? I ragazzi di oggi tendono a scegliere le proprie fidanzate il più simile possibile alle proprie madri. E se non ricordo male Lily Evans era rossa di capelli, guarda caso proprio come me."

Nel suo tono, si poteva sentire un certo senso di compiacimento, sentimento non proprio ricambiato dalla rivale, o almeno così potrebbe sembrare dal sorrisino sardonico che le era spuntato sulle labbra, quasi come per dire "qui ti volevo".

"Ma per piacere. Ho visto le foto della mamma di Harry, e i suoi capelli erano di un rosso lucente, non quel carota che ti porti in testa. E poi, se le vuoi proprio assomigliare tanto, dovresti iniziare ad imbottirti di più il reggiseno, visto che lei, al contrario di qualcuno, non era piatta come un asse da stiro."

"Tu brutta…"

"Senti chi parla tu…"

"Sei una…"

Il litigio iniziò a degenerare in uno scambio tennistico di insulti dal volume sempre più alto, tanto da risvegliare il vecchio ritratto della patriarca Black dal suo sonno, aumentando ancora di più il chiasso, con estrema sofferenza del povero Remus, che trovò un nuovo motivo per dannare il suo essere un licantropo.

Il fatto che anche la signora Weasley aveva incominciato a ululare il proprio dispiacere non faceva molto per la salute del povero Lupin che era tanto così dal perdere conoscenza.

Intanto nella camera patronale una testa di biondi capelli si alzò pigramente dal suo comodo "cuscino" (il petto del ragazzo dai capelli neri spettinati su cui era precedentemente collocato quell’angelico capo può venir probabilmente classificato come guanciale, almeno era comodo).

"Che cos’è tutto questo fracasso ‘arry?"

"Sinceramente non lo so. Sembra che qualcuno stia litigando, ma non si riesce a capire su cosa."

Una mano uscì dalle lenzuola e si posò sulla guancia della splendida ventenne che ben avrebbe figurato su ogni copertina di moda, iniziando ad accarezzarla dolcemente, richiamando un sospiro non dissimile dalle fusa di un gattino.

"Ma come siamo intraprendenti signor Potter, è proprio sicuro di essere pronto per un altro round?"

"Perché non lo scopriamo?"

Perché chi meglio di Harry Potter, salvatore di tutta la comunità magica, avrebbe potuto aiutare una povera veela, distrutta dopo essere stata abbandonata a pochi giorni dalle nozze dal suo fidanzato che dichiarava di essersi messo con lei sotto influsso della sua aura?

 

 

 

 

Note dell’autore:

Non ho mai scritto qualcosa di così leggero e ho voluto provare. Non sono proprio un esperto di sfuriate femminili quindi ho preferito non approfondire troppo, spero che non ne sia venuta fuori una, passatemi il termine, boiata. Oh beh.

Incredibilmente sono riuscito a sfondare il muro delle 1000 parole, anche se non di molto.

Per un po’ penso che mi dedicherò al fandom di Naruto, anche se ciò potrebbe cambiare, a discrezione di quel povero neurone solitario che risiede nelle lande desolate della mia testa.

  
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