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Autore: koralblu    28/07/2015    2 recensioni
Amanda Vivaldi è nata e cresciuta in una famiglia che ha sempre preteso il massimo da lei, e dai suoi quattro fratelli. Grazie al suo unico talento, la scrittura, Amanda ha potuto scegliere il suo futuro senza doversi arrendere al volere dei suoi genitori. A diciannove anni, dopo cinque anni d'inferno in una scuola in cui è sempre stata vittima di insulti e invidie, Amanda inizierà una nuova vita e coronerà il suo più grande sogno trasferendosi a Firenze, per frequentare la scuola di scrittura più rinomata della città. Tutto sembra essere perfetto e, finalmente, andare per il verso giusto; ma Amanda non aveva messo in conto un piccolissimo ma fondamentale dettaglio: il volere capriccioso del destino beffardo.
[...]
Mi ritrovai, senza nemmeno accorgermene, davanti alla ''fatidica'' porta, dove avrei visto per la prima volta la mia nuova coinquilina. Speravo fortemente, che fosse una persona socievole e gioviale con cui stringere una duratura amicizia. Con queste speranze e con uno smagliante sorriso, suonai il campanello. Non attesi molto prima che la porta si spalancasse, e rivelasse quella che doveva essere, in teoria,''la mia coinquilina''. Mi ero sbagliata. Non era semplice iella la mia, ma puro e incondizionato odio nei miei confronti
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Unforeseen

Avevo sempre saputo di stare oltemodo antipatica a chiunque ci fosse lassù; dovevo aver ereditato una qualche sottospecie di maledizione che si tramandava di generazione in generazione fra le figlie quartogenite della nostra famiglia. Potrebbe sembrare assurdo, e lo è in un certo senso, ma davvero non ci può essere altra spiegazione a cotanta cattiveria da parte della sorte.
 Davanti a me, infatti, in teoria, sarebbe dovuta venire ad accogliermi una dolce ragazza dai capelli corti corvini, dagli occhi azzurri e vispi,  piena di allegria e vitalità; almeno, questa era la descrizione della mia coinquilina che mi era stata fatta dall' uomo che ci affittava l'appartamento. Purtroppo non avevo mai avuto modo di incontrare questa ragazza, poichè quando ero venuta a vedere l'appartamento, lei era ad un importantissimo corso della sua facoltà, a cui purtroppo non aveva potuto rinunciare. Inoltre, sempre in teoria, sarebbe dovuta venire LEI ad aprire questa porta,  e sempre lei a darmi il benvenuto e mostrarmi la nostra nuova casa. 
Ma CHI mi ritrovai davanti in quel momento non avrebbe mai potuto assomigliare,anche solo lontanamente, ad una donna. Tutt'altro. Di fronte a me, infatti, se ne stava bello e tranquillo un ragazzo che doveva avere all'incirca la mia età. L'altezza, che ad occhio e croce doveva essere di circa un metro e ottanta e il fisico statuario di questo ragazza non potevano certamente appartenere ad una ragazza. Inoltre c'era da dire che non era nemmeno una visione tanto brutta. Diciamoci pure la verità: era un figo da paura. Capelli biondo cenere, occhi di uno strano colore, quasi marrone caramello, labbra piene e un sorriso da far sciogliere perfino il ghiaccio. Se poi aggiungiamo anche le gambe sode e le spalle larghe, potete benissimo capire che razza di pensieri a luci rosse stava formulando in quel momento il mio cervello.  ''Respira Amy, respira. E' solo uno stra figo da paura, non gli salterai addosso'' Si certo. Come no. ''Vallo a dire ai miei ormoni'' avrei voluto rispondere al mio cervello. 
A ridestarmi da questi pensieri però, fu il ghigno che comparve sulla bocca di quel fig..ragazzo. -Ti piace ciò che vedi?- mi chiese, in viso stampato un sorrisetto che io chiamavo ''da schiaffi''. Ormai avevo imparato a riconoscerlo; era quello che i miei vecchi compagni usavano per prendersi gioco di me. 
Mi irrigidii all'istante, sebbene quella voce a mio parere ''da orgasmo'' fece vibrare ogni singola cellulare del mio corpo. Una volta sedati gli ormoni, per non fare la figura della stupida gli risposi a tono. Peccato che ciò che dissi provocò una fragorosa risata da parte sua. 
-Tu dovresti essere una donna- Ecco la mia uscita infelice. Davvero brava Amanda. Così ora, oltre a pensare che tu sia una ragazzetta in prenda agli ormoni, penserà che tu sia anche una stupida. Davvero brava.
Dopo interminabili minuti di risate in cui quell'idiota si era anche tenuto la pancia con due mani, ritornò a guardarmi, sempre con quella scintilla di divertimento ormai ben conosciuta. -Ah, se vuole signorina posso prenotare un appuntamento con il medico sedutastante. Ma credo che a piangerne il lutto ci sarebbero troppe donne; perciò ho paura che dovrà accontentarsi di questo- disse in tono falsamente angosciato, mostrando con la mano tutto quel ben di Dio. Dio, se avessi avuto a portata di mano una spranga avrei infierito su quel corpo da urlo, togliendogli quel sorrisino odioso dalla faccia. 
Feci molti respiri profondi, inspirando ed aspirando l'aria dalla bocca, come mi aveva insegnato mio padre. Con una famiglia così numerosa e soprattutto così irritante, la pazienza non bastava mai, ed era sempre e costantemente messa a dura prova. E forse d'ora in poi lo sarebbe stata anche con lui. 
-Mi potresti spigare GENTILMENTE chi sei TU?- Marcai per bene le parole, quasi come fossero un avvertimento. Ma l'idiota qui presente non sembrò intuirlo. Avevo capito che genere di ragazzo avevo davanti: il solito bello, stronzo e altamente stupido. Quello che si divertiva a  fare battutine idiote sul sesso e a schernire le persone, calpestando così la loro dignità e i loro sentimenti. Avevo avuto a che fare con questo genere di persone per ben cinque anni, e ne avevo piene le scatole. 
Doveva esserci un errore. Il proprietario, un certo Gianni, mi aveva assicurato che in questa casa vivesse UNA RAGAZZA, e non una sottospecie di gigolò senza cervello. Doveva per forza esserci una spiegazione valida; forse avevo sbagliato porta o piano. Non poteva essere lui la mia coinquilina. Magari era un...
-Perchè sghignazzi?- mi chiese lui, confuso ed irritato dal sorrisetto che mi era nato quando avevo pensato alla possibilità che lui in realtà non fosse totalmente uomo.
-Gianni mi ha detto che in questa casa viveva una ragazza, e io adesso ho di fronte un ragazzo..magari tu, sotto sotto, e NELL'INTIMITA', non sei totalmente un ragazzo- la buttai li, e vidi nascere sul suo viso un espressione talmente buffa da farmi scoppiare a ridere come una pazza.
 Lo sconcerto e l'indignazione che poi lessi nei suoi occhi, misti alla faccia da pesce lesso che aveva assunto, mi fecero appoggiare alla parete per non crollare a terra. Dopo un primo momento di totale shock, il ragazzo si ricompose, riprendendo quello sguardo divertito di poco prima.
-Posso assicurarti di essere UOMO in tutto e per tutto. Magari con una dimostrazione pratica...- e mi fece l'occhiolino, assumendo su quella faccia da schiaffi un sorrisetto malizioso che avrebbe fatto concorrenza a modelli in copertina di Armani. A quelle parole sbiancai, smettendo immediatamente di ridere. Mi ritrovai a deglutire, la mente totalmente in black out. 
''May day, may day, ormoni chiedono aiuto. Ripeto: ormoni in subbuglio chiedono aiuto'' Stupidi ormoni da diciannovenne. Perchè dovevano impazzire solo per un frase di un stupido babbuino senza cervello? ''Perchè è sexy da morire'' sentii urlare dai miei ormoni, ormai totalmente impazziti. Dovevo tirarmi al più presto fuori da quella situazione.
-Mi potresti spiegare chi sei tu, per favore?- Bravissima Amy, non bisogna dargli corda. 
Lo sentii sbuffare, forse infastidito dal fatto che non avessi risposto alla sua provocazione
-Vieni dentro e ti spiego. Infondo, ora questo è il NOSTRO appartamento no?- calcò sulla parola nostro, e io mi sentii sprofondare sotto terra. Nostro? Aveva detto nostro?
-Che..cosa significa?- biascicai con voce stridula, segno dell'attacco isterico imminente. 
-Oh non lo sai? Da oggi saremo coinquilini.- sentii la rabbia montarmi dentro, e in men che non si dica lo raggiunsi, e cercando di apparire il più minacciosa possibile gli puntai un dito contro.
-IO, vivo QUI insieme ad una COINQUILINA FEMMINA. Ora smetti di prendermi in giro e dimmi chi diamine sei tu!- Dovevo congratularmi con me stessa per il tono duro e deciso; peccato che il babbuino qui di fronte non faceva altro che ridere sotto i baffi, prendendosi chiaramente gioco di me
-La ragazza con cui dovevi condividere la casa è mia sorella. E' stata chiamata l'altro ieri a Roma per uno stage importante, e starà via per un paio di mesi. Così ha chiesto aiuto al suo fratellone, chiedendomi di restare qui per non farti pesare troppo le bollette e tutto il resto. Ovviamente ho accettato. Sai quanto ci divertiremo?-disse ammiccando l'idiota, senza staccare gli occhi dai miei. Ma io non lo stavo ascoltando; ero caduta in una sorta di trans non appena aveva pronunciato le parole ''stage'' ''restare qui''. Ma perchè diamine nessuno mi aveva avvisato?
Troppo imbambolata com'ero, non mi accorsi dei passi alle mie spalle, e di una voce troppo acuta e squillante. 
-E tu chi saresti?- O no. Non lei. Non mia madre. Lei non doveva assolutamente sapere che avrei dovuto vivere con un ragazzo. E tanto meno mio padre: geloso com'era, mi avrebbe sicuramente imposto di fare le valigie e ritornarmene a casa con loro. Ed io non avrei mai potuto realizzare il mio sogno. 
Dovevo aver assunto un'aria terrorizzata, poichè il ragazzo mi tranquillizzò con gli occhi, e mi fece capire di starmene zitta.
-Voi dovete essere i genitori di Amanda? E' un vero piacere conoscervi-  Mi girai di scatto, completamente shoccata da ciò  aveva detto quel babbuino. Ma che cavolo voleva fare? Iniziai a tremare, preparandomi al peggio. Addio casa dove ho messo piede per cinque minuti. Avremmo potuto passare bei momenti insieme. 
I miei genitori si guardarono, visibilmente confusi e dopo puntarono gli occhi su di me. E ora?
-Oh non dovete preoccuparvi; non sono quello che credete. Stavo giusto spiegando ad Amanda di essere il fratello della sua coinquilina. Purtroppo lei è dovuta scappare per una commissione urgente, così mi ha chiesto di venire qui e aiutare vostra figlia a sistemarsi.- Se prima nei miei occhi c'era puro e semplice terrore, ora era stato completamente spazzato via da confusione e riconoscenza. Come diavolo faceva a mentire così bene? Insomma, era talmente bravo che per un momento mi ero chiesta se quella fosse la vera spiegazione, e se non mi avesse preso in giro per tutto questo tempo. E poi, perchè mi aveva coperta? Era ovvio che il bambinone qui presente amava mettermi in situazioni imbarazzanti, e quella era un occasione davvero troppo ghiotta per non approfittarne. Allora perchè aveva messo su quella messa in scena?
Persa nei miei pensieri, non mi accorsi che mi madre si era buffata fra le braccia del ragazzo, e che lo stava elogiando quasi fosse una Divinità.
-Ma che ragazzo premuroso e gentile! Che caro che sei! Sei proprio un bravo ragazzo! Non dovevi disturbarti- Si mamma certo; credo proprio che non la penseresti così se avessi sentito le proposte indecenti che questo ragazzo PREMUROSO mi ha fatto poco prima. O forse, anzi probabilmente, mia madre avrebbe dato la colpa a me, incolpandomi di averlo in qualche modo ''istigato''.
 Era talmente affascinata dal babbuino, che non si accorse nemmeno degli sbuffi di mio padre, che guardava la scena con un che di irritato ma allo stesso tempo divertito. Oh papà, se sapessi che dovrò vivere con questo ragazzo per qualche mese non saresti così tranquillo. 
-No signora, davvero mi creda, è un piacere aiutare questa ragazza.- Faceva pure il lecchino ora? Sentivo già il vomito in bocca per il tono zuccheroso con cui aveva pronunciato quelle parole. Davvero disgustoso. 
-Cara, ti senti bene?- sentii mio padre avvicinarsi, e posarmi una mano sulla spalla. Vidi l'idiota davanti a me sghignazzare, e gli lanciai un'occhiataccia che avrebbe potuto bruciare l'intera foresta amazzonica. 
-Si papà sto bene. Forse è stato il viaggio a scombussolarmi- mentii, rassicurando il mio dolce premuroso papino. Non potevo di certo dirgli che il malessere era dovuto alla falsità del babbuino qui presente. 
-Amanda riposati pure, mentre noi portiamo su la tua roba- Per la centesima volta in quella giornata, il ragazzo mi sorprese, lasciandomi ancora una volta senza parole. 
Il tono con cui pronunciò quelle parole era lo stesso che aveva usato poco prima con mia madre, ma vi era nascosto un non che di gentile. No, impossibile. Me l'ero di certo immaginato. 
Così passarono le due ore successive. Scatolone dopo scatolone, tutta la mia roba venne portata nel mio nuovo appartamento. Mi sentivo felice dopotutto; va bene che forse avrei dovuto condividere l'appartamento con una sorta di babbuino in calore, ma non importava. Tutto ciò che avevo desiderato si stava realizzando. Il mio futuro mi aspettava; era li di fronte a me, pronto per essere vissuto. E non avrei mai permesso ad uno stupido babbuino di interferire con il mio sogno. No, questa volta non l'avrebbe avuta vinta il destino. Questa volta avrei vinto io.

Buonasera a tutti! Purtroppo devo comunicarvi una brutta notizia. Starò via per due settimane, se non di più, e non potrò aggiornare prima della metà di agosto. Spero possiate perdonarmi :c 
Bene, parliamo del capitolo. Che sfacciato questo ragazzo! Mi piace! :P Comunque vedrete che sarà molto diverso da come si mostra ora u.u non potrei mai creare personaggi senza cervello e malati di sesso. Comunque, voglio ringraziare tutti che seguite, recensite e leggete i capitoli di questa storia. Vi invito sempre a farmi sapere cosa pensate di questi capitoli, se vi piacciono, oppure se ci sono errori che volete segnalarmi. Sono sempre felice di poter tornare sui miei passi e vedere correggiere dove ho sbagliato. Oltre a questo, non credo ci sia altro da dire. Spero di tornare al più presto, e vi prometto capitoli fumanti il giorno stesso in cui tornerò. Un grosso bacio a tutti, e ancora infinite grazie! <3 mi mancherete. A presto! Koralblu
   
 
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