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Autore: Alina_Petrova    28/07/2015    1 recensioni
"- Allora, adesso si può dire che stiamo insieme, o cosa?..
- O cosa..."
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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* Per la maggiore età che raggiunge in questo capitolo Merlin intendo 21 anni.

Chapter Text

Si avvicinava il giorno del compleanno di Merlin, e non un compleanno qualsiasi... stava per diventare maggiorenne*! Così Arthur ormai da una settimana, si stava spaccando il cervello alla ricerca di un regalo perfetto; doveva essere qualcosa che facesse colpo sul festeggiato, un colpo piacevole però, che per di più non lo mandasse KO per il costo eccessivo. Dopo una lunga lotta interiore, si decise alla fine per un passo disperato: mise il naso nella storia del browser del computer portatile del compagno sperando di incappare in qualche indizio.

Indizio che gli si presentò davanti praticamente subito.

Il fatto era, che Emris aveva una vera e propria passione per ogni genere di ingegnosi e complicati... crimini e truffe. Beh, non nella vita reale, ovviamente, ma sullo schermo. Seguiva le avventure di Neal in 'White collar', adorava il film 'Bandits', e un posto molto speciale nel suo cuore occupava la trilogia di 'Ocean'; faceva addirittura parte di un gruppo dei suoi fan in uno dei social network. Anzi, proprio lì, Arthur lesse la notizia che il giorno dopo la data da festeggiare, a Las Vegas si sarebbe tenuto un raduno dei fans di quel film con tanto di visita guidata ai luoghi delle riprese, quindi un incontro con una parte del cast annesso e sosta finale in uno dei casinò vicini.

Gli occhi del Pendragon poi si riempirono di lacrime quando lesse il triste commento che Merlin a malincuore aveva lasciato sul gruppo, dove rinunciava a partecipare all'evento, riferendosi alla propria difficile situazione finanziaria...

Seduta stante, senza una minima esitazione, Arthur ordinò così per Merlin e per sé i biglietti aerei per Las Vegas e prenotò una camera in un hotel, con in più per Emris un biglietto per l'evento agognato.

Arthur stava per chiudere il portatile, orgoglioso della propria astuzia ed intraprendenza, quando la sua mano, che ormai sembrava agire di spontanea volontà, cliccò sulla lista degli ultimi siti visitati da Merlin... e lì...

Beh... quando si dice, lo zampino del diavolo...

 

La mascella di Arthur lentamente si abbassò facendogli spalancare la bocca, nel vedere il titolo di una delle pagine visitate che riportava: «Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso-gay, ma non avete mai osato chiedere».

Wow!
Sembrava proprio che l'intraprendenza non fosse una prerogativa di Arthur!
L’orologio, tuttavia, gli ricordò che Emris stava per tornare dopo il suo turno al caffè, quindi Arthur copiò in fretta i link più interessanti sulla propria e-mail, al fine di studiare la questione in modo più approfondito più tardi... in una situazione più tranquilla, e chiuse tutto.

 

 

– Ecco il piano... festeggeremo qui, nel club, e da lì poi andremo direttamente all’aeroporto! Bello, no?! – Arthur gioiva come un bambino, raccontando dei suoi piani a Gwaine e l'amico reagì in una maniera abbastanza adeguata, annuendo e facendo qualche commento accondiscendente, finché però il suo cervello non andò in corto circuito.

– A Las Vegas, dici? – strinse leggermente le palpebre Gwaine spaventando l’amico un pochino.

Arthur si scostò cauto, comunque annuendo.

– Veniamo anche noi! – dichiarò Gwaine in tono che non prevedeva obiezioni.

– Noi... chi? – trovò il coraggio di chiedere Pendragon.

– Tutti noi ovviamente: io, Morgana, Lance con Gwen e Percival. Sarà divertente!

 

 

– E tu seriamente credi che qualcuno di noi uscirà vivo da questa impresa? – Lancillotto basito e contrariato si mise le mani nei capelli, cercando attorno con lo sguardo il sostegno degli altri.

– Lance, tu non hai sentito Merlin, – disse Morgana quasi in un lamento, a rimarcare la situazione disperata e Gwaine intervenne a sostenerla immediatamente.

– E Arthur!! No... seriamente! Amico, quei due hanno solo bisogno di una spinta nella giusta direzione... lasciandoli a loro stessi chissà quanti anni ancora ci vorranno a quei testoni non solo per capire che sono fatti l’uno per l’altro, ma perlomeno a raggiungere la terza base!

– Coooosa?! Vuoi dire che non hanno ancora... – Gwaine e Morgana contemporaneamente misero le mani sui fianchi con una chiara espressione del “Che vi dicevo!” sui volti.

– Vedete adesso che questo è semplicemente un segno del destino!? Quando ho sentito che Arthur stava per regalare a Merlin per il suo compleanno un viaggio a Las Vegas, ho subito capito che questa era un’opportunità da non perdere! Ho già fatto delle ricerche: ci sono un paio di cappelle, dove le nozze si celebrano praticamente all’ingrosso... non avranno nemmeno il tempo di starnutire, che diventeranno subito marito e... marito! E il bello è, che non c’è nulla di irreversibile. Quando i clienti non sono soddisfatti, hanno tre mesi di tempo per annullare il matrimonio in modo assolutamente indolore. Beh, indolore non per noi in quel caso... Ma... insomma, dai... dovete ammetterlo! É una chance per regalare la felicità ai nostri amici! Non vale la pena di rischiare per questo forse?! – esclamò entusiasta Gwaine.

– Però... anche se riuscissimo ad attirare le nostre vittime in questa 'cappella all’ingrosso'... come dici tu, comunque, Gwaine, rimarrebbe un problema piuttosto serio: come cazzo si fa a far sposare due persone in modo che non se ne accorgano? – replicò Percival. – E anche se ciò accadesse... poi? Che si dovrebbe fare poi?

Il gigante buono allargò le braccia, e affiatati più che mai, Gwaine e Morgana si scambiarono un’occhiata trionfante: si, le domande di Percie erano piene di scetticismo, ma poco male, erano delle domande pratiche, il che significava che il loro piano era stato preso in considerazione dagli amici!

– Sicuramente ci vorrà un bel pre-trattamento! Noi prenderemo il volo dopo, la mattina seguente, e mentre Merlin sarà occupato a godersi gli incontri e le escursioni e Arthur a seguirlo di nascosto, noi a quel punto avremo tutto il tempo per i preparativi! – spiegò Morgana in modo conciso, versando il tè nelle tazze. Gwaine nel frattempo tirò fuori un taccuino e una penna.

– E dovremo fare in anticipo alcuni acquisti, ma non sono poi tanti. Cosa ci servirà? In sostanza: anelli, punto uno, – annotò sul foglio. – Gwen, a te l'incarico di verificare le taglie, in modo che durante la cerimonia non ci siano intoppi. La cosa più importante è che il piano fili liscio come l’olio!

Percival tirò sù la mano, in maniera quasi imbarazzante, sembrando quasi un bambino delle elementari un tantino fuori misura e Gwaine a quella vista con uno sforzo immane riuscì a sopprimere una risata sul nascere e annuì, invitandolo a parlare.

– Mah... io comunque non capisco... per quanto liscio e senza intoppi possa andare tutto, loro dovranno pure essere coscienti no? Beh, non so, almeno per dire di “sì”! E se saranno coscienti, questo è poco ma sicuro, di spontanea volontà non lo faranno mai... o almeno, per quanto li conosco!

Gwaine a quel punto strabuzzò gli occhi e alzò l’indice.

– Ecco! E per risolvere questo piccolo problema amici avremo bisogno di un paio di bottiglie di vodka, che sarà necessario distribuire dentro qualche piccola bottiglietta, tipo quelle che offrono in business class... – continuò Gwaine segnando le bottigliette con la vodka come secondo punto sulla sua lista improvvisata.

– Hai intenzione di farli ubriacare a morte?! – urlò Lance scandalizzato, ma Gwaine non si scompose di una virgola.

– In guerra si agisce come in guerra! – confermò imperturbabile. – È l'unico modo per metterli nella condizione necessaria. E non c’è bisogno di drammatizzare... ma che morte! Lo Champagne mescolato con la vodka non ha ancora ucciso nessuno! E poi... Ah sì, la sera organizzeremo una cena, ci saranno dei festeggiamenti...

– E con quale scopo o scusa? Non possiamo mica per la seconda volta festeggiare il compleanno di Merlin... – timidamente alzò la voce Gwen.

– Non sarà affatto una scusa, ma un motivo piuttosto valido, – ghignò Morgana. – Faremo un annuncio ufficiale del nostro fidanzamento! – dichiarò raggiante abbracciando Gwaine da dietro per il collo e appoggiando il mento sulla sua testa.

Gwen a quel punto emise un gridolino entusiasta, mentre i ragazzi contemporaneamente davano all’amico un pugno di approvazione sulla spalla, ciascuno dalla propria parte.

– Vedo che avete pensato a tutto!.. – sorrise Lancillotto con rassegnazione – Allora, per quello che ho capito, il piano è questo: delicatamente far ubriacare Arthur e Merlin senza destare sospetti, attirarli nella cappella, dove tra l’altro sarebbe meglio studiare tutta la procedura in anticipo per farli sposare alla svelta... E poi?.. – l'amico fissò interrogativo i futuri sposini, Gwaine e Morgana.

– Beh, cosa poi? Poi li trasportiamo fino alla loro stanza d’albergo e li infiliamo sotto la coperta.

Percival grugnì con fare più che dubbioso, e Gwaine finì di precisare:

– Due giorni di celebrazioni, più l'alcool e la stanchezza faranno il loro effetto, vedrete. Sono sicuro al novantanove per cento che in albergo ci arriveranno russando come due ghiri... due giganteschi ghiri ubriachi! Dovremo solo spogliarli, metterli sotto la coperta, sparpagliare i vestiti sul pavimento, beh... e mollare in bella vista un paio di dettagli che non lascino posto ai dubbi sul modo in cui si era conclusa la serata! – disse Gwaine estremamente soddisfatto di sé.

– Quali dettagli..? – Percival strinse gli occhi con sospetto.

– Quali-quali... insomma... quelli adatti alla situazione! Un tubetto di lubrificante aperto, un preservativo usato... – spiegò Morgana tutta concentrata ad osservare le proprie unghie curate, chiaramente divertita per l’imbarazzo del gigante.

– Allora, ok, a questo ci penserete voi due! – tagliò corto Lance, alzandosi. – E che la forza sia con noi! – dichiarò solennemente a tutti, sollevando la tazza del tè ormai del tutto freddo.

 

♕ ♕ ♕

 

– Mmmmhhh! – Arthur cercò di girarsi sull'altro fianco, ma qualcosa glielo impedì. Qualcosa che... lo teneva saldamente per i capelli.

“É solo un sogno! Ora aprirò gli occhi, e questo qualcosa scomparirà da solo!” – ripeté fra sé e sé un paio di volte, prima di aprire per davvero gli occhi... e scoprire che anche nella realtà sulla sua nuca era appoggiata una mano, aggrappata alle ciocche leggermente ricresciute.

 

Inoltre, il suo corpo, al livello delle cosce, era bloccato perché avvinghiate intorno aveva le gambe forti di un misterioso sconosciuto, e la sua faccia era spiaccicata contro un petto che si rivelava decisamente maschile. “Merlin mi ucciderà!” – fu il suo primo pensiero. – “E farà bene!” – fu il secondo.

“Mammina... ma dove sono..?” – una volta sveglio del tutto pensò Arthur in preda al panico.

Riusciva a riflettere a fatica, ma lucido abbastanza per arrivare alla semplice conclusione che per prima cosa per uscire da quella situazione, doveva capire chi fosse quel uomo–piovra che lo avvolgeva con tutti i suoi tentacoli, possibilmente senza svegliarlo.
In fondo, per quanto ne sapeva, poteva anche trattarsi di qualche maniaco...

Arthur molto lentamente e delicatamente sollevò la testa per guardare il volto dello sconosciuto e si trovò davanti... Merlin!
Arthur per lunghi attimi dimenticò perfino come si respira.

Naturalmente, in un primo momento Pendragon sentì un enorme sollievo: se non altro, Emris non lo avrebbe ucciso... beh, almeno non per un tradimento! Ma, d’altro canto, la completa assenza di qualsiasi ricordo su come erano finiti nello stesso letto completamente nudi...

Che cosa?! Nudi??
Arthur si concentrò sulle sensazioni tattili.
Era proprio così! La pelle nuda di Merlin era tutto quello che riusciva a sentire contro la sua in quei punti dove i loro corpi si toccavano – e si toccavano praticamente ovunque.

A quel punto Emris sotto di lui emise un debole gemito e si mosse svegliandosi.
La mente di Arthur si agitò in preda al panico, e per la mancanza di un’alternativa migliore, decise di affidarsi a ciò che chiunque avrebbe fatto vista la situazione, così fece finta di essere appena sveglio pure lui e mugugnò qualcosa di incomprensibile, strofinando il naso sulla clavicola di Merlin. La presa sulla sua nuca divenne più debole, e Arthur si voltò, incontrando lo sguardo di Emris, ancora del tutto assonnato e assente.

– Ciao, dormiglione! – sussurrò Arthur lasciandogli un lieve bacio sull’impronta rosea della propria guancia sul suo petto – Prima che tu faccia qualcosa di avventato, vorrei ricordarti che ora sei maggiorenne, e che per un omicidio potresti finire dritto in galera.

Merlin sbatté le palpebre e con espressione sbigottita spostò lo sguardo tutt’intorno alla stanza sconosciuta... quindi abbassò gli occhi sulle silhouette dei loro corpi praticamente allacciati l’uno all’altro sotto la coperta, e infine si bloccò fissando le loro mani sul cuscino vicino al proprio viso.
Qualcosa con quelle mani non andava... c’era qualcosa di troppo... ma non riusciva a capire cosa esattamente...

Arthur girò il palmo della mano, e a quel punto Merlin comprese qual’era il problema: le dita! Sui loro anulari c’erano due sottili anelli luccicanti...

“Vi dichiaro marito e marito. Può baciare lo sposo!”

Ma... ma allora... non era un sogno?!

– Beh, che ne dici... ora si può dire che usciamo insieme, o cosa..? – mormorò Arthur contro la sua spalla.

– O cosa... – rispose Merlin con una voce vagamente rassegnata. – Ho paura che sia un tantino tardi per questo... ormai, – aggiunse, sollevando una mano e mettendo il dito con l'anello incriminato proprio davanti al naso di Arthur.

Quello lo fissò attonito senza capire e poi spostò lo sguardo sulla propria mano sinistra, incapace di respirare.

– Cosa diavolo è successo ieri? Arthur? Cosa abbiamo bevuto? Non mi ricordo quasi niente! – si agitò Merlin, spingendo di lato un Arthur che troppo distratto in quel momento rovinò sul pavimento.

– Ehi!.. Piano... cosa c’entro io?! – mugugnò alzandosi e strofinandosi il fianco danneggiato.

– Ma tu... tu sei nudo!!! – strillò Emris tirandosi il lenzuolo su fino al naso, ma non pensando però neanche per un secondo di chiudere gli occhi, o almeno di girarsi dall'altra parte...

– E non sono l’unico, se è per quello! – allargò le braccia Pendragon.

Merlin diede una veloce occhiata sotto la coperta, spalancò gli occhi e lo fissò con orrore.

– Che... che cosa è accaduto qui? – disse in un lamento.

– Non guardarmi così! Neanch’io mi ricordo un bel niente. Ma tu... come stai? Cioè, hai qualche sensazione particolare..? Se tra noi dovesse esserci stato qualcosa, dovresti sentire... le conseguenze, no? – chiese imbarazzato Arthur, cercando di trovare nel mucchio della roba sparsa sul pavimento la sua biancheria.

– Oh... già! Vero! Beh, allora, sembrerebbe che abbiamo solo dormito insieme... nel senso, volevo dire... dormito e basta... – sospirò con un certo sollievo Merlin. – Trova anche i miei boxer, per favore!

– E va bene, vergognoso! – ridacchiò Arthur, guardandosi intorno, ma improvvisamente si irrigidì con piglio confuso. – Che cazzo... Se non è successo niente, allora non capisco... questo... che cavolo ci fa qui? – domandò, allungando verso Emris un preservativo appena raccolto da terra.

Un preservativo usato.

Guardando Merlin in viso, Pendragon per un attimo ebbe paura che quello avesse intenzione di svenire, ma improvvisamente Merlin tirò più forte l’aria con il naso, quindi gli strappò il profilattico dalla mano e... l’annusò.

– Gwaine... quel gran bastardo! – sibilò. – Solo lui poteva arrivare a questo!

Arthur lo guardò senza capire.

– Yogurt! Ha riempito questo coso... con dello yogurt!

I due ragazzi per un paio di secondi si guardarono con un’espressione di giusta indignazione, sentendosi vittime di un vero e proprio complotto, dopo di che però non resistettero e scoppiarono in una risata liberatoria.

– Allora, tutto questo è solo uno scherzo! – disse Merlin, sentendo una strana fitta di delusione però.

– Temo non tutto... – rispose Arthur, accorgendosi in quel momento del foglio con tanto di timbro ufficiale con annessa una firma piuttosto elaborata in basso, il quale stava attacato con uno spillo alla testata del loro letto.

Merlin seguì il suo sguardo e poi tirò giù la carta.

– Certificato di matrimonio... – lesse piano.

– Ecco, trovati... tieni, – Arthur gli porse i suoi boxer, contemporaneamente prendendo in mano il documento.

 

Merlin svelto si infilò la biancheria, guardandolo preoccupato mentre Pendragon studiava attentamente ogni riga. Presto però Emris non riuscì più a sopportare il protrarsi di quel silenzio e gli si avvicinò.

– Allora, ti dispiace Arthur che questo sia successo, o cosa?.. – disse Merlin con voce leggermente tremante per l’emozione, sforzandosi con tutto se stesso di non distogliere lo sguardo da lui.

– O cosa... cioè, mi dispiace, certo... – Emris inspirò rumorosamente e spalancò gli occhi a quelle parole, deluso, ma Arthur subito lo attirò a sé e l’abbracciò per la vita stringendolo, – mi dispiace per come è successo, ma non per ciò che è successo. Perché ti amo così tanto, Merlin, e anche se a volte mi fai andare fuori di testa, anche se con tutta la tua intelligenza in alcune cose sei un incredibile idiota... – Merlin gli si aggrappò alle braccia facendolo scostare leggermente.

– Ripeti!..

– Cosa? Che sei un idiota? Con grandissimo piacere, quando vuoi! Questo non mi annoia mai! Ahi–ah! – Merlin sbuffò e lo colpì sensibilmente sulle costole.

– Non fare lo scemo! Sai di cosa sto parlando! – Arthur sconcertato scosse la testa, sinceramente ignaro.

– Beh, di quello... cioè che tu... beh, che tu mi... ami... – balbettò Merlin abbassando la voce fino ad arrivare quasi a sussurrare, e alla fine della frase le sue guance erano così rosse che sembrava volendo ci si poteva accendere vicino una sigaretta.

Arthur sospirò sommessamente e, stringendo il suo viso tra le mani, cominciò a tracciarlo con piccoli baci delicati alternandoli con le parole:

– Io ti amo... io... amo... te... ti... amo...

Merlin trattenne il respiro e socchiuse gli occhi, cercando di assorbire quella carezza-dichiarazione con tutto il suo essere, ma improvvisamente sussultò spaventato.

– Io... ti amo anch’io! – mormorò veloce, fissando intensamente gli occhi di fronte ai suoi, che intanto si socchiudevano in un misto di tenerezza e divertimento.

– É un peccato rompere un momento simile, ma te la sei cercata sai? A volte sei proprio un incredibile idiota! – questa volta Arthur era pronto e riuscì a schivare l’ennesimo colpo. Poi guardò l’orologio e stringendo di nuovo Merlin a se, domandò:

– Sono le sei del mattino... andiamo a uccidere quei pazzi dei nostri amici subito, o cosa?..

– O cosa... – sospirò sulla sua bocca Merlin.

   
 
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