Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
Segui la storia  |       
Autore: Verde Pistacchio    28/07/2015    3 recensioni
[...]
Percepivano la carne calva e vibrante di quel corpo giacente sotto il proprio. Avrebbe potuto accarezzarlo per l'eternità. Poter godere di quella morbidezza. Era... Tenero. Così dolce e morbido che se lo avesse morso sarebbe andato dritto in paradiso per non uscirne più. Ma in fondo chi vorrebbe scappare dal paradiso? Lui lo sapeva. Ne era certo. Quel corpo falsamente immobile sotto di egli nascondeva un grande piacere. Di quelli che si scoprono e si conquistano una sola volta nella vita. Dopotutto a lui bastava anche solo una notte. [...]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo III
 
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: 
Non essere indifferente!
Salva anche tu una tastiera da pazzoidi che
le massacrano scrivendo come disperate!
Non chiudere gli occhi, puoi salvare milioni
di vite elettroniche



Non ci credeva. Non voleva credere ai suoi occhi e ai suoi peggiori presentimenti, ma era lui. In carne ed ossa e lei era sola. Non solo era sola, ma senza medaglione e la possibilità di contattare il mondo esterno, sempre se qualche traccia di civiltà poteva esserci là fuori. Il rumore che fece ingoiando quel groppo alla gola che aveva sembrava essere amplificato nel silenzio della stanza e Kisshu la stava ancora guardando. Anche se guardare non era il verbo giusto, più che altro la stava fissando impudentemente come se fosse un dolce solitario depositato in una tavola, il quale non aspettava altro che essere gustato, in tutta la sua magnificenza.
Gli angoli della bocca dell’alieno si alzarono lasciando trasparire le punte dei suoi canini, in quei momenti aveva un aspetto felino, le faceva accapponare la pelle. Aveva paura perché sapeva che lui era immensamente più forte di lei, era alla sua mercé e non poteva farci niente… o forse si. Eppure non riusciva a staccare il suo sguardo sgomento e, a tratti, terrorizzato, da quelle sottili labbra che la richiamavano come una ipnotica melodia, come se quelle labbra potessero prometterle tutti i piaceri della vita. E con tutti, intendeva tutti, anche i più proibiti, quelli che la sua giovane ed ingenua mente non poteva neanche lontanamente pensare. Perché sì, Kisshu Ikisatashi era così. Quando diventavi la sua preda, lui fremeva dalla voglia di catturarti per poi spogliarti con gli occhi, come stava facendo in quel preciso momento. Quei due occhi dorati passavano su ogni centimetro di pelle libero di quel corpo femminile che aveva di fronte, ed anche le parti del corpo coperto. In fondo lui n aveva di fantasia e non vedeva l’ora di scoprire se le sue congetture, le sue fantasie che lo tormentavano ogni notte potessero essere reali. O magari superare di gran lunga le sue aspettative.
 
Un brivido le attraversò la schiena, la bocca si asciugò. Allo spavento adesso si univa la rabbia al solo vedere quella sua aria spavalda e quella sua sicurezza che minava la sua stabilità mentale. «Ki… Kisshu! Che significa tutto questo? Dove sono e cosa vuoi?!» finalmente aveva trovato la forza, e perché no anche il coraggio, di parlargli. Peccato che la risposta che ne ricevette non era di suo gradimento perché l’alieno di fronte a lei si perse in una forte risata liberatoria «Mi sembra ovvio bambolina mia, sei qui per… me. Perché adesso, siamo soli, tu ed io, e potremmo divertirci tantissimo insieme» quella voce melliflua sembrava promettere il paradiso, era così tranquillo, come se tutta quella situazione fosse un gioco, un gioco in cui poteva manipolare le regole a suo piacimento. Il significato di quelle parole per lei furono come una doccia fredda, improvvisa. Che cosa avrebbe fatto? Avrebbero lottato? Ichigo era così terrorizzata che l’unica cosa che voleva fare era scappare ed urlare che qualcuno l’aiutasse, sapeva quanto poteva essere pericolo Kisshu, soprattutto adesso che non c’era Aoyama a proteggerla.
 
 
Dio quanto l’adorava. Impazziva a vederla in quello stato: la camicia mezza aperta, i pantaloni del pigiama che non coprivano per intero quelle gambe sottili e chiare –sembravano morbide e lisce come la seta-, quei capelli ribelli le conferivano un’aria selvaggia e indomabile. Poteva giocarsi la testa, oppure i suoi preziosissimi attributi –no forse quelli sarebbe meglio non toccargli, poiché gli servivano assolutamente- che gli si sarebbe scagliata addosso pronta a difendersi, proprio come un animale selvaggio. Al solo pensiero di risvegliare quella natura ribelle e felina si sentiva accendere, per non parlare dei suoi occhi. Quei due occhi che lo fissavano impauriti e, allo stesso tempo, infastiditi, rappresentavano due pozze di caldo e dolcissimo cioccolato. Aveva paura e lo sentiva. Era completamente terrorizzata e la cosa gli piaceva. E come se gli piaceva. Poteva farle qualsiasi cosa la sua mente avrebbe partorito eppure lei si sarebbe ribellata battagliera e testarda com’era.
Uguali, erano uguali per questo era convinto che lei fosse sua. Apparteneva a lui e a nessun altro. Le parole di Ichigo sul suo amore per quell’insulso essere umano non avevano importanza e nemmeno valore. Era convinto al cento per cento su ciò che pensava e su quello che diceva, non importava quanto tempo avrebbe impiegato ma sarebbe giunto al suo scopo: avere Ichigo. Sarebbe stata sua, avrebbe visto ciò che provava per lei. Aveva dei piani per entrambi, se tutto procedeva bene se ne sarebbero andati via. Sarebbero fuggiti d quella guerra, sarebbero rimasti solo loro due a darsi piacere reciproco. Potevano vivere in un luogo lontano da quelle due fazioni che li obbligavano a scegliere e a combattere per una guerra stupida ed insulsa. In fondo a lui bastava avere lei, colei che egli reputava essere la persona più importante della sua vita. E poi a Kisshu Ikisatashi non piaceva dividere ciò che è suo con gli altri e lei era la sua bambolina.
E con quei pensieri in testa le si avvicinò fulmineo facendola sbattere contro il muro, prese entrambe le mani e gliele bloccò sopra la testa con una sola mossa. Era più veloce di lei e molto più potente anche se era meschino –in fondo lui lo era- aveva tutta l’intenzione di sfruttare le sua capacità per avvantaggiarsi. A causa della colluttazione alla rossa sfuggì un gemito di dolore: «Kisshu lasciami immediatamente!» gli urlò a pochi centimetri dalla faccia, mentre lui sogghignava soddisfatto continuava a stringere la morsa attorno ai polsi della ragazza. Quanto tempo aveva aspettato, quanti piani andati in fumo per poter vivere quel momento! Ora non c’era il suo adorato Aoyama a salvarla o le ragazze a mettergli i bastoni tra le ruote «Ah ah ah ah! Non ci penso minimamente dolcezza. Adesso tu ed io ne approfittiamo per esplorare i reciproci corpi» le sussurrò con voce bassa e roca mentre strusciava il naso sulla mandibola della sua ribelle e scalpitante vittima e inspirava il suo odore. Ichigo continuava a irrigidirsi sempre più, il cuore le batteva forte, come se volesse fuoriuscire dal suo petto e scappare via. «No… lasciami» c’erano tanti lati di Kisshu di cui lei aveva paura: quelli in cui lui le urlava di essere sua e di doversi schierare dalla sua parte e questi in cui sembrava abbandonare la sua area da psicopatico per vestire i panni del perfetto maniaco. C’era solo un problema: adesso quell’alieno dagli occhi dorati e i capelli smeraldo poteva farle di tutto, poteva realizzare tutte le sue minacce e non sarebbe servito a niente opporre resistenza. Se si fosse opposta e avesse tirato troppo la corda lui avrebbe perso sicuramente le staffe e… avrebbe potuto porre fine alla sua vita. Era proprio questo che la spaventava più di tutto. Non aveva idea dei piani di Kisshu, era fuori controllo e un minimo sbaglio le sarebbe costato caro.
 

Mentre pensava ciò una gocciolina di sudore freddo le scendeva dal collo e il suo aggressore ne approfittò per bearsi di quella visione in primo piano ed Ichigo per combattere il panico respirava affannosamente, anche per la posizione scomoda dovuta al suo corpo schiacciato contro il proprio. Poteva sentire tutto e con tutto intendeva ogni parte di quel corpo maschile che sembrava non darle tregua «Sapessi quante cose potrei e vorrei farti Ichigo. Cose che tu neanche immagini» quel suo sguardo perso nei meandri dei suoi pensieri, quasi sognante, le metteva i brividi. Le passò un dito lungo il collo fino a salire sul volto, accarezzando le labbra socchiudendole leggermente:
«Non l’hai ancora capito Ichigo? Tu sai di cosa parlo solo che non vuoi ammetterlo!» gli sputò in faccia quelle parole con tutto il fiato che aveva in gola, le sue pupille si dilatarono per lo spavento e lo stupore «Sei tu che non capisci Kisshu! Qualunque cosa tu possa fare non servirà a niente. Non cambierò idea e non puoi obbligarmi a scegliere!» adesso il tuo tono si era alzato di volume e lui non sopportava questa sua testardaggine, «Ti dimostrerò che ti sbagli micetta». Annullò la distanza tra di loro, poggiò le sue labbra su quelle morbide della rossa, baciandola violentemente. Con i denti le morse il labbro inferiore ed Ichigo si lamento aprendo la bocca, Kisshu ne approfittò per sondarla, curiosare in giro con la lingua e gustarla con tutta calma, perché lei era il suo dolce, la sua preda. Si ricordava del primo bacio, ma non aveva niente a che vedere con quello attuale. Il primo era più superficiale, era uno sfioramento di labbra, questo era molto di più. Con quel gesto l’alieno stava imponendo la sua posizione alla rossa. Uscì leggermente per poi rientrare e morderle le labbra, stava giocando, la stava stuzzicando. L’unico suono in quella stanza erano gli schiocchi delle loro labbra, mentre Kisshu si perdeva in una beatitudine sognata da una vita mugugnando di piacere.
 

Era paralizzata, bloccata. Non si era aspettata quel gesto da parte sua, credeva che avrebbe ceduto o si sarebbe perso nei suoi tanti discorsetti. Eppure no, adesso era lì a baciarlo come non aveva mai fatto in vita sua. Neanche con Aoyama. Forse perché il loro rapporto stava raggiungendo livelli platonici. Era a conoscenza di certi aspetti in una relazione, ma non aveva mai perso tempo a pensare al sesso, in fondo Aoyama non era il tipo e non avevano un rapporto così approfondito per parlarne. Adesso però le labbra e l’energia di Kisshu la stordivano, la confondevano. Non aveva mai provato delle sensazioni così contrastanti fra loro, un connubio di dicotomie mai provate.
Lui era un nemico, era un alieno eppure in quegli istanti si sentiva fuori dal mondo, in preda ad una eccitazione mai provata e… ne voleva ancora, questo la turbava non poco. Voleva dimenticare tutto, i suoi doveri nei confronti delle ragazze del mondo intero, i suoi pensieri più razionali e abbandonarsi al piacere. Un piacere che solo Kisshu poteva darle in quel momento. Poteva dimenticarsi delle loro reciproche identità e godersi il momento, appartenersi a vicenda solo per un giorno. Un solo. Sentiva gli ansiti dell’alieno vicino all’orecchio ora che le labbra si erano spostate a contornare la mandibola e il lobo, uno strano calore le si era diffuso per tutto il corpo, doveva essere rossa come un peperone e le mancava l’aria. Chiuse gli occhi beandosi di quelle emozioni e sensazioni che il corpo dell’alieno le stava provocando fino a quando la sua mano, che teneva legati i polsi, scese giù ad accarezzare i seni e l’altra verso l’interno coscia. Aprì all’improvviso gli occhi conscia del suo gesto: l’aveva appena leccata e succhiato la pelle del collo «Ahh… mmm Kisshu» a quelle parole lui si fermò un attimo e col fiato corto le risposte «Quanto ti desidero Ichigo. Adesso lo vedi pure tu l’alchimia che c’è tra noi» lei desiderava rispondergli in qualche modo, ma non aveva la forza. Come se non bastasse, il desiderio per lei era forte, così forte che pure lei lo poteva sentire benissimo. Che situazione, non si era mai ritrovata in circostanze del genere, eppure si tratta di Kisshu Ikisatashi!
«Kisshu io… Ti prego» lei lo stava pregando e a quelle parole sgranò gli occhi «Dimmi micettina mia, cosa vuoi. Chiedimi ed esaudirò i tuoi desideri» la sua voce le stava promettendo l’eterna dannazione, una dannazione molto piacevole.
 
 
 
Note
Ed eccoci qui al terzo capitolo (un po’ più lungo dei precedenti vero?), ne approfitto per avvisarvi che ho sistemato la formattazione dei precedenti capitoli, colpa di NVU (il programma funzione, sei tu che sei nabba ndRyou  ma sempre a denigrare tu!! >.< ndme). Ad ogni modo ringrazio tutti coloro che stano seguendo questa storia (ricordo che i diritti non sono miei ma delle rispettive autrici ). Questa è la prima scena hot che scrivo (in tutta la mia vita), spero di non aver sforato il rating arancione. In ultimo vi avviso: è il penultimo capitolo questo!
 
A presto Verde Pistacchio.
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Mew Mew / Vai alla pagina dell'autore: Verde Pistacchio