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Autore: Verde Pistacchio    23/06/2015    4 recensioni
[...]
Percepivano la carne calva e vibrante di quel corpo giacente sotto il proprio. Avrebbe potuto accarezzarlo per l'eternità. Poter godere di quella morbidezza. Era... Tenero. Così dolce e morbido che se lo avesse morso sarebbe andato dritto in paradiso per non uscirne più. Ma in fondo chi vorrebbe scappare dal paradiso? Lui lo sapeva. Ne era certo. Quel corpo falsamente immobile sotto di egli nascondeva un grande piacere. Di quelli che si scoprono e si conquistano una sola volta nella vita. Dopotutto a lui bastava anche solo una notte. [...]
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II
 
Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit: 
Non essere indifferente!
Salva anche tu una tastiera da pazzoidi che
le massacrano scrivendo come disperate!
Non chiudere gli occhi, puoi salvare milioni
di vite elettroniche
 
Sentiva caldo, si rigirò nel letto in cerca di una posizione migliore. Ma a quanto pare il suo sonno era giunto al termine. Decise di aprire gli occhi, era giunto il momento di alzarsi ed iniziare la sua giornata. Respirò profondamente godendosi gli ultimi istanti di calma e tranquillità con le quali il torpore notturno l’aveva avvolta durante la notte.
La scuola era terminata e, a parte qualche lavoretto, poteva rilassarsi: uscire con Aoyama, fare lunghe dormite e lavorare, come sempre, al Caffè con le ragazze.
Ecco questi erano i pensieri mattutini che circolavano nella testa di Ichigo. Si stiracchiò le braccia e le gambe che emisero un piccolo scricchiolio e decise, finalmente, di porre fine al suo pensare e di aprire gli occhi ancora chiusi e un po’ appiccicati. Fu in quell’istante che quei suoi semplici pensieri di routine furono dimenticati per essere sostituiti da una strana sensazione di confusione, mi sta al dubbio.
La prima cosa che video quei suoi occhi scuri fu un soffitto scuro. Il fiato le si fermò d’improvviso, il suo corpo si bloccò teso a sentire qualsiasi movimento sospetto. Non era camera sua quella stanza, non era neanche la stanza di una delle ragazze e nemmeno il laboratorio nel sotterraneo del Caffè. Si trovava in un luogo sconosciuto. E la cosa peggiore era che le ragazze non erano con lei.
Ancora distesa su quello che doveva essere un letto ma che sembrava più che altro una brandina malandata cominciò una prima supervisione dello spazio circostante. Sicuramente quella stanza doveva essere adibita a deposito, c’erano vari oggetti sparpagliati un po’ in giro, tra cui molti scatoloni. Il pavimento era molto sporco e quello che una volta era un bianco adesso si era trasformato in un nero cenere. L’intera parete a suo fianco era completamente macchiata dalla muffa, in più quegli oggetti e quei teli sporchi (chissà cosa coprivano…) contribuivano a rimpicciolire l’area, che già di per sé non era ampia. Il tutto era illuminato da una piccola finestrella con le sbarre, posta in alto sulla parete opposta, dalla quale filtrava una tenue luce.
Si alzò cercando di ignorare il dolore alle spalle, sicuramente indolenzite per la posizione sbagliata con cui aveva dormito, e la schiena che non era certo messa meglio. Si massaggiò il collo, come se potesse alleviare quel dolore.
Continuò a guardarsi intorno ma adesso cominciava non solo a innervosirsi ma anche a spaventarsi: dov’era finita? Le ragazze che fine avevano fatto? Avrebbero notato la sua assenza?
Cercò di calmarsi respirando lentamente: «Non facciamoci prendere dal panico Ichigo. C’è sicuramente una spiegazione dietro tutto questo» si disse con tono falsamente controllato e che si avvicinava all’isterico. Non era possibile che la notte si fosse addormentata sul suo comodo letto e adesso si ritrovava in un posto del genere.
 
Adesso non era il momento per piangersi addosso, doveva trovare il modo di uscire da lì. Per quanto banale potesse essere perché non provare con quella porta? Sicuramente, essendo l’unica in tutta la stanza, chiunque l’avesse portata lì aveva usato quell’accesso. Ovviamente come volevasi dimostrare la porta era chiusa a chiave: «Accidenti! Avrei dovuto immaginarlo…» ma in quel momento le balenò in testa un’idea «Vuoi vedere che…» non completò la frase, non ce n’era di bisogno. Era probabile che chi avesse fatto tutto questo non aveva bisogno di una porta e che, quest’ultima, non fosse stata utilizzata da parecchio. Magari era sempre stata chiusa a chiave, oppure rotta, da quando quel posto era caduto in disuso.
La verità era che Ichigo sperava con tutto il cuore che quel qualcuno si avvalesse della porta per spostarsi da una stanza all’altra, piuttosto che tele trasportarsi. A quel punto la faccenda cominciava a farsi dannatamente seria. Escludendo la porta non aveva altra via d’uscita: la finestra era, non solo alta, ma molto piccola per consentire di attraversarla, in più non poteva usare come supporto: né scatoloni vuoti né altro.
 
Si accasciò alla parete e scivolò giù fino a sedersi sul pavimento. Adesso era veramente disperata. Ai bordi degli occhi le lacrime spingevano per uscire. Nonostante la presenza della finestra era come se le mancasse l’aria. Aveva fame, sete, voleva lavarsi il viso come faceva ogni mattina, voleva cambiarsi i vestiti e togliere il pigiama. Desiderava fare tutte quelle cose che faceva ogni giorno, ma soprattutto voleva tornare a casa perché aveva paura e… finalmente un pianto liberatorio sgorgò dai suoi occhi, portò le ginocchia al petto e chinò la testa continuando a piangere, mentre le spalle erano percorse dai respiri irregolari del pianto.
Passarono alcuni minuti durante i quali Ichigo cercò di calmarsi, ai asciugò gli occhi, inspirò con il naso e si alzò dalla sua posizione. Non era il caso di sporcare l’unico capo di vestiario che indossava, in quel momento: «Ci sarà pure qualcosa che posso fare per uscire da qui… o almeno contattare il mondo esterno» si posizionò vicino alla finestra, ma a parte il cielo azzurro non vedeva niente. Cominciava a sentire caldo là dentro e stava anche sudando. Non sapeva se fosse per la tensione o il caldo o forse per entrambe le cose.
«L’unica soluzione che mi rimane è contattare Kei e le ragazze» cercò la spilla da mew mew ma… non aveva le tasche al pigiama: «Ok forse adesso è arrivato il momento di farsi prendere dal panico, di nuovo» se non era con lei allora forse le era caduta per terra. Cercò subito in giro, spostando tutti quegli oggetti inutili, ingombranti ma soprattutto vecchi: non era lì. Si mise una mano sulla fronte asciugando le goccioline di sudore che le scendevano piano piano sul viso e tirò leggermente i suoi capelli: «Ahhhh!» urlò, leggermente, per il terrore che la stava assalendo, «Adesso sì che sono nei guai» mormorò sconsolata a se stessa. Non sapeva più che fare.
Una risata alle sue spalle la fece saltare in aria, letteralmente. si girò e sgranò gli occhi alla sua vista: Kisshu era lì, di fronte a lei con lo sguardo meno raccomandabile che avesse mai avuto. Ed era vicino, troppo vicino e la distanza che li divideva si stava accorciando sempre più, peccato che lo spazio per indietreggiare in quel dannatissimo deposito non ci fosse! in poco tempo comprese: la risposta a tutte le sue domande era davanti a lei, ed aveva due occhi magnetici che la fissavano con una tale intensità che lei voleva solo nascondersi.
«Vedo che ti sei svegliata micetta. Buongiorno» il suo tono cordiale faceva a pugni con la sua espressione così intensa. Forse perché in quella testa verde stavano passando parecchi pensieri, e molti non erano certo casti.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note
Bene e il secondo capitolo è andato. Dico semplicemente che lo avevo immaginato un po’ diverso, ma questo location (si noi siamo internazionali…) mi era apparsa in sogno (sembra qualcosa di profetico detta così) tempo fa, così ho pensato di utilizzarla e non tenerla solo per me (non si spreca niente qui!). Comunque come ho già detto, questa si prospetta una ff abbastanza breve, giusto un paio di capitoli (tra l’altro ognuno di essi non sarà più lungo di tre pagine word). Entro l’estate spero di concluderla perché vorrei dedicarmi a Different Human in inverno e, ovviamente, passarmi questo capriccio. Concludo ringraziando Snow e Tifa27 per aver recensito (allora qualche amante di questa coppia ancora esiste!) ed anche tu, utente anonimo che leggi, fammi sapere cosa ne pensi!
Infine grazie a Danya per avermi concesso la possibilità di aderire alla sua campagna promozionale! Ci vediamo presto!
Verde Pistacchio
   
 
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