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Autore: Margo Malfoy    28/07/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se un’agente di polizia alle prime armi e con poca esperienza venisse sedotta dal sospettato principale di uno dei casi più importanti cui sta lavorando?
E se non dovesse essere solo lei a pagare caro questo errore fatale?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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« Buongiorno, Los Angeles! La notizia del giorno vede ancora protagonisti i ragazzini che continuano a seminare terrore in città rapendo gli agenti di polizia della Omicidi. Dopo aver rapito l’agente Lewis, sono state segnalate le sparizioni di altre due poliziotte della squadra di Gary Oldman, le agenti Lynch e Wright, scomparse la scorsa notte dopo essere state viste insieme ad un gruppo di amici in un pub del centro. Chiunque abbia visto i tre agenti è pregato di chiamare la polizia, qualsiasi informazione potrebbe essere utile per le indagini.
Passiamo ora allo sport, la squadra locale di... »
Malia spense con un gesto secco la televisione e lanciò il telecomando sul divano, affondando il viso tra le mani fredde.
« Dovresti licenziarti » la voce ferma della madre le fece alzare lo sguardo su di lei.
« Che cosa? »
« Mi hai sentita bene. Non so se te ne sei accorta, ma quei ragazzi stanno rapendo gli agenti della tua squadra! » la voce della madre si faceva ad ogni parola più grave.
« Me ne sono accorta, mamma » rispose la castana con un insolito tremolio nella voce. « Ma sicuramente non mi licenzierò. Credi che la gente là fuori si sentirebbe al sicuro se i poliziotti temessero i criminali? È il nostro lavoro, mamma, non possiamo tirarci indietro quando le cose si fanno più pericolose »
« Non parlare come se facessi questo lavoro da una vita! Sei una poliziotta da qualche mese appena e solo perché hai risolto un caso da sola non significa che... »
« Non significa cosa? Credi che lavorerei ancora per Oldman se lui non mi reputasse adatta? » gridò Malia.
« Mi sto solo preoccupando per te » disse Helena abbassando il tono di voce. « Oggi pomeriggio tornerò a Londra e tu vivi qui, da sola. Potrebbero rapirti da un momento all’altro »
« So badare a me stessa » disse Malia. « Ricordi? Ho una pistola » gongolò con la tensione che sembrava aver abbandonato la sua voce.
« Vorrei che non restassi qui da sola »
« D’accordo, chiederò ad Emma se... »
« No, Emma lavora con te! Voglio che qualcuno che non centri niente con la squadra di Oldman ti faccia compagnia »
« D’accordo, io... troverò qualcuno » fece infine Malia, afferrando la sua borsa e le chiavi della macchina. Fece il giro del tavolo e affiancò la madre, lasciandole un bacio sulla guancia e sorridendole schiudendo le labbra ripassate di rosso.
« Chiamami quando atterri a Londra » le disse.
Sua madre annuì e lei si allontanò dalla cucina raggiungendo la porta d’ingresso, ma prima che potesse uscire, sua madre parlò ancora: « Ti voglio bene Malia. Ti prego, fai attenzione »
Malia uscì di casa con una certa nostalgia che le batteva nel petto. A volte – le volte in cui non litigavano – le mancava vivere con sua madre. Salì in macchina e si rifiutò ancora una volta di accendere la radio: se questa volta i notiziari non parlavano di Tom, parlavano dei colleghi di Malia che continuavano a scomparire misteriosamente. Così Malia guidò in silenzio, non potendo fare a meno di continuare a guardarsi intorno per vedere se quei ragazzi vestiti di nero fossero nei paraggi.
Arrivata alla Centrale Malia corse in ascensore e tirò un sospiro di sollievo quando mise piede fuori di lì. Forse era sua madre che le aveva passato il suo gene iperprotettivo ma, dopo il suo discorso sul trovare qualcuno con cui vivere durante quei giorni di terrore, temeva molto di più quei ragazzi.
Si sedette alla scrivania e iniziò ad esaminare le cartelle che avrebbe dovuto finire di studiare il giorno prima. Passò una mezz’ora a sfogliare con meno attenzione del giorno prima quei documenti e fu grata di sentire la suoneria del suo cellulare squillare, così che avrebbe avuto qualche minuto per staccare. Fu un po’ meno grata quando riconobbe la voce di sua madre dall’altra parte della cornetta. Non si curò nemmeno di ascoltare ciò che aveva da dire, erano altre delle sue raccomandazioni sull’attenzione che doveva prestare in ogni singolo momento. Sua madre non poteva capire quanto anche lei desiderasse trovare qualcuno con cui condividere i momenti di panico e ansia che sembravano non lasciarla più andare da quando era sparito Matthew.
Attaccò e, sfregandosi gli occhi, tornò a studiare i documenti che continuavano a riempire la sua scrivania. L’ufficio sembrava più spento di quanto non lo fosse mai stato. La simpatia di James e Oliver sembrava non essere più contagiosa; le stranezze di Rupert non facevano più ridere nessuno; l’intelligenza di Daniel e Emma non dava agli altri la sicurezza che serviva per risolvere i casi. Quel giorno, quando spense il computer e appoggiò la penna sulla scrivania, le sembrò di aver passato un altro giorno al supermercato alla fine della strada, quando tornava a casa più depressa di come si era svegliata.
Sembrava che nulla potesse sistemare quella giornata fino a quando Malia non mise piede fuori dalla Centrale. Lì, ad aspettarla con le braccia incrociate e un elegante abito nero, due occhi blu si appoggiarono su di lei.
« Credevo che non uscissi più... »
« Che cosa ci fai qui? »
« Sono venuto a prenderti »
Malia lo guardò accigliata e si sistemò la borsa a tracolla sulla spalla.
« Vuoi salire o resti lì a guardarmi ancora un po’? »
La ragazza si avvicinò alla costosa BMW del biondo e lasciò che lui le aprisse la portiera. « Dove andiamo? »
« A casa mia » rispose Tom salendo al posto del guidatore.
Malia non rispose e pregò che quella non fosse un’idea di sua madre, perché se fosse stato così avrebbe potuto non rivolgerle più la parola.
Arrivati alla villa di Tom, il ragazzo la condusse fino al piano di sopra. Le fece appoggiare la roba nella camera da letto e frugò nell’armadio per poi lanciarle una sua maglietta che le stava piuttosto larga. Insieme, poi, andarono verso il salotto e si sedettero sul divano. Tom le passò un braccio intorno alla spalla e la strinse un po’ di più a sé e Malia si irrigidì inaspettatamente. Le sembravano strani gesti del genere in seguito ad una relazione strana e poco costante come lo era stata la loro. Guardare la televisione accoccolati l’uno all’altra era una cosa da fidanzati, e lei non era certa che loro due lo fossero. Ma buttando giù quei pensieri contrastanti che avevano iniziato a lottare nella sua testa, la ragazza si rilassò un po’ e appoggiò la testa sulla spalla di Tom. L’unica persona che aveva abbracciato negli ultimi giorni era sua madre e le mancava un contatto del genere con altre persone; in particolare, le mancava un contatto con Tom: da quando l’aveva scagionato e si erano scambiati quell’inaspettato bacio in tribunale erano state poche le altre occasioni in cui si videro. E, in ogni caso, non avevano mai avuto nessun contatto fisico, che fosse un bacio, un abbraccio, o altro.
Tom afferrò il telecomando della tv e la accese, anche se Malia non avrebbe voluto affatto sentire il notiziario che stavano trasmettendo: « Ed ecco le ultime notizie. Appena finita la loro giornata lavorativa, gli agenti Phelps sono scomparsi misteriosamente, come i loro tre colleghi di cui non abbiamo ancora notizie. Preghiamo chiunque sia a conoscenza di qualche dettaglio di chiamare la polizia e... »
« Basta » sussurrò Malia, prendendo il telecomando e spegnendo la televisione con malinconia.
Tom la guardò per un attimo e aspettò che lei appoggiasse i suoi occhi verdi sui suoi blu. « Voglio che tu viva con me fino a quando non troveranno i responsabili di queste sparizioni »
« Fino a che non troveremo » precisò Malia.
Tom la guardò con un sguardo del tutto diverso da quelli che riservava per lei i primi mesi. Da quando si erano baciati in tribunale, sembrava tutto completamente differente dai primi mesi. Quando si incontravano di nascosto era quasi uno scherzo. Adesso Tom era preoccupato per lei e non la vedeva più come un gioco che poteva intrattenerlo ogni volta che voleva.
« Domani andrò a casa e prenderò un paio di cose... » disse Malia alzandosi dal divano e sistemandosi la maglietta di Tom che, anche se larga, le arrivava appena alle cosce.
Tom si alzò a sua volta e si avvicinò rapidamente a lei, la fermò prendendola per il braccio e con la mano libera avvicinò la testa della castana alla sua. « Non deve succederti niente » disse quasi con veemenza. « Non ti devono toccare ».


ANGOLO AUTRICE:
Hey there!
Ecco qui l'undicesimo capitolo, in cui vediamo un Tom iperprotettivo e nuove sparizioni che non fanno che deprimere Malia. 
Spero che la storia vi interessi e che il capitolo vi sia piaciuto. Vi prego di farmi sapere cosa ne pensate, critiche costruttive, complimenti o consigli sono ben accetti!
Ringrazio infinitamente tutti i lettori,
a presto!

 
   
 
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