Tu che mi ascolti, che so che mi pensi qualche volta. Quando sei sdraiata sul tuo letto o stai fissando gli uomini che scendono dai treni o dai sottopassi della metro.
​Tu che mi chiedevi chi fossi, che mi chiedevi di non guardarti. Che mi imploravi di vederti, che mi lasciavi senza niente.
​Tu che pensavi che con i tuoi vestiti strappati, di seconda mano, con quei capelli tinti saresti stata una donna, saresti stata autonoma.
​Dicevi che saresti diventata artista. Ma che cazzo vuoi saperne tu di arte. Che cosa vuoi capire tu che non non hai mai capito nulla di nessuno, che pensavi che la vita fosse una corsa agli armamenti, mi fai tenerezza, con quei tuoi vestiti avulsi, quel tipo di vita che neanche a te piace, neanche a te.
​È proprio un peccato vederti così, uno zero assoluto.