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Autore: sognidispine    29/07/2015    1 recensioni
Prendete un mastodontico cane pulcioso, fatto? Ora mettete il cane in un appartamento di New York, prendete una ragazza ribelle dell'Alabama e legateli con dei fili elettrici e magia,avrete la connessione. Poniamo però che il cane sia in realtà una lupa mannara e allo stesso tempo una lesbica drammatica e che la connessione sia un tantino diversa da quella WiFi. Questo è quello di cui parla la nostra storia: Amore, qualche stereotipo che non guasta, un po' di sesso (no scherzo, tanto sesso) e in sintesi com'è aver un Lupo del XXI secolo per fidanzata.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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C'è un velo pesante di aspettative e desiderio che prelude un avvenimento importante, atteso, eppure minuto dopo minuto la percentuale di euforia cala sempre di più, nemmeno parlassimo delle borse europee, e viene lentamente sostituita dalla paura. Oh così affascinate perché come un'improbabile fenice nasce e muore in se stessa, da se stessa. Ho paura della paura ma non forse più di quanto ne avesse Ciara, in quel momento era più che altro la curiosità e un po' l'arroganza di provare ciò che già sospettavo ad occupare i miei pensieri. Volevo davvero sapere che diamine era successo quella notte perché banalmente volevo riprovarlo. Stupiti? Ma se vi ho detto che lavoravo in un bar BDSM! Io il sesso lo amo, amo il piacere e più questo diventa complesso più mi intriga ed eccita. Non ero estremamente sconvolta per i segni sul mio corpo, non sono masochista ma non posso negare che una leggera violenza accende in me la passione. Capita che scene del genere di quella mattina al bar si siano ripetute durante questo anno e mezzo di relazione e che non abbiano ancora smesso di creare una certa tensione sessuale fra noi. Ciara è maestra nel sedurmi con le sue parole e la sua mimica facciale. Io sono maestra nello scatenare il lei questa sfida di eloquenza sarcastica che tanto la eccita. Quando ciò capita la sua furia animale si scatena e non parlo di peli e artigli che spuntano come funghi ad ottobre ma di una travolgente passione violenta. Non nego di aver riportato una bella escalation di lividi che passavano artisticamente da un tenue violaceo ad un cubo blu notte, insomma la mia pelle sarebbe tranquillamente potuta andar a far compagnia ai quadri di Van Gogh. Eppure non ho mai disdegnato quel dolore, ecco che io chiamerò tenue per difendere la mia precedente affermazione di non esser una masochista, che durante il giorno mi ricordava e lo fa tutt'ora, le emozioni passate. Una mappa dei ricordi. Ad alcuni le proprie cicatrici ricordano fallimenti, ad altri episodi d'infanzia e ancora per alcuni sono medaglie all'onore a ricordo di una lunga campagna militare. A me, per ora, ogni segno sul corpo ricorda Ciara. 

Ora non venitemi a dire che non avete mai sognato di esser sbattute (o anche di sbattere) al muro dal vostro amante, oh insomma non posso mettermi qui ad usare mille pronomi e variazioni per adattarmi al tipo di compagno che avete quindi uomo,donna o altro che sia, da chi vi scopa intendiamoci. Quel brivido nel varcare la porta e sentire la schiena contro il muro, lasciare vestiti come Pollicino le sue briciole, mettergli le gambe intorno alla vita e gemere di piacere sotto le sue penetrazioni. Ci fu una volta che Ciara mi sbattè con una tale violenza da incrinarmi una costola, fortunatamente non mi aveva ancora rotto le altre se no credo che al posto di una nottata di sesso selvaggio, sottolineo legata al letto con ogni mio arto, ci saremmo ritrovate in una di quelle volte in cui le prendo le orecchie e le grido che è un cattivo cagnaccio per poi sdraiarmi dalla sua parte del letto ed aspettare che una grossa palla di pelo bruno e morbido si accoccoli nel minimo spazio residuo lasciato in quella parte di materasso. Oh si, io un po' di violenza la tollero ma mica voglio rimanerci secca e nonostante connessione e romanzate varie non perdo la mia individualità e il rispetto di me. Io non mi faccio ammazzare per amore, è lei il personaggio da imprinting stile Mayer mica io. Fatto sta che quando ci sono questi episodi dove o mi stufo di farmi male o litighiamo per qualche altro motivo, il definirla un cagnaccio pulcioso le fa un effetto soddisfacente, e fosse nelle sue vesti pelose la vedrei abbassare le orecchie e mettere la coda fra le gambe per poi accoccolarsi con me in cerca di perdono, consapevole del suo potere addolcente quando mi lascia 'usarla come pupazzo'. Tuttavia questo succede solo con me, ho ovviamente un certo potere su lei, più forse di quello che lei ha su me, o forse mi dico ciò per sentirmi più libera e potente? Non so comprendere a fondo il concetto ma il nostro amore è diverso e lo so per certo. Connettendoci, una volta aperte completamente l'una all'altra, ho potuto esplorare i meandri del suo cuore, della sua anima come nemmeno lei riesce a fare e tuttavia non l'ho ancora compresa. Sento però la profonda differenza nei nostri cuori e,a volte, la sua paura di avermi in realtà costretta ad amarla mi sovrasta e l'idea irrazionale che una sorta di magia ci faccia stare insieme e che non siamo davvero innamorate mi possiede. Non so ancora quale sia la definizione d'amore, cosa si possa considerare tale e cosa no ma penso che certe volte sia il caso di lasciare la testa ben chiusa in un cassetto della cantina perché una cosa come la connessione, mi dico, non può mentire se in più sostenuta dal fatto che io mai riuscirei a lasciarla ora. Forse il fatto che ho riversato troppo di me in lei, il fatto che l'ho esplorata e continuo a farlo ogni giorno e così piena di curiosità stupendomi come Bilbo di fronte alla vista di Granburrone la guardo negli occhi e scopro emozioni nuove e così contrastanti in lei, magari tutto ciò mi ha fatto perdere la razionalità di capire se l'amo o no. Eppure, è forse l'amore qualcosa di razionale? Sapete, anche un ex sgualdrina un po' ninfomane e senza laurea ha questi pensieri contrastanti e troppo profondi per aver una risposta, come li ha Ciara seppure abbia una certezza in più. Solitamente quando parliamo di ciò lei definisce la sua sicurezza come una 'sensazione lupesca' di amarmi, cioè non ha dubbi su ciò, non ha dubbi sul fatto che siamo connesse ma come me a volte teme che senza 'il lupo che è in lei' non saremmo qui. 

Tuttavia, quando quella notte l'euforia incominciava a far posto all'ansia, eravamo estremamente lontani da questi pensieri, l'amore era l'ultima cosa che sfiorava le nostre menti o almeno la mia. Quando il mattino seguente mi svegliai ero sfatta manco mi fossi scolata una un paio di bottiglie di sakè Yamadanishiki e siccome il caffè non si era magicamente teletrasportato da Cuba a New York per poi automacinarsi ed imbustarsi intanto che sgattaiolava dalla psuedo-finestra di casa mia, decisi che la barista carina di ieri mi avrebbe rivisto. Mi alzai così dal letto, canonici dieci minuti in bagno che probabilmente data la cura del trucco a cui mi dedicai quella mattina furono almeno trenta, e,insaccata in un maglione adolescenziale con un cane giallo ocra e un paio di sfatte converse rosse risalenti a minimo 6 anni prima, uscii dal tugurio numero due della mia vita. E, signori e signore, indovinate un po' chi mi ritrovavo di fronte a casa alle sei di mattina, raggomitolata di fronte al mio uscio? Ma ovviamente la pulciosa e arruffata gatta obesa della mia vecchia e asociale vicina di casa. Una tale decrepita che non faceva altro che cucinare involtini primavera tutto il giorno e andare su e giù per le scale urlando un impronunciabile nome che ho sempre supposto fosse quello della gatta. Non spiccicava un verbo in inglese se non 'Bitch' che abitualmente mi rifilava ogni volta che, tenendolo accuratamente con una sola mano tipo portassi in giro un qualche radioattivo oggetto (non che ci fosse poi un estrema differenza), le riconsegnavo il suo felino. E non credete che io me la prenda con una persona indifesa, quella megera sapeva perfettamente che cosa mi diceva, aveva l'odio negli occhi; ve lo assicuro io! Così scavalcai la gatta, le tre rampe di scale se le sarebbe fatte da sola, io non intendevo certo barattare il mio caffè con un investitura ad ascensore personale. 

Ovviamente uscita di casa l'odore familiare di fritto non mi aveva ancora abbandonata e una volta entrata nel caffè si sostituì con quello di frittelle. Oggi doveva esser il giorno in cui si ricordavano di esser anche in parte americani, in realtà tutti ufficialmente di cittadinanza americana, per cui invece della zuppa con peperoncino, coriandolo e altre cinesate varie, si degnavano di proporre frittelle di dubbia preparazione. Una volta avevo trovato un mezzo gamberetto all'interno. Probabilmente sarei rimasta più a lungo se Ciara non fosse entrata dieci minuti dopo il mio arrivo e con un solenne 'Buongiorno' mi avesse poi scambiato per la principessa Jasmine esordendo, evidentemente molto soddisfatta del suo tempismo e romanticismo da quattordicenne, con un 'Ti fidi di me? Ti porto a fare un giro.' Non rifiutai, ovviamente, se no mica staremmo a parlarne ma la squadrai e si rese presto conto di quanto fossi poco impressionabile e alla sua altezza tanto che non c'era bisogno di dir stupidate di quel genere. 

   
 
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