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Autore: Always_394    29/07/2015    11 recensioni
*Da revisionare*
"A Fred Weasley, mio eroe, mio zio [...]."
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Fred Weasley Jr, Roxanne Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Giuro solennemente

di

non avere buone intenzioni

 

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Fred Weasley Jr. Questo era il nome nonché quello di un potente e giovane mago che durante la Seconda Guerra dei Maghi perse la vita a causa di un'esplosione provocata da Augustus Rookwood. Lui era mio zio, il fratello di mio padre.
Furono i miei genitori, George Weasley e Angelina Johnson, a battezzarmi sotto questo nome. Dopo la nascita di mia sorella Roxanne, mio padre giurò che se mai fosse nato un maschio, allora, quel bambino avrebbe acquisito il nome di suo fratello, e così fu. Di certo nessuno si sarebbe mai aspettato che, oltre al nome e all'incredibile somiglianza, avessi ereditato anche il suo spirito allegro e grintoso.
Beh, sicuramente vi starete chiedendo cosa sia la Seconda Guerra dei maghi.. Tutto cominciò il ventiquattro giugno del 1995, la notte in cui Lord Voldemort, conosciuto come “Il Signore Oscuro”, si mostrò a mio zio Harry. Lui e i suoi seguaci, i Mangiamorte, provarono a conquistare il Ministero della Magia e a soggiogare i Nati Babbani. Fu l'Ordine della Fenice, di cui sia mio padre che i miei zii ne fecero parte, a combatterli. La guerra terminò con la Battaglia di Hogwarts, il due maggio 1998, quando mio zio Harry uccise Voldemort.
Non fu soltanto mio zio Fred a morire durante quella dura battaglia; come lui, vi furono circa cinquanta vittime, troppe per poterle ricordare tutte. Ad esempio il mio amico Ted Remus Lupin rimase orfano dei suoi genitori, Remus Lupin e Ninfadora Tonks. Papà, invece, perse un orecchio.
«Fred? Allora mi stai ascoltando?» A parlare era stata mia sorella. Buffo che lei, diversamente da me, aveva preso da nostra madre. Voglio dire, in lei, fisicamente parlando, non c'era proprio traccia del gene Weasley. Era una Johnson a tutti gli effetti: Pelle scura, occhi color nocciola, capelli corvini.. «Stiamo organizzando per festeggiare il compleanno in camera vostra, stasera» Albus Severus Potter, figlio dello zio Harry e della zia Ginny, era mio cugino e oggi era il suo undicesimo compleanno. Roxanne continuò a fissarmi «Sei con noi, non è così?» Domandò poi con aria di sfida.
Non andavamo molto d'accordo, era la differenza d'età a peggiorare il tutto. Mia sorella frequentava il quarto anno a differenza mia che, proprio come mio cugino Albus, avevo appena iniziato il primo anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts dove fui smistato in Grifondoro, come Roxanne del resto. Ero un novellino e lei riusciva sempre a farmelo pesare ogni qual volta mi vedeva padroneggiare goffamente la mia bacchetta. Spesso e volentieri riuscivo a ricreare vecchi scherzi suggeriti da mio padre per potermi difendere. Ricordo che una volta, durante uno dei primi giorni di scuola, mia sorella stava pranzando seduta accanto al ragazzo che le piaceva e io, per vendicarmi della sua spiritosaggine, versai una sostanza all'interno del suo calice che, appena la bevve, la fece diventare rossa come un peperone e le fece sprigionare del fumo dalle sue orecchie. Sembrava quasi il treno a vapore che ci aspetta ogni anno per andare ad Hogwarts al binario 9 ¾. Finii dal preside e venni richiamato da mia madre attraverso una Strillettera consegnata da Harold, il mio gufo, ma ne valse la pena. Mia madre non sapeva apprezzare il senso dell'umorismo quanto mio padre.
Cos'è una Strillettera? Oh, beh, non è altro che una semplice lettera che strilla. Una volta papà mi raccontò che la nonna Molly ne mandò una allo zio Ron; il secondo anno della scuola di magia, lo zio perse l'Hogwarts Express, insieme allo zio Harry, ed ebbero la brillante idea di volare in sella alla macchina Babbana del nonno Arthur.
Vidi Roxanne aspettare una risposta «Si. Sono con voi» Dissi semplicemente.

Dopo aver terminato la cena, abbandonai la Sala Grande (credo fosse soprannominata così, appunto, per la grandezza della sala).
Tornato in camera mia, sfilai la mia toga nuova e mi sdraiai sul mio letto a fissare il tetto. Rimasi in silenzio prima di ricordarmi di un particolare.
Tempo fa, per gioco, scrissi una vecchia lettera allo zio Fred pur sapendo che non l'avrebbe mai ricevuta. Adesso, quel vecchio rotolo di pergamena, stava nel cassetto della mia scrivania in mezzo ai libri scolastici.
Mi sedetti con in mano quella lettera, pensando e ripensando a ciò che avrei voluto dirgli. Volsi lo sguardo sul portafotografie del mio comodino che mostrava papà e lo zio mentre inauguravano il loro negozio chiamato “Tiri Vispi Weasley”. Terminati gli studi, aprirono questo negozio per poter vendere tutti i tipi di scherzi che avevano inventato nel corso della loro permanenza a Hogwarts; mio padre ne parlava continuamente.
Dopo tanto tempo, la lessi nuovamente:

A Fred Weasley, mio eroe, mio zio.

Ciao zio Fred! Tu non mi conosci, ma io so chi sei tu: Il più potente e scherzoso mago che il mondo magico abbia mai conosciuto.
Non mi importa se lo zio Harry abbia sconfitto quella testa pelata di Voldemort (si, lo chiamiamo col suo nome adesso che tutto è finito), tu per me rimani il mio eroe e sai perché? Quale mago, insieme a papà George, riuscirà mai a prendere in giro lo zio Percy così bene o la nonna Molly in modo altrettanto divertente? Voi ovviamente. Papà ha sempre detto che hai combattuto con valore al fianco della nostra famiglia e hai perso la vita per una causa giusta quella notte. Un giorno io vorrei diventare come voi, un mago coraggioso, leale e forte. Ma non posso nascondere di voler riaprire, anche, il vostro negozio di scherzi un giorno, magari insieme a papà.. Non voglio assolutamente prendere il tuo posto, al contrario, invece, desidero far sorridere la gente che, di questi tempi, ne ha tremendamente bisogno.
Ricordi quando usaste i “fuochi forsennati Weasley”? Quei fuochi che assumevano la forma di draghi o girandole che acquistavano maggiore potenza più stavano accesi. Se si tentava di schiantarli con uno Stupeficium esplodono, al contrario con un Evanesco si moltiplicavano. Una volta li usaste contro la Umbridge; papà la chiama ancora “vecchia megera rosa”. Lui è stato a raccontarmi questa storia divertente.
O quando al primo anno tu e papà rubaste la Mappa del Malandrino all'ufficio di Argus Filch?
Una volta, invece, lo zio Ron mi parlò di quando trasformasti il suo orsacchiotto in un ragno gigantesco soltanto perché lui aveva rotto la tua scopa giocattolo. Sei un grande zio Fred!
Avrei voluto conoscerti. Avrei voluto conoscere l'uomo che è stato al fianco di mio padre per diversi anni.. Continuerò a sperarci.
Come dice papà, la speranza può essere una forza potente, forse non c'è vera magia in essa, ma quando sai in cosa speri di più ti ci reggi come una luce dentro di te, puoi far accadere cose, quasi come per magia.

A presto zio Fred.

 

Giuro solennemente di
non avere buone intenzioni.
Fred Weasley Jr.”

Quella stessa sera, dopo aver letto quella vecchia pergamena, mi recai nei meandri della foresta. Sapevo che avrei dovuto partecipare al compleanno di Albus e l'avrei fatto, ma prima dovevo bruciare quella lettera che adesso stava proprio di fronte ai miei occhi.
E sapevo che lo zio Fred non c'era più e che non avrei mai avuto l'occasione d'incontrarlo ma sentivo di doverlo fare, per mio padre e per me.
Sollevai la mia bacchetta «Per te zio Fred» Riuscii a dire prima di lanciare un incantesimo che, per mio stupore, incendiò la pergamena davanti ai miei occhi color nocciola.
Fissai quella fiamma per alcuni minuti, ripensando a ciò che avevo scritto diversi mesi prima in quella vecchia pergamena che non gli venne mai recapitata. Chissà, magari in questo modo ci sarei riuscito..
Feci per andarmene quando mi accorsi di quell'uomo: Capelli rossi, occhi castani sul chiaro, sorriso sulle labbra. Era lui, era senz'altro lui. Proprio davanti a me, vicino a quel pezzo di carta bruciacchiato, c'era mio zio o quel che a mio parere dovesse essere il suo spirito.
Gli sorrisi «Arrivederci zio Fred».

   
 
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