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Autore: _sesshomary    30/07/2015    3 recensioni
E se Kikyo e Kagome fossero entrambe vive? Inuyasha oltre ad affrontare il cattivo dovrà affrontare i suoi sentimenti.
Alcuni personaggi cercherò di mantenerli come nella storia reale, mentre altri vorrei provare a cambiarli anche fisicamente. Chissà se riesce bene. Spero di avervi incuriositi. Se vi va leggetela, e se non vi piace ditemi cosa non va e cercherò di migliorare.
CITAZIONE DAL CAPITOLO 17:
"Da un lato avrebbe voluto essere centinaia di anni avanti nel tempo per poter stare con Kagome dall’altro invece sentiva il peso della promessa fatta a Kikyo che lo manteneva con i piedi saldi in questa epoca."
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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-Perché c’è il suo odore da queste parti?- disse il demone dagli occhi dorati mentre si guardava intorno. L’odore che sentiva era troppo forte, lei doveva essere passata da quel posto di recente. Che fosse fuggita dal villaggio in cui l’aveva lasciata?
 
Prese a seguire cautamente la scia che sentiva e si trovò davanti una scena che mai avrebbe voluto vedere.
 
-Lasciami ti prego- urlò la ragazza in preda al panico.
 
-Oh mia cara, ti lascerò andare solo quando avrò finito- disse il demone bloccando la ragazza tra il suo corpo e un albero e baciandola con violenza.
 
Sesshomaru non resistendo oltre si avvicinò al demone con velocità e lo scaraventò lontano dalla giovane donna.
 
-Come hai osato toccarla lurido animale?- urlò Sesshomaru in preda alla rabbia, mentre i suoi occhi stavano rapidamente perdendo il bel colore ambrato lasciando posto ad un rosso fuoco.
 
-Un demone che protegge un’umana? Ahahahah- disse Narake avvicinandosi a Sesshomaru.
 
Più l’aura demoniaca di Naraku si avvicinava a lui, più la rabbia di Sesshomaru aumentava, il suo unico desiderio era proteggere quella donna giovane e indifesa che era rimasta ferma dietro di lui.
Dopo qualche secondo il corpo di Sesshomaru venne avvolto da una potente luce azzurra e davanti a lui apparve sospesa nell’aria una bellissima spada, dopo l’apparizione la luce si spense e il colore degli occhi di Sesshomaru tornò normale.
 
Naraku, spaventato dall’aura demoniaca proveniente dalla spada apparsa dal nulla, liberò una nuvola di miasma e scappò via, non aveva nessuna intenzione di lasciarci la pelle.
 
-Signor Sesshomaru, il demone è andato via- furono le parole di Rin, ora si sentiva più sollevata.

Sesshomaru si voltò verso di lei per guardarla negli occhi, poi senza dire nulla le voltò nuovamente le spalle e iniziò ad osservare la sua nuova spada.
 
-Vedo che finalmente è apparsa- disse un vecchio demone in groppa ad un bue volante con tre occhi.
 
Sesshomaru alzò gli occhi verso il cielo e vide l’anziano demone atterrare accanto a lui.
 
-Totosai potresti spiegarmi cosa è successo?-
 
-Sesshomaru, la tua enorme voglia di proteggere qualcuno ha fatto in modo di farla apparire. E’ sempre stata dentro di te, ma tu eri ossessionato da Tessaiga. Il tuo egoismo era diventato così grande da non farti pensare ad altro se non a te stesso e al desiderio di possedere Tessaiga. Oggi per la prima volta il tuo corpo ha reagito per proteggere questa giovane donna abbandonando per sempre l’egoismo in cui ti eri rinchiuso. Lei è Bakusaiga e questo è il suo fodero. Questa spada è molto più potente di Tessaiga e riesce a far fuori fino a 1000 demoni in un sol fendente- disse l’anziano demone fabbro porgendo al giovane demone il fodero della sua spada.
 
Sesshomaru prese in silenzio il fodero della sua spada e lo sistemò per bene al suo fianco, poi ci infilò dentro la spada.
 
-Sono sicuro che riuscirai a farne buon uso, ma non abbandonare mai Tenseiga, nonostante sia una spada che non può fendere potrà esserti utile- aggiunse poi il fabbro scomparendo in una nuvola scura.
 
-Signor Sesshomaru…- si intromise Rin, ma fu costretta a bloccarsi poiché il demone si era avvicinato a lei e l’aveva presa in braccio.
 
-Resterai con me, non ti riporto al villaggio- disse solenne il demone mantenendo il suo sguardo fisso in quello della donna.
 
Rin si accoccolò meglio al petto di Sesshomaru che subito dopo spiccò il volo. Ora l’unica cosa che doveva fare era uccidere quel demone che aveva osato toccare Rin, così di diresse nuovamente verso il villaggio del fratello e questa volta ci sarebbe restato anche lui.
 
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-Inuyasha, ben tornato a casa- disse Kikyo avvicinandosi a lui.
 
-Ciao Kikyo- rispose il mezzo demone, principalmente per educazione.
 
Ogni volta che era con Kikyo non faceva altro che pensare alle parole di Sesshomaru, quelle parole che gli erano entrate in testa come un tarlo e non lo abbandonavano un solo istante. Iniziò a annusare l’aria intorno a lui, soprattutto per sentire l’odore di Kikyo, ma dall’ultima volta non gli sembrava cambiato, che Sesshomaru gli avesse detto una bugia? Non conosceva bene il fratellastro, ma non lo credeva capace di dire bugie.
 
-Vado a sdraiarmi Inuyasha, vieni con me?- disse Kikyo distogliendo il mezzo demone dai suoi pensieri.
 
Senza rispondere Inuyasha la seguì, non riusciva a dirle di no, la promessa che le aveva fatto lo “costringeva” a starle accanto. Arrivarono nella camera che avrebbero condiviso e Kikyo si sedette sull’unico futon che c’era.
 
-Dai, vieni qui, su- disse la sacerdotessa indicando ad Inuyasha di sedersi accanto a lei. Lui seguendo il consiglio di Kikyo si sedette sul futon e rimase immobile.
 
-Inuyasha, non sei felice di stare qui con me?- chiese la sacerdotessa cercando di guardare negli occhi Inuyasha, ma la lunga frangetta argentea glielo impediva.
 
-Certo- rispose lui e si sdraiò rivolgendosi dal lato opposto a quello in cui si trovava Kikyo.

-Inuyasha c’è qualcosa che non va?- chiese la donna notando il suo strano comportamento.

Inuyasha si girò svogliatamente e si mise a pancia in su guardando il soffitto.
 
-Sono preoccupato, Naraku ci attaccherà presto- disse, ma non era quello l’unico motivo del suo comportamento.
 
-Tu ci sarai sempre per proteggermi vero?- chiese poi Kikyo dolcemente incrociando il suo sguardo con quello di Inuyasha.
 
-Certo, io sono qui per te. Naraku non riuscirà a farti del male- furono le parole di Inuyasha che teneva lo sguardo fisso su Kikyo, sperando che in qualche modo potesse tradirsi per eliminare ogni suo dubbio.
 
-Oh grazie Inuyasha- disse Kikyo abbracciandolo e posando il capo sul suo petto. Inuyasha subito arrossì.
 
- Kikyo, io…- disse Inuyasha imbarazzato, voleva tirarsi fuori da quella situazione, ma Kikyo non lo fece andare avanti baciandolo con dolcezza.
 
Inuyasha fu avvolto da brividi lungo tutto il corpo che gli fecero perdere facilmente il controllo della sua mente, dovendo abbandonarsi al bacio che Kikyo gli stava dando.
 
Il mezzo demone chiuse gli occhi e si lasciò ammaliare dalla morbidezza delle labbra di Kikyo e dal suo dolce profumo, posò le sue mani sui fianchi di lei e rispose al bacio mettendoci passione. La sacerdotessa non lo fece aspettare e schiuse leggermente le lebbra per permettere alle loro lingue di incontrarsi e danzare seguendo la dolce melodia che proveniva dai battiti dei loro cuori che stavano accelerando. La mani di lei finirono sul viso di lui, per accarezzarlo e rassicurarlo. Lui restando sempre ad occhi chiusi la teneva stretta a se per i fianchi. La passione si era impossessata dei loro corpi e Inuyasha capovolse la situazione portandosi sopra di lei, sempre però senza aprire di un secondo gli occhi. Ripresero a baciarsi, sempre più passionali e vogliosi. Kikyo prese l’iniziativa e inizio a slegare la parte superiore della veste di Inuyasha, così da farlo rimanere a petto nudo. Arrivò il momento di Inuyasha, che dovette aprire gli occhi e incrociare quelli di lei. Il viso che si trovava davanti non era quello che avrebbe voluto vedere, non era quello che stava immaginando mantendendo gli occhi chiusi. Il suo cuore rallentò i battiti e la sua mente colse il significato di quel messaggio. Non era Kikyo che voleva, non era Kikyo che desiderava.
 
-Io, non posso…- disse Inuyasha alzandosi di scatto.
 
-Cosa ti succede? Non ti piaccio più?- chiese Kikyo ancora immersa nelle sensazioni che aveva provato qualche secondo prima.
 
-Si, mi piaci, ma non posso- ribadì il mezzo demone. Non poteva di certo dirle la verità.
 
-Ma perché? Inuyasha io ti voglio, voglio che tu sia mio e voglio essere tua, solo tua- disse lei cercando di non tradirsi. Lui era stata già con un altro, con un demone, ma questo Inuyasha non doveva saperlo.
 
-Tu…io…non voglio rovinare i tuoi poteri- balbettò il mezzo demone. Era l’unica scusa che era riuscito a trovare.
 
Kikyo non rispose ed Inuyasha prese la parte superiore della sua veste, si rivestì e corse fuori. Non era quello il suo posto.
 
Si sedette ai piedi del Goshinboku e chiuse gli occhi. Davanti a lui scorreva la figura di Kagome, dolce e sorridente come sempre l’aveva vista. Poi vide, più piccola e lontana, anche l’immagine di Kikyo. Sentì il suo cuore dividersi e si rese conto che nonostante ormai era sicuro di provare qualcosa per Kagome, sapeva benissimo che non poteva stare con lei, erano distanti anni, molti anni e ormai non poteva fare più nulla per rivederla. Qui con lui però c’era Kikyo, la prima ad avergli rivolto la parola, ad avergli fatto compagnia. A lei aveva promesso protezione e adesso era il suo cuore a risentirne, da un lato avrebbe voluto essere centinaia di anni avanti nel tempo per poter stare con Kagome dall’altro invece sentiva il peso della promessa fatta a Kikyo che lo manteneva con i piedi saldi in questa epoca.
 
-Kagome, perché non sei qui con me- disse ad alta voce, lasciando che le sue parole si perdessero nel vento. Sapeva che lei non poteva sentirlo, ma non era riuscito a trattenere dentro di se quello che sentiva.

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 Ormai il sole era tramontato da un pezzo e Kagome era in camera sua a finire i compiti. Aveva anche saltato la cena per terminare quello che i professori le avevano assegnato. Era rimasta fin troppo indietro con la scuola e doveva recuperare tutto.
 
Scorreva le pagine del suo libro di storia, ma quando i suoi occhi lessero “nell’era Sengoku”, subito la sua testa abbandonò quella stanza per tornare indietro nel tempo, facendosi avvolgere dai ricordi. Ormai era passato qualche giorno dal suo ritorno, ma le era difficile non pensare al tempo passato con Inuyasha, Sango e Miroku.
 
Osservò il fiore che le era stato donato da Inuyasha, chissà se tutti stavano bene, se erano felici. Lei non lo era, le mancava troppo Inuyasha, e nemmeno il caffè preso con Hojo glielo aveva fatto cancellare dalla mente.
 
Si alzò in fretta dalla sedia della sua scrivania e corse giù per le scale, attraversò la stanza e si diresse fuori, ai piedi dell’albero millenario, l’unica cosa, insieme al pozzo, che esistevano ancora nella sua epoca. Si sedette ai piedi di quell’albero e chiuse gli occhi ripensando ad Inuyasha.
 
-Inuyasha, perché non sei qui con me- disse ad alta voce, per cercare di sentirlo più vicino.
 
-Kagome, sei tu?- disse una voce, che Kagome sentiva lontana, ma allo stesso tempo vicina.
 
-Chi c’è?- disse sgranando gli occhi e guardandosi intorno, ma non vide nessuno.
 
-Kagome, sono Inuyasha, ma come fai ad essere qui?- disse ancora la voce.
 
-Inuyasha? Io sono a casa mia, nel cortile di casa mia- rispose lei sempre più terrorizzata, e se qualcuno si stesse prendendo gioco di lei?

-Dimmi Kagome, sei vicino all’albero sacro?- chiese la voce.
 
-Si, ma chi sei? Non prendermi in giro, non sono in vena- rispose poi Kagome leggermente irritata.
 
-Ma sono Inuyasha, credo che sia stato l’albero a collegare le due epoche- disse Inuyasha.
 
-Sei tu, sul serio? Sai sento tanto la tua mancanza, forse è per questo che l’albero ha deciso di permetterci questo- aggiunse Kagome, questa volta sicura di quello che era successo, non c’era altra spiegazione.
 
-Kagome, anche tu mi manchi tanto- disse Inuyasha voltandosi verso l’albero con la speranza di verderla, ma fu inutile, poteva solo sentirla.
 
-State tutti bene lì?- chiese Kagome.
 
-Si, per ora si, ma un demone di nome Naraku ci ha attaccato e possiede la sfera-
 
-Cosa? Ma non doveva essere distrutta? Come fa ad averla lui?-
 
-Non ne ho idea, mi sento confuso, non so cosa pensare-
 
-Mi dispiace Inuyasha, io non posso esserti d’aiuto- nella voce di Kagome c’era una nota di tristezza e di malinconia, in questo momento così importante avrebbe voluto essere accanto a lui per sostenerlo e invece si trovava fin troppo distante da lui. Calde lacrime iniziarono a scendere lungo il suo viso, fortuna che Inuyasha non poteva vederla e non poteva sentire l’odore delle lacrime.
 
Inuyasha, non rispose, sapeva benissimo che Kagome non poteva essergli d’aiuto, ma non riusciva a smettere di pensare a lei.
 
-E tu, stai bene?- chiese poi il mezzo demone.
 
-Si, ma ho molte cose da studiare- rispose lei nonostante le lacrime continuavano a scendere sempre più copiose.
 
-Capisco-
 
Il silenzio calò subito dopo e passarono minuti, senza che nessuno dei due ebbe il coraggio di parlare con l’altro.
 
-Si è fatto tardi e domani devo andare a scuola, addio Inuyasha- disse Kagome asciugandosi il volto.
 
-Kagome, potremmo risentirci ancora grazie al collegamento dell’albero sacro- disse Inuyasha che appena sentita la parola “addio” era stato attraversato da un brivido, quel brivido che si sente quando sai che stai per perdere qualcuno per sempre.
 
-Inuyasha, sentire la tua voce mi fa pensare a quanto vorrei essere lì con te, e mi farei solo del male- disse Kagome lasciando nuovamente alle lacrime via libera.
 
-Kagome…ma io…- Inuyasha non sapeva cosa altro dire, in effetti aveva ragione, ma gli piaceva così tanto sentire la sua voce.
 
-Inuyasha, ti prego- lo supplicò lei.
 
-Addio Kagome- disse lui e si allontano in fretta dall’albero.
 
Kagome si rese conto che Inuyasha non era più dall’altra parte e scoppio in un forte pianto. Risentirlo era stato bello, ma non poterlo vedere era straziante. Doveva vivere lontano da lui e poteva farlo serenamente solo dimenticandolo.
 
Si alzò in fretta e si diresse verso camera sua, si butto sul letto e continuò a piangere fino a che non si addormentò per la troppa stanchezza.
 
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Era già da un po’ di tempo sdraiata sul futon, ma non riusciva a chiudere occhio, era ancora spaventata per quello che era successo al villaggio qualche giorno fa, e ogni notte per addormentarsi faceva un enorme fatica. Trascorreva molto tempo a guardare il soffitto sperando di addormentarsi, ma non le riusciva con facilità e la mattina si svegliava sempre troppo presto e troppo stanca.
 
-Sango stai dormendo?- era una voce che arrivava da dietro la porta.
 
-Miroku sei tu?- chiese lei, leggemente terrorizzata dalla paura di un attacco del nemico.
 
-Si, posso entrare?- chiese il monaco.
 
-Si, entra su- rispose lei con gentilezza.
 
Subito dopo la porta si aprì e entrò il monaco. Anche sul suo viso si poteva leggere un’enorme preoccupazione, la stessa che provava Sango.
 
-Miroku tutto bene?- chiese lei.
 
-In realtà no, sono preoccupato e quando sono solo inizio a pensare e mi si disegnano in mente solo catastrofi, ho paura che siano delle premonizioni- disse lui avvicinandosi alla giovane sterminatrice.
 
-Sai anche io sono preoccupata, quel nemico non promette nulla di buono e poi ha la sfera- aggiunse Sango.
 
-Vedo che la pensiamo allo stesso modo, posso restare qui con te?-
 
-Cosa? Non hai intenzioni da maniaco vero?-
 
-Mi credi così disperato?-
 
-Ehm, no- disse lei abbassando lo sguardo, si sentiva in imbarazzo per averlo accusato. Era ovvio che lui non avesse quelle intenzioni, era fin troppo preoccupato.
 
-Sango, sono più tranquillo se ti sono sempre accanto. Voglio avere sempre la possibilità di proteggerti-
 
-So difendermi da sola, però saperti qui sarebbe d’aiuto anche per me-
 
-Quindi questo è un si?- chiese lui con un dolce sorriso sulle labbra-
 
-Si, però qui c’è un solo futon- disse lei.
 
Lui si avvicinò a lei evitando di parlare e le si sedette accanto.
 
-Credo ci sia spazio per entrambi, tu che dici? Oppure devo svegliare Akane e farmene preparare uno qui?- disse il monaco senza staccare lo sguardo da quello di lei. Forse a parole lei aveva fatto intendere di non voler dormire con lui, ma gli occhi dicevano altro e Miroku lo sapeva benissimo.
 
-Io, si scusami… ci stiamo entrambi- disse lei arrossendo. Il legame che era nato tra lei e quel monaco era diventato molto forte e sapeva benissimo che anche a lei faceva piacere dormire insieme al monaco.
 
Entrambi si sdraiarono sul futon rimanendo girati da parti opposte, cercando di stare l’uno il più lontano possibile dall’altra.
 
-Sango…- fu Miroku il primo a girarsi, voleva poterla guardare negli occhi fino a che non si fosse addormentata.
 
-Dimmi Miroku- disse Sango voltandosi verso il monaco.
 
I loro visi erano molto vicini e i loro sguardi si incrociarono nuovamente, ma questa volta era diverso, negli occhi era scomparsa quella nota di paura. Le parole ormai erano superflue e il monaco, con delicatezza chiuse la piccola distanza che c’era tra i due con un bacio, delicato e dolce. Sango non si scostò, anzi sembrava felice di quel gesto e involontariamente prese tra la sua, una mano di Miroku.
 
-Buonanotte mia dolce Sango- disse l’uomo dopo aver terminato il bacio.
 
-Buonanotte Miroku- rispose la donna chiudendo gli occhi.


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Angolo dell'autrice:
Ciao a tutti, come state? Si lo so, sono maledettamente in ritardo, ma il caldo mi ha tolto l'ispirazione e ci ho messo una vita per scrivere questo nuovo capitolo. Spero comunque di non deludervi.
Come sempre ringrazio che recensisce, segue e ha messo tra i preferiti la mia storia, il vostro incoraggiamente è utile per una scrittrice non molto brava come me. 
Ovviamente se trovate errori potete corregermi, non mi offendo mica.
E ora vi lascio, spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di poter aggiornare presto.
   
 
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