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Autore: Letizia25    30/07/2015    1 recensioni
«Com’è la vita?»
«La vita è bellissima già per il semplice fatto di esistere, per il fatto di poter dire: “Sono parte di qualcosa di meraviglioso”. Perché la vita è bellissima, nonostante tutti i problemi che possano presentarsi durante il cammino. La vita è un continuo cadere e rialzarsi, a volte da soli, a volte grazie agli altri. La vita è colore, è quell’unico arcobaleno che, qualche volta, comprende anche il nero. La vita è scoprire, emozionarsi, piangere, ridere, soffrire. La vita è originalità, è unica. La vita è pazzia pura.»
*
«Ti prego Ashton, insegnami a vivere!»
«Ma non so come si fa.»
«Allora lo capiremo insieme.»
*
Il destino si divertirà a far incontrare due mondi apparentemente diversi, ma accomunati da tante, troppe cose. Due ragazzi si si ritroveranno a lottare insieme contro qualcosa che all’apparenza sembra impossibile da affrontare. Ma poi l'amore si mette in mette in mezzo.
E sarà proprio l’amore ad aiutarli a superare qualsiasi cosa, insieme.
*
Una storia che parla di quanto sia importante vivere al massimo ogni singolo giorno che ci è dato da vivere, perché la vita è una sola e non va sprecata, mai.
*
Trailer: http://youtu.be/1rNyxp_yUAI
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Sto scrivendo una storia a 4 mani con Nameless_Sam, una mia amica :).
Si chiama Can you keep me safe tonight? e la trovate sul suo profilo.
Se avete voglia di andare a leggere e farci sapere cosa ne pensate, ci fareste felicissime, sul serio!
Vi lascio il link del trailer (https://www.youtube.com/watch?v=6SIgzZVoKfs) e della storia (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3192273&i=1). 
Buona lettura!


18.
Teorie
 
 

«Quando tornerà Kay?»
Quella domanda fece tornare sulla terra Ashton nella frazione di un secondo, prendendolo completamente alla sprovvista e sorprendendolo. Perché se c’era una cosa che mai aveva capito da quando i suoi genitori avevano conosciuto la sua migliore amica, era proprio il fatto che si interessassero di lei quasi costantemente ed erano felicissimi ogni volta che veniva da loro.
«Appena avrà un po’ di tempo. Perché?» rispose mettendosi più comodamente a sedere sul divano, sistemando meglio Harry sulle sue gambe per evitare di farlo cadere, mente Lauren che giocava accanto a lui con il peluche che proprio il riccio le aveva regalato qualche settimana prima.
«Era solo per sapere, tranquillo.» disse Anne Marie con tono tranquillo, ma felice. Perché se c’era una cosa che la donna adorava, era proprio il rapporto che suo figlio e quella ragazza avessero. Un rapporto che – secondo i suoi occhi esperti – era molto più di una semplice amicizia tra ragazzo e ragazza. Un rapporto che, secondo lei, con la giusta spinta sarebbe potuto sbocciare e diventare ancora più bello, unico. Un rapporto che avrebbe aiutato ancora di più suo figlio a stare bene.
Perché Anne Marie aveva notato molte cose positive, da quando Kay era apparsa nella vita di suo figlio e, con calma, anche nella vita del resto della famiglia. Perché da quando c’era lei, Ashton sorrideva più spesso, era più allegro, più sereno, e finalmente le loro conversazioni non si riducevano più a due parole dette con difficoltà. In più, i piccoli della famiglia adesso andavano matti per il fratello maggiore – come lui lo era per loro – e lei non avrebbe potuto chiedere niente di meglio. E lo sapeva bene che tutte quelle cose le doveva a quella ragazza mora a cui si era affezionata subito, non appena l’aveva vista in casa quel pomeriggio di parecchi mesi prima. In più, grazie a lei, Ashton aveva finalmente trovato degli amici e stava vivendo la sua passione più grande.
Ed entrambi i signori Irwin sapevano che non sarebbero mai stati grati abbastanza a quella ragazza semplice che aveva conquistato subito anche loro. Loro, che già vedevano molto più di quanto i due ragazzi potessero anche solo immaginare.
Anne Marie si sedette accanto al figlio – prendendo Lauren tra le braccia – e sorrise, pensando al discorso che avrebbe fatto su consiglio del marito – ora a lavoro. Sperava che quelle poche parole avrebbero potuto aiutare i due ragazzi in qualche modo. Semplicemente perché voleva vederli felici, entrambi, ma felici davvero. Perché se lo meritavano, più di qualsiasi altra cosa al mondo, come qualsiasi altra persona.
E fece per parlare, ma sua figlia Lauren la precedette, sorprendendola. «Ash?»
«Sì, piccolina?» rispose lui con il sorriso sulle labbra, curioso di sapere cosa volesse la sorella.
«Kay è la tua fidanzata?» chiese con un tono di voce così serio da lasciare suo fratello maggiore e sua madre senza parole per la sorpresa e l’incredulità.
«No…» rispose con la voce che sembrava un sussurro, mentre il cuore iniziava a fargli male, in un modo che prima di allora non aveva mai sentito. «No… Non lo è…» continuò, e intanto quello strano dolore al petto continuava a fare sempre più male, un poco alla volta. Come se quelle parole non fossero quelle giuste; come se non fossero quelle che Ashton avrebbe voluto dare come risposta.
«Ma tu le vuoi bene, vero?» domandò Harry, lasciando completamente sorpresi Anne ed Ashton.
Tuttavia, quest’ultimo si ritrovò a sorridere, mentre le guance gli si tingevano un poco di rosso anche se lui non riusciva a capire perché. E pensò che, sì, lui a Kay voleva bene, gliene voleva davvero, tantissimo; le voleva bene in un modo che non riusciva a spiegarsi, non riusciva a capire. Perché solo quando era con lei riusciva a provare determinate emozioni che con altre persone non sentiva dentro. Era come se Kay fosse speciale. Ed Ashton sapeva che, per lui, lei speciale lo era sempre stata, sotto ogni punto di vista.
«Certo che le voglio bene.» rispose allora, senza pensarci due volte, mentre il cuore – nonostante facesse ancora un po’ male – tornava a battere ad una velocità più regolare.
A quella risposa, Anne Marie si ritrovò a sorridere, mentre una gioia improvvisa si faceva largo dentro di lei e le scaldava il cuore. Perché conosceva bene il tono felice e un po’ sognante che Ashton aveva usato senza volere per rispondere. Un tono che le aveva dato la conferma che le serviva per stare più tranquilla.
«Bambini, perché non andate a giocare in camera vostra?» chiese allora.
«Ma mamma, noi vogliamo giocare qui!» esclamò contrariato Harry. Lauren però lo prese per mano e lo condusse al piano di sopra, perché sapeva che quando sua madre chiedeva qualcosa di simile, era perché doveva parlare di qualcosa di davvero importante, anche se la bambina non sapesse di che cosa si trattasse.
Una volta che i bambini furono in camera, la signora Irwin sospirò. Credeva che quel momento non sarebbe mai arrivato. Eppure, eccola lì, a parlare con suo figlio, con cui aveva ripreso ad avere un rapporto normale, fatto di quei soliti alti e bassi che caratterizzano una famiglia.
«Ashton?»
«Sì, mamma?» rispose lui, mentre il cuore iniziava a battergli davvero forte. Perché non era mai successo che sua madre volesse restare da sola per parlare con lui. Ed il ragazzo non aveva la benché minima idea su che cosa sarebbe andata a finire la loro conversazione. Certo, in quegli ultimi mesi il loro rapporto era cambiato in meglio, era cresciuto, ma ancora non era arrivato a quei livelli in cui si può parlare davvero di tutto senza timore, paura o timidezza. Sperò solo che non fosse niente di grave.
La donna sospirò e prese a torturarsi un poco le dita delle mani, come faceva sempre quando diventava nervosa. «Per te Kay è davvero molto importante?»
A quella domanda, Ashton sorrise e si tranquillizzò un po’. Dopotutto, non doveva aver timore di parlare della mora. «È la mia migliore amica, mamma. È più che importante.»
Anne Marie sorrise. E decise di continuare. Perché sperava davvero di poter aiutare suo figlio a capire. «È solo la tua migliore amica o è qualcosa di più?»
Ashton, a quelle parole, si paralizzò, mentre il cuore tutt’ad un tratto iniziò a battergli così forte nel petto da non dargli modo di poter pensare in modo più lucido. Perché non aveva mai pensato al fatto che Kay per lui fosse qualcosa di più, che lui provasse più dell’amicizia nei confronti della sua migliore amica. Eppure… Era vero, forse solo in parte. Perché lui lo sentiva fin dentro le ossa, fin dentro al cuore, che quel sentimento che lo legava alla ragazza era molto più forte dell’amicizia, molto più forte di qualsiasi altra cosa. Un sentimento che, tuttavia, non riusciva a capire del tutto. Non riusciva a definirlo. O forse non voleva farlo, per lo meno non ancora. Perché, forse, Ashton aveva paura di scoprire cosa si celasse dietro a quello che lo univa a Kay, anche se non riusciva a capire il perché di quella paura che – secondo lui – era completamente infondata.
«Non lo so, mamma… Non lo so…»
A quella risposta, la donna scosse lievemente la testa, sorridendo; non perché si sentisse sconfitta. Ma conosceva suo figlio, e sapeva di avergli messo la pulce nell’orecchio, sapeva e sperava che le cose sarebbero cambiate presto. Perché meritavano davvero di essere felici, entrambi.
Ashton sospirò stancamente e si passò stancamente una mano sul viso, come a voler far chiarezza tra tutti quei pensieri che gli affollavano la mente da quelle che ormai erano settimane. Pensieri a cui si erano aggiunte anche le parole di sua madre. Parole che proprio non riusciva a capire. Non quando per lui Kay era la sua migliore amica, la persona più importante di tutte, quella ragazza per cui provava un affetto senza limiti. Un affetto che… Forse era davvero qualcosa di più dell’amicizia. Ma allora cos’era?
Cosa avrebbe dovuto capire, lui? Cosa c’era che non riusciva a cogliere, che gli passava inosservato anche se ce lo aveva sempre avuto davanti agli occhi? Cos’era quel sentimento troppo forte che provava per Kay? Un sentimento profondo, vero, vivo in ogni sua più piccola parte; un sentimento a cui sapeva che mai avrebbe rinunciato; un sentimento che – lui ne era completamente certo – era la cosa più importante e più bella di tutta la sua vita. Un sentimento che, tuttavia, ancora non si era deciso a lasciarsi scoprire, a lasciarsi capire. Cosa avrebbe dovuto fare, lui?
 
Quella stessa domanda, quegli stessi dubbi stavano assalendo pure Kay – seduta sul divano del soggiorno di Grace – intenta a scorrere le foto che aveva sul cellulare. Foto che la ritraevano con le sue migliori amiche, con i ragazzi, con Ashton. Soprattutto con Ashton. Ad ogni foto che mostrava un loro attimo insieme, lei si ritrovava a sorridere, con il cuore colmo di una felicità infinita, una felicità che non provava da veramente tanto tempo e che, proprio grazie ad Ashton, aveva riacquistato.
Quelle foto erano la prova che lui stava continuando a mantenere la sua promessa, anche se forse ormai semplicemente di una promessa tra loro due non si trattava più. Perché Ashton le stava continuando ad insegnare a vivere, dopo tutti quei mesi. E non perché seguisse il fatto di aver dato la sua parola. No. Lo faceva perché le voleva bene, le voleva bene davvero. E Kay lo sapeva, sapeva di quell’affetto che legava entrambi l’uno all’altra in maniera indissolubile, come se ad un tratto quella stessa promessa avesse preso vita propria e si fosse decisa a giocare le parti delle loro vite al posto loro, concentrandosi soprattutto sui loro sentimenti.
Ashton continuava a mostrarle un’emozione diversa ogni giorno, come se la vita non smettesse mai di sorprendere o di insegnare qualcosa di nuovo, anche se a volte così piccolo da essere quasi trascurabile. Ma niente nella vita va trascurato; Kay lo aveva capito nei suoi sedici anni di vita che ogni cosa che capita, che si impara, servirà sempre e comunque. L’aveva imparato nel modo peggiore; perché la vita non fa regali a nessuno, la vita procede con il suo corso e non si preoccupa dei sentimenti delle persone, fa il suo gioco. E non resta che accettare quel che viene, perché tanto le cose non cambiano.
O almeno, così credeva Kaylin prima di incontrare Ashton, prima che la luce tornasse ad illuminarle la vita.
E si ritrovò a sorridere, mentre osservava la foto che aveva messo come sfondo del telefono. La migliore foto di loro due insieme. L’avevano scattata qualche settimana prima, proprio all’inizio dell’estate, in quel parco che ormai era diventato il loro posto. Lei era dietro ad Ashton, con gli occhi rivolti verso l’obbiettivo. Lui invece le stava baciando una guancia.
E Kay lo sapeva che non avrebbe mai provato una sensazione migliore di quella. Sapeva che quel senso di completezza derivato da quella piccolissima azione era stato solo un’enorme eccezione e che non sarebbe mai più tornato. Eppure… Eppure quel semplice gesto era riuscito a metterle addosso una gioia senza pari, una gioia a cui si era ancorata per giorni, spaventata di poterne perdere il ricordo.
Sorrise, Kay, perché Ashton riusciva sempre a metterla di buon umore anche quando erano lontani.
«Ehi, cosa, abbiamo qui?» chiese ad un tratto Grace, sorprendendo la ragazza che non riuscì a capire come mai il suo cellulare fosse ad un tratto finito tra le mani della donna, che adesso lo stava osservando attentamente, con gli occhi lucidi ed il cuore che batteva forte nel petto.
Perché Grace aveva visto giusto, o almeno, sperava di averlo fatto almeno una volta, almeno con quel ragazzo che stava rendendo felice Kay. Una cosa per cui aveva sempre pregato, nonostante la sua mente annebbiata, nonostante il dolore, nonostante la perdita, nonostante il senso di vuoto che non riusciva a mandar va, a causa di quella forza di cui aveva bisogno ma che non era mai riuscita ad avere. Voleva solo che Kaylin fosse felice, felice davvero, perché se lo meritava. Perché una ragazza di soli sedici anni come lei non poteva continuare a vivere con la tristezza addosso. Non poteva, perché altrimenti si sarebbe persa, si sarebbe annullata con le sue stesse mani, giorno dopo giorno. E Grace non voleva in alcun modo che a Kay capitasse quello che per poco non stava per succedere a lei.
«Grace, posso riavere il mio telefono, per favore?» chiese divertita Kay, riportando la donna alla realtà e facendola sorridere mentre le restituiva l’oggetto.
«Per poter parlare con il tuo ragazzo?» domandò Grace, un po’ per curiosità, un po’ per capire come stessero realmente le cose tra i due ragazzi. Perché lei l’aveva notato che tra Kay ed Ashton c’era un rapporto bellissimo che si basava sull’amicizia, ma che inevitabilmente tendeva a qualcos’altro, qualcosa di veramente molto più forte, potente e bellissimo per essere rinchiuso tra pareti fatte di paura.
«Io non ho mai avuto un ragazzo.» risponde Kay con la voce simile ad un sussurro, con le mani che cominciavano a tremare un po’ e con il cuore che non la smetteva di battere forte quanto un tamburo, come se avesse voluto uscirle dal petto in ogni modo. In fondo, anche se il loro rapporto era migliorato parecchio in quegli ultimi mesi, lei e Grace non avevano mai parlato di cose simili. E tra loro due, il disagio, l’imbarazzo, si facevano sentire in maniera davvero molto più forte. Perché, nonostante tutto, nessuna delle due conosceva l’altra così bene da potersi permettere di iniziare un discorso simile. Ma già il semplice fatto di provare, almeno da parte di Grace, era già una piccola conquista. Ed entrambe lo sapevano molto bene.
«Allora cosa siete tu e Ashton?» le domandò la donna, curiosa e fiduciosa nel fatto che – forse – quella conversazione avrebbe portato a qualche cambiamento. O almeno così sperava, con tutto il cuore.
A quelle parole, Kay sospirò. Perché ogni volta era sempre la stessa storia, quando si arrivava a parlare del rapporto che lei ed il riccio avevano. Ed era davvero stufa che le persone non capissero che loro due erano semplicemente amici, niente di più, niente di meno. Era così strano che una ragazza ed un ragazzo avessero quel tipo di rapporto invece che una relazione amorosa? Che poi, alla fine era proprio quello la cosa che la sconcertava – e che a volte la impauriva – più di tutto il resto: il fatto che molti li vedessero bene insieme. E subito quel turbine di Perché? iniziò a ronzarle in testa, come un ritornello che non aveva intenzione di smettere fino a che non avrebbe avuto una risposta. Una risposta di cui – anche se la mora non voleva ammetterlo – aveva davvero bisogno.
«Siamo migliori amici, è così sbagliato?» rispose la ragazza, con una nota di nervosismo nella voce. Nervosismo che fece sorridere dolcemente la donna. Perché, in fondo, lei e Kay erano molto più simili e molto più vicine l’una all’altra di quanto pensassero. E Grace non l’avrebbe mai più fatta cadere, per nessun motivo mondo. Perché aveva un compito, e avrebbe fatto di tutto pur di portarlo a termine.
«No, Kay, anzi, è una cosa bellissima.»
«Ma…»
«Ma sul serio sembra che voi due siate una coppia. Sei sicura che non ci sia davvero niente tra voi due?»
Kay spostò lo sguardo stanco dagli occhi della donna verso la finestra, come a voler cercare l’attimo giusto per poter mettere in ordine i propri pensieri e per cercare quelle parole, quella risposta, che forse mai avrebbe avuto modo di trovare, restando con quel dubbio per chissà quanto tempo.
E si rese conto davvero solo in quel momento che la casa di Grace era luminosa, sembrava viva – proprio come Grace – grazie alle tende e alle persiane che finalmente la donna si era decisa ad aprire per far entrare entrare un po’ di luce in quella casa che fino a qualche tempo prima era sempre rimasta scura, chiusa nel buio e nel dolore. Sembrava che le ferite lentamente se ne stessero andando via anche da quel posto.
E Kay, per come stava andando la sua vita, non avrebbe potuto di chiedere di meglio.
Tuttavia… Solo una cosa probabilmente sarebbe rimasta sempre la stessa e avrebbe continuato a far male.
Quel cubo di vetro che ancora imprigionava il suo cuore, continuando a giocarsi come se nulla fosse, indisturbato e per niente interessato al dolore che Kay provava ogni volta. Perché, nonostante tutto, nonostante Ashton, nonostante il fatto che lentamente avesse ripreso in mano la sua vita, non sarebbe mai stata forte abbastanza per spazzare via quel peso nato tutto in una volta e che avrebbe sempre gravato dentro di lei. Neppure la poca luce che il riccio cercava di far entrare bastava a migliorare la situazione. Eppure, anche se sembrava ormai una battaglia completamente persa, Kay non si dava per vinta, non l’avrebbe mai fatto. Perché era convinta che le cose sarebbero potute cambiare da un momento all’altro. E lei aspettava quel cambiamento più di qualsiasi altra cosa al mondo.
«Non c’è niente tra di noi…» rispose atona, persa nei suoi pensieri, con il cuore che batteva davvero forte.
Grace sorrise. Perché sapeva come si sentisse la ragazza. Sperava solo che capisse e che vivesse felice.






Letizia
Ciao a tutti! Spero stiate bene ;).
E spero pure che il capitolo vi sia piaciuto :D.
Insomma, abbiamo una Anne Marie ed una Grace curiose e speranzose che possa nascere qualcosa tra Ash e Kay - come del resto lo siamo noi, deheheh.
Speriamo sul serio che possa accadere qualcosa di simile. Dopotutto, la storia non è ancora finita e di cose da dire ce ne sono parecchie u.u
E... Dai, dai, fatemi sapere cosa ne pensate, ci conto!
Non ho altro da aggiungere sulla storia, almeno per oggi ahahah, scusate se sono di poche parole, ma devo finire il capitolo di Inatteso così poi aggiorno pure quella storia u.u
Detto questo, vi ringrazio moltissimo per ogni cosa, sul serio, per visite | recensioni | preferiti | ricordati | seguiti; siete meravigliosi! <3
Ci sentiamo presto, un bacione, Letizia <3
   
 
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