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Autore: Vallellata    30/07/2015    1 recensioni
Salve!
Questa fanfiction racconta le disavventure di Hyoga che, nel tentativo di dichiararsi alla persona che gli piace, ne combinerà di cotte e di crude.
Ma chi sarà questo ragazzo fortunato?
(Avviso: I Gold Saint sono tutti tornati in vita ed è ambientata dopo la sconfitta di Hades)
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Dragon Shiryu, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Non è possibile! Sebbene abbia ricevuto il mio preziosissimo aiuto, h-ha fallito miseramente...- disse il cavaliere dei pesci con un tono molto tragico, asciugandosi la lacrima che gli uscì dall’occhio sinistro con un enorme fazzoletto bianco, sul quale era ricamata l’iniziale “A” con un filo dorato.
-Tutto quel lavoro… sprecato.- sospirò, prendendosi due secondi di pausa, prima di riprendere il suo monologo.
-Eppure… quei fiori erano perfetti, i loro significati erano piuttosto chiari e comprensibili.- come se fosse un attore teatrale durante la scena della morte del personaggio che interpretava, si sdraiò su un lato, alzando la mano con il fazzoletto.
-Mi sento demolito nel profondo.- lasciò cadere il fazzoletto sul pavimento, spostando poi il dorso della mano sulla fronte. –Dimmi, cosa dovrei fare?-
-Scusa, Aphrodite, non vorrei sembrare superficiale, ma io, veramente, stavo facendo altro prima che giungessi a casa mia a raccontarmi i tuoi problemi.
Cioè, non è che non mi interessino, ma almeno vorrei finire di lavarmi, senza averti come pubblico.
Per cui, ti direi, al momento ciò che potresti fare è uscire.- affermò con un tono abbastanza calmo, Milo, che era seduto nella vasca da bagno, sommerso da un abnorme strato di schiuma, da dove si potevano scorgere il viso di Camus, la casa dell’acquario e delle “sculture” varie ed eventuali.
Aphrodite, si voltò verso il suo commilitone con uno sguardo stupito, che presto si tramutò in una espressione schifata.
-Sei davvero una persona insensibile e, proprio come hai detto di “non voler sembrare”, superficiale.
E io che ero venuto a confidarmi proprio con te, perché pensavo che fossi in grado di capirmi – detto ciò si alzò in piedi e, con dei lunghi passi, si appropinquò verso l’uscita della camera.
Sentendosi un po’ in colpa per quello che aveva detto al suo compagno, con il quale non credeva di essere così in “confidenza” al punto tale di ricevere delle confessioni riguardo ai suoi stati d’animo, si mise a sospirare.
- Va bene, Aphrodite, hai vinto tu.
Scusami per ciò che ho detto, mi sciacquerò dal sapone più tardi.
Tu, intanto, finisci pure di sfogarti.-
Il ragazzo dai capelli celesti non se lo fece ripetere due volte e, prendendo una sedia, si accomodò a due centimetri dalla vasca, appoggiando sul bordo una delle braccia.
- Benissimo! Allora… cosa stavo dicendo? Ah sì! Stavo per esprimere il mio sdegno nei confronti di tutti quei cavalieri che ignorano il linguaggio dei fiori. Dimmi, Milo, non sei sdegnato anche tu?- puntò il proprio sguardo sull’altro, che arrossì leggermente.
-Veramente la mia conoscenza del linguaggio dei fiori si ferma alla rosa e alla mimosa.-
-Cosa hanno udito le mie orecchie?- mise una mano sulla propria bocca, assumendo un’espressione scandalizzata. -Quale improperio! Poveri fiori, creature incomprese, messaggeri di sentimenti nascosti.
Nessuno vi comprende come meritate-
-Su, dai, Aphrodite, non è la fine del mondo.- Cercò di rincuorarlo, prima che ricominciasse a fare uno dei suoi melodrammi -Nessuno sa il significato dei fiori, eccezion fatta per i fiorai-
-Quindi tu, oltre ad essere conscio della tua ignoranza e a crogiolarti in essa, giustifichi anche gli altri?
Sei davvero un barbaro-
-Barbaro? Io?- lo guardò, punto nell'orgoglio -Io sono Greco! Il barbaro sei tu, che vieni dalla Svezia, uno dei paesi più a nord dell'Europa!-
Il ragazzo dai capelli celesti, capendo di aver toccato il tasto dolente (ossia il fatto che Milo ritenesse la Grecia il paese più civilizzato) e non essendo andato lì per attaccar lite, decise saggiamente di ripiegare su un altro argomento.
-Sì, hai ragione. Senti, Milo, dato che mi fido di te, ti potrei affidare un incarico? Sai, credo molto nelle tue capacità, quindi penso che potresti riuscire egregiamente nel tuo lavoro.-
Il cavaliere dai capelli blu oltremare, incuriosito, tese l’orecchio, limitandosi a dare un cenno di affermazione con la mano. –Di che si tratta?-
-Aiuteresti Hyoga a dichiararsi? Ovviamente non sei obbligato a farlo, io te lo chiedevo, perché ormai è diventata una questione personale, ma non posso presentarmi nuovamente da lui per aiutarlo.
Non mi ascolterebbe-
“E ci credo che non voglia ascoltarti, lo hai fatto truccare. Inutilmente poi” Fu l’unico pensiero che transitò nella testa di Milo, sentendo le parole dell’altro.
A quel punto Aphrodite prese le mani del cavaliere dello scorpione, che erano nascoste tra il sapone e le strinse tra le sue. –So che sei legato a lui e credo che a te darà ascolto. Vai e trionfa dove io ho fallito-
Investito di una responsabilità tanto grande, il ragazzo cominciò a gasarsi.
-Non ti preoccupare, farò del mio meglio!- sorrise, prendendo in mano il soffione che aveva a lato della vasca da bagno, per sciacquarsi.
-Adesso, Dite, puoi andare. Appena ho finito di togliermi il sapone e dopo essermi asciugato, mi precipiterò da lui.- lo avvisò, Milo, pronto ad alzarsi in piedi quando l’altro se ne fosse andato.
-Va bene.- affermò Aphrodite, non muovendo, però, nemmeno un passo dalla sua postazione.
Questo mise un po’ a disagio il cavaliere dello scorpione, che non sapeva come comportarsi.
Non glielo aveva detto direttamente, ma l’affermazione precedente era un invito ad uscire.
Evidentemente non lo aveva colto, per cui decise, seppur fosse imbarazzante, di dirlo esplicitamente.
-Quando dicevo “togliermi il sapone” intendevo farlo da solo, non in compagnia.-
-Non ti preoccupare, Milo, non mi imbarazzo certamente davanti alla nudità maschile.
Anzi, devo dire che la apprezzo molto.-
-E’ appunto perché la apprezzi che ti sto chiedendo di uscire!- urlò il cavaliere dello scorpione con le guance rosse come due peperoni maturi.
L’altro sorrise, compiacendosi anche un po’ di quella reazione così tanto… adorabile?
-Ogni tanto sei noioso, lo sai?- gli disse, fingendosi offeso, raggiungendo l’uscita del bagno.
-Ogni tanto sei molesto, lo sai?- gli rispose per le rime l’altro, ricevendo come risposta una…linguaccia?
“Mah. Aphrodite si è comportato in modo davvero strano oggi, per cui devo smetterla di meravigliarmi di questi dettagli.” Pensò tra sé e sé, alzandosi in piedi, dopo circa due ore passate a puccia nell’acqua e sapone. “Adesso però è meglio che mi sbrighi! Non vorrei mai che gli venisse in mente di tornare indietro a spiarmi.”


_Punto di vista di Shiryu_

Mi sentivo davvero morire.
Alla fine, seguendo il consiglio di Pegasus sono andato a casa sua, ma ciò che trovai al suo interno non me lo sarei aspettato.
Un Aioria con un grembiule azzurro intento a cucinare dei piatti in cucina.
Detto così potrebbe sembrare una cosa normale. Il fidanzato che cucina un pranzetto per l’amato che aveva portato a casa un amico.
Beh, non era così.
Ogni cosa, anche della miglior qualità, nelle mani di Aioria, finiva per diventare una poltiglia potenzialmente velenosa.
Il peggio era che quel giorno si era dato così da fare che aveva preparato tutto un pranzo da solo, dall’antipasto al dolce, con risultati a dir poco catastrofici.
L’antipasto, che doveva essere semplicemente del formaggio fresco con una leggera spruzzata di origano sulla superficie, era diventato un formaggio liquido (e preciso, liquido, non fuso. Sembrava quasi latte) ricoperto da una distesa di erbette di vario tipo passate al frullatore con un pizzico di peperoncino, maionese e mostarda dolce.
Il primo, che doveva essere qualcosa di simile ad una “pasta al sugo con pezzetti di salsiccia” era diventata una colla di spaghetti semicotti che navigavano in una acqua colorata di rosso, aromatizzata al curry e con un pezzo intero di salsiccia poco cotta sul quale era stata messa mezza scatola (125 grammi circa) di panna acida.
Il secondo, un tortino salato, era diventato un ammasso di pasta frolla informe con al suo interno (anche se al posto di essere dentro, era uscito fuori tutto) prosciutto carbonizzato, un formaggio che emetteva un cattivo odore (e potevo affermare che ciò non fosse normale, dato che la mozzarella normalmente non aveva un odore nauseabondo di benzina) e delle carote (erano carote? No, davvero, non sapevo che cosa fossero. Erano arancioni e tagliate, ma non mi sono azzardato a chiedere.) diventate fosforescenti.
Non parliamo del contorno, che era così mal ridotto che non si capiva nemmeno cosa dovesse essere. Una poltiglia marrone nera e viola, che sembrava voler prendere vita da un momento all’altro.
Infine, come dimenticarlo? Il dolce. 
Una crostata con la crema pasticcera. A questo punto vi lascio all’immaginazione, perché l’aspetto era così disgustoso che non trovo le parole per descrivere tale obrobrio.
Il problema era: come convincere Aioria che non avremmo potuto mangiare quelle cose?
-Shiryu, vieni un attimo in cucina- mi chiamò il cavaliere d’oro e subito cominciai a sudare freddo.
Molto titubante entrai dentro la stanza, guardando da più vicino quel pasto, se così si poteva chiamare, che sembrava cento volte più vomitevole di prima, quando lo osservavo da lontano.
-Potresti assaggiare i piatti e dirmi cosa ne pensi? Oggi penso di essermi superato.- mi sorrise soddisfatto del suo operato.
“In cattivo gusto, certamente, ti sei superato” avevo pensando, invocando l’aiuto del mio maestro e di quella buona anima di Mur, implorandoli di portarmi via da quel luogo.
Il primo mi disse testualmente “un cavaliere deve saper affrontare qualsiasi tipo di situazioni”, mentre il secondo, abbastanza scocciato, mi rispose di arrangiarmi perché era stufo di teletrasportare gente in giro per il mondo, dato che esistevano oggetti “alieni” come macchine, aeroplani e biciclette.
Con lo sguardo di una persona che stava andando al patibolo, cercai di dissimulare un sorriso e gli risposi –Non c’è alcun problema.-
Tutto felice, il cavaliere del leone mi diede un cucchiaio e mi passò il piatto dove c’era l’antipasto.
Titubante e pregando la dea Atena affinché mi desse la forza di non morire al primo boccone, raccolsi un po’ di quel composto e lo misi in bocca.
Mi sbagliavo. Non era cattivo.
Era molto peggio. Era così piccante che i miei occhi cominciarono a lacrimare come mai in vita loro.
-Ti senti bene? Perché piangi?- mi chiese preoccupato.
-E’ che è così buono che mi sono commosso. Posso averne ancora un po’?- chiesi, con tutta l’intenzione di mangiarmi da solo tutto il pranzo. Non potevo, come avevo già detto, permettermi di avere un Seiya con una intossicazione alimentare, mi bastava già Hyoga con i suoi problemi di cuore.
Stupito il ragazzo dai capelli color caffè, al posto di togliermi il piatto, me lo lasciò davanti.
-Certo, serviti pure, ma cerca di non finire tutto. Purtroppo ho preparato solo quello che vedi.-
Che cosa fa uno per il proprio migliore amico.
Con le papille gustative nell’Ade e lo stomaco che mi lanciava insulti in tutte le lingue possibili e immaginabili, riuscii nei mio intento.
Mi alzai dal tavolo barcollando, ma fingendo di sentirmi bene, nonostante il cambio di colore del mio viso  che era passato da pallido a giallo, andai verso Aioria.
-Mi dispiace, non volevo finire tutto, ma vedi, non ho proprio resistito.
Per scusarmi, posso prepararvi io qualcosa.-
Il mio interlocutore, commosso per quello che avevo fatto, mi spettinò completamente i capelli.
-Va bene, ma cerca di non bruciare il cibo.- mi avvisò, uscendo dalla stanza.
Chiusi la porta a chiave e solo a quel punto mi misi a frugare in giro alla ricerca di qualche medicinale.
Buttai giù, così, tutti i digestivi contenuti nella scatoletta e poi, onde evitare spiacevoli inconvenienti, presi anche il cortisone, per evitare una reazione allergica al cibo.
Adesso dovevo solo aspettare che facesse effetto, quindi presi in mano delle pentole pulite e preparai un vero pranzo, che dopo un’ora esatta era servito a tavola.
I commensali guardarono stupiti le pietanze preparate, uno pronto a piangere per avergli risparmiato la morte, l’altro felice di assaggiare qualcosa di nuovo, in modo da poterli rifare lui.
-Non mangi, Shiryu?- mi chiese il mio migliore amico, mentre stava divorando, come un animale lasciato senza cibo per una settimana, la propria pietanza.
-No, sono sazio. Penso di aver raggiunto la pienezza del dragone.- mi sforzai di sorridere, guardando gli altri mangiare, mentre sentivo il mio stomaco muoversi come se il demonio si fosse impossessato di lui.
Fortunatamente per il mio corpo e per il mio viso, che voleva assumere una espressione sofferente, i due commensali finirono tutto in un quattro e quattr’otto e il cavaliere d’oro si era offerto di lavare i piatti (che fortunatamente erano una montagna.)
Non appena il fidanzato del mio migliore amico se ne fu andato, io mi sdraiai sul divano, venendo seguito dall’altra persona presente nella stanza, che, però, si accucciò per terra.
-Stai bene, Shiryu?- mi chiese preoccupatissimo, stringendomi la mano con una mano e andando a toccarmi la fronte con l’altra.
-Non proprio. Potresti prendere carta e penna? Devo scrivere il mio testamento- gli chiesi, asciugandomi il sudore che mi usciva dalla fronte con la manica della mia veste.
-No. Stai tranquillo, amico mio non morirai.- cercò di tirarmi su di morale lui, tirando però fuori il telefono.
-Scrivi lì sul telefono allora. Io, Shiryu, cavaliere del dragone, nel pieno di tutte le mie facoltà, anche quelle visive (?), lascio a Shunrei tutti i miei averi ai cinque picchi, rimando a Shura la sua sacra Excalibur, affido ad Ikki la mia casa qui a nuova Luxor, così non sarà obbligato a vivere con Shun, a Hyoga lascio i miei risparmi e il mio diario, dove avevo appuntato alcune idee per lui.
A Shun andrà tutto ciò che potrà tornargli utile. Invece, per quanto riguarda te, Seiya…-
Il cavaliere di Pegaso digitò velocemente tutto quello che l’amico gli stava dettando, poi, appena arrivò a scrivere il proprio nome si fermò a guardare l’altro, curioso.
-A te… lascerò il mio cuore, perché io morirò solo per te.-
A quel punto Seiya scoppiò a piangere come un bambino di tre anni. –No Shiryu, non voglio che tu muoia a causa mia. Ti voglio troppo bene per perderti.-
Vedendo quella reazione, anche il mio stomaco si placò, commosso anche lui (forse).
A quel punto scesi dal divano e, senza dire altro, lo abbracciai forte.
-Su. Su. Non piangere così. Non hai più sei anni, Seiya.- gli passai una mano tra i capelli con l’intento di calmarlo.
-Ma tu sei troppo importante per me. Abbiamo giocato, combattuto, riso e pianto insieme. Senza di te la mia vita perderebbe un colore, il verde del tuo cosmo. Il colore della speranza.- A quelle parole tanto dolci, il mio cuore si sciolse. Glielo dovevo dire che, in quel momento mi sentivo meglio o crogiolarmi ancora un po’ in quel momento di dolcezza?
La risposta non tardò ad arrivare. Qualcuno suonò al campanello.
Sciolsi quindi l’abbraccio e mi alzai in piedi, pronto ad andare ad aprire.
Una mano, però, mi trattenne. –Shiryu, ti prego, non andartene.- mi implorò la vocina del mio migliore amico.
-Stai tranquillo, non me ne vado. Guardo solo chi ha citofonato e torno qui, ok?-
Con i lacrimoni agli occhi e con il viso da bambino, annuì.
-Aioria, vado a vedere io chi è al citofono, tu potresti occuparti di Seiya? Penso che abbia bisogno di un po’ di conforto.-
Neanche ebbi finito di finire la frase che, alla velocità della luce, il cavaliere d’oro aveva stretto il fidanzato, donandogli tutto l’affetto che poteva.
A quel punto, sentendo una seconda volta suonare il campanello, corsi all’entrata ed aprii la porta.
-HYOGA!- esclamai stupito, vedendo il ragazzo completamente sfatto e a petto nudo.
-Finalmente ti ho trovato Shiryu… Non hai una bella cera, però- constatò, guardandomi e rendendosi conto che, forse, era messo addirittura peggio di lui.
-Anche tu. Su, vieni, entra. Raccontami tutto quello che ti è successo.-
Presi per mano il biondo, dopo aver chiuso la porta di ingresso, e lo portai dagli altri due.
Lo feci accomodare sul divano, sedendomi nuovamente per terra.
Ci furono dei momenti di silenzio, poi il nuovo arrivato, con calma, si mise a raccontare ciò che era accaduto.
-Aphrodite ha cercato di darmi una mano, facendomi portare dei fiori a lui.
Sono stato truccato, vestito con degli abiti probabilmente venuti dal reparto femminile di un negozio, perché dei pantaloni bianchi di raso e una camicia rosa, accompagnata da un fiocco nero non sono certamente indumenti maschili, e mi sono dovuto nascondere dietro un cespuglio per guardare la scena.
Stava andando tutto bene , poi è successo qualcosa a Shun ed Ikki ha aperto la finestra, lanciando fuori i fiori e colpendoli con le ali della fenice.-
Il cavaliere del leone fissò Hyoga con uno sguardo carico di pietà. Certo che gliene capitavano di cotte e di crude.
-Il peggio, però, è successo dopo. I fiori infuocati sono proprio caduti tra le mie braccia, facendo prendere fuoco alla maglietta. Non ho nemmeno fatto in tempo ad usare il “Diamond Dust” per spegnerla, perché in due secondi si era già carbonizzata. Ho salvato per miracolo i pantaloni e la mia pelle all’ultimo, ghiacciando quello che rimaneva dei fiori e me stesso. Poi il trucco a cominciato a sciogliersi e adesso ho così tanto nero sotto agli occhi da sembrare un panda.
Shiryu, cosa devo fare?-
Io, essendo stato chiamato in causa mi misi a sedere accanto al mio compagno di “squadra”, cercando di consolarlo anche con una vicinanza “fisica” oltre che psicologica. –Da quello che mi è sembrato di capire, deve essere successo qualcosa a Shun e quindi Ikki si è visto costretto a reagire in quel modo.
Sappiamo tutti come è fatto, se qualcosa mette in pericolo il fratellino, sarebbe pronto anche a sacrificarsi pur di salvarlo.-
Hyoga annuì, trovando la mia spiegazione molto convincente.
Proprio in quel momento suonò nuovamente il campanello.
Aioria guardò stranito Seiya . –Hai invitato qualcun altro qui?-
-No, forse è Ikki che ha seguito Hyoga per tirargli il collo.-
-Seiya, non sei di aiuto.- affermai, lanciando un’occhiataccia al castano.
-Morire ucciso da Ikki sarebbe la cosa migliore che potrebbe accadermi.- affermò il biondo, sospirando rumorosamente.
-Santa Atena, dona la pazienza a tutti, perché se no qui presto ci sarà un suicide party.- disse più a se stesso che agli altri Aioria, alzandosi e andando a vedere chi fosse, pronto ad attaccare nel caso in cui si ritrovasse davanti un ragazzo con istinti omicidi.
Fortunatamente colui che si trovò davanti non assomigliava nemmeno un po’ a colui che si aspettava di trovare.
-Hey! C’è Hyoga qui, per caso?- affermò sorridente il cavaliere dello scorpione.
-Sì, è proprio qui.- dissi io, che mi ero avvicinato, seguito dal diretto interessato.
-Milo?- Esclamò stupito il biondo.
-Hey! Ho sentito come ti è andata ieri. Mi dispiace davvero, lo sai che ti supportavo, no? Dopotutto ti avevo augurato anche buona fortuna.-
Crystal sembrò rattristarsi parecchio, ma il suo interlocutore, riuscì comunque a fargli tornare il sorriso.
-Dai, hai fallito due volte, non è la fine del mondo. E’ normale essere un po’ impacciati all’inizio ma poi, con in tempo, si capisce qual è il metodo più efficace per fare colpo.
Ed è appunto per aiutarti a trovarlo che sono arrivato io.- gli sorrise e in meno di pochi istanti erano entrambi usciti dall’appartamento/mansarda di Seiya.
-Voi non trovate divertente che tutti al santuario sappiano della cotta di Hyoga, tranne il diretto interessato ed il fratello?- Mi volsi a guardare il mio migliore amico, che aveva appena aperto bocca.
-Se fosse una fanfiction magari sarebbe anche divertente, ma questa è la vita reale, Seiya.- provai a dire, venendo poi interrotto da Aioria.
–In ogni caso, dato che sta diventando il passatempo del grande tempio trovare un modo per farlo dichiarare, dubito che qualcuno si metta a fare la spia, per cui non abbiamo nulla di cui preoccuparci.-
-Saranno giorni molto duri-

_________________________


I due cavalieri di Atena camminarono per circa una decina di minuti verso il centro commerciale.
-Prima di tutto prendiamoci un bel gelato e poi, dopo che ti sarai preso una maglietta per coprirti, potremmo parlare della strategia da adottare.- affermò sorridente il cavaliere dello scorpione, orgoglioso del programma della sua “missione speciale”.
Il biondo acconsentì alla proposta dell’altro e in meno di cinque minuti furono entrambi seduti in un tavolo a prendere il gelato.
-Buono!- esclamò felice come una Pasqua Milo, mangiandolo con gusto.
-Quelli che fa il maestro Camus sono più buoni, ma bisogna accontentarsi.- affermò Crystal, attirando la piena attenzione del proprio interlocutore su di sé.
-Davvero? Cam non me ne ha mai fatto assaggiare uno.- borbottò un po’ contrariato. – Te ne da tanti?-
-No, per ora me ne ha fatti assaggiare solo due. Uno più buono dell’altro. Il primo era al limone, mentre il secondo all’anice.-
-Hm.. interessante. Parlami ancora di Camus.-
-Veramente dovresti conoscerlo tu più di me, sei un suo collega e vi siete incontrati quando eravate entrambi bambini.-
-Sì, ma sai come è fatto lui. Cerca sempre di tenere le distanze con tutti tranne che con me e Shura. Ultimamente, però, cerca anche di evitarmi. E’ arrivato al punto di cercare di “ghiacciolizzarmi” pur di tenermi lontano.
Quindi volevo chiederti di darmi tutte le informazioni che avevi accumulato negli anni su Camus per provare a capire il motivo del suo comportamento.-
-Scusa, ma non eri tu a dover dare un aiuto a me? Se non riesci a districarti tu con i tuoi problemi amorosi come pensi di poter aiutare me?-
Come risposta il cavaliere dello scorpione si mise a ridere a crepapelle: -Io? Innamorato di Camus? Figurati! Lui è solo il mio migliore amico.-
Il biondo lo guardò con un’aria molto sospettosa. Ma a chi voleva darla a bere?
Milo era sempre intorno a Camus, come un pesce pilota intorno al suo squalo.
Ormai Crystal li considerava una coppia a tutti gli effetti, anche se non si erano ancora dichiarati l’un l’altro, perché pensava che, presto, si sarebbero anche messi assieme.
-Hey, non guardarmi così, posso giurarti che non provo niente per Camus. Io ho avuto una relazione con Shaina, in passato.-
-Che, se non erro, finì proprio a causa di una lite con lui.- insistette il biondo, col risultato di far quasi soffocare il ragazzo dai capelli blu con la cialda del gelato.
-Ripensandoci quella è una vecchia storia. Non siamo qui mica a rimuginare sul passato!-  cercò di salvarsi in corner, in modo da non addentrarsi nei particolari di quella vicenda. –Piuttosto… dimmi ciò ti ho chiesto, così potremo andare a prenderti la maglietta presto e io ti potrò spiegare il mio piano d’azione.-
-Va bene, se ci tieni tanto… Camus è un uomo. Ha attualmente 20, il suo compleanno cade il 7 febbraio, è alto un 1,84, pesa 76 chili, il suo sangue è di tipo A, attualmente è single…- disse con un tono piatto, come se stesse leggendo la pagina di wikipedia sul proprio maestro.
-Guarda che queste cose le so pure io, volevo un altro genere di informazioni.- insistette Milo, guardandolo con uno sguardo serio, che quasi fece paura al cavaliere del cigno.
-Ma io non molto più di quello. Non è che sia molto più aperto con me. So solo che quando lo fai imbestialire continua ad urlare “è uno zotico”, oppure “becero!” o qualsiasi altro improperio gli venga in mente.-
-E quando non è arrabbiato cosa dice di me?- chiese quasi come un cane che attende il suo osso.
-Che sei uno zotico ignorante senza speranza.-  disse cercando di mangiare il gelato, ma ritrovandosi ad assaggiare l’aria.
-Hey, quello era mio- affermò contrariato, vedendo ricomparire il proprio cono tra le mani di Milo.
-Credimi, in questo momento serve di più a me. Comunque, continua. Cosa non piace a Cam di me?- si mise a leccare il gelato, incurante della espressione omicida che aveva assunto il proprio interlocutore.
-A parte quando lo ridicolizzi davanti a tutto il grande tempio, intendi? Beh, quando gli freghi la biancheria intima o alcuni capi di abbigliamento, ad esempio.-
Il cavaliere dello scorpione impallidì e allo stesso tempo, le gote gli si colorarono dello stesso colore della sua cuspide.
-Ma io non ho mai fatto una cosa del genere... Io ho già i miei vestiti a casa mia.- cercò di smentire quella accusa, con uno scarso risultato.
-Però, casualmente, dice che spariscono sempre quando tu passi per la undicesima casa. Comunque, dato che ci tieni tanto a saperlo, le altre cose che non gli piacciono sono: quando ti addormenti sul divano mentre guardate qualcosa insieme, perché poi è costretto a trasportarti sul suo letto e a dormire Lui sul divano, perché se dormisse con te, lo butteresti giù dal materasso inconsciamente.-
-Ho solo il sonno un po’ agitato.- rise leggermente imbarazzato.
-Non riesce a sopportare il disordine perenne del tuo “studio”, che, cito testualmente le sue parole, “è un antro oscuro, dove non brilla la luce del sole e dove tutto scompare. Non bisogna nemmeno entrarci perché si corre il rischio che una mano nera enorme ti catturi quando meno te lo aspetti.”*- Il biondo spostò lo sguardo da un’altra parte. Adesso doveva fare anche il “pettegolo” della situazione.
-Non è vero, non è così in disordine. E’ solo un normalissimo laboratorio creativo dove i miei strumenti sono messi in modo più o meno casuale.-
-Certo. Poi, ultima cosa, odia quando sei sbronzo e dici cose imbarazzanti.-
-E invece che cosa gli piace di me?- chiese speranzoso, nel tentativo di tirarsi su di morale.
-… I tuoi capelli, forse.- Hyoga si grattò la testa. –Di solito, quando mi parla di te, più che altro si limita a elencarmi tutti i tuoi difetti.- vedendo però il proprio interlocutore sul punto di una crisi depressiva, decise di non terminare lì la frase. Rischiava di compromettere l’esito della propria dichiarazione. -Ma non preoccuparti, ti vuole bene anche se non lo ammetterà mai nemmeno a se stesso-  
Come rinvigorito dall’ultima frase il cavaliere dello scorpione si alzò in piedi e, dopo aver tirato su Crystal ed averlo trascinato (perché nel frattempo il biondo era inciampato, cadendo di sedere e Milo non si era curato di fermarsi) su e giù per le scale mobili, arrivò in un negozio di abbigliamento maschile per rockettari.
-Prendiamo una maglietta a caso e andiamo.- disse, guardando l’orologio. –Sono quasi le sette e se no ci tocca aspettare domani per la tua dichiarazione.-
- Se non ci fossimo messi a parlare di Camus, sicuramente ci avremmo messo di meno- fece notare il biondo, che come risposta ottenne “Guarda che sei stato tu a tirarlo in mezzo, mica io”.
E in effetti era vero, però era stato Milo a continuare la conversazione.
Il biondo allora prese la prima maglietta che gli capitò in mano, una con le maniche strappate nera, sulla quale erano stampate due pistole con delle rose e la scritta, sia sul retro che davanti, “Guns ‘n roses”.
Subito la indossò e, dopo averla pagata alla cassa, si volse alla ricerca di Milo. Era sparito.
Lo aveva perso nel negozio? Eppure era sicuro di averlo dietro fino a pochi istanti prima…
-BUH.- urlò il cavaliere dello scorpione prendendo alle spalle l’altro, il quale sobbalzò dallo spavento.
-Scusami se sono scomparso, ma dovevo prendere questo.- gli mostrò una radio e un dvd sul quale era scritto “Gemboy”.
-Adesso possiamo andare?- Domandò il biondo, preoccupato.
-Certo. Strada facendo ti spiego cosa dovrai fare. Io ti rimarrò vicino fino alla fine, non preoccuparti.-


____________________Punto di vista di Ikki_____________

Dopo anni che conoscevo mio fratello, quel giorno ho avuto una conferma, che conosceva qualche essere umano di sesso femminile, con il quale si era anche rapportato.
Questa ragazza era arrivata verso l’ora di cena apposta per trovare Shun.
Non immaginate nemmeno la sua reazione, le era andata incontro e la aveva abbracciata forte, felice come mai in vita sua.
-NEMES!- l’aveva sommersa di baci sulle guance e questa dolcemente lo aveva ricambiato, tutto mentre io ero comodamente seduto sulla mia “poltrona regale”, un mobile che avevo trovato in un negozio questo pomeriggio e che avevo collocato in mezzo al salotto, a pochi passi dal divano.
-Shun, ero preoccupata per te, non ti sei fatto più sentire da quando sei partito per Atene, così ho deciso di venire a trovarti.- sorrise la ragazza, che era arriva direttamente senza maschera, tanto, oramai non le serviva.
Con la “nuova normativa”, le donne non avevano più l’obbligo di tenerla quando non erano in armatura. E in quel momento aveva un vestito azzurro molto semplice, che si accompagnava bene ai suoi occhi.
-Sono felice che tu sia venuta a trovarmi, su, accomodati!- la prese per mano, chiudendo la porta con il piede.
-Nii-san, devo presentarti una mia carissima amica. Lei è Nemes del Camaleonte, una ragazza che era con me sull’isola di Andromeda. E’ stata la mia maestra.-
Questa mi cominciò a fissare e io feci lo stesso con lei. Ci studiammo a vicenda per almeno tre minuti, poi, per cortesia, mi alzai in piedi e andai a stringerle la mano. –Ikki della Fenice, fratello di questo impiastro.-
-Piacere.- disse sorridendomi, ricambiando la stretta con una forza che mai mi sarei aspettato da una donna. –Shun mi ha parlato tanto di te. “Il suo fratellone adorato, tanto forte, bello, muscoloso che lo salvava dai compagni cattivi che lo prendevano in giro perché somigliava ad una bambina” e tante altre cose che al momento non ricordo.-
Guardai mio fratello per qualche istante, che sembrava voler sparire a causa dell’imbarazzo.
-Però sei esattamente come ti ha descritto, anzi forse un po’ meglio, dato che mi aveva parlato di te quando eri ancora un bambino.-
-Nemes, ti prego, guarda che ci metti in imbarazzo.- disse il mio fratellino.
La ragazza, ovviamente, spostò di nuovo lo sguardo su di lui. –Sei davvero troppo adorabile quando arrossisci. -
Vuoi vedere che questa, oltre ad essere amica di mio fratello, è anche qualcosa di più.
Mi rendi orgoglioso di te per la prima volta in tutta la mia vita.
-Quasi come la mia ragazza.- Quelle parole mi colpirono come una scarica di frecce d’oro dell’armatura del sagittario.
Rimangio tutto quello che avevo detto.
Era decisamente troppo bello per essere vero.
“Penso che andrò a ritirarmi nella mia camera”.
Detto ciò, presi sulla spalla la mia poltrona e, guardando mio fratello, dissi: -Vado su, così potete parlare in pace.-
-Non ti preoccupare, nii-san, puoi ascoltare i nostri discorsi senza problemi.- affermò questo, con la faccia da cane bastonato. - E puoi lasciare qui anche quel sofà-
Non lo stetti nemmeno ad ascoltare e, senza problemi, salii le scale.
-Penso che, se ci conoscessimo meglio, io e tuo fratello potremmo andare d’accordo.- fu l’ultimo commento che sentii salendo le scale, prima che arrivassi nella mia camera e posassi la mia poltrona davanti alla finestra aperta.
-Devo rassegnarmi all’idea che mio fratello sia completamente omosessuale. (Commento autrice: Povero Ikki, compatitelo. (?))- sospirai, notando però che qualcosa di strano.
Milo dello scorpione si aggirava con aria sospetta e con un registratore attorno alla loro casa. Poi si era piazzato dietro ad albero del nostro giardino, dando un segnale a qualcuno che, evidentemente era lontano.
In meno di pochi istanti apparve… Hyoga.
Ancora lui?
Era la terza volta nel giro di ventiquattro ore che era lì.
“Vediamo cosa farà questa volta per cercare di dichiararsi a Shun.” Pensò tra sé e sé, alzandosi a prendere una coca cola dal frigorifero portatile.
“Però questa poltrona al momento è di troppo.” Pensai, scaraventandola con molta leggerezza sul letto (fortunatamente facendola rimanere intera), in modo che potessi appoggiarmi alla finestra senza alcun problema.
-Ma devo davvero farlo, Milo? Non mi sembra una buona idea. –Aveva detto all’altro a bassa voce, ma con il viso messo in modo tale che potessi leggere il labiale.
-Tranquillo. Dimmi quando sei pronto.- questa volta ad alta voce Milo, ma nessuno sembrò accorgersene.
-Vai.- disse, cercando qualcosa in giro per la casa, ma non trovandola.
Avvicinai la lattina alla mia bocca, pronto a berla non appena fosse cominciato lo “spettacolo”.
Partì quindi la musica, “Let’s get physical” se non erro, ma accadde una cosa che mai non mi sarei aspettai di vedere.
SI STAVA METTENDO A FARE LO SPOGLIARELLO.
“No, ti prego, dimmi che gli si è fuso il cervello, perché se è così scemo da fare una cosa del genere in pubblico, io mi trasferisco da Shaka.”
Purtroppo, nonostante i miei timori, questo non si fermò e si tolse la maglietta, lanciandola a Milo, che la prese al volo.
Sputai la coca cola davanti a me dalla sorpresa, non sapendo se ridere o piangere.
Evidentemente si accorse del rumore che feci, perché alzò gli occhi verso di me e si fermò, arrossendo come mai lo avevo visto fare.
-Ikki..- mi chiamò – ti prego, non and…-
-COSA STAI FACENDO? GUARDA CHE LA CANZONE NON DURA IN ETERNO.- urlò Milo, facendo sussultare il cavaliere del cigno, che riprese quella imbarazzante scenetta, fissando però me, con un’aria ben poco felice.
Non appena, però, si tolse i pantaloni, si sentirono al piano di sotto due urli, uno della nostra ospite, che, uscita dalla porta finestra del salone voleva uccidere “Quel maschio senza un minimo di decenza” e Shun che la tratteneva, supplicandola di non fare male a Hyoga perché era suo amico.
Nel frattempo Milo aveva visto bene di filarsela, facendo la mossa più sbagliata del mondo, mettendo un’altra canzone, in un punto strategico, come sottofondo.
(Consigliato sentire il ritornello di questa canzone. https://www.youtube.com/watch?v=xqp0KvImdtg)
La reazione fu delle più divertente che avevo mai visto. Shun si era letteralmente buttato sulla ragazza per bloccarla perché sembrava impossessata da Hades, Hyoga mi continuava a guardare, supplicandomi in silenzio di salvarlo ma non aprendo bocca, evidentemente troppo imbarazzato e una macchina della polizia, che era di ronda, vedendolo in mutande, si fermò ed entrambi gli agenti scesero.
-Signore, lo sa che è vietato andare in giro nudi in città? Non siamo mica in una spiaggia sperduta o in una per nudisti. Ci segua in centrale per degli accertamenti.- E senza dire altro, gli misero le manette e lo fecero salire in auto, portandolo via.
“Saluto un compagno caduto per una causa così poco nobile ed idiota” dissi, mettendo una mano sul cuore, guardando la vettura allontanarsi.



*Chiaro riferimento al gioco “Ib”

Angolo di Vallellata (Mizaku):
Scusate il ritardo, sono proprio da ammazzare, ma se può tirarvi su, ho scritto il doppio del capitolo precedente :3
Ringrazio tutte le persone che mi lasciano le recensioni (I love you <3)
Il povero Hyoga non è riuscito a dichiararsi nemmeno questa volta, ma un giorno ci riuscirà ;3
Adesso vi lascio, così comincio a scrivere il nuovo capitolo! <3
Byee! <3
  
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