Taste Me
“Mio Signore…” la mia voce entrò come un nastro voluttuoso nel buio della sua camera…
Era come se si respirasse tenebra… Come se quel buio fosse fumo consistente che volevi, bramavi di respirare e che, al tempo stesso, ti poteva entrare nell’anima.
Era un buio da cui volevi essere perversamente avvolta… e posseduta
“Mio Signore…” volevo che da quel buio uscisse una sua mano bianca, avvolta nel mantello. Volevo che mi prendesse…
Entrai completamente nella stanza, fidandomi dell’ombra, abbandonandomi all’ombra, chiudendo gli occhi e accarezzando con le mani le tenebre, aspettando, aspettando in un’attesa infinita. Nemmeno dalla porta socchiusa arrivava luce, bastava solo a distinguere i contorni di quello che immaginai fosse il letto
Respirai, respirai e sentii una vaga impronta del suo odore…
Mi sentivo già inebriata, lì in quella notte dove si trovava la creatura che la dominava più di tutte le altre. Schiusi gli occhi leggermente, avevo sentito un fruscio. Mi corsero brividi di eccitazione lungo il corpo, provocati da un’insana sensazione e voglia di pericolo, di potere…
Li richiusi, allargando le braccia e sorridendo
Ero stata troppo impudente? Ci pensai un attimo, corrucciando leggermente lo sguardo. Io, sempre così attenta ad accontentarlo in tutto e per tutto, ora ero stata così poco… Discreta. Invasiva.
Mi stupì un attimo di me stessa, ma una scintilla interruppe i miei pensieri. Aprì gli occhi. Un piccolissimo lume illuminava degli occhi rossi, accesi anche nella notte. Mi scrutavano, sottili e stretti. La pupilla verticale mi tagliava l’anima, penetrandoci come aveva fatto da sempre, da sempre.
Rimasi senza fiato, nella stessa posizione di prima, a guardarli, ringraziando qualunque cosa di poterli vedere adesso, da sola, soltanto io e ciò che sempre mi aveva attirata e attratta, fin dall’inizio.
Il mio petto si mosse con respiri lenti e profondi, non volevo rompere l’atmosfera col mio respiro, ma il cuore aveva già cominciato a battere più forte
“Bellatrix…”
Eccitazione e bramosia, lussuria, sconquassarono il mio corpo
“Cosa vuoi qui…”
Attrazione e follia, desiderio, sconvolsero il mio animo
Un’altra scintilla, più forte: la stanza venne improvvisamente illuminata da numerosissime fiammelle sospese nell’aria, verdi e blu
Sussultai, spostando lo sguardo per la stanza, da fiammella a fiammella, e poi di nuovo su di lui. Avevo gli occhi notevolmente aperti per la frenesia e la mia bocca era schiusa per respirare, era già molto difficile riuscirci…
La sua bocca invece era una fessura ermeticamente chiusa, i suoi occhi si assottigliarono ancora di più. … La stava prendendo come una presa di posizione?
“Bellatrix, cosa vuoi qui…?” la sua voce era bassa, indagatoria, sovrana
Impazzii. Impazzii.
Tirai fuori un coltello lungo e sottile dalla manica della mia tunica, lo sguainai, tenendo gli occhi ancora sui suoi. Volevo compiacerlo, volevo compiacerlo. Con un sorriso folle e gli occhi spalancati premetti la lama sul mio braccio, tagliandomi, fuori di me
Il mio sorriso si allargò e poi scomparve in un attimo, mentre mi buttai ai suoi piedi, allungando il braccio verso di lui, tenendomelo con l’altro
“Mio Signore… Mio Signore, lo assaggi. Mi assaggi. Mi renda degna, il mio sangue è puro, come quello della mia famiglia. Mi assaggi… Mi renda degna di lei Mio Oscuro Signore… Io non ho aspettato altro… Da sempre…”
Il mio braccio era rivolto verso di lui, che mi guardava, non seppi definire il suo sguardo. La sua fronte era liscia, senza ombra di espressioni, così come i suoi occhi. Ma mi studiavano… Forse, per la prima volta, mi stavano VERAMENTE guardando… Quegli occhi da cui io avevo sempre voluto essere ricambiata, guardata, torturata…
Il sangue mi scorreva sul braccio
Uno scatto e mi afferrò il braccio, le sue lunghe dita bianche erano molto più pallide e chiare della mia pelle, e le sue unghie affilate premevano sulla mia pelle, senza graffiarla. Mi tenne stretta, facendomi alzare, emisi un mugolio di sottomissione e mi misi in piedi. Socchiusi gli occhi in preda all’estasi, quella stretta fredda aveva l’effetto di ribollirmi il sangue nelle vene.
Il Mio Signore accennò un sorriso invisibile e passò un lungo dito affusolato sulla mia pelle, macchiandolo di sangue. Un contrasto meraviglioso… Bianco e rosso, Suo e mio. Seguì il dito con lo sguardo, ammaliata, finché non lo portò davanti al mio viso.
Mi scostò i capelli con le altre dita, piano, disegnò una lacrima di sangue che partiva dal mio occhio e arrivava alla metà della mia guancia.
Sorrise, maligno e senz’anima, scostandomi con violenza e facendomi cadere a terra
Alzai lo sguardo su di lui, intimorita e confusa, rannicchiando le gambe, senza nemmeno accorgermene
Mi guardava dall’alto, dominandomi, con lo stesso sorriso sul viso, scoprì i denti, perverso e perfido
Poi si avvicinò a me, abbassandosi e prendendomi il mento con le dita, guardandomi fisso, a una distanza minima, che non ero pronta a sostenere. Mi bucò l’anima
Una lacrima mi scorse sulla guancia opposta
“E’ così che ti voglio per sempre Bella… Disperata per me, nel bene e nel male. Mio e tuo. Indiscutibilmente legata a me”
Il suo sorriso si allargò, il mio cuore si strinse, non seppi perché
“Fino alla fine”