Fanfic su attori > Cast Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Margo Malfoy    30/07/2015    1 recensioni
Cosa succederebbe se un’agente di polizia alle prime armi e con poca esperienza venisse sedotta dal sospettato principale di uno dei casi più importanti cui sta lavorando?
E se non dovesse essere solo lei a pagare caro questo errore fatale?
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom Felton, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
12

Vivere con Tom era davvero strano. Dopo aver passato una settimana in casa sua, Malia non poteva far altro che sentirsi ogni giorno più fuori posto. Le cameriere la servivano e riverivano come se lei fosse stata importante quanto Tom, ma non era così e cercava in tutti i modi di aiutarle in casa, ma sia Tom che le stesse cameriere le vietavano di dare una mano.
Condividere tutto con il biondo le sembrava quasi un sogno. Non avrebbe mai immaginato che un giorno o l’altro lei si sarebbe trovata davvero a casa sua a vivere insieme a lui, e ora che tutto era reale – almeno per il momento – le sembrava molto più bello di quanto non si fosse mai immaginata. Nonostante i suoi colleghi fossero ancora scomparsi e il rischio che quei ragazzini rapissero qualcun altro della squadra fosse costantemente tra i suoi pensieri, le sembrava di aver finalmente trovato il suo posto. Il suo lavoro, per quanto rischioso si stesse rivelando, le piaceva moltissimo. Incredibile, una “ragazzina” che dopo essere stata accusata di aggressione, arrestata per omicidio e con un braccialetto elettronico alla caviglia che diventa un’agente di polizia della Omicidi. Tanto incredibile quanto la relazione che stava legando lei e Tom. Forse all’inizio era solo attrazione fisica; anzi, senz’altro lo era. Nessuno dei due avrebbe mai pensato che in un futuro avrebbero potuto condividere qualcosa di più che banale interesse fisico, e Malia non avrebbe mai immaginato che Tom si sarebbe interessato alla sua incolumità. I notiziari, Oldman, sua madre, e ora perfino il biondo non facevano altro che ricordarle che stava rischiando la vita. Ogni volta che usciva di casa la paura che qualcuno saltasse fuori all’improvviso, l’imbavagliasse e la portasse via l’assaliva come il ricordo di un brutto sogno. Ultimamente questo stato di continua allerta la spaventava più di quanto non l’avrebbe fatto vivere la sua vita normalmente, semplicemente cercando di ignorare i fatti degli ultimi giorni. Invece tutte le persone che si offrivano continuamente di proteggerla le facevano temere molto di più quei ragazzi; non si sa se per lo stress, la paura o la tensione, ma le mani di Malia avevano iniziato a tremare. Non poteva prendere un bicchiere con una sola mano perché se no quello cadeva a terra, firmare i documenti che studiava le sembrava impossibile ogni volta che impugnava la penna e scrivere al computer diventava tutti i giorni più difficile. Per quanto lei avesse tentato di tenerlo nascosto, quasi tutti se n’erano accorti, Tom in primis; ma lui, al contrario degli altri, aveva finto di ignorarlo, perlomeno non ne aveva parlato. Però era lui che versava il vino, l’acqua o la birra nei loro bicchieri, non Malia. Era lui che accendeva la televisione, lui che guidava, lui che apriva o chiudeva la porta di casa, lui che inseriva l’allarme.
L’ottavo giorno del trasferimento di Malia, lei scese dal letto prima che Tom si svegliasse. Andò in cucina e cercò di prepararsi da sola la colazione. Aprì il frigo e afferrò una bottiglia di latte, poi aprì lo scaffale sopra di lei e afferrò un bicchiere. Li appoggiò sul tavolo e aprì con cautela la bottiglia, cercando di versarne il contenuto all’interno del bicchiere e non sul ripiano di legno. Che fosse stata colpa delle sue mani o della suoneria del telefono, non riuscì nel suo intento. Fece cadere bottiglia e bicchiere, rompendo quest’ultimo con un sonoro rumore di vetro in pezzi. Afferrò con rabbia il cellulare e vide che era la Centrale.
« Browning » disse.
« La nostra squadra è stata sospesa » la voce di Emma suonava più abbattuta che mai, ma nel suo tono c’era anche del sollievo, probabilmente perché così sarebbe potuta rimanere a casa tutto il tempo, senza rischiare che qualcuno la rapisse.
« Oh » rispose Malia. « Immagino fino a quando non troveranno... »
« C’è dell’altro » la interruppe Emma, ora solo la tristezza risuonava nella sua voce.
« Emma? » la incalzò Malia, che riusciva solo a sentire il respiro affannoso dall’altra parte della cornetta.
« R–rupert è... scomparso » disse tra un singhiozzo e l’altro.
Malia non rispose. Rupert... qualcosa nel suo inconscio l’aveva convinta che qualsiasi cosa sarebbe successa, lei, Emma, Daniel e Rupert sarebbero stati al sicuro. Che cosa stupida, che speranza infantile...
« M–malia, ci s–sei? »
« Si » rispose la castana dall’altra parte, con un tremolio nella voce.
« L–lo troveranno » disse Emma poco convinta. « Li troveranno t–tutti »
Malia attaccò e rimase in piedi in mezzo alla cucina, fissando il latte rovesciato per terra e i vetri del bicchiere rotto e pensando ciò che le era stato appena comunicato.
« Che succede? ». La voce di Tom la riportò alla realtà come se quell’attimo che si era presa per pensare alla telefonata fosse durato ore e la fece voltare verso di lui.
« Hanno preso Rupert » disse tutto d’un fiato. Era come togliersi un cerotto: se lo facevi velocemente non avresti sofferto, ma questa volta non funzionò. Disse quelle parole con un filo di voce, cercando di non scoppiare in lacrime per tutto quello che stava succedendo.
Tom si avvicinò a lei, appoggiandole il mento sulla spalla e accarezzandole le braccia. Malia rabbrividì a quel contatto e chiuse gli occhi. Le piaceva così tanto quando Tom la accarezzava, abbracciava, baciava... ma in quel momento voleva solo che le parlasse, che le dicesse che sarebbe andato tutto bene, perché per quanto lei continuasse a ripeterselo, nella sua testa non suonava affatto convincente. Niente stava andando bene: per quello che ne sapevano loro, i suoi colleghi potevano essere morti. E in qualsiasi momento, lei, Daniel, Emma e lo stesso Oldman potevano fare la stessa fine. Aveva bisogno di sentirsi dire che era al sicuro, una bugia che la facesse sentire protetta...
« Cos’è successo? » chiese tutto ad un tratto Tom, irrigidendosi e allontanandosi dalla ragazza.
Malia seguì il suo sguardo e vide il bicchiere rotto e il latte rovesciato. « Mi stavo preparando la colazione e... »
« Marie! » la interruppe Tom, urlando con veemenza in direzione delle stanze che stava pulendo la cameriera.
La ragazza bionda apparve dalle scale con la scopa in mano. « Sì? »
« Guarda cos’è successo! Malia si stava preparando la colazione da sola. Tu dov’eri? »
« Io non l’ho sentita. Se mi avesse chiamata io sarei... »
« Non darle la colpa perché non ti ha chiamata. Stava cercando di fare da sola qualcosa che non può fare! »
Quelle parole colpirono Malia con la violenza di un coltello e si rese conto solo quando le sentì che Tom non stava riprendendo Marie perché non aveva servito Malia, quanto perché Malia si era dovuta sforzare di utilizzare le mani che da giorni le tremavano. Tom doveva aver chiesto alle cameriere di essere sempre presenti in modo che lei non avesse dovuto farlo, e quella realtà la fece sentire ancora più triste di prima.
« Mi dispiace » mormorò Marie abbassando lo sguardo.
« Pulisci » le ordinò Tom, e lei obbedì.
« Tom non devi... »
« Non devo cosa, Malia? Servirci è il suo lavoro »
« Alcune cose posso farle da sola, tu mi... »
« Mi assicuro che tu stia bene »
« Mi tratti come una bambina! Credi che io non possa cavarmela da sola, ma... posso farcela »
« Non è vero! Queste ragazze lavorano più per te che per me, credi che lo permetterei se non pensassi che tu ne abbia più bisogno di me? »
« Non l’ho mai chiesto! Non ho mai chiesto l’aiuto di nessuno, non voglio la pietà di nessuno »
« Vorrei vedere quanto dureresti, senza di loro o senza di me. Non riesci ad afferrare un bicchiere che quello è già in pezzi »
« Credi che mi diverta? Credi che mi piaccia, usare bicchieri di plastica quando sono in casa da sola perché quelli di vetro li romperei? Se non ci sei tu, a mangiare con me, io... » e lì, la voce che cercò di trattenere ferma per tutto il tempo, si ruppe, e le lacrime che aveva mandato giù ogni giorno ripetendosi di essere forte, iniziarono a rigarle il viso. Marie era rimasta ad ascoltare la discussione in silenzio, mentre fingeva di pulire il disastro che aveva combinato Malia ed in realtà prestava attenzione a lei e Tom. Lui, invece, quando vide che Malia stava piangendo, fece due lunghi passi verso di lei e le afferrò le spalle guardandola negli occhi. Le passò i pollici sulle guance bagnate e le sorrise.
« Basta » le sussurrò superando i suoi singhiozzi. « Smettila, Malia »
Lei appoggiò i suoi occhi verdi su di lui e lo studiò come se fosse la prima volta che lo vedeva. « Dimmi che andrà tutto bene » lo pregò. « Dimmi che qualsiasi cosa mi succederà, tu ci sarai »
« Malia? » lui la guardò accigliato, ancora con le mani sulle sue spalle.
« Dimmelo » lo pregò di nuovo, con la voce che assomigliava sempre di più ad un sussurro.
« Non ti succederà niente » la rassicurò Tom, ma lei non era ancora soddisfatta, e i suoi occhi stanchi e arrossati lo decisero ad accontentarla: « Andrà tutto bene, » le disse, « resterò con te »
Come se quelle parole avessero fatto traboccare il vaso, Malia scoppiò in un pianto ancora più rumoroso, e si lasciò cadere addosso a Tom, avvolgendogli la schiena con le braccia e affondando il viso bagnato sul suo collo, le lacrime che gli rigavano la maglietta grigia.
Tom le prese il volto fra le mani e la costrinse a guardarlo, poi senza dire nulla, la baciò. Con un movimento sensuale ed elegante le sfiorò la punta del naso con la propria ed allacciò le loro labbra. La sua bocca aveva il sapore del tabacco, del buon vino rosso che consumavano ogni sera a cena e di menta. Le sue labbra morbide avvolgevano quelle poco carnose di Malia con grazia e profondità, come se lui avesse voluto assaggiarne ogni angolo.
Tom si allontanò da lei e la guardò ancora negli occhi verdi. « Sei al sicuro ». La portò a sedere su uno sgabello della cucina, e la affiancò prendendole un nuovo bicchiere ed una nuova bottiglia di latte, che lei bevve senza aggiungere una sola parola.
« Voglio che quando Malia è a casa, ci sia sempre qualcuno a tenerla d’occhio » ordinò Tom a Marie, che stava preparando i cereali e la frutta per la colazione.
« Certo »
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Salve gente!
Eccomi qui con un nuovo capitolo molto emotivo della nostra Malia, che non ce la fa più a reggere lo stress degli ultimi avvenimenti. Spero che il capitolo vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate, perché come non mi stancherò mai di ripetere i vostri commenti sono super–importanti!
Grazie infinite a tutti i lettori,
a presto!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Margo Malfoy