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Autore: bisy    31/07/2015    1 recensioni
Non so perché ho reso pubblica anche questa storia. E' che mi piace pensare che qualcuno la leggerà...
Sandybeach, "spiaggia sabbiosa", è un paradiso infernale, abitato da individui riservati ed in perenne movimento. L'unica che si distingue da questo impetuoso fiume di follia è Fanny McFee, una giovane esuberante e molto solare.
Spero vi piaccia, lasciatemi un commento se volete :D
Genere: Comico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sandybeach è tutto ciò che si può desiderare: sole, mare, tranquillità e tanto sano relax. Prendetevi una vacanza e venite a trovarci. Vi aspettiamo.

Già. Un vero paradiso. Peccato che il mare sia uno dei più inquinati della Via Lattea e che qui piova un anno al giorno. Forse dovrei dire il contrario, ma così rende bene l'idea.
Chi sono io? Fanny McFee, ricordatevi il mio nome perchè lo sentirete molte volte, in giro.
Sono una star molto famosa, soprattutto tra le nullità.
Sapete cosa? Ho il dono dell'invisibilità, perchè qui proprio nessuno fa caso a me.
Ma a me non importa, figuriamoci.
Vi dico in due millisecondi com'è vivere qui: al mattino, prima delle dieci, nessuno si alza né tantomeno esce, quindi se anche urlaste come assatanati, prima di allora non verrebbe ad aiutarvi neanche uno dei tanti cani randagi. E questo era il punto primo.
Punto secondo, se vi venisse voglia di farvi un giro in barca, fate prima il testamento: nessuno è mai tornato vivo, che io sappia.
Oltre al mare maledetto, un'altra attrattiva qui è la sottoscritta. No, scherzo, sono quanto di più simile ad un elefante marino. Ho un sacco di amici qui, sapete? Conosco praticamente tutti, ma nessuno può dire di conoscere me. Si, sono una biondina misteriosa...
Al mattino mi piace fare jogging, mi rilassa. E poi, è l'unico momento in cui posso farlo, perchè di notte lavoro e la sera sono troppo indaffarata con i marmocchi. Si, ho figli, un cane e un marito abbronzato che ogni sera mi aspetta a casa con una bottiglia di champagne, per brindare al termine di un'altra radiosa giornata...
Di tutte queste balle, si salva solo il cane; esiste davvero. Si chiama Brandy, perchè da piccolo ha sbattuto la testa non so come e cammina sempre come uno sbronzo. Una volta per poco non finiva sotto una macchina, ma questa è un'altra storia.
Dicevo, faccio la babysitter di sera a due pesti che si chiamano Fogna e Moccio. I nomi veri sono Tim e Dennis, ma tanto so che non ve ne frega un accidenti.
Fogna è un topo antropomorfo ed il suo odore, o meglio, fetore è ciò che meglio lo caratterizza. E' un miscuglio eterogeneo di uova avariate, latte scaduto e sudore. Ha il corpo esile ed è una mezza cartuccia, ma riesce sempre a scapparmi, nonostante il mio buon metro e settantacinque di altezza.
Moccio, invece, è grassoccio e molto alto, per essere un dodicenne. E' perennemente raffreddato e dissemina fazzoletti usati dappertutto; in casa, in giardino, a scuola,... ovunque. Però c'è da dire che non puzza tanto quanto il fratello e che sa essere estremamente sensibile.
Il mio secondo lavoro, quello di notte, consiste nel servire alcolici in un bar a dir poco squallido. Non ve lo posso descrivere, perchè c'è sempre talmente tanto fumo da non distinguere nemmeno il contenuto del bicchiere che si tiene in mano. Di solito stacco alle tre e mezza, ma certe volte sono tornata a casa per l'ora in cui di solito vado a correre, alle sette. Il bello del mio lavoro è che posso inventarmi i cocktail e posso bere quanto voglio, purchè rimanga abbastanza lucida da poter stare dietro al bancone. Qui tutti si muovono in bicicletta ed io sono una privilegiata, perchè possiedo un ammasso di ferraglia arrugginita chiamata macchina.
Un altro aspetto singolare di Sandybeach è che nessuno ci vive una volta per tutte: nell'arco di appena un anno si vede andare e venire un sacco di gente e di chi si è trasferito altrove non si hanno notizie.
Come fai a conoscere tutti, allora, se nessuno si stabilisce definitivamente?
Accipicchia, siete proprio svegli... il fatto è che io faccio amicizia con molta facilità, forse perchè sono più cordiale degli altri e mi interesso di ciò che ho intorno.
Dovreste sapere come ho conosciuto il mio quasi-ragazzo... già che ci sono, ve lo racconto.
Era una seratina uggiosa, fuori pioveva e faceva un freddo polare, eppure i marmocchi volevano giocare a calcio fuori. Mentre loro sguazzavano nel fango felici e contenti, la palla ruzzolò fuori dal giardino e andò oltre la siepe della casa davanti, da poco occupata dai nuovi vicini di cui non si sapeva nulla. Morale della favola, toccò a me recuperarla, perchè Moccio piangeva dal naso come una cascata e Fogna si era sbucciato un ginocchio e recitava la scena dell'eroe morente. Mentre suonavo il campanello pensavo a come farla pagare a quei teppistelli. Prima che mi balenasse per la testa una delle mie idee malefiche, aprì la porta il tizio di cui vi parlavo prima. A me piacciono gli uomini più alti di me, perchè mi fanno sentire protetta, e lui superava di gran lunga il metro e novanta. Era uno sulla trentina, dal fisico atletico e muscoloso come Mastro Lindo, se non di più. Una bellezza statuaria coronata da capelli biondi tagliati a spazzola e da occhi magnetici ed ambiziosi color pane integrale. Indossava solo un paio di ciabatte e un telo cinto in vita e si tamponava i capelli gocciolanti con un asciugamano. Era appena uscito dalla doccia.
Io rimasi lì, immobile come un mulo davanti alla paglia, incapace di articolare una sola parola.
Poi, alla fine:
-Buon figo! Ehm, volevo dire... buon giorno! Stavo cercando un pallone da calcio che temo sia finito nel suo giardino... potrebbe ridarmelo, per cortesia?-
-Claro, señorita.- (si, il giovanotto in questione era spagnolo)
-Oh, non riesco a capire cosa dice... potrebbe ripetere, possibilmente in inglese?-
-Lo siento, no hablo el inglés, pero lo comprendo...-
-Ah, non sente? E' così giovane, eppure è già sordo, poverino...-
Detto questo, gesticolai un “Grazie” e, imbarazzata, mi avventurai oltre il cancello e recuperai il pallone. Quel tipo aveva tutti i requisiti per essere il mio ragazzo ma, purtroppo, c'era quella sua sordità precoce a rovinare tutto... che varietà, la vita.
Ora quel tipo ha traslocato di nuovo, senza avvertire nessuno. E' stato come il passaggio delle rondini a primavera: graduale, luminoso e terribilmente breve. Forse gli abitanti di questo posto sono tutti rondini, perennemente in migrazione verso un futuro migliore ed ignari della felicità mai goduta che si sono lasciati alle spalle. Quanta facilità, quanta ovvietà cambiare casa: basta prendere semplicemente tutto e chiudere a chiave i vecchi ricordi polverosi, per tirarli fuori nei momenti di frustrazione e di sconforto meno opportuni.

Sandybeach è tutto ciò che si può desiderare: un solitario purgatorio di palme, ombrelloni e tavole da surf; una pace che da assuefazione e che al contempo tormenta.
Sandybeach siamo noi.

   
 
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