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Autore: Valerie    31/07/2015    0 recensioni
A 38 anni si è convinti di essere in un determinato modo, di volere determinate cose, di avere determinate abitudini, credere in determinati principi, pochi e, soprattutto, di non poter più cambiare.
A 23 anni non si è convinti di nulla, si vogliono molte cose, forse tutte, l'unica abitudine che si ha è quella di sperare puntualmente che tutto andrà per il verso giusto, credendo in nobili principi da difendere.
Luca e Valeria non hanno nulla in comune, se non il lavoro.
Due meteore lontane anni luce che arrivano a scontrarsi in una fatale e stravolgente esplosione.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Meteore


Gli occhi di Valeria si poggiavano distrattamente sugli alberi al bordo della strada mentre il pulmino sfrecciava velocemente sull'asfalto.
L'ultimo ragazzo rimasto a bordo del pulmino attirò la sua attenzione con una serie di gesti.
Dowson aveva 12 anni e una menomazione a livello uditivo con un conseguente deficit nel linguaggio.
Il ragazzo aveva insegnato a Valeria la base della lingua dei segni e quando non riusciva a pronunciare per bene le parole si aiutava con le mani.
'A che pensi?' le chiese muovendo agilmente le dita.
Valeria sorrise sincera.
-Niente, sto solo cercando di rimanere sveglia- disse a bassa voce, consapevole che lui avrebbe letto il suo labbiale.
Dowson rise divertito.
La ragazza potè notare chiaramente Luca osservarla dallo specchietto retrovisore, probabilmente attirato dall'iralità dell'adolescente.
Gli occhi inespressivi dell'uomo la scrutarono per qualche secondo per poi posarsi di nuovo sulla strada che si parava davanti.
'Chissà cosa gli passa per la testa' si chiese Valeria, incuriosita, continuando a guardare gli occhi impassibili dell'uomo riflessi nello specchietto.
Come aveva saggiamente predetto, Luca non spiccicò una parola per l'intero viaggio.
La ragazza rise malignamente quando, facendo salire Sara, una bambina con sindrome di Down, la sentì dire -Non lo voglio questo brutto, voglio Andrea mio!-.
Valeria dovette operare una complessa manovra di convincimento per riuscire a far salire la piccola Sara e farle prendere posto sul pulmino.
-Non mi piace!- le aveva sussurrato all'orecchio la bambina, mentre le allacciava la cintura di sicurezza.
-Neanche a me! Però non glielo diciamo, sennò si offende!- le aveva detto in risposta Valeria, aprendole uno dei suoi soliti bei sorrisi.
Sara le sorrise di rimando, facendole segno di sedersi nel sedile dietro di lei.
-Mi tieni la manina?- le aveva chiesto poi, una volta seduta.
-Certo cucciolotta!- aveva esclamato stringendo la mano della bambina nella sua.
Arrivati davanti la scuola media di Dowson, Valeria fece scendere il ragazzo e lo accompagnò fino ai gradini dell'ingresso, dove un'altra assistente lo attendeva.
-Ciao Dowson, ci vediamo dopo- lo aveva salutato lei.
In risposta il ragazzo alzò la mano pronto a darle il solito sonoro 'cinque' in segno di saluto, accompagnato da un 'Bella' detto tutto a modo suo.
Il suono di un clacson attirò prepotentemente la sua attenzione.
Luca reclamava la sua presenza sul pulmino.
-Ma chi è? Non c'è Andrea?- chiese l'assistente di Dowson, guardandola perplessa.
-No, è Luca...- rispose lei alzando gli occhi al cielo.
-Ah...- fece la collega, accompagnando l'esclamazione con un'espressione altamente eloquente.
 -Buona fortuna!- le disse ancora mentre lei si voltava e la salutava con un cenno della mano.
Valeria tornò al mezzo in un batter d'occhio.
L'espressione seccata di Luca le fece salire il sangue al cervello.
Era davvero insopportabile con il suo silenzio snervante.
-Domani torna Andrea?- gli chiese mentre allacciava la propria cintura di sicurzza con una certa veemenza.
L'uomo la guardò stupito, forse non si aspettava quella domanda così acida.
-Per ora non ha fatto sapere nulla, quindi dovrebbe rientrare- rispose mettendo in moto il pulmino.
-Bene- fece lei, incrociando le braccia al petto e voltandosi a guardare fuori dal finestrino e troncando la povera conversazione.
A lui non piaceva stare lì, ma a lei non piaceva lui, né la sua pesantezza d'animo, né la sua apatia cronica e non era più disposta a tollerarla visto che stava iniziando ad incidere anche sulla sua serenità.
Fortunatamente si trattava solo di un giorno.



-Com'è andato il giro?- Gli chiese distrattamente, e poco interessata, Veronica, passando accanto alla sua scrivania.
Luca alzò gli occhi dai documenti che aveva di fronte il tempo necessario per intravedere le cosce scoperte della donna passargli accanto.
-Bene- rispose, seguendola con lo sguardo.
'Giornata sportiva' sentenziò osservando gli shorts di jeans che Veronica indossava, con sopra una maglietta sblusata che lasciava scoperta ampia parte dell'addome e della schiena.
Un paio di convers nere completavano il look.
-Valeria?- chiese ancora la donna, prendendo dei fogli dalla fotocopiatrice.
-Valeria cosa?- fece lui di rimando.
Veronica alzò lo sguardo su di lui -Com'è andata con Valeria? Come ha lavorato?- chiese con un'espressione intenta a  palesare l'ovvietà della domanda.
-Ah, certo! Bene, tutto bene-
-Arrivata puntale?- incalzò la donna, tanto che a Luca sembrò quasi che volesse trovare qualcosa di storto nel lavoro della ragazza.
-Sì, anzi, con una decina di minuti di anticipo- continuò.
-Mh, bene. Senti domani ci sarà un GLH alla scuola primaria Lido del Faro, io non potrò andare, presenzierai tu al mio posto?- 
Un masso cadde nello stomaco di Luca.
Un GLH, una riunione con insegnanti, genitori, pedagogisti, terapisti e quant'altro. Davvero troppe persone.
-A che ora?- chiese rassegnato, consapevole di non potersi rifiutare.
-Alle 10.30, dopo il giro della linea A-
L'uomo alzò un sopracciglio in modo interrogativo.
-Ah, non te l'ho detto?- fece Veronica poggiando le sue natiche sulla scrivania di Luca e accavallando le gambe -Andrea ha preso malattia per l'intera settimana.



-Non puoi farmi questo!- Valerie stava supplicando un malaticcio Andre all'altro capo del telefono.
-Non sai quanto mi dispiace Vale, ma sto davvero troppo male-  aveva provato a giustificarsi il ragazzo.
-Non ci provare sai!- lo ammonì lei - Non puoi mollarmi così, con Luca per un'intera settimana!-
La risata del ragazzo venne soffocata da dei sonori colpi di tosse.
-Allora vienimi a curare, vedrai che mi riprenderò più in fretta- disse riprendendo fiato.
-Ti terrei a brodino caldo, latte e miele tutti i giorni!-
-Ma mi rimbocchi le coperte e mi fai i bagnoli con l'acqua fredda?- fece sornione lui.
Valeria poteva vederlo sorridere sghembo.
-Andrea Fillo, non ci starai mica provando in maniera così spudorata?- rise lei.
-Potrebbero essere i deliri dovuti alla febbre alta. In tal caso ogni mia condotta sarebbe giustificata- rispose il ragazzo, cercando di rimanere serio.
-Stupido! Chiamami se ti serve qualcosa- disse Valeria, apprensiva.
-Eh no, st'aria da mammina rovina tutta l'atmosfera libidica- fece lagnoso Andrea.
-Ciao Andre! Ci sentiamo quando ti si abbassa la febbre!- attaccò prima che il ragazzo potesse controbattere.
Andrea era un ragazzo meraviglioso, di bell'aspetto, alto il giusto, con i neri capelli sempre spettinati dalla gelatina, la pelle scura, gli occhi verdi i lineamenti del viso ben marcati, una leggera barba a dargli l'aria sbarazzina. 
A Valeria non dispiaceva affatto, ma aveva troppo l'aria da farfallone.
Guardò l'orologio, erano le 12.23, mancava poco e avrebbe dovuto riattaccare a lavorare con il secondo turno.
Quello era l'aspetto più devastante del trasporto scolastico: l'orario spezzato. 
Fare 3 ore la mattina e altre 2 all'ora di pranzo, impegnandole la maggior parte della mattinata, non le permetteva di muoversi da vicino il suo ufficio. Non avendo la macchina, non riusciva a tornare a casa per poi raggiungere di nuovo il posto di lavoro in tempo.
Se ne stava spesso lì vicino, quindi, nel container dove si trovavano i distributori automatici, impegnando il tempo nella lettura di un libro.
L'ultimo che aveva da poco finito era Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, che faceva capolino dalla borsa aperta per metà.
'Ho il tempo di un caffé' pensò tra sé, avvicinandosi al container.
Stava per inserire i 50 centesimi nella macchinetta quando una voce alle sue spalle disse -Permesso-.
Valeria sobbalzò di lato, mettendosi una mano sul cuore.
-Mi ha spaventato- disse voltandosi a guardare chi fosse la causa del suo spavento.
Non potè non inarcare un sopracciglio, infastidita, nel vedere che il tale in questione era Luca.
Rimase a guardarlo per una manciata di secondi mentre inseriva la moneta nel distributore prima di scegliere, per l'incolumità fisica dell'uomo, di uscire dal container.
Luca non si scompose minimamente e non la degnò neanche di uno sguardo nel sentirla allontanarsi.
'Questo sta fuori con l'accuso' pensò Valeria avvicinandosi al pulmino. Un'espression scioccata era stampata sul suo viso.
Un sonoro 'stoc' accompagnato dal lampeggiare delle quattro frecce del mezzo le fece capire che Luca stava arrivando. Senza neanche voltarsi aprì lo sportello e salì sul pulmino.
Quando lo sportello del conducente venne aperto, Valeria affondò il viso nella borsa alla ricerca di non si sa bene cosa.
Non lo voleva neanche guardare in faccia.
-Tieni- la voce di Luca la costrinse a tornare in superficie.
A malincuore distolse lo sguardo dai meandri della sua borsa, sicuramente più interessanti di lui.
Cercò di apparire il più possibile normale e tranquilla nel voltarsi a guardarlo.
-Il caffé- conituò lui mettendogli sotto il naso il bicchierino fumante contenente l'espresso.
L'espressività di Valeria prese vita propria. Gli occhi si strabuzzarono entrambi, facendo alzare le sopracciglia nere ben definite, nonstante lei cercasse di distendere per bene i muscoli del viso.
-Per me?- tartagliò quasi per lo stupore.
-Certo, io l'ho già bevuto- disse con ovvietà che a Valeria non sembrava per nulla scontata.
Decise di accettare per evitare l'incresiosa sitazione di imbarazzo.
-Grazie, molto gentile da parte tua- fece lei, con tono di chi non si aspettava nulla di tutto ciò.
-Prego-
'Lo prendo come uno scusa' si disse la ragazza 'Apprezzo lo sforzo'.
Sorrise nel sorseggiare il caffé.
Forse Luca se ne accorse, perché Valeria lo vide chiaramente ridere imbarazzato, nel vano tentativo di nasconderlo.




Eccomi dopo un'infinità di tempo!
I primi capitoli di questa storia saranno assolutissimamente da rivedere e correggere! Prometto che lo farò prima o poi XD.
Spero che questo nuovo capitolo sia di vostro gradimento, lasciate una recensione se vi va e io ne sarò felicissima!
Scrivetemi per qualsiasi cosa, sono disponibilissima nel rispondere.
Un bacio e abbraccio a tutti!
_Val_
   
 
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