Eccomi di nuovo qui
gente con il prossimo capitolo!! Okay, sono pazza, non fateci caso.
Scusate l’immenso
ritardo, ma – come ho già detto ad alcuni
– lo scorso capitolo mi ha
profondamente traumatizzato. È stato come viverlo, mentre lo
scrivevo e più di
una volta ho avuto la tentazione di scrivere il finale, facendo finta
che non
fosse successo niente e che la vita fosse solo rosa e fiori. Poi ho
capito che
facevo una grandissima cavolata perché la vita non
è assolutamente così e
bisogna accettare, ringraziando, tutto quello che ci dà,
siano cose belle o
brutte. Perciò sarebbe altamente stupido –
nonché banale – descrivere la vita
di una ragazza perfetta, che incontra il bel principe azzurro e vivono
felici e
contenti. Con questo non intendo assolutamente che finirò la
storia in modo
triste e vi avverto che questo non è l’ultimo
capitolo. Però comunque, io la
penso così. Perciò, come avete potuto notare
nello scorso capitolo ho
continuato la storia come doveva effettivamente continuare, questo non
toglie
il fatto che ci sono rimasta malissimo per la povera Kagome!! Quindi ho
dovuto
fare un bel po’ di sforzi per scrivere questo capitolo e mi
sarebbe molto d’aiuto
sapere cosa ne pensate perché è importante per
me. Ho provato ad esprimere cosa
giustamente potesse provare lei e come la potesse pensare lui. Spero
sia venuto
bene e sia di vostro gradimento.
Ora passiamo ai
ringraziamenti:
Vale728: Ciaoooo!!
Scusa il ritardo… so che l’aspettavi
il giorno dopo, ma come ho scritto su, ci sono stati un po’
di problemi di
depressione. Però sto provando a riprendermi!! E questo
capitolo comunque non è
particolarmente triste, certo, ancora non è uno dei
più felici , ma siamo sulla
buona strada. Voglio tenere i personaggi tranquilli per un
po’ prima che scoppi
la tempesta! Ce la faranno? Non ne ho idea… (scrittrice
molto informata) Sono
contenta che la storia continui a piacerti!! Al prossimo capitolo!!
Bacioni!!
Le_montagnine:
Ciao ragazze!! Tranquille, Kikyo soffrirà
certamente, anche perché è uno dei personaggi di
Inuyasha che odio di più in
assoluto. Forse anche l’unico. Perciò non
preoccupatevi, è la mia prima ff
lunga, ma passerà le pene dell’inferno! Bene,
prima che mi dilaghi, mi scuso
per il ritardo!! Spero mi perdoniate e che seguirete lo stesso la ff!
Un
bacione e al prossimo capitolo!
Vampire93: Ciao!
Ho provato a fare del mio meglio per
scrivere questo capitolo e spero ti piacerà. Kikyo non
potevo ancora sgozzarla –
purtroppo per me – perché mi serve ancora,
ma… e questo è un ma molto grande,
soffrirà come pochi! Questa è una promessa! Spero
che anche questo capitolo sia
di tuo gradimento e mi scuso ancora per il ritardo! Kiss!
Callistas: Bedda
beddissima!! Non preoccuparti! Non fa
niente se non sei riuscita a commentare! Basta che segui la ff! Io in
compenso
sono caduta in preda alla depressione scrivendo lo scorso capitolo e mi
sono
rinchiusa in un bocciolo. Non volevo assolutamente continuare a
scrivere. Poi mi
sono data due schiaffi e ho detto: “Bene, se non voglio
continuare perché il
capitolo è triste proviamo a pensare a Inuyasha e Kagome
insieme e a quanto
farò soffrire Kikyo!” Potrai immaginare come mi
è tornato subito il buon umore
e mi sono sparata 6 pagine che non ho idea di come mi siano venute. Ci
ho messo
il meglio di me nel provare ad esprimere i sentimenti dei due
protagonisti e
spero vivamente di esserci riuscita! Fammi sapere cosa ne pensi, mi
raccomando!! Besitones!!
Janine: Grazie
per tutti i complimenti! Mi fa sempre
piacere vedere che nuove persone leggono e commentano la ff! e che
piace, poi! Cosa
da me inaspettata! Quando ho iniziato a scriverla ero sicura che
l’avrebbero
letta così poche persone da poterle contare sul palmo delle
mani! Mi dispiace
poi essermi rovinata postando così in ritardo e spero che
questo non ti abbia
portata ad abbandonare la ff! Per il carattere dei personaggi diciamo
che ho
proiettato un po’ il mio carattere in ognuno di loro e un
po’ dei miei
desideri. Ad esempio Sesshomaru, Inuyasha e Miroku. Mentre il carattere
che ho
cercato di dare a Kagome comunque in gran parte come il mio. Ora basta
annoiarti e spero continuerai a commentare!! Bacioni!!
Lola2: TessssssssssssooooooorrrroooooooOOOOoooOOOooo!!!
Scusa il ritardo colossale!! Perdona questa pazza mentale che si
è depressa
nello scrivere lo scorso capitolo!! Del tipo solo io posso fare una
cosa del
genere. Comunque…. Scusa anche se non mi sono fatta sentire
via msn, ma sono
stata occupatissima. Mi hanno sballottata da una parte
all’altra senza che io
potessi dire niente. L’unica cosa che potevo fare liberamente
era pensare! Il
vaso canopo diventerà ancora più cadavere in
futuro e per farlo mi serve un’altra
delle tue pazze idee. Ci stai compare? Okay!! SONO PAZZA!! Ma non fa
niente, su…
ci si nasce… non è poi così
grave… vero? Per favore ditemi di si!! bene, dopo
essermi fatta chiudere in una clinica di malati mentali continuo a
scrivere!! Ti
voglio tanto bene!! DALLA SCRITTRICE (si fa per dire…)
PIù PAZZA DI QUESTO
MONDO!! Bacioni!!
Achaori: Ciao!
Sono contenta che la storia ti piaccia! E
il fatto che Kikyo venga presa a botte era una cosa che sognavo da una
vita!! Grazie
dei complimenti e spero tanto che continuerai a seguire la storia,
anzi,
scusami per il ritardo!! Ci conto, okay? Bacioni!!
Bene, ora che ho
ringraziato tutti. A proposito, 7 commenti?! EVVIVA!!! Me semplicemente
euforica!! Okay, sono tornata con i piedi per terra, continuiamo.
Dicevo, ora
che ho ringraziato tutti vorrei passare al capitolo ripetendo che io ce
l’ho
messa tutta, ma è stato veramente difficile cercare di
esprimere ciò che a mio
parere dovrebbero provare i personaggi ed ho provato ad immedesimarmi.
Fatemi sapere
se ci sono riuscita bene!! Bacioni!! Mary!
LEGGETE E COMMENTATE
IN TANTI!!
Perché, Inuyasha? – La strada per la ricerca della felicità.
Miroku mi aveva praticamente ordinato di tornare a casa.
Sparita. Eclissata.
Quando Sango è tornata in classe non l'ha trovata.
I prof le hanno detto che non era proprio entrata.
L'abbiamo cercata per tutta la mattina e per tutto il pomeriggio.
Mi sono maledetto per essere stato così dannatamente stronzo e non esserle subito corso dietro come avrebbe fatto ogni santo cristo.
Un idiota.
Un emerito idiota.
Mi hanno spedito a casa.
Ero inutile, calcolando che stavo solamente perdendo la pazienza e non pensavo a dove diamine potesse essere.
Anche lei però, scappa sempre!
Mai una volta che rimanesse ferma!
Si diverte a far dannare la gente!
L'altra volta, sull'albero…
L'albero!!
Demente, demente, demente!
Io me ne sono dimenticato, gli altri non sanno dov'è!
Mi metto il giaccone e le prendo le chiavi della moto prima di uscire di casa.
Mentre scendo le scale chiamo Miroku, che risponde con fare altamente incazzato.
"Senti non ho voglia di uno dei tuoi scleri solo perché è scappata Inuyasha, ho altro da fare, che diamine vuoi?!”
"Perdonami se ho pensato a dove potrebbe essere tua sorella!"
"Bene! Meno male! Non ne potevo più! Sembravi essere andato in una pappa mentale!"
"Grazie! La vado a prendere io! La porto a casa tua! Miroku, di’ a gli altri di non venire, starà male. Meglio che non siano in troppi a girargli intorno!"
"Tu naturalmente non vali."
"Certo!"
Attacco e arrivo in quel maledettissimo parco superando tutti i limiti di velocità e schivando per poco una recinzione.
La trovo lì, rannicchiata su quel ramo.
Sorrido.
Vederla lì sana e salva mi provoca un piacere che non avrei mai pensato di poter provare.
Con un paio di balzi sono da lei.
"Devo cambiare posto. Ormai non è più segreto." la sua voce è spezzata dal pianto.
"Vattene, Inuyasha. Vai dagli altri e digli pure che sto bene. Però ora sparisci."
"Ma come, io faccio tanta strada solo per trovarti e tu mi tratti così?"
"Nessuno ti ha chiesto di venire a cercarmi."
"Sei solo un'ingrata."
"Anche? Ma come ti permetti? Sei solo un idiota! Uno stronzo! Vattene! Forse non hai capito che non ti voglio più vedere! La colpa è tua! Maledizione!" le lacrime tornano nuovamente a bagnarle il volto arrossato.
"Cosa? Cosa sarebbe colpa mia?!"
"Da quando sei arrivato tu!! Tu... hai rovinato tutto!"
"Potresti spiegarti invece di dire frasi senza senso?"
"Sei arrivato tu e... tutte le mie difese sono crollate. Io stavo bene, prima!"
"Certo! Ora vuoi farmi credere che la tua vita era perfetta! Non farmi ridere! Ti da fastidio il fatto che tutte le tue difese siano crollate solo per il fatto che adesso non puoi più scappare!"
Si alza di scatto e con un salto scende sul ramo di sotto, poi quello sotto ancora, e così via, fino a scendere dall'albero. Scendo anche io, parandomi davanti a lei.
"Lo stai facendo ancora!" la rimprovero.
"Cosa starei facendo?"
"Stai scappando!" ammutolisce.
"Tu non sai... non sai cosa si prova... è una cosa che traumatizza... tendi a chiuderti in te stessa... non puoi più uscire da sola... provi schifo verso te stessa... non riesci più a guardarti allo specchio... tu non sai quanto ho faticato... per tornare ad avere un minimo contatto fisico con un ragazzo senza scoppiare a piangere... sognare di notte quella scena... tutte le volte... tu… non ti puoi permettere di criticarmi… tu… non sai niente!" la abbraccio e lei si stringe forte a me continuando a piangere.
“Hai ragione. Sono uno stupido. Un cretino. Tutto quello che ti pare. Però, tu non fare così. Non sei sola. Affronta con noi tutto quello che ti è successo. Ti sapremo aiutare!”
“La fai facile tu!”
“Almeno ci provo!”
“Inuyasha stai zitto, mi stai facendo saltare i nervi. Non sai quello che dici!”
“Invece lo so benissimo!” mi guarda con un sopracciglio inarcato.
“Si?”
“Si!” si mette seduta a terra con le gambe incrociate.
“Beh, allora sei proprio un idiota.” Rido e la imito, sedendomi accanto a lei.
“Forse non so proprio quello che dico, ma… cercherò di aiutarti! È una promessa.”
“Mi hanno fatto tante promesse… e tante promesse non sono state mantenute. Non voglio vedere gli altri… proveranno… disgusto…” rido un’altra volta e lei mi guarda male.
“Più che disgusto si danno degli stupidi per non aver capito prima cosa ti era successo. Ti vogliono bene, e te ne vorranno sempre. Dovresti vedere tuo fratello come corre per la città a cercarti! Poi Sesshomaru! E Sango! A loro non importa cosa ti è successo. Sarai sempre la loro migliore amica. Torniamo a casa, Kagome.” Si alza, il viso puntato verso la luna che è leggermente oscurata dalle nuvole.
“Perché sei venuto a cercarmi, Inuyasha?” dice, guardandomi.
“P-perché? Beh… volevo dare una mano a tuo fratello!” sento la sua risata cristallina espandersi nell’aria.
“Non mentire con me, non ci riuscirai. Ho mentito per troppo tempo. Perché stai mentendo?”
“Io…”
“Perché sei venuto a cercarmi, Inuyasha?”
“Perché… credo di essermi innamorato di te. Ed è una cosa strana dato che non mi è mai successo prima.” Rimane muta e torna a guardare la luna.
“E Kikyo?” dice finalmente dopo alcuni minuti.
“Lei… non conta niente. Era solo… un gioco, un passatempo.”
“Come faccio a sapere che per te non sarò solo un giocattolo, Inuyasha? Non mi è per niente facile fidarmi di qualcuno in questo senso. Non sopporterei una presa in giro. È un passo importante che faccio, una decisione difficile. Devo esserne sicura.” Mi alzo, abbracciandola da dietro e posandole un bacio sul collo.
“Ti amo, Kagome. Hai detto che sai capire quando qualcuno mente. Guardami negli occhi e scoprilo.” Si gira, guardando i miei occhi, poi sorride e mi abbraccia.
“Ti amo… ma se ti azzardi a tradirmi giuro che ti spezzo le gambe, okay?”
“C-certo!!” ride, serena. Forse riuscirò a farla stare meglio. Ci riusciremo tutti insieme.
Le bacio la fronte e le porgo il casco.
“Andiamo, tuo fratello ci aspetta.” Annuisce e sale dietro di me.
Parto arrivando dopo un po’ davanti casa sua.
Saliamo le scale e prima di entrare in casa mi stringe forte la mano.
“Andrà tutto bene, non devi preoccuparti di niente!” le sussurro e poi suono il campanello.
Appena Miroku apre l’abbraccia forte, non facendola quasi respirare.
Lei piange, chiedendogli scusa e lui la rassicura.
Si vogliono bene ed è stata dura per tutti e due questa situazione.
Entrando in casa noto che ci sono anche Sesshomaru e Sango che sicuramente si sono intrufolati con la forza.
Dopo che Miroku si stacca è il turno di Sango che scoppia a piangere anche lei.
Quando finiscono di abbracciarsi, Kagome e Sesshomaru si guardano negli occhi, gelidi.
Lei che cerca di non piangere e di darsi un contegno, ma ha paura della reazione di mio fratello.
Lo prenderei molto volentieri a pugni, adesso.
Poi lui parla.
“Non mi hai mai detto niente. Pensavo ci raccontassimo tutto.”
“Era una cosa troppo difficile. Non volevo fartela pesare. Prevedevo il tuo comportamento. Non volevo vedere disgusto o peggio, pena nei tuoi occhi. So cavarmela da sola.”
“Non mi pare.”
“Ci ho provato, evidentemente devo ancora crescere.”
“Stai sbagliando il modo per farlo.”
“Mi dispiace…” abbassa lo sguardo, triste.
“Perdonami, Kagome.”
“Per cosa?”
“Non sono riuscito a proteggerti e non mi sono accorto di niente. Era così evidente! Il tuo cambiamento… tutto!”
“Tu… non sei arrabbiato con me?” e le lacrime ricominciano a scendere imperterrite. Non vogliono smettere.
“Certo che no! Sono arrabbiato con me! Solo con me! Tu non c’entri niente!” e l’abbraccia, lei si fa coccolare tra le sua braccia ed io provo a non essere geloso di mio fratello.
“Scusa Sesshomaru… perdonami ti prego!!”
“Non ti devo perdonare di niente, capito piccola?”
“Si, si va bene, ma ora lasciala!” li interrompo io, staccandoli. Mio fratello mi guarda come uno che la sa lunga. Poi volta lo sguardo verso Kagome che sorride, annuendo.
“Sicura di aver fatto la scelta giusta? Ce ne sono tanti e… migliori.”
“Sicura. Poi è tuo fratello, no? Qualcosa da te deve pur averlo ripreso.”
“Ne dubito…”
“Mi spiegate di cosa state parlando?!” mi intrometto.
“Te lo spiegherò quando sarai più grande, piccolino!” dice Kagome e tutti si mettono a ridere.
Rimaniamo tutti a cena e mentre Sango prepara, la mia ragazza telefona agli altri dicendogli che sta bene e porgendo loro le sue scuse.
Mentre gli altri sono impegnati vado in camera sua e prima di entrare sbircio un po’ e la vedo indecisa sul fare un numero telefonico.
Poi lo compone e capisco la sua indecisione quando sento con chi parla.
“Mamma? Sono Kagome!... si, io sto bene… non preoccuparti! Piuttosto… voi? I dottori hanno trovato una cura?... oh, capisco.” La vedo stringere le coperte con forza, così decido di entrare e mi metto sopra il letto a gambe incrociate, accanto a lei che mi sorride triste.
Si sposta gattonando sopra il materasso per poi mettersi in braccio a me, mentre io prendo ad accarezzarle i capelli.
“Perciò dovete andare dal medico fra tre giorni… perfetto… Miroku sta benone anche lui… non ha problemi. Senti, che ne dici di vederci io e te, dopodomani? Si! andiamo a fare un po’ di… shopping! Va bene… ora devo andare… sì, al bar del centro alle 16.00. Okay, allora ciao e… mamma? Ti voglio bene. Un bacio. Ciao!” poi attacca, sospirando e guardando il cellulare che tiene ancora in mano. Dopo lo posa e si appoggia con la schiena al mio petto.
“Vi vedete?” le chiedo.
“Sì, dopodomani. Ho voglia di mettere un po’ apposto le cose in questo periodo. Non si sa mai che possano andare meglio.”
“Ne
sono sicuro.”
“Speriamo…”
le bacio la testa e lei si
rilassa al contatto delle mie labbra sulla sua pelle.
Scendo baciandole lentamente la gote arrossata e poi ancora più giù, posandole un leggero bacio sul collo.
La giro verso di me, continuando la mia opera e sentendola rilassarsi ad ogni mio tocco.
Bramo le labbra, ma non oso sfiorarle.
Anche se in passato le ho già possedute, oggi sembrano così pure, inviolabili.
La guardo negli occhi, incurvano le labbra in un sorriso soddisfatto.
Poi sentiamo la voce di Sango che ci chiama per andare a mangiare e noi ci fiondiamo in cucina, come se non fosse successo niente.
Passiamo la cena tranquillamente, e Kagome approfitta del momento di tranquillità per raccontare al fratello della telefonata con la madre.
Fratello che fortunatamente non si arrabbia, perché sa che non è giornata.
Dopo cena ci raggiunge Rin che corre subito da Kagome, rubandomela per una mezz’oretta e quando la libera ci vediamo un film.
Vedo Sango e Miroku abbracciati e penso che infondo tutta questa storia ha avuto dei risvolti positivi.
Vediamo se quel maniaco riuscirà a combinare qualcosa.
Sento Kagome ridere sommessamente al mio fianco prima di posarsi sopra di me, ha visto anche lei la stessa scena.
Continuiamo a vedere il film anche se dopo alcuni minuti sentiamo il suono di uno dei tipici ceffoni di Sango.
“Mio fratello è proprio stupido…”
“Lo penso anche io… da un po’ di tempo ormai…”
Rin e Sesshomaru che hanno sentito ridacchiano e passiamo il resto della serata così, tra chiacchiere, film e risate.
Verso le tre torniamo a casa.
Rin, Sango e Kagome praticamente addormentate.
Prima di andare via con gli altri la saluto con un bacio in fronte e lei, non soddisfatta, mi da un semplice bacio a stampo prima di farmi andare via, rossa in viso, come una bambina.
Sorrido e prendo la moto.
Giornata strana, ma una delle più belle della mia vita.
Decido di dormire nel lettone grande con mio fratello.
Continuo a fare la cosa sbagliata.
Perché scappare non è mai stata la soluzione migliore.
Ora sto provando ad affrontare, non sapendo se ci riuscirò.
I presupposti ci sono e per essere partita da meno dieci la faccenda sta andando bene.
Con i miei amici sono quasi certa che dimenticherò tutto.
Forse, con un po’ di coraggio e di decisione.
Con lui, al mio fianco.
Con una spalla su cui piangere.
Una mano con cui sorreggermi.
Un amico con cui parlare.
Esprimere cosa ho provato.
Tutto ciò che è stato prima…
Tutto ciò che è stato dopo.
Perché la mia vita in questo anno è stata basata su una menzogna.
Una menzogna che mi ha fatto del male, che ha fatto del male agli altri.
Una menzogna innocente.
Un mancata verità.
Parole che, se fossero state dette prima, sarebbero cadute nel vuoto.
Non sarei stata capace di affrontare…
Non come adesso.
Mi sarei inflitta il colpo di grazia ed io… non volevo…
Ho provato, ho cercato, ho… solamente sperato e adesso…
Adesso forse riuscirò a guardare in faccia la realtà.
Farmi una ragione di quello che è successo.
Anche se quegli occhi, iniettati di sangue…
Quelle parole…
Quei gesti…
Quelle minacce…
Quella lingua viscida, che vagava su tutto il mio corpo ed io… inerme…
Come una bambola di pezza nelle mani di una bambina.
Solo che a me non pettinavano i capelli.
Mi viene ancora da piangere, pensando che ricordo tutto.
Ricordo il volto di quell’uomo, nei minimi dettagli.
Un giorno dirò anche questo, piano, piano.
Ora però basta piangere.
Ho versato troppe lacrime, talvolta inutili, sprecate.
- Quel che è successo è successo e non si può tornare indietro. -
Tante volte ho pronunciato questa frase.
Sussurrata al vento.
Pensata nella notte.
È la verità.
Una verità difficile da accettare, ma a tutto c’è un inizio.
Mi alzo, attenta a non svegliare Miroku che dorme beatamente accanto a me.
Spalanco la portafinestra dopo aver indossato la vestaglia.
Appena uscita la richiudo subito, per non far prendere freddo alla stanza.
Mi avvicino alla ringhiera del balcone e guardo giù, il piccolo vuoto sotto di me e penso…
Penso a tutte quelle volte, all’inizio, che ho pensato di colmare quel piccolo vuoto con il mio corpo.
- Un taglio netto al dolore… -
L’ho ripetuto e ripetuto, mille e più volte.
Ed ogni volta qualcosa mi bloccava.
Paura?
No.
Ripensamento?
No.
Loro…
Io… li avrei lasciati soli.
Dovevo pensare a loro, a mio fratello, ai miei amici.
Non potevo fargli questo, non potevo… essere così stupidamente egoista.
- Meglio soffrire che far soffrire chi ami… -
Con questo pensiero, ogni volta, tornavo sui miei passi, scendevo dalla ringhiera, chiudevo la portafinestra e mi appoggiavo con la fronte al vetro freddo, guardando fuori.
- Il mondo va avanti… fallo anche tu…-
Cose dette e ripetute, cose accettate o meno.
Cose vere, ma difficili.
Ora?
Riguardare quel piccolo vuoto fa un certo effetto…
Forse fa ancora quell’effetto.
Ma ora più che per far cessare il dolore lo vorrei fare per dimenticare, ma…
Forse ho fatto l’ennesima scelta sbagliata.
Forse non mi sarei dovuta fidare di lui.
Lui che in così poco tempo è riuscito a stregarmi.
Io, stupida, che in così poco tempo mi sono affezionata troppo a lui.
Così tanto da guardare quel piccolo vuoto sotto di me con occhi diversi.
Gli occhi con cui ora guardo lui e con cui dovrò guardare la mia vita…
Occhi caldi, allegri.
Occhi che si sono spenti tempo fa, diventando di pietra e che ora si sono riaccesi.
Sorrido, mentre la brezza leggera mi scompiglia i capelli che volano tranquilli.
Ora non sarà più così?
Non lo so…
So però che ci devo provare…
Che mi devo buttare e non devo cadere in quel piccolo vuoto buio.
Quel vuoto che ora mi fa paura.
Torno sui miei passi, scendo dalla ringhiera sulla quale mi ero seduta per guardare il mondo, chiudo la portafinestra con delicatezza ed appoggiò la fronte al vetro freddo.
Da sollievo, conforto.
Guardo fuori.
- Il mondo va avanti… fallo anche tu… -
Piccola cantilena, la mia.
Parole che le mie labbra conoscono a memoria.
Questa volta lo farò anche io.
Volto lo sguardo verso mio fratello, che non si è mosso di un millimetro.
Continuo a sorridere.
- Ora ci sono loro ad aiutarti… -
Pura e semplice verità.
Accettarla?
Sì.
Anche se dovesse essere la scelta che decide la mia vita.
Perché io senza di loro… senza di lui… sarei solo una persona che riempie quel piccolo e buio vuoto sotto di sé con il suo corpo… e la sua anima…
Mi infilo sotto le coperte e abbraccio Miroku diventando piccola, piccola, fra le sue grandi braccia.
Chiudo gli occhi, continuando a sorridere imperterrita.
Ora voglio ritrovare la mia felicità.