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Autore: Fauna96    01/08/2015    2 recensioni
Raccolta di song - fic sulla vita di Matt e Mello, dalla Wammy's House al 26 gennaio 2010. Colonna sonora dei My Chemical Romance. Con le partecipazioni di L e Near.
Good memories and nightmares
Genere: Generale, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Matt, Mello
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Jet – Star and the Kobra Kid/Traffic Report
 

Stranamente, il nervosismo gli era scivolato addosso come acqua, lasciandogli solo fredda determinazione. Sarebbe andato tutto come previsto, compresa la sua morte. L’unico jolly era Matt, che non era riuscito a inquadrare bene, come sempre del resto. La sua parte più razionale era convinta che l’avrebbero ammazzato, in un modo o nell’altro; la parte emotiva, al contrario, sgomitava come al solito per fargli notare che nulla era scolpito nella pietra e che Matt avrebbe potuto salvarsi. Contava anche sul fatto che, in caso di bisogno, gli uomini di Near sarebbero intervenuti: non era del nano lasciar morire un vecchio compagno. Una fastidiosa vocina gli fece notare che era esattamente quel che stava facendo lui, Mello, ma decise di ignorarla. Per entrambi la priorità era pur sempre battere Kira, a qualunque costo. E poi... non sapeva esattamente quanto il rivale avesse intuito del suo piano.
Suvvia, poteva cavarsela persino lui, no? Anche se aveva praticamente accettato il ruolo di vittima sacrificale per spianare la strada all’altro. Ironica la vita, eh?
 
Cattive notizie dalla zona, rotolacampi
 
Appena vide Halle al fianco di Takada, in qualche modo si tranquillizzò ancor di più: forse sarebbero davvero riusciti a proteggere Matt.
La donna lo fissò negli occhi coperti dalla visiera; Mello ricambiò lo sguardo, mentre il cuore gli batteva nel petto... e infine Takada stava salendo sulla moto e lui poteva finalmente dare gas e infilarsi nelle strade trafficate di Tokyo.
Non riuscì a resistere, però, a dare un’ultima occhiata alla Camaro rossa, visibile solo per il suo colore nel fumo fitto.
Matt... attento. Per favore.
Poi distolse lo sguardo e si concentrò solo sulla missione e sulla donna che si stringeva a lui.
Fu semplice sfuggire alle auto della sicurezza di Takada e portarla verso il magazzino dove li aspettava il furgone. Poi, la meta era una chiesetta abbandonata che aveva scovato tempo prima per caso, fuori città.
Nonostante tutto, Mello credeva in Dio, come testimoniava anche il rosario, che era appartenuto, forse, a sua madre e a cui era molto affezionato. Era lui stesso il primo ad ammettere che la sua era una fede conflittuale e piena di dubbi, però c’era. Le sue preghiere erano estremamente sporadiche; anzi, più che preghiere erano lunghe discussioni con Dio, a senso unico, ovviamente. Ma erano sempre in qualche modo... be’, rischiaravano la mente. E quella chiesetta gli era piaciuta in modo particolare perché gli aveva ricordato la cappella della Wammy’s, la quale era il suo rifugio preferito quando la biblioteca diventava troppo soffocante. Sì, era lo scenario perfetto per il suo ultimo atto.
Takada tremava come una foglia, ma lui non era tipo da lasciarsi impietosire troppo da un paio di moine. Sicuramente lei intendeva giocare tutto sulla propria bellezza e apparente fragilità, ma quella donna era tutt’altro che debole: era una killer spietata, né più né meno, molto abile e scaltra. Be’, erano in due ad esserlo, e probabilmente ci avrebbero rimesso la pelle entrambi.
Le lasciò la coperta perché... perché nonostante tutto, un briciolo di rispetto verso una persona, specialmente una donna, l’aveva ancora. Probabilmente a Near non sarebbe fregato nulla, ma lui non era Near.
Si calò per bene il cappellino per nascondere il più possibile la cicatrice e avviò il motore. Non resistette più di un paio di minuti ad accendere il mini televisore sul cruscotto; deglutì, sintonizzandolo sul primo notiziario che trovò.
L’immagine della Camaro crivellata di proiettili gli si piantò come un pugno nello stomaco.
 
Sembra che Jet –Star e Kobra Kid abbiano avuto una sparatoria con uno sterminatore
 
Era successo. Ecco, Matt, Mail Jeevas, terzo erede di L, suo migliore amico... non c’era più.
 
E sono spariti, polverizzati sulla Route Guano
 
Era... strano. Spaventoso, orribile. Assurdo. Lui... aveva sempre saputo che Matt era lì fuori, da qualche parte, anche in quegli anni in cui non si erano né visti né sentiti. Era stato un conforto sapere di avere qualcuno su cui contare sempre, a prescindere dalla lontananza, dal tempo, da tutto. Matt c’era, punto, con i suoi goggles arancioni, i suoi videogiochi, le sue eterne sigarette.
Ed ora... c’era un cadavere, l’ennesimo, lasciato lì sull’asfalto, con il sangue che gocciolava dalle ferite e nessuno, nemmeno il suo sedicente amico, a dargli conforto, a stringere la sua mano ancora tiepida.
Improvvisamente provò una gran rabbia. Prima di tutto verso Near, quasi per abitudine: perché non l’aveva protetto? Aveva i suoi dannati uomini altamente addestrati, Matt era solo uno stupido nerd che... che...
Col cazzo. Near non c’entrava un bel niente, perché la colpa di tutto ciò era sua. Lui, Mihael Keehl in persona aveva permesso al proprio migliore amico di seguirlo nel suo piano suicida; e sì, era stata una scelta di Matt, ma lui non l’aveva protetto. Proprio per nulla. Ma... importava davvero? Con la falce di Kira a qualche centimetro dal collo?
Scusami, Mail. Scusa. Scusa, per quello che vale. Mi puoi sentire? Mi puoi... perdonare?
Si avvicinava sempre di più alla chiesa. Una breve occhiata gli confermò che Takada era ancora lì, stretta nella coperta. Si leccò le labbra aride quando vide la grossa croce spuntare dopo l’ultima curva.
 
Tenete gli stivali stretti, tenete la pistola vicina
 
Deglutì e strinse il rosario tra le dita guantate.
Dio: non ho intenzione di chiederti l’assoluzione o robe simili: sarebbe una bugia e non mi pare il caso di mentire in punto di morte. E comunque, dovremmo vederci tra poco, potrai dirmi tutto quel che pensi su di me. Spedirmi all’inferno, se ti pare.
L: ho provato a essere tuo erede. Ho fatto cose che tu non avresti mai fatto. Ma io non sono te vero? Mi spiace essere stato tanto idiota.
Mail: grazie. E scusa ancora. Ci vediamo tra poco, spero. Be’, magari anche con te, L.
Nate...
Il cuore si fermò.
Ho fatto quello che dovevo. Sta tutto a te, ora.
 
E morite con la vostra maschera addosso, se dovete.
 

Bad news from the zones tumbleweeds
It looks like Jet Star and the Kobra Kid had a clap with an exterminator that went all Costa Rica and, uh, got themselves ghosted
Dusted out on route guano
So it's time to hit the red line and upthrust the volume out there
Keep your boots tight, keep your gun close and die with your mask on if you've got to
Here, is the traffic







Quanto vi ho fatto aspettare per questo capitolo, che è pure il penultimo! Scusatemi, davvero, anche per la brevità, ma non riuscivo a tirare in lungo più di tanto questa scena... Avevo anche già scritto una flash sulla morte di Mello, quindi è stato un po’ difficile non ripetersi. Spero di non avervi delusi e un milione di grazie a voi tutti, specialmente i recensori! Al prossimo (e ultimo) capitolo :)
 
PS: Avete visto la serie tv giapponese di Death Note? Io solo il primo episodio ed è bastato a sconvolgermi più di cinque stagioni di Game of Thrones. Voglio dire: dove sono i dolci, le occhiaie, la posizione da rana con la scoliosi di L? Perché diamine indossa dei mocassini? E perché, in nome di Ryuk, Light sorride come una persona equilibrata e non sghignazza maniacalmente? 
  
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