Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: JulietAndRomeo    01/08/2015    1 recensioni
La storia è una song-fic tratta da "The story of us" di Taylor Swift.
Tratto dalla storia:
Riprese la lettura, forse per farsi un po’ più del male o forse solo per immaginare la sua voce che pronunciava quelle stesse parole che adesso lui stava leggendo.
(...)
Avrebbe voluto che il suo mondo gravitasse attorno a lei. Che il fine delle sue azioni fosse stato lei, perché la vita, senza la persona che rende il mondo colorato, non ha senso.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The story of us

 
Quando Draco Malfoy rientrò in stanza quella sera, la sua unica intenzione era di andare a dormire. Era stanco di tutto quello che lo circondava e l’unica persona che riusciva ad alleviare la noia, il dolore, la stanchezza ed i cattivi pensieri non era con lui.

Non lo sarà mai più, ricordò a se stesso.

Così, una volta cambiatosi, scostò le pesanti coperte del suo letto e ci si infilò dentro. Per un po’ disteso supino, ripensò a quanto vuota era stata quella giornata. Aveva avuto due ore di Trasfigurazione al mattino, una di Cura delle Creature Magiche, due di Pozioni e infine altre due di Astronomia, ma non l’aveva vissuta veramente. Si rigirò nel letto, nell’oscurità, infilando una mano sotto il cuscino.

“Ma che cavolo…” borbottò quando sentì la consistenza leggera della carta sotto la federa di cotone.

Si rizzò, sedendosi sul materasso e appoggiando la schiena contro la testata del letto. La carta era ruvida e molto leggera, come solo la pergamena di buona fattura poteva essere. Girando la busta della lettera che teneva in mano, la riconobbe subito: quel Natale era stato il più bello che avesse mai vissuto e quel set di carta da lettere l’unico regalo fatto veramente con il cuore. Quest’ultimo gli si strinse al ricordo di quello che era successo dopo. Si decise ad aprire la busta: subito un odore di rose e agrumi gli punse le narici.

“Caro Draco”, recitava l’intestazione.

Lui prese un respiro profondo, forse per sciogliere il nodo che gli si era formato in gola, e riprese a leggere.

“Probabilmente ti starai chiedendo perché dopo quello che ci siamo detti l’ultima volta io sia ancora qui. La verità è che non riesco a liberarmi del pensiero di me e te. Sai, ho sempre pensato che un giorno, forse ai nostri nipoti, avremmo raccontato la storia di noi due, di come ci siamo conosciuti e di come le scintille siano esplose immediatamente, anche se non in senso troppo buono. Con il tempo, invece, ho cominciato a credere che il mio unico posto al mondo fosse quello accanto a te ma, probabilmente sicuramente, mi sono sbagliata perché adesso ovunque io sia, anche se a una sedia di distanza da te, mi sento sempre troppo lontana. E poi… be’ tu hai lei, ora”.

Draco alzò gli occhi dal foglio, per evitare che le lacrime che gli avevano appannato la vista, potessero, cadendo, sbiadire quella grafia così ordinata ed elegante e che, in alcuni punti, era tremolante ed incerta. Ricordava quel giorno come se tutto fosse accaduto due ore prima: la lettera ufficiale di suo padre, il suo sguardo ferito e le sue lacrime, che avevano deturpato la bellezza di quel viso che lo aveva rapito. Chiuse gli occhi un solo istante, per ricordarne i tratti e una lacrima scese fino al mento, per poi gocciolare sul suo pigiama. Riprese la lettura, forse per farsi un po’ più del male o forse solo per immaginare la sua voce che pronunciava quelle stesse parole che adesso lui stava leggendo.

“Mi chiedo cosa sia stato a distruggerci così in fretta… una volta, io lo so, avresti combattuto. Una piccola complicazione ha buttato al vento tutti i piani che avevamo fatto, una piccola complicazione ci ha portato a cadere giù come un castello di carte fatto male. Un’incomprensione. Perché io non avevo compreso che avresti opposto così poca resistenza. È stato questo che ci ha separati in fondo”.

Adesso le lacrime sul volto del ragazzo biondo erano diventate due e poi tre e poi quattro. Lui avrebbe voluto combattere, lo avrebbe fatto, e lo sapeva lei come lo sapeva suo padre. Non era stata un’incomprensione, non era stata una complicazione e non era stata neanche una coincidenza.

Le coincidenze non esistono, pensò Draco, esiste solo Lucius Malfoy e il suo piacere nel rendere tutti infelici proprio come lo è lui.

Tirò leggermente su con il naso e ripensò al giorno in cui aveva ricevuto la comunicazione ufficiale del suo fidanzamento. Era al campo di Quidditch, se lo ricordava bene, aveva appena poggiato i piedi per terra e aveva sorriso perché cinque minuti dopo avrebbe dovuto vedere lei, vicino al grande olmo nel parco della scuola. Era andato negli spogliatoi, si era lavato e cambiato e poi, come se non avesse avuto altro scopo nella vita, aveva cominciato a correre, per andare da lei. Nel tragitto, un’aquila che portava tra gli artigli una pergamena arrotolata, gli era planata di sopra e gli aveva lasciato cadere in testa il foglio. Draco lo aveva raccolto e guardingo lo aveva letto. Dentro c’era scritto che il suo matrimonio con Astoria Greengrass sarebbe stato annunciato alla fine dell’estate. Il suo mondo, la sua felicità, la voglia di vivere: era sparito tutto, dissolto da poche righe siglate “L. A. M”.

“Ci sono così tante cose che vorrei dirti, ma che credo adesso siano utili solo a farci soffrire di più entrambi. E così tanti muri che ero pronta a buttar giù se tu fossi stato sempre al mio fianco. Adesso mi sento… vuota. Stordita. Abbattuta. A pezzi. Sono sempre sola, anche quando sono circondata da persone che mi battono una mano sulla spalle e mi dicono che prima o poi il tempo mi aiuterà, che non sarà sempre così orribile. Se proprio vuoi la verità… mi sento morire. Io non voglio che il dolore passi, io voglio te perché sei l’unico che solo guardandomi negli occhi potrebbe farmi vivere di nuovo. E vorrei sapere se sono solo una maledetta, stupida illusa o se tutto questo sta uccidendo anche te, Draco”.

“Sì, sì, sta uccidendo anche me” sussurrò Draco, con voce rotta.

Draco posò la lettera accanto a sé e porto le mani sul proprio volto, quasi a volersi nascondere da se stesso. Considerò brevemente che anche se avesse lottato con tutte le sue forze per lei, avrebbe perso. Suo padre non era uno stupido, conosceva i suoi punti deboli, sapeva di lei. Sapeva che
l’unica cosa che avrebbe potuto ferirlo sarebbe stato far del male a lei e non aveva perso un attimo a minacciarlo.

“Se il matrimonio salta, lei fa una brutta fine, Draco” ripeté a memoria il ragazzo.

Giorno e notte quella frase lo tormentava: era carino con Astoria, si mostrava disponibile, poco scontroso, aperto a tutte le sue iniziative. La trattava come fosse veramente innamorato di lei, anche se era solo un’amica. Astoria era una ragazza bella, allegra, intelligente, ma si portava sempre dietro un’aria da completa idiota, forse sperando che così facendo avrebbe evitato i problemi. Draco le si era affezionato, ma di sicuro non l’amava. Tolse le mani dal viso, respirò a fondo e ricominciò a leggere.

“Non so cosa dire quando ti vedo. È stato uno scherzo del destino, io lo so: ti ho incontrato, mi sono innamorata di te e poi ti ho perso. Il Karma sta giocando con me in un modo veramente orribile… forse, nella mia vita precedente, ho ucciso qualcuno, perché davvero non riesco a capire perché le cose brutte capitino alle persone buone. Pensavo che un giorno avrei raccontato la nostra storia e invece potrei scriverci la sceneggiatura di una tragedia. Mi chiedo come ci siamo arrivati  a questo punto: quando siamo entrambi nella stessa stanza, mi strofino le mani e mi stropiccio i vestiti nervosamente, cerco di sembrare sempre occupata e di tenere la testa altrove, ma l’unica cosa che cerco sono i tuoi occhi e l’unica cosa che puntualmente vedo di te è la tua indifferenza: fai del tuo meglio per evitarmi e lo so che lo fai solo per non starci male, perché vedo come mi guardi quando credi di non essere visto, ma questo fa soffrire me. Mi fa soffrire sapere che lo fai perché devi dimenticarmi, perché non voglio che tu lo faccia. Sai, credevo che avrei raccontato non solo la nostra storia, ma anche come perdevo la testa ogni volta che ti vedevo, ogni volta che entravo in una stanza e i tuoi capelli biondi attiravano la mia attenzione, ogni volta che in mezzo ad un gruppo di persone riconoscevo la tua voce, le tue spalle, la tua camminata, i tuoi modi di fare. Avrei raccontato questo, di quanto ero, e sono anche ora, pazza di te e forse quello che mi ferisce di più è che non potrò farlo mai perché, se lo facessi, sembrerebbe strano. Tu ti sei aggrappato alla tua vita, ad Astoria Greengrass e io… io sto andando alla deriva. Sono comunque contenta che, con il tempo, almeno uno di noi due si salverà”.

Che salvezza è se non è lei la donna che guarderò dormire la domenica mattina?, si chiese Draco.

Avrebbe voluto che il suo mondo gravitasse attorno a lei. Che il fine delle sue azioni fosse stato lei, perché la vita, senza la persona che rende il mondo colorato, non ha senso.

“La mia unica paura adesso è di vedere la fine e non riesco a capire perché bisogna far finta di niente, far finta che questo non sia mai accaduto. Quando ti sposerai saprò che è davvero finita, che le nostre vite non saranno mai intrecciate come avevo sognato, che tutto quello che avevo in mente (progetti, sogni, speranze) per il futuro non si avvererà mai, o almeno, non con te. Peccato, perché è l’unico futuro che anche tutt’ora riesco a vedere. Ti direi che mi manchi, ma sinceramente, anche se cercassi di parlare o di urlare, non ci riuscirei. Per quanto mi riguarda, nessun silenzio è mai stato tanto assordante quanto quello delle giornate vuote senza di te. È per questo che scrivo questa lettera, perché non credo che riuscirei a parlare senza scoppiare a piangere come una sciocca. Per farla breve, volevo solo farti sapere che quando vorrai tornare o solo quando avrai bisogno di qualcuno con cui parlare o sulla cui spalla piangere, io sono qui. Per te non andrò mai via, chiamami e tornerò, anche se dovessi arrivare in capo al mondo, perché mi piaceva di più quando eri al mio fianco e sono disposta a far di tutto purché questo si ripeta anche se per pochi istanti”.

La lettera si concludeva con un “Per sempre tua, Hermione”.  Draco strinse i denti fino a farsi male, per evitare di singhiozzare. Si costrinse a ripiegare la lettera e a vestirsi. Aveva un piano, ma doveva parlarne con Astoria prima.
 
Dopo che ne ebbero parlato a lungo, Astoria ritornò nel suo dormitorio, con la promessa che il giorno dopo avrebbe contattato suo padre. Draco sapeva che anche lei non lo amava, che aveva qualcun altro e sapeva anche che, se fosse stata Astoria a rompere il fidanzamento per questo motivo, suo padre non avrebbe avuto motivo di far del male ad Hermione.
Si sarebbe ripreso chi lo rendeva felice anche solo con un respiro di troppo, chi riusciva a farlo inalberare più di tutti, sbattendogli crudelmente la verità in faccia senza mezzi termini, per fargli vedere e capire i suoi errori, chi sarebbe stata la sola ed unica madre dei suoi figli. Lucius Malfoy non era nient’altro che un nome se loro due fossero stati insieme.

Nient’altro che un nome.

E poi, lei avrebbe potuto raccontare la storia di loro due ai loro nipoti e anche chiunque avesse incontrato per strada.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: JulietAndRomeo