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Autore: Road_sama    01/08/2015    2 recensioni
DAL TERZO CAPITOLO:
"Possibile che un Vampiro e un Umano potessero provare tali cose l’uno nei confronti dell’altro? Che genere di Destino crudele poteva giocare con le loro vite e i loro sentimenti in quel modo? Si divertiva forse a vedere nascere due metà della stessa sostanza in due fazioni nemiche e costringerli ad incontrarsi?"
//Mini-long/MikaYuu-YuuMika/Medieval!AU//
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Mikaela Hyakuya, Un po' tutti, Yūichirō Hyakuya
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Morti




-Guren.- disse Shinya Hiragi con un tono stranamente serio. Si trovavano al quartier generale del loro Villaggio. Tutti i comandanti erano schierati intorno ad un massiccio tavolo in legno scuro. Li avevano convocati per discutevano dei progressi che stava facendo l’Accademia, delle numerose nuove reclute e delle armi all’avanguardia che avevano creato. Guren Ichinose era stato una delle prime reclute nonché il primo che avesse assecondato il progetto della famiglia Hiragi. Lo stesso Shinya che in quel momento aveva richiamato la sua attenzione era stato suo compagno di corso durante i primi anni. Avevano visto crescere il loro villaggio, lo avevano visto risollevarsi dalla distruzione che periodicamente portavano i Vampiri e avevano riposto tutta la loro fiducia nell’esercito che stavano creando.
-Potrebbe essere il giusto pretesto.- riprese Hiragi guardandolo dritto negli occhi. L’aria all’interno della sala era tagliente. Guren teneva molto ai progressi che stavano facendo, ma c’era un’altra cosa, un’altra persona, a cui non avrebbe mai rinunciato.
-Sappiamo che si tratta di tuo fratello, ma non possiamo ignorarlo.- continuò Shinya mentre si passava una mano sulla fronte. Tutti si stavano domandando perché Yuuichiro avesse avuto il coraggio di portare al villaggio un Vampiro e tenerlo nascosto a tutti. Aveva forse pensato per qualche istante che un Vampiro potesse passare inosservato attraverso i confini della città? C’era un unico motivo per il quale lo avevano lasciati fare.
-Dobbiamo proprio combattere ora? Ci sono molte reclute ancora inesperte e-
-Ichinose-lo richiamò il maggiore degli Hiragi, Kureto –prepariamo questa guerra da prima che tu entrassi all’Accademia. L’unico motivo per cui non abbiamo ancora attaccato è un’occasione, lo sai. L’infiltrazione di uno dei Vampiri è il giusto pretesto.-
Guren strinse le mani a pugno. Se solo avesse saputo che Yuu andava tutti i giorni ai confini della loro terra per incontrarsi con un Vampiro, avrebbe fatto qualsiasi cosa per impedirglielo. Non potevano esserci legami tra le loro razze. Vampiri e Umani non avrebbero mai potuto convivere in pace e un esempio lampante era quella riunione improvvisa. Non poteva sapere che suo fratello minore tenesse così tanto a quel Vampiro. Lo aveva intravisto per la prima volta due anni prima, proprio nel momento in cui, dopo aver seguito Yuu, lo aveva salvato dalle grinfie di un Nobile. Pensava che avrebbe imparato la lezione, che avrebbe preso definitivamente le distanze da loro. Eppure, non era stato così. Yuuichiro aveva segnato il destino di quel Vampiro e delle due razze. Guren aveva le mani legate, non poteva più fare nulla.
Si mise in piedi di scatto e lanciò un’occhiata a Shinya che lo conosceva meglio di chiunque altro in quella sala. L’Hiragi sostenne il suo sguardo in una muta risposta.
Loro non potevano più fare nulla. Con o senza il loro consenso quella guerra ci sarebbe stata lo stesso.
-Per me, allora, la riunione è finita.- disse secco dirigendosi verso la porta dell’enorme stanzone. Avrebbe preso parte a quel conflitto, avrebbe combattuto, avrebbe ucciso Vampiri perché quella era la sua ragione di vita. Avrebbe tentato di difendere suo fratello, ma non avrebbe garantito nulla. Yuuichiro era l’unico responsabile delle sue azioni e di quella situazione.
-Arrivederci, signori.-
 
 

Mikaela schiuse le palpebre lentamente. Si passò una mano sugli occhi per tentare di abituarsi alla luminosità della stanza. Dopo qualche istante cominciò a guardarsi intorno, prendendo coscienza di sé stesso e del luogo in cui si trovava. Una lama di luce filtrava dalla piccola finestrella sulla parete alla sua destra. Osservò i muri di legno che lo circondavano e per un attimo una sensazione di smarrimento lo fece sussultare. Quella non era la sua stanza. Cercò di focalizzarsi sui ricordi della sera precedente. Aveva accompagnato Yuu a casa ma c’erano troppe sentinelle in giro e non poteva di certo tornarsene a casa. L’amico l’aveva costretto a rimanere per la notte e poi…
Un sorriso si dipinse involontariamente sulle sue labbra quando sfiorò con la mente i ricordi della notte appena passata. Fece scorrere lo sguardo in basso, sul suo corpo nudo avvolto da un lenzuolo bianco. Solo in quel momento si rendeva conto che ogni singolo angolo di quel posto era impregnato del profumo di Yuu. La sua attenzione si spostò sulla persona che se ne stava malamente adagiata accanto a lui. Una zazzera disordinata di capelli scuri gli incorniciava il viso mentre alcune ciocche sfioravano il petto di Mika. Il viso di Yuu era parzialmente girato dall’atra porte, ma nonostante la penombra si poteva chiaramente vedere la sua espressione serena. Respirava impercettibilmente, segno che stava facendo un sogno. Dal canto suo, Mikaela non ricordava più quand’era stata l’ultima volta che aveva dormito così bene.
Non sapeva bene perché la sera precedente aveva agito assecondando  il volere di Yuu. Forse ne aveva solo sentito il bisogna. Sapeva che era giusto concedersi a lui così come Yuuichiro aveva fatto con lui. Non avrebbe saputo dire con certezza quando aveva cominciato a pensare a ragazzo al suo fianco non più come un semplice amico ma come qualcosa di più. Probabilmente aveva cominciato a maturare quella consapevolezza due o tre anni prima. Aveva cominciato a provare delle sensazioni diverse e strane quando stava vicino a Yuu. All’epoca, non poteva sapere che quei batticuori e quelle strette allo stomaco fossero associate al sentimento d’amore. Solo il giorno prima aveva capito di cosa si trattasse. Lui amava Yuu, un Umano, il suo Umano.
Yuuichiro cominciò ad agitarsi. Piano piano si svegliò da un sonno che gli pareva un’eternità quando invece erano passato solo delle ore. Un corpo caldo accanto a lui lo fece sorridere istintivamente. Mika era rimasto, lui non se n’era andato via ma lo aveva stretto per tutta la notte. Delle labbra che gli percorrevano la linea della spalla, poi in su fino alla clavicola e infine sotto il mento verso le sue labbra lo risvegliarono dal torpore del sonno causandogli piacevoli brividi. Aprì gli occhi velocemente quando quella bocca smise di baciare la sua pelle. Mika se ne stava con la testa appoggiata al palmo della mano facendo leva su un gomito. Lo stava guardando con quegli occhi azzurri le cui iridi era così sottile da assomigliare a quelli di un gatto. Quelli di Mika erano carichi di tristezza e dolore ma in quel momento sembravano colorati delle sfumature che gli vedeva addosso da bambino. Quell’azzurro intenso e allo stesso tempo fragile era stato l’oggetto dei suoi sogni ogni notte negli ultimi due anni. Quanto voleva che il tempo tornasse indietro, quanto voleva che loro due non si fossero mai separati. In questo modo Mika non sarebbe mai diventato un Vampiro, in questo modo lui non avrebbe mai sofferto così tanto. Yuu voleva aggiustarlo. Mikaela gli rivolgeva un sorriso dolce mentre qualche ciocca indisciplinata gli cadeva disordinatamente sulle guance. Aveva sempre voluto affondare le mani nei suoi capelli vaporosi e inspirare il suo profumo che sembrava essere formato dal contrasto di amaro e dolce. In fondo, Mika era un contrasto in sé: aveva l’animo di un Umano ma l’aspetto di un Vampiro, gli occhi erano lo specchio della sofferenza ma dai suoi gesti traspariva solo gentilezza e determinazione. Loro due erano così diversi e uguali che quasi Yuu non riusciva a fare a meno di lui. Il calore delle sue braccia che lo stringevano, la sua voce roca che chiamava il suo nome erano tutte sensazioni a cui non avrebbe più potuto rinunciare.
-Buongiorno, Yuu.- mormorò sul suo viso il Vampiro al suo fianco. Yuu piegò le labbra in un sorriso sincero che subito ritornarono al loro stato naturale dopo essersi reso conto del gesto imbarazzante che aveva appena fatto.
-‘Giorno.- disse non riuscendo a trattenere uno sbadiglio. Si scrutarono ancora per qualche istante prima che Mika alzasse di scatto la testa come se si fosse appena ricordato di una cosa urgente da fare.
-Devo andare, è già giorno.- affermò con una nota di agitazione nella voce. Aveva avuto fortuna che Yuu vivesse da solo perché si trovava nei dormitori dell’Accademia, ma non poteva sfidare ancora a lungo la sorte standosene nel Villaggio degli Umani. Yuuichiro si allarmò. No, non voleva che se ne andasse, erano stati così poco tempo insieme. Mika doveva ancora andarsene e già sentiva la sua mancanza.
-No, non è giorno, ti sbagli.- cinguettò con un sorrisetto furbo. Mika si infilò i pantaloni ma a quelle parole non poté fare a meno di voltarsi a guardarlo. Al diavolo il giorno, per lui poteva benissimo essere ancora notte. Ritornò sul letto sistemandosi sopra Yuuichiro e riprese a baciarlo come se le sue labbra lo rendessero dipendente tanto quanto il suo sangue. Yuu rispose dapprima timidamente poi si abbandonò tra le braccia del Vampiro.
-Yuu! Ehi, sta per iniziare l’allenamento mattutino! Se arrivi in ritardo anche stamattina Guren ti sgozza!- Mika sobbalzò sopra di lui, ma forse fu più perché Yuu si era rizzato di scatto che finì a terra. Il ragazzo sul pavimento lo guardò interrogativo prima che Yuuichiro gli facesse un gesto di sbrigarsi. Si vestirono nel modo più veloce che poterono mentre i compagni di corso di Yuu continuavano a bussare con insistenza alla porta. Le voci erano indubbiamente quelle di Shinoa e Kimizuki. Non pensava che sarebbero venuti fino alla sua stanza. Aprì le imposte della finestra che dava su un piccolo terrazzo, poi guardò Mika che sembrava già aver capito tutto. Il Vampiro si calò dal terrazzino.
-Quando?- chiese Mikaela eludendo la parte finale della sua domanda.
-Sono agli allenamenti tutto il giorno, quindi domani?- domandò a sua volta Yuuichiro mentre si mordeva le unghie con un certo nervosismo. Non solo stava rischiando lui per aver dato “asilo” ad un Vampiro (oltre al fatto che lo avrebbero potuto scoprire i suoi amici) ma anche e soprattutto Mika che sarebbe dovuto uscire dal Villaggio.
-Ritornerò. Stasera.- sentenziò infine il biondo mentre scendeva la parete. Yuuichiro gli sorrise.
-Non farti scoprire, stupido!-
-Non sia mai che Mikaela si faccia scoprire prima di essere arrivato da te.- Yuu arrossì per poi mormorargli un “ciao” fugace e rientrare in casa. Cercò di darsi un certo contegno prima di andare ad aprire gli amici che sembravano avere avuto un tempismo veramente perfetto.
 
 
 

Mikaela cercò di fare più velocemente possibile. Entrò nella casa che condivideva ancora con i suoi genitori richiudendosi piano la porta alle spalle. Salì le scale tentando di contenere lo scricchiolio di quel legno vecchio e si defilò in camera convinto di averla fatta franca. Ma non appena dette un’occhiata all’interno si dovette ricredere. Krul se ne stava seduta sul suo letto mentre si passava le dita tra i lunghi capelli. Non alzò nemmeno lo sguardo quando lo sentì entrare in casa.
-Buongiorno Mikaela. Dove sei stato?- Il ragazzo fu percorso da un brivido. Non si era rivolta a lui con un tono arrabbiato ed era proprio questo che lo spaventava. Sembrava la calma prima della tempesta come se dietro a tutta quella tranquillità e indifferenza ci fosse una furia che lui poteva solamente immaginare. Krul era una delle Nobili più importanti del suo Villaggio ed era conosciuta proprio per la sua spietatezza nei confronti di qualsiasi questione che comprendesse gli Umani oppure no. Forse, era anche per questa sua strana aura che la avvolgeva a renderla spaventosa ai suoi occhi. Non sapeva veramente cosa rispondergli, ma d’altronde, la domanda della sua matrigna sembrava alquanto retorica. A lei non sarebbe bastata un bugia inventata su due piedi, quindi decise di chiudersi in un silenzio ostinato. Non le avrebbe rivelato di essere stata da Yuu, da un umano, tutta la notte. Avrebbe messo nei guai sia se stesso che Yuuichiro.
-Vedo che non dici nulla.- riprese lei e questa volta alzò lo sguardo su di lui. Puntò i suoi occhi chiari e penetranti sui suoi. Lasciò cadere la ciocca di capelli a cui stava dedicando tutte le sue attenzioni. Rimase comodamente seduta sul suo letto mentre  ricominciava a parlare con un tono tremendamente tagliente.
-In tal caso, risponderò io per te: sei stato da un Umano.- Mikaela sussultò. Com’era possibile che loro riuscissero sempre a sapere tutto?
-Ci credi veramente così stupidi, Mikaela? Non ti è bastata la dimostrazione che ti dette Ferid due anni fa? Questa volta, però, è certamente molto più grave. Oltre ad essere la seconda volta che ti vedi con un Umano di nascosto, in questo caso sei andato nel loro Villaggio. Dimmi: credi di essere passato inosservato?-
Mikaela tacque ancora. Cominciò a ripensare a quello che era successo la sera prima ed, effettivamente, a lui non pareva di essere stato visto da qualcuno.
-Risponderò per te anche questa volta: no. Gli umani sono fatti così, dovresti saperlo, è quello che ti insegniamo da quando eri piccolo eppure hai deciso di ignorarci.- Krul si alzò in piedi lisciandosi le pieghe del vestito con la sua solita eleganza. Si diresse a piccoli passi verso di lui, ma prima di superarlo terminò il suo discorso.
-Hai deciso di fare di testa tua ed ora ti assumerai le tue responsabilità, o meglio, lo faremo noi al posto tuo. Loro sanno di te e noi sappiamo di questo Umano. E’ una scusa più che sufficiente per iniziare una guerra. Non credo se ne staranno con le mani in mano e penso che ci sia arrivato anche tu. Stiamo già disponendo un esercito, attaccheremo stasera. Ti conviene stare in casa, il campo di battaglia non è adatto ai bambini.- Mikaela mollò i pugni lungo i suoi fianchi e una forte fitta al petto lo perforò da parte a parte. Aveva messo Yuu in pericolo e tutto solo per un suo piccolo capriccio.
-E se non volessi rimanere in casa?- chiese alterando di poco il tono della voce. Krul che già stava uscendo si girò un’ultima volta verso di lui.
-Sei tu il padrone delle tue scelte.- Il ragazzo serrò le labbra fino a farsi male. Era sicuro che anche gli Umani stessero preparando un esercito e non significava niente di buono. Una guerra tra le loro due razze non era di certo quello che voleva causare. Lui, loro, volevano solamente scappare insieme e lasciare quel luogo in cui predominava una mentalità chiusa. Perché ogni volta che si avvicinava a Yuu, questo si allontanava da lui? Riuscivano ad attrarsi come calamite eppure venivano respinti come cariche uguali. Per la prima volta si chiese se tutto quello che aveva fatto o pensato fosse frutto di una sua scelta oppure se fosse già stato stabilito tutto fin dal principio. Siamo noi a compiere le nostre scelte o è la vita a prenderle per noi? Mikaela continuava a domandarsi perché la loro relazione non venisse compresa. Si chiedeva perché l’odio tra Vampiri e Umani fosse così forte da separarli.
La sua matrigna gli aveva che detto che lui stesso era il padrone delle sue scelte, ebbene a lui non interessava di quella guerra inutile. Lui sceglieva Yuu. Doveva andare da lui e avvisarlo di quello che li stava per attendere, poi se ne sarebbero andati dai loro villaggi ma questa volta per davvero.
 
 


Era quasi l’ora del tramonto e la serenità della sua vita era stata arrestata di colpo. In realtà, era successo tutto poche ore prima, non appena era arrivato all’Accademia Guren lo aveva assalito. Gli aveva tirato un pugno sulla guancia che ancora in quel momento gli doleva. Aveva cominciato ad urlargli dietro che era uno stupido perché si era permesso di portare al Villaggio un Vampiro. Yuuichiro aveva tentato di difendersi,  ma nulla era servito a placare l’ira di suo fratello maggiore. Ma quello non era ancora il peggio perché poche ore dopo gli avevano ordinato di mettersi la divisa e andare sul campo di battaglia con la sua squadra. Se glielo avessero chiesto due giorni fa lo avrebbe fatto senza esitazione ma ora tentennava. E se mentre combatteva avesse colpito Mika? E se Mika rimanesse ucciso? Tutte le sue preoccupazioni non aveva importanza perché mentre il sole dipingeva il cielo di riflessi vermigli lui si trovava schierato, nella stessa radura in cui aveva incontrato per la prima volta Mika, con una fila di soldati accanto. Erano perlopiù ragazzi proprio come lui ma nei loro occhi avevano una luce che Yuu conosceva bene. Strinse la spada al suo fianco e ripensò al giorno prima, al meraviglioso tempo che aveva trascorso in quella stessa radura insieme a Mika. Pensò anche che alla fine di quella battaglia non ci sarebbe più stata quell’erba smeraldina ma solo un cumulo di cenere e cadaveri. Il suo cuore fu avvolto da una morsa perché ciò che stava per accadere era colpa sua. I suoi compagni sarebbero morti solo a causa di un suo desiderio egoistico.
L’unica convinzione che lo avrebbe fatto combattere era che finalmente si sarebbe vendicato di quei Vampiri, finalmente avrebbe vendicato sua madre, finalmente si sarebbe vendicato di quel giorno di quattro anni fa. Un fremito lo percorse da capo a piedi. Quella era l’adrenalina, il desiderio di ucciderli con le sue mani, uno ad uno. Dopo quel giorno non ci sarebbero state più distinzioni di razze e lui avrebbe potuto vivere con Mika, in pace.
All’orizzonte una schiera di divise bianche fece capolino. Yuu si chiese se tra loro ci fosse anche Mika. Marciavano lentamente uno di fianco all’altro con lo sguardo dritto davanti a loro, senza paura. Man mano che si avvicinavano si poteva benissimo vedere la loro smania di sangue. In fondo, per i Vampiri, gli Umani erano solo dei sacchi di carne colmi del loro nutrimento, erano solo mero bestiame. Era proprio questo che faceva andare fuori di testa Yuu. Non tentavano nemmeno di considerarli come delle persone.
In prima linea se ne stavano tutti gli anziani dell’esercito e tra di loro si poteva vedere anche Guren. Nessuna esitazione né tantomeno un’emozione scaturiva dai tratti contratti dei loro visi. Chissà da quanto tempo entrambe le parti si aspettavano quella guerra. Alla fine della giornata si sarebbe deciso il futuro di tutte e due le razze, si sarebbe deciso chi avrebbe prevalso sull’altra, chi avrebbe deciso il destino dell’altra. Vampiri e Umani schierati in quella radura e pronti a fronteggiarsi come mai avevano fatto prima a terminare una guerra fredda durata da tempo immemore.
-Non credo ci siano parole per dare inizio a questa battaglia.- l’urlo di Kureto Hiragi squarciò il silenzio surreale che si era creato. Dalle prima linee dei Vampiri si fecero avanti quelli che probabilmente erano i loro nobili. Parlò Krul.
-Direi di no.- vi furono altri scambi di sguardi fino a che con un cenno i due capi militari diedero inizio alla guerra.
Sangue, urla, disperazione era lo scenario che proponeva quel conflitto. Tutto quel dolore serpeggiava intorno a Yuu che, tuttavia, non se ne curava. In quel momento per lui c’erano soltanto la lama della sua spada e il nemico davanti a lui. La sua arma sibilava in continuazione nell’aria mentre di tanto in tanto riceveva qualche ordine dalla sua capo squadra. Non sembrava che gli Umani fossero in vantaggio ma non erano ancora caduti tutti quanti quindi c’era ancora speranza. Yuuchiro era spinto dall’odio e allo stesso tempo dall’amore. Voleva sconfiggerli e proteggere i suoi amici. Non ricordava di aver mai faticato così tanto, non ricordava di aver mai combattuto in questo modo contro dei Vampiri. I muscoli gli dolevano e i polmoni nel petto sembravano voler scoppiare ma cercava di ignorargli perché lui aveva un unico obiettivo.
La sua concentrazione venne meno quando davanti a lui si parò Mikaela. I suoi occhi cristallini erano come un raggio di luce che squarcia le tenebre. Per poco non lo aveva infilzato e lui stava per fare lo stesso. La sua divisa bianca era sporca di sangue, Umano. Aveva il fiatone e nei suoi occhi era ritornata quella nota di tristezza e dolore. Yuu abbassò la spada e non riuscì a trattenere un mezzo sorriso. Finalmente lo aveva trovato e lui era vivo. Era stato un caso trovarlo proprio lì e in quel momento?
-Yuu…-sospirò il ragazzo di fronte a sé rinfoderando la spada. Si avvicinarono l’uno all’altro non curandosi della battaglia che sfogava intorno a loro.
-Yuuchiro! Perché abbassi la spada?! E’ un Vampiro!- urlò di fianco a lui Shinoa correndo con la sua falce in suo soccorso. Mikaela riprese in mano la spada non appena la ragazza tentò di sferrargli un affondo.
-No!- Yuu si parò tra di loro rischiando di essere colpito dalla falce di Shinoa.
-Ma che fai? Ti rendi conto che sei in guerra?- ripeté il suo capo squadra.
-Lui non è come loro.- affermò il ragazzo guardandosi intorno per la prima volta. Già, loro erano in guerra. Erano rimasti veramente pochi Umani e i nobili dei Vampiri sembravano aver preso il sopravvento. Quasi tutti i suoi compagni erano stati sterminati.
-Yuu dobbiamo andarcene.- disse secco Mika prendendolo per un polso. Yuuichiro si voltò nella sua direzione quasi ferito dalle sue parole.
-Non posso abbandonare i miei amici e…mio fratello.- Il biondo lo guardò negli occhi incredulo. Aveva forse frainteso i sentimenti di Yuu? Lui non voleva scappare con lui? Ma non c’era più tempo. Se fossero rimasti ancora sarebbero stati presi. Non fece in tempo a rispondere che davanti a loro si parò Crowley, un altro nobile dei Vampiri.
-Cos’abbiamo qui?- chiese retorico osservando Shinoa e Yuu. Mikaela gli si parò davanti con fare protettivo. Nessuno avrebbe torso un solo capello a Yuu.
-Ohh, tu devi essere Mikaela.- disse osservando con indifferenza il biondo.
-Ferid mi ha parlato di te, mi ha detto di non farti troppo male…nulla mi impedisce di uccidere i due Umani laggiù, però.-
Tutto accadde in un istante. Mikaela che tentava di colpirlo con la sua spada, Crowley che lo disarmava e lo perforava da parte a parte con la sua arma. Gli tagliò di netto un braccio lanciandolo lontano in modo che non potesse riaggiustarlo. Mikaela cadde a terra urlando dal dolore mentre il Nobile lo superava per dedicarsi agli altri due. Yuu tentava di difendersi, riuscì a ferirlo ad un fianco, forse c’era speranza, ma fece un passo falso e il Vampiro lo colpì dritto al cuore. Non lo trapassò ma il ragazzo cominciò a perdere molto sangue. Yuu si accasciò a terra al fianco di Mika mentre il Vampiro cominciò a dare le sue attenzioni alla ragazza.
-Yuu!- urlò fino a farsi male alla gola Mikaela. Lo raggiunge strisciando sull’erba che un tempo era stata solo loro. Quell’erba che li aveva visti ridere e scherzare e appena un giorno prima baciarsi.
-Non morire!- continuò riuscendo a mettersi in ginocchio di fianco a lui. Doveva portarlo via da lì, era troppo pericoloso. Lo prese in braccio cercando di tamponare la ferita che squarciava il petto del suo ragazzo. Non pensò a recuperare il suo braccio, gli bastava sapere che Yuuichiro fosse salvo. Cominciò a correre lontano da quel posto sfilando tra i corpi insanguinati e sofferenti delle due razze. Corse e corse senza curarsi del dolore né del fatto che il corpo tra le sue braccia stesse diventando sempre più freddo, poi ad un tratto tre colpi si scontrarono con il suo corpo. Un proiettile sulla coscia, uno su un fianco e l’altro vicino al cuore.
Shinya Hiragi esultò della sua mira. Ne aveva colpito un altro.
Mikaela si accartocciò a terra tenendo stretto il corpo di Yuu il sui respiro era quasi impercettibile. Si trattenne dall’urlare dal dolore mentre sotto di loro la pozza del loro sangue si mescolava imbrattando il terreno di rosso. Yuu aprì gli occhi dello stesso colore che un tempo aveva quella radura e incontrò quelli azzurri come il cielo di Mika. Entrambi pensarono che quella fine non fosse giusta. Non era giusto che morissero nello stesso luogo in cui si erano conosciuti, non era giusto che morissero a causa di una guerra inutile tra le loro due inutili razze. Non era  per niente giusto che morissero solo perché avevano avuto il coraggio di conoscersi e di amarsi.
-Stiamo morendo.- affermò con un filo di voce Yuu mentre si accovacciava meglio sul petto dell’altro. Le lacrime cominciarono a sgorgare sui loro visi perché si stavano rendendo conto che era troppo presto, dannatamente troppo presto. Avevano partecipato a quella guerra senza sapere veramente cosa quest’ultima avesse potuto comportare. Avevano ucciso, gridato, combattuto senza riconoscere che loro erano solo due misere creature confrontate alla grandezza di quel mondo. Perché avrebbero dovuto sopravvivere proprio loro due? Chi si credevano di essere? I protagonisti di un romanzo in cui loro sopravvivranno in eterno? Loro erano solamente due sedicenni che credevano di poter dare una lezione a due razze consumate dall’odio perché spinti dai loro sogni impossibili. Erano solo due sedicenni che ora stavano morendo e avevano ancora così tante cose da dirsi, così tante emozioni da provare.
-Già.- disse Mika affondando le dita tremanti tra i capelli corvini di Yuu. Si guardarono negli occhi ancora e ancora, voraci delle loro stesse immagini. Volevano riempirsi gli occhi di loro stessi così da ricordarseli per sempre.
Forse sarebbe stato meglio se non si fossero mai incontrati. Non avrebbero sofferto così tanto, non si sarebbero mai innamorati e magari non sarebbero morti così giovani. Avevano giocato con la sorte, l’avevano sfidata, ma nessuno può sfuggire ai suoi piani e questa era un’altra sua dimostrazione. Loro non erano nessuno.
-Non voglio morire..- mormorò Yuuichiro con la voce rotta dal pianto. Lui voleva fare ancora così tanto. L’ironia di tutta quella situazione era che Yuu era innamorato di un Vampiro i cui compagni lo avevano ridotto così. L’ironia di tutta quella situazione era che Mika era innamorato di un Umano i cui compagni lo avevano ridotto così.
-N-Nemmeno io.- balbettò allo stremo delle sue forze il biondo.
Era così ingiusto il mondo e loro non avevano dimostrato niente.
-N-Non ti preoccupare, Yuu. Ci rincontreremo…- mormorò Mika chiudendo gli occhi. Le palpebre si erano fatte così pesanti…
Yuuichiro appoggiò la testa sul suo petto tiepido e ascoltò ancora per un po’ il battito lento e faticoso del suo cuore.
-G-Già, magari…saremo dalla stessa parte.- disse chiudendo a sua volta gli occhi. Un senso di speranza si insinuò nelle sue membra stanche. Si, forse sarebbero rivissuti in un altro mondo, in un’altra epoca e avrebbero potuto riscrivere di nuovo le loro vite. Si, forse avrebbero potuto sfidare ancora una volta la sorte, magari sarebbero stati più forti.
Forse, in un’altra vita avrebbero potuto salvarsi.
 
 
 
 


If I hadn’t come,
If I hadn’t met you,
I could have saved you.





 
Note dell'autriciah:

Okay, so che dopo questo capitolo perderò tutte le poche lettrici che avevano seguito la fic fino a questo punto e che probabilmente, allo stesso tempo, cominceranno ad organizzarsi per un pestaggio di massa perché decisamente non può finire così.
Ebbene, ho due notizie per voi: quella negativa e quella positiva. Direi di partire da quella negativa così vi deprimete per bene (si sono sadica^^): il capitolo finisce proprio così, si si, sono morti entrambi e si, proprio come Romeo e Giulietta. Quella positiva è che questo, dopo un sacco di riflessioni, non è l'ultimo capitolo ma ne farò un altro. Sarà abbastanza cortino (credo) e non lo pubblicherò molto presto, ma almeno vi faccio digerire questo finale.
Lo so, non c'è mai limite alla mia capacità di essere sadica. Non posso farci niente ma se non muore qualcuno io non sono contenta.....
Detto questo, accetterò i vostri sfoghi basta che non vi presentiate con torce e forconi sotto a casa mia xD
Al prossimo e ultimo capitolo,
Road_sama
  
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