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Autore: amoribanez    01/08/2015    1 recensioni
Tratta da una storia semi-vera dove i personaggi sono persone che potrebbero esistere o meno. Chi lo sa?
Ambientata a Siviglia (Spagna), narra la storia di alcuni ragazzi omosessuali e delle loro avventure/disavventure.
"Era un giorno solare… solare come Feliz.
Feliz era un chico di Sevilla e il suo sogno nel cassetto era..."
Genere: Comico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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SEASON 4 

CHAPTER 2

 

Martah si voltò a guardare il tramonto, dal promontorio dove avevano posteggiato la macchina tutto sembrava così lontano, surreale.

Passò la mano sul petto nudo di Delmar e scese fino all’ombelico.

Delmar: “Wow! Aspetta un attimo, abbiamo appena finito. Ho bisogno di cinque minuti prima di ricominciare!”

Martah: “Oh sì, va bene amore”

Tornò a fissare il tramonto e si accese una sigaretta.

Delmar: “Lo sai che non voglio che si fumi nella mia macchina!”

Martah lo guardò, sorridendo, e gli soffiò il fumo addosso.

Martah: “Ho forse infranto le regole? Sono stata cattiva?” – fece un altro tiro di sigaretta – “Non mi merito, forse, una… punizione?”

Le piaceva stuzzicarlo, le piaceva vederlo prendere posizione, le piaceva vederlo comandare. Con il suo lavoro era costretta sempre a tenere tutto e tutti sott’occhio e a fare attenzione, sempre. Era lei il boss, qualsiasi passo falso avessero fatto i suoi ragazzi si sarebbe riflesso sulla sua più che rinomata reputazione, quindi era bello, per una volta, lasciarsi comandare e non dover pensare a tutto.

Si distese sopra il corpo nudo di Delmar e, con uno sguardo più che provocatorio, fece per avvicinare la sigaretta alla bocca, quando ad un tratto Delmar le bloccò la mano afferrandole il polso, e cominciò a stringerlo sempre più forte. A causa del dolore, Martah lasciò cadere la sigaretta sotto al sedile, poi Delmar la rivoltò velocemente e all’improvviso si ritrovò distesa a pancia in giù, Delmar sopra di lei le aveva afferrato la testa per i capelli, e gliela schiacciava sul sedile.

Si avvicinò e le sussurrò all’orecchio “Sei stata molto cattiva, nessuno può disubbidire alle mie regole”.

 

Tornato a casa, Feliz posò il cappotto nell’appendiabiti e si diresse subito in cucina per preparare la cena (menu del giorno: frittata di fagioli e zucca con contorno di “Share Box” del McDonald's[1]).

Feliz: “Amore! Sono a casa!”

Non fu difficile trovare Jorge, Feliz lo trovò a trafficare con il frigorifero. Inizialmente non ci fece molto caso e cominciò a rompere le uova per la frittata. Fino a quando non si voltò un attimo e vide Jorge con in mano il filetto di merluzzo che aveva marinato per sei ore, proprio per cucinare il suo famoso “Share Box”.

Fu un attimo, un lampo. Il filetto era tra le sue mani e un attimo dopo volava attraverso la cucina, rompeva il vetro della finestra e precipitava rovinosamente nel vicolo dietro il loro appartamento.

Feliz non riuscì a metabolizzare quell’evento così repentino e inaspettato lì per lì, poi guardò oltre Jorge e vide il frigo rimasto aperto, e completamente svuotato. Solo un mazzo di radicchio, un porro e un po’ di maizena si erano salvati dalla follia cibocida di Jorge.

Feliz: “Ma… Cosa…”

Jorge si era seduto per terra e faceva profondi respiri, tenendo gli occhi chiusi. Feliz rimase fermo a fissarlo per qualche secondo.

Jorge: “Non sempre le nostre azioni appaiono chiare agli occhi degli altri, e a volte, quando ci spingiamo oltre quella linea che fino a un attimo prima sembrava invalicabile, possiamo raggiungere una nuova prospettiva delle cose. Il problema è che tutti gli altri sono rimasti indietro, gli eretici della vita vanno avanti e gli altri rimangono indietro. E allora il senso di colpa alza il capo, minacciosamente, perché se ai più l’eresia è spingersi oltre quella linea, per coloro che esplorano nuovi mondi l’eresia più grande è non superare il limite delle nostre capacità”

Un insieme di sentimenti colpì Jorge all’improvviso. Cominciò a piangere, a piangere in continuazione. Lacrime di tristezza? No, lacrime di libertà.

Jorge: “Io lo so che tu non puoi capirmi… Ma io sto salvando il mondo in questo momento”

La sua voce era spezzata, e allo stesso tempo calma.

Il primo impulso di Feliz fu quello di urlare, di arrabbiarsi, di andarsene, ma non era quella la cosa giusta da fare.

Si inginocchiò vicino a suo marito, lo guardò negli occhi e gli diede un bacio.

Feliz: “E’ vero, non posso capirti. Ma voglio provarci. Vediamo com’è questa cosa del vegenamardismo”

Jorge: “D-davvero?”

Feliz annuì. Jorge lo guardò con gli occhi colmi di speranza e lo baciò, lo strinse forte a sé e nel giro di pochi secondi era sopra di lui, sul pavimento della cucina.

Jorge: “Ti amo”

Feliz ansimava, mentre Jorge lo baciava e gli stringeva le mani.

Jorge: “Mi aiuterai a salvare il mondo?”

Feliz: “Sì… Sì…”

Jorge: “Promettimi che saremo io e tu a cambiare le cose”

Feliz: “Sì… Sì, io e tu”

Ma, ovviamente, Feliz non era più consapevole di quello che stava dicendo, troppo preso dall’orgasmo che lo stava facendo dimenare sotto il peso di Jorge.

Mezz’ora dopo, Feliz si ritrovò per terra, la testa appoggiata al petto di Jorge, che si era profondamente addormentato. Era sconvolto: non lo avevano mai fatto così prima, Jorge era stato passionale, dolce, un po’ violento a pensarci bene, ma comunque la cosa non gli era dispiaciuta così tanto. Si strinse a lui e si addormentò.

La mattina seguente si svegliò nudo sul pavimento della cucina, da solo. Jorge era andato a lavoro, ma lo aveva coperto con un plaid e gli aveva messo un cuscino sotto la testa prima di uscire.

Rimase accoccolato sotto la coperta per qualche istante, poi si alzò di scatto. Si era completamente dimenticato di dover andare a prendere Paquita per lasciarla al suo studio televisivo. Erano già le 10 e 30!

Si vestì di corsa controllando il telefono: ben cinque chiamate perse! Scese le scale a due a due, salì in macchina e sfrecciò in direzione della casa di Paquita. La trovò già fuori, era livida.

Paquita: “GLI AEREI NON PARTONO? DEVONO PARTIRE! D’ACCORDO?”

Feliz: “Scusa, scusa! Paqui! Mi dispiace tantissimo, non ho sentito la sveglia”

Paquita: “Mi hai deluso”

Lo sguardo di Paquita lo trafiggeva dritto al cuore.

Arrivati allo studio televisivo trovarono il caos più totale: truccatori, parrucchieri, cameramen, stagisti: erano tutti nel pallone. Correvano avanti e indietro dai camerini al set, e quando videro Paquita arrivare la trascinarono, letteralmente, nel suo camerino per prepararsi.

“Dovevamo cominciare le riprese più di un’ora fa!” - le urlava il regista – “Dove diavolo eri finita?”

Feliz intanto stava aggredendo il tavolo con le vivande, divorando danesi a due a due. Certo, era lui di solito a lasciarla ovunque, ma non era mai rimasto a vederla lavorare dal vivo. Quando Paquita fu pronta per le riprese, Feliz si sedette negli spalti e osservò la sua amica nel suo habitat naturale, nel suo elemento: era grandiosa! Passava dai tarocchi all’oroscopo con una fluidità maestosa. Le luci dei riflettori facevano scintillare le sue baggianissime collanine e il suo turbante.

Feliz la osservava sempre più strabiliato, sgranocchiando una busta di popcorn (ma dove li aveva presi quelli, poi?), fino a quando non arrivò il momento delle telefonate da casa (palesemente veicolate per far sembrare Paquita dotata di poteri straordinari)

Paquita: “Sento che lei è sposata…”

OH MIO DIOOOO! E’ VERO!”

Paquita: “Gli spiriti parlano chiaro, signora, lei ha ben due occhi!”

NON RIESCO A CREDERCI! MA COME FA A SAPERLO?”

Poi cominciarono le rubriche extra, con la florist Wilma Flores (che aveva preparato un vasetto di gerani e curcuma!!)

Wilma: “Come potete vedere la vostra magica composizione attirerà nel vostro appartamento tanti carinissimi animaletti!”

Uno sciame d’api entrò dalla finestra e l’aggredì. Wilma si mise a correre per tutto lo studio e Paquita si crogiolava nel momento “Con questo la mia audience salirà alle stelle!” pensava, mentre Wilma correva per il set urlando “Ayúdame! Ayúdame! Soy alérgica a las abejas![2]”.

Quando i paramedici portarono via Wilma, intubata e ormai gonfia come una zampogna, fu il turno della seconda rubrica.

Tutte le luci si spensero e un riflettore rosa pastello si accese all’improvviso.

Tu…… Sei…….” – il set cominciò a tremare – “PAAAAASSIVAAAAA

La rubrica che Feliz adorava di più! Condotta da nientepopodimeno che Chuchos Dosmengias Badaleggiasss! Non riusciva a crederci!

Feliz lo vide troieggiare un po’ tra dildi giganti e fotomodelli, poi Chuchos cominciò a telefonare gente presa a caso dalle pàginas amarillas[3]:

“Tu sei PASSSSSIVAAAAAA! TU sei…. PAAAAASSIVAAAAAA!!! Tu non sei passiva… TU INVECE SEI PASSIVAAAAAAAAA!”

Alla fine del programma, Paquita raggiunse Feliz (che stava esprimendo tutta la sua ammirazione per Chuchos chiedendogli ventimila autografi) e gli ordinò di portarla a prendere un yogurt.

Mentre Paquita stava mangiando, Feliz fissava il vuoto. Poi, trovò il coraggio e parlò, le raccontò tutto quello che era successo la notte precedente.

Paquita: “COSA? Quando stava con me non era mai così a letto! Dovevo fare tutto io mentre lui era coricato a letto a guardare il film degli Avengers!!!”

Feliz: “Dai, Paqui! Sono serio! Che devo fare con lui? Marisol ha detto che dovrei sostenerlo comunque, e vorrei farlo, davvero, ma… Non ci riesco”

Paquita: “Be’ non saprei… Lui si fa prendere molto dalle sue cose… Quando stavamo assieme diceva sempre che doveva esercitarsi con la chitarra, o che voleva chattare con la sua amica di penna per esercitarsi col suo inglese”

Feliz: “Oddio!! No lo puedo permitir[4]! Devo fare qualcosa!!”

 

Dopo aver pagato lo yogurt di Paquita (“Faceva schifo! Pagamelo tu! E’ colpa tua che mi hai portata qui!”) e averla lasciata a casa, si diresse verso casa, pensando a quello che avrebbe voluto dire a Jorge, ma trovò una sorpresa al suo arrivo: Marisol era seduta davanti il portone d’ingresso, in lacrime.

Feliz la raggiunse di corsa.

Feliz: “Mari! ¡¿Qué pasò?![5] Stai bene?”

Marisol aveva la faccia tra le ginocchia, non gli rispondeva.

Feliz: “Che.. Che devo fare? Vuoi che me ne vada? Vuoi salire da me?”

Marisol faceva segno di no, ma ancora non voleva uscire dal suo rifugio tra le ginocchia.

Feliz: “Vuoi che restiamo qui?” – Marisol afferrò il suo braccio – “Okay allora…”

Rimasero seduti lì ancora per qualche minuto. Poi Marisol uscì dal suo rifugio.

Marisol: “Io ti amo”.




NdA:
  1. “Share Box” del McDonald's = http://www.mcdonalds.ch/sites/default/files/chi-sharingbox-big.jpg
  2. Ayúdame! Ayúdame! Soy alérgica a las abejas = Aiutami! Aiutami! Sono allergica alle api
  3. Pàginas amarillas = Pagine gialle
  4. No lo puedo permitir = Non posso permetterlo
  5. ¡¿Qué pasò?! = Che è successo?!
   
 
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