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Autore: eLiSeTtA    26/01/2009    12 recensioni
Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per staccarsi dall’abbraccio di Tony...
Un po’ per il proprio orgoglio...
Un po’ perché se fosse rimasta con lui un minuto in più era sicura che non sarebbe riuscita ad abbandonarlo...
Mettendo però a rischio la sua vita...
E questo lei non poteva permetterlo assolutamente...
Così si incamminò verso la porta.
Arrivata alla soglia mise una mano sullo stipite e si girò verso di lui.
- Addio Tony...- E, dopo averlo guardato negli occhi per l’ultima volta, sparì.
ff di elisa_93, a parere di eLiSeTtA uno dei suoi migliori lavori... sta a voi decidere, oh carissimi lettori!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci finalmente al capitolo 13... il fatidico capitolo dell’incontro... purtroppo per colpa di qualcuno... non farò nomi... (eLiSeTtA) sapete già che è un capitolo “speciale” e quindi ringraziate CHI ha fatto spoiler e che vi ha quindi rovinato la sorpresa... (perché doveva essere una sorpresa per voi uffi!) non la uccidete però... quel compito spetta a me... muahahahahah...

A parte gli scherzi... ora vi lascio al capitolo! Buona lettura!

 

 

 

 

 

13. Un inizio e una fine

 

 

 

 

Tel Aviv 20:40 ora locale

Abitazione di Yanir Afek

 

Tony non riusciva a capacitarsi di essere appena riuscito a trascinare Ziva in un luogo apparentemente sicuro, una casa disabitata nel mezzo di un aranceto, ferito e confuso.

Lei aveva pronunciato frasi come: “Non può essere morta... non lei... è un incubo...” per tutto il tragitto e lui era rimasto stupito di fronte a quel lato di Ziva di cui ignorava l’esistenza.

Appena entrato nell’abitazione si era chiuso la porta alle spalle e aveva osservato la sua compagna mentre si sedeva sul letto.

Preso come era dalla fuga non si era nemmeno reso conto di essere ritornato nell’abitazione di Afek.

Stranamente il vecchio non era in casa...

Si concesse un secondo per pensare cosa stesse facendo quell’uomo con il suo lupo...

Poi Tony tornò a dedicarsi a Ziva.

Pareva in trance.

Fissava il vuoto con una intensità che lo spaventava.

Si sentiva lontano da lei... incapace di raggiungerla...

L’aveva cercata per giorni...

E ora che l’aveva trovata...

Le cose non dovevano andare così...

Le si avvicinò con cautela e abbassandosi verso di lei le chiese dolcemente come stava.

Ziva non rispose.

Lui sospirando si tirò su e andò verso il bagno, dove trovò tutto l’occorrente per ripulire, disinfettare e fasciare le loro ferite.

Prima si occupò di lei.

Per fortuna era solo stata colpita di striscio all’avambraccio e aveva qualche escoriazione...

La ragazza per tutto il tempo della medicazione non si era mossa e non aveva dato segno di capire cosa stesse succedendo intorno a lei.

Poi DiNozzo con quello che rimaneva pensò a sé.

Era stato colpito al fianco, per fortuna superficialmente, ma sanguinava parecchio...

Alla fine, stremato, Tony si sedette accanto a lei e iniziò a sussurrarle parole di incoraggiamento.

- Ziva svegliati... sono Tony... sei al sicuro ora... dai...-

- Tony?- chiese lei girandosi a fissarlo ma i suoi occhi non avevano nessuna un’espressione e lei pareva non riconoscerlo.

- Si... sono Tony...-

- Tony...- ripeté lei come se cercasse di ricordare dove avesse già sentito quel nome.

- Brava, Tony! Ti prego torna in te...-

- Tony...- disse ancora una volta la donna e in quel momento si ricordò tutto.

L’imboscata, il suo incontro con lui, la morte di Sara...

- Tony... è stata colpa tua!!! E’ stata colpa tua!!!- fece alzandosi in piedi e gridandogli addosso.

Anche lui si alzò e la guardò confuso negli occhi.

- Se tu non mi avessi trattenuta l’avrei salvata e lei sarebbe ancora viva!!! E’ stata tutta colpa tua!!!-

E dicendo così cominciò a prenderlo a pugni.

- E’ colpa tua!!! Tua!!! Sei un bastardo!!! Sara è morta per colpa tua!!!-

“Se io non ti avessi trattenuta avresti fatto la fine di quella poveretta probabilmente...” pensò Tony un poco sorpreso da quella reazione improvvisa.

Ma Ziva in quel momento non aveva bisogno di qualcuno che la contraddicesse...

Per questo, lui nonostante quei colpi gli facessero male, non reagì e li subì tutti con estrema serenità.

Lei continuò a prenderlo a pugni innumerevoli volte, finché, stanca, si accasciò contro il suo corpo.

Tony prontamente la sorresse.

Quando alzò gli occhi verso di lui, e notò che il suo viso era pieno di contusioni, parve riacquistare il senno.

Gli occhi non erano più inespressivi, anzi sembravano mortificati per quello che gli aveva appena fatto.

- Tony... che ti ho fatto... scusami...- disse la ragazza abbracciandolo forte.

- “Mai chiedere scusa è un segno di debolezza”!- citò Tony abbozzando a un sorriso, poi tornò serio - Non è niente comunque... tranquilla... non è successo niente... va tutto bene...- e prese a carezzarle i capelli.

- Che ci fai qui in Israele?- chiese ancora appoggiata a lui.

Tony non rispose e rimase in silenzio.

Ziva allora scostò lentamente la faccia dalla sua spalla e lo fissò intensamente negli occhi.

Quanto le era mancato quello sguardo...

Beffardo ma allo stesso tempo dolce...

Semplice ma complesso...

L’unico sguardo capace di farla sentire al sicuro...

Quello sguardo valeva più di mille parole...

Con estrema cautela avvicinò le proprie labbra alle sue toccandole appena.

Poi ripeté il gesto approfondendo quel magico contatto.

Il solido muro che aveva intorno al cuore cedette.

Ricominciò a piangere e questa volta si abbandonò ai singhiozzi.

- Ziva...- disse Tony staccandosi un momento e ansimando.

Non doveva assolutamente andare così!

- Stai zitto...- mormorò lei tirandolo nuovamente a sé.

Si sdraiarono, lei percepì il sapore ferroso del sangue sulle labbra del ragazzo, là dove l’aveva colpito con violenza poco prima.

Dapprima fu il bisogno di sopravvivere a tutto quello che avevano passato a guidarli, poi fu qualcosa di più profondo e antico che fece scordare loro il dolore, sia fisico che morale, che li stava tormentando.

Infine persero la consapevolezza di tutto.

Inconsapevoli del mondo, inconsapevoli della guerra, inconsapevoli della morte che li circondavano rendendo le loro vite impossibili, ma non inconsapevoli di loro stessi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 7:05 ora locale

Abitazione di Yanir Afek

 

Quando si svegliò Tony si accorse di essere da solo nel letto.

Lentamente si mise a sedere, e quando lo fece provò un fitto dolore al fianco, ma non vi badò.

- Buongiorno...- lo salutò Ziva tornando dal bagno.

- Ciao...- le disse con dolcezza - Perché non mi hai svegliato?-

- Pensavo volessi dormire ancora un po’...- rispose facendo le spallucce.

Lui si allungò verso di lei, cercando di afferrarla, ma Ziva si sottrasse alla sua presa e s’allontanò un poco.

- Ci aspetta una lunga giornata...-

Con un grugnito di disapprovazione Tony si alzò e prese i boxer dai suoi abiti ammucchiati vicino al letto, mentre Ziva raccoglieva le sue cose.

Dalla finestra, il ragazzo studiò il paesaggio.

Il cielo mattutino era azzurro e limpido. Il sole era caldo e brillante e faceva risplendere le gocce di rugiada sugli alberi come gioielli.

- Vieni a vedere!- gridò.

Con indosso i pantaloni di tela e la camicia abbottonata a metà, Ziva lo raggiunse.

Lui la guardò stordito dalla sua bellezza.

La donna spalancò gli occhi di fronte a quello spettacolo che tanto le era mancato.

- Che meraviglia... queste cose non si vedono a Washington...- mormorò, poi si appoggiò a Tony che istintivamente la abbracciò.

- Beh... a Washington ci sono altre meraviglie... prendi me come esempi... ahi! Va bene ho capito... la smetto...-

Restarono immobili e in silenzio per qualche minuto.

Poi Ziva si divincolò dall’abbraccio.

- Dobbiamo andare... abbiamo molte cose da fare...-

- Più di quelle che abbiamo fatto ieri sera?- chiese DiNozzo sornione.

Ziva non potè trattenere un sorriso, ma poi torno seria e lo fissò con la sua occhiataccia.

- Forza! Smuovi quel sederino peloso e preparati!-

Tony annuì e sospirò.

Come ebbe finito di vestirsi raggiunse Ziva che stava cercando qualcosa di utile nei cassetti della cucina.

La vide prendere in mano una forchetta e osservarla in tutte le sue angolazioni, poi, delusa, la buttò dietro di se...

Fece per esaminare un coltello ma Tony la baciò con passione sorprendendo entrambi...

Soprattutto Ziva... che però alla fine ricambiò il bacio.

Nessuno dei due aveva fatto parola sui possibili sviluppi di quella storia.

La notte prima avevano parlato a lungo di padri, fratelli, amici...

Vivi e morti.

C’erano state altre lacrime.

Poi si erano amati di nuovo e infine erano sprofondati nel letto per godere di qualche ora di sonno prima dell’alba.

Tony sapeva benissimo che quello che era successo la notte precedente era la conseguenza di tutti quegli eventi nefasti che erano accaduti ad entrambi nel corso della loro vita e che li avevano uniti a poco a poco...

Non era amore...

Non ancora almeno...

Però era un inizio.

E se quel bacio poteva essere un inizio per lui, poteva esserlo anche per lei, o almeno così sperava.

- Cosa facciamo ora?- chiese Ziva staccandosi leggermente da lui - Ce ne andiamo... prima che il proprietario ritorni?-

- Con la fortuna che abbiamo mi stupisce che Afek non sia spuntato fuori proprio mentre noi...-

- Già...- lo interruppe Ziva imbarazzata - Chi è Afek?-

- Il proprietario...- rispose Tony come se fosse ovvio.

- Tu conosci il proprietario di questa casa?- fece lei spingendolo via piuttosto accigliata.

- Si... è quello che si è occupato di me quando sono stato aggredito da quei mercenari... bravo uomo...-

- E ora dov’è?-

- Non lo so...-

- Che significa che non lo sai?-

- Mica sono il suo segretario!- ribattè il ragazzo - Comunque dovrebbe essere a caccia con Badir...-

- E chi è?-

- Il suo lupo...-

- Ah... certo che le persone strane le conosci tutte tu...-

- Non so se prenderlo come un complimento o come un insulto...-

- Lascia perdere... hai preso tutto piuttosto?-

- Si... avevo solo i vestiti...-

- Bene... non ci sono armi qua... neanche un coltello un po’ più grosso del normale in cucina o di un bisturi... ho cercato ovunque... anche in bagno...-

- Chi nasconderebbe le armi in bagno?-

- Io... comunque sono disarmata come te... quindi come facciamo?-

- Beh... io non ho mai detto di essere disarmato...-

- E me lo dici ora?!?-

- Si...- e le lanciò la pistola che gli aveva dato Afek.

- Se non hai altre bollenti rivelazioni da farmi possiamo partire...- fece Ziva incamminandosi verso la porta con passo deciso.

- Scottanti rivelazioni... non bollenti... comunque... non potremmo rimanere qua e aspettare che il vecchio torni?- le fece notare DiNozzo cingendola da dietro con le braccia.

- No... Tony io devo tornare al quartier generale del Mossad e denunciare l’incidente... devo fare “arrestare” Hazif per tutto quello che mi ha fatto... la deve pagare...- rispose lei divincolandosi.

- Va bene... allora partiamo subito...- borbottò Tony.

Poi andò verso la porta e la aprì galantemente per far passare la ragazza.

- Grazie...- disse questa sorridendogli.

Appena misero piede fuori di casa l’aria fresca del mattino li investì, portando con se profumi quasi sconosciuti a Tony.

Percorsero insieme la stretta stradina che si apriva tra gli alberi.

Era grande appena per far passare il furgoncino di Afek.

- Ma non finisce mai?!?- commentò Ziva dopo un paio di minuti di cammino.

- Dovrebbe mancare poco alla fine... ah! Ecco il cancello!-

Una volta oltrepassato davanti a loro si estesero circa  cento metri di manto erboso che poi con una discesa rocciosa arrivava in autostrada.

Ziva cominciò a chiedersi come avesse fatto Tony a portare entrambi sino a quella casa...

Doveva essere stato estenuante oltre che pericoloso... eppure lui non si era tirato indietro...

Le aveva salvato la vita... 

E lei invece lo aveva picchiato...

- Ehi, occhioni belli... torna tra noi invece di fissarmi come se non avessi mai visto un uomo... capisco d’essere irresistibile... però non ti pare di esagerare?-

Lei gli rivolse l’occhiataccia.

- Allora... da che parte andiamo?- disse Tony osservando confuso la grande distesa d’erba che si trovava davanti a loro.

- Afek ti ha detto dove si trova la sua casa più o meno?-

- Ha detto che è poco lontano da Gannot mi pare...-

- Ottimo... là ci sono agenti del Mossad a volontà...- fece aumentando il passo e cominciando a camminare verso la discesa che portava all’autostrada.

- Come mai?- chiese Anthony incuriosito e seguendola.

- Mio padre è stato ricoverato in una clinica privata proprio a Gannot...-

- Capito...-

Quando ormai erano quasi arrivati alla discesa udirono un rumore appena percettibile alle loro spalle.

- Hai sentito anche tu?- chiese Tony preoccupato.

Ziva annuì.

Lentamente si voltarono e andarono a controllare.

Ma purtroppo per loro si ritrovarono davanti una granata stordente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 10:07 ora locale

Proprietà di Yanir Afek

 

Quando si svegliò Tony si accorse di avere mani e piedi legati.

Dove si trovava?

Non ricordava nulla di quello che era successo...

Era steso su un prato ed era legato come un salame...

Perché?

I ricordi lo assalirono improvvisamente...

La partenza improvvisa di Ziva... l’imboscata... Afek... Ziva che piange sul suo petto... Ziva che lo bacia con passione... la granata stordente...

Ziva!

In qualche modo riuscì a mettersi in ginocchio e ancora con la vista offuscata la cercò utilizzando gli altri sensi.

Riusciva a sentire il suo respiro il suo respiro...

Era accanto a lui... viva...

“Ma per quanto?” pensò cercando di mettere a fuoco l’uomo davanti a lui.

- Tu sveglio... miracolo...- commentò il mercenario che li aveva catturati con un sorriso odioso stampato in faccia.

Avrebbe riconosciuto quella voce e quella faccia ovunque...

Era Abdal...

Era ferito ad una spalla... e doveva anche essere uno dei mercenari che avevano ucciso Sara...

Ecco chi era quel tipo che gli pareva di aver già visto da qualche parte!

Si diede dello stupido per non essere riuscito a identificarlo prima...

- Ha ragione il nostro amico, Tony... hai dormito un sacco...- disse Ziva alla sua sinistra per sdrammatizzare.

- Beh... se avevo del sonno da recuperare non era colpa mia... o sbaglio?-

- Voi smettere di parlare!-

- Stiamo discutendo mio caro amico sgrammaticato! Quindi lasciaci in pace!-

Abdal colpì Tony al viso con una violenza tale da farlo traballare.

- Voi smettere di parlare...- ripeté sorridendo.

- Va bene... non scaldarti tanto amico...-

- Dopo tempo ora io posso ammazzare te americano! Il capo voleva fare fuori me perché tu scappato!-

- E’ colpa mia se io sono intelligente e tu no?-

Un altro, e stavolta anche più violento del primo.

- Ora io uccidere tua amica... perché per lei capo pagare meglio... e perché io volere vedere te soffrire...-

E così dicendo puntò la pistola verso la testa di Ziva.

- Ehm... ma tu lo sai chi è lei?!?- chiese Tony per guadagnare tempo: ci doveva essere una soluzione... per forza!

- Si... fonte di soldi e tua ragazza...- rispose Abdal senza abbassare la pistola.

- No amico! Lei è il Vicedirettore del Mossad!-

Tentò di sciogliere le corde...

- Davvero?-

- Si! Se la ammazzi ti saranno tutti addosso...-

Abdal le aveva strette per bene... era inutile continuare a provarci...

- No affare mio... dopo avere ammazzato voi, io andare via da questo paese di ebrei e andare in mio paese d’origine!-

Aveva fatto in modo che stessero in ginocchio... poteva provare ad alzarsi di scatto e colpirlo con una testata...

No... aveva sospettato che l’avrebbero pensato... così si era messo a distanza di sicurezza...

- Ma...- stava per ribattere ma fu interrotto da Ziva.

- Tony smettila... non cambierà mai idea... lo sai che sono così i terroristi... incuranti della morte e dei pericoli...-

Non avrebbe mai detto così se non fosse stata sicura che non ci fosse nessuna via d’uscita... oppure aveva un piano?

- Mi stai dicendo che devo guardarti morire senza fare niente?!?- gridò il ragazzo per scaricare la tensione.

- Voi zitti!-

- E stai zitto tu!-

Ricevette un altro pugno.

- Giuro che te la farò pagare amico...- rispose tra i denti DiNozzo.

- Certo certo... ora tu guardare bene: io uccidere tua ragazza!- e così dicendo puntò tutto sorridente la pistola verso la sua testa.

- Ziva... ti prego... devi avere un piano di riserva! Tu hai sempre un piano di riserva... riesci sempre a cavartela...- fece il ragazzo quasi balbettando e cercando conforto nella sua voce.

- Chiudi gli occhi... - rispose Ziva con un tono di voce che non riuscì a decifrare.

- No! Ci deve essere un modo... lo troveremo! Ci salveremo!-

- Non c’è...- gli fece un mezzo sorriso - chiudi gli occhi...-

Ma lui la fissava ancora con quei suoi occhi magnetici...

Non voleva lasciarla andare...

Non poteva lasciarla andare!

Non dopo tutto quello che avevano passato!

Non proprio ora che si erano finalmente ritrovati!

La ragazza lo fissò con una dolcezza che non credeva di possedere e sussurrò:

- Chiudi gli occhi... per favore...-

Ziva osservò un riluttante Tony chiudere gli occhi e poi fece lo stesso anche lei aspettando il proiettile.

Non c’era un modo per uscirne... aveva analizzato anche lei tutte le possibilità...

E tranne che arrivasse loro un aiuto esterno non avevano speranze...

L’unica cosa buona era che non avrebbe dovuto veder morire Tony...

Doveva ammettere a se stessa che forse si era innamorata di lui...

Era incredibile...

Lei... Ziva David... che si era innamorata di DiNozzo!

Se si fosse trovata un altro contesto avrebbe persino riso...

Non credeva che avrebbe mai provato qualcosa del genere per un uomo... soprattutto per quell’uomo...

Un sentimento così forte da farle desiderare la propria morte piuttosto che la sua...

Il rumore improvviso dello sparo riempì l’aria intorno a loro...

Per un secondo non si sentì nulla, solo l’eco del rumore improvviso che aleggiava ancora in aria...

Con suo immenso stupore Ziva si rese conto che il proiettile non l’aveva colpita... e che lei era stata spinta di lato da una spallata...

Intuendo riluttante quello che era appena successo aprì gli occhi e fissò orripilata il corpo di Tony, che giaceva alla sua destra, immobile e con la faccia ricoperta di sangue.

 

 

 

 

 

* Non picchiatemi!!! Mi sono già punita da sola...

* luxu2: beh creare un McGee imbambolato mi sono ispirata ad una scena dell’ottava puntata della terza stagione (Assassini/Undercovers, quella in cui Tony e Ziva erano sotto copertura), in quella scena McGee rimaneva imbambolato e balbettava solamente perché i due agenti dell’FBI gli avevano detto che Tony e Ziva erano stati a letto insieme e per giunta non ne era sicuro... o non li aveva visti con i suoi occhi... tutto qui...

 

 

 

  
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