'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di J.K. Rowling; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'
A Greta,
perché
vorrei che fossi con noi, ma non ci sei
e
perché sei un po' troppo Romione
The Downside
Gli
occhi del signor Malfoy erano tornati a posarsi su Hermione, che
arrossì un po', ma sostenne il suo sguardo con fermezza.
Il
brusio della folla solleticava le orecchie di Draco, ma in quel
momento contava ben poco: come si permettesse una mezzosangue
di mostrarsi a testa alta difronte a suo padre non riusciva a
capirlo, ed era così fiera che non riuscì a non
stupirsi. Per la
prima volta si accese qualcosa in Draco Malfoy.
Draco
era curioso e la osservò per buona parte della partita. Quel
cesto
di capelli non la rendeva certo più attraente, ma era
diversa, aveva
qualcosa che gli altri non avevano. Se suo padre lo avesse sentito,
di certo lo avrebbe punito con una punizione esemplare, ma non poteva
farne a meno.
Quando
se ne andarono, dopo l'arrivo dei Mangiamorte, li seguì;
questo non
era certamente ciò che avrebbe fatto un Malfoy, ma in fondo
lui era
anche un Black, poteva permettersi certe cose.
Ad
un certo punto, in preda alla confusione, Potter cadde addosso alla
ragazza e Draco si nascose dietro a un tronco d'albero.
«Sono
inciampato su una radice» sbottò
quell'idiota di Weasley.
Lui
non riuscì a trattenersi. «Be',
con dei piedi di quelle
dimensioni è difficile evitarlo.»
Si
voltò tutto il trio in contemporanea, compreso pel
di carota,
che era ancora steso a terra e si stava rialzando.
«Non
è meglio che vi muoviate, adesso? Non vorrete che
riconoscano anche
lei, vero?» e indicò la
mezzosangue con un cenno.
Si
scambiarono il loro solito connubio di insulti e poi lei li
trascinò
via. Quanto odiava Weasel
non avrebbe
saputo dirlo, quel pezzente. Lei non aveva
abbassato lo
sguardo nemmeno per un attimo e Draco non sapeva se questo lo
infastidisse o lo incuriosisse di più.
«Lurida
Mezzosangue.»
§
Due
giorni dopo iniziarono le lezioni a Hogwarts e si venne a sapere che
si sarebbe svolto il Torneo Tremaghi quell'anno nella scuola, creando
così grande scompiglio tra i ragazzi («Lo
sapevo già»
aveva borbottato durante il discorso di Silente).
Alla
seconda ora del mattino lui e la sua combriccola erano scesi al
limitare della Foresta Proibita per Cura delle Creature Magiche. La
brillante idea del gigante era stata quella di allevare giganteschi
vermoni bianchi e viscidi.
«Ah,
certi hanno il pungiglione» disse Hagrid entusiasta (Lavanda
ritrasse in fretta la mano dal contenitore). «Mi sa che sono
i
maschi... le femmine hanno delle cosette per succhiare sulla
pancia... per succhiare il sangue, credo».
«Be',
adesso capisco perché stiamo cercando di tenerli in
vita» disse
Malfoy sarcastico. «Chi non vorrebbe un animaletto che
brucia, punge
e morde contemporaneamente?»
«Solo
perché non sono proprio carini non vuol dire che non servono
a
niente» ribatté Hermione. «Il sangue di
drago è
straordinariamente magico, ma non per questo vorresti avere un drago
come animale di compagnia, no?»
Non
seppe cosa risponderle e questo lo disturbò non poco.
“Ecco la
Mezzosangue in aiuto dei due magici idioti e del guardiacaccia non da
meno”.
La
lezione andò avanti a fegato di rana e uova di formiche, fin
quando
Draco, esasperato, non sentì qualcosa che lo fece
rinvigorire:
«...L'ho detto solo per zittire
Malfoy» disse
lei. «Che, tra parentesi, secondo me ha
ragione. La cosa
migliore da fare sarebbe schiacciarli tutti prima che comincino ad
attaccarci». Si
lasciò
sfuggire un ghigno soddisfatto. Che la Granger approvasse qualcosa di
detto da lui era assolutamente
una novità.
§
È
piuttosto nota la fragilità dell'orgoglio Malfoy, tanto
quanto lo è
quella dell'intera casata Grifondoro e quel giorno l'ego di Draco era
stato malamente preso a calci.
Come
se non ne bastasse uno di babbeo a insegnare, era stato assunto
Malocchio Moody a Difesa delle Arti Oscure, che lo aveva trasformato
in una donnola per difendere San Potter e il suo amico Weasel.
Assolutamente intollerabile.
Si
limitò a girovagare per i corridoi, ascoltando il ritmo
costante dei
suoi passi, finché non decise che tornare nei dormitori non
era tra
le sue priorità. Quella storia lo seccava troppo per
discuterne con
qualcuno e, decisamente, non ne avrebbe parlato con Blaise, che si
sarebbe limitato a ridere; piuttosto, la biblioteca sembrava il posto
adatto dove nascondersi. Era tardi e nessuno studente con un briciolo
di buon senso avrebbe deciso di starsene a studiare fino a quell'ora.
Giunto
soglia si accorse di non aver considerato qualcosa di fondamentale:
la Mezzosangue, che come al suo solito aveva infossato il volto tra
le pagine dei libri e un discreto ammontare di pergamene. Quale
migliore occasione di questa? Draco ghignò (o
sorrise? No,
proprio no).
Si
avvicinò silenziosamente fino al suo tavolo e le si sedette
di
fronte. La ragazza non si era ancora accorta di lui e questo gli
diede il tempo di osservarla. La camicia era sgualcita e le maniche
arricciate fino al gomito, mentre la cravatta era allentata; i
capelli assomigliavano molto di più a un nido, ma lo
trovò
particolarmente divertente. Sfogliava affannosamente la pagine, come
se da quel che cercava dipendesse la sua stessa vita.
Draco
si sporse verso di lei e Hermione alzò lentamente lo
sguardo, con
l'espressione di chi spera che ciò che vede sia solo
un'allucinazione dovuta alla stanchezza.
«Malfoy»
disse lei, quasi avesse voluto fare una constatazione.
«Mezzosangue,
mi sembra un po' tardi per studiare» sentenziò il
biondo con voce
melliflua e un'impercettibile sfumatura di soddisfazione nel tono.
«Come
fai a essere certo che io stia studiando? E poi, a meno che tu non
sia venuto solo a dare fastidio, in biblioteca ci sei anche
tu»
concluse solennemente, per tornarsene alla sua lettura.
Un
Malfoy non molla così. «Non stai
studiando, eh, Granger?»
ripeté, come se non si fosse ancora convinto. Quella,
esasperata,
alzò gli occhi al cielo.
«Draco,
dimmi cosa vuoi da me e facciamola finita qui»
sputò, evidentemente
scocciata.
Ma
Draco rimase in silenzio, cercando di mascherare il più
possibile lo
stupore; in quindici anni gli unici che lo avevano chiamato –
o
avevano avuto il coraggio di chiamarlo – per nome si potevano
contare sulle dita di una mano, genitori inclusi e ora era arrivata
la Mezzosangue, che, con un po' troppa libertà, lo aveva
fatto come
se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
«Ripetilo.»
«Vattene
senza fare troppe storie, ho cosa più importanti da fare, Furetto.»
Non accennava nemmeno ad alzare lo sguardo.
«Mi
hai chiamato per nome» continuò, ignorando ancora
le sue parole.
«Ti
ho chiamato anche Furetto, mi sembra più
appropriato.» Arrotolò
una pergamena e prese appunti su un'altra.
E
quella fiammella che si era timidamente accesa qualche giorno prima,
in quel momento prese a bruciare un po' più intensamente.
N.d.a.:
In inglese “downside” è inteso anche come il nostro “altro lato della medaglia” e il punto di vista di Draco è proprio l'Altro Lato di questa Medaglia.