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Autore: Mikirise    02/08/2015    1 recensioni
Un miracolo è qualcosa di semplice. Così semplice che nemmeno ce ne rendiamo conto. Può essere un tuo amico che si riprende dopo essere stato mollato. Può essere una tua amica che ti porta alla Fiera delle Arti Moderne, quando sei giù perché sei stato mollato. Può essere il sedersi davanti a un quadro che pensavi non ti piacesse.
I pianeti si allineano col sole e hai il tuo miracolo, per cui devi lottare lottare e continuare a lottare, per poterlo mantenere nel tempo e nello spazio.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Calipso, Jason Grace, Leo Valdez, Leo/Calipso, Percy Jackson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le peripezie'
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V




Grover adorava le bibite in lattina. Coca-Cola o birra che fosse, adorava berle direttamente dalla bocchetta della lattina, per poi schiacciarle e buttarle nella spazzatura come un bravo bambino avrebbe fatto. Grover adorava veramente le lattine.

Nella sua lista di cose preferite sarebbero arrivate al terzo posto. Non al primo, però. No, non al primo. E nemmeno al secondo.

C'era una contesa per la prima cosa al mondo preferita da Grover, che lo vedeva combattuto tra la sua ragazza e il suo migliore amico, che, in quel momento, mentre lui si beveva la sua lattina di Coca-Cola -perché uno tra loro due sarebbe dovuto rimanere sobrio-, si lagnava su quanto la sua vita si fosse complicata in esattamente sei mesi.

"E tutto questo è colpa tua" terminò Percy, puntandogli il dito contro e sbuffando. "Se, invece di andartene in giro a fare quello di Into the Wild alla ricerca di te stesso e a fare l'hippie, te ne fossi rimasto qua a fare l'università, io non sarei in questa posizione!"

L'amico inclinò la testa, con un sorriso stampato in faccia. "Non sto facendo l'hippie."

"Dove sono i tuoi bonghi, amico? Entra in contatto con il tuo Spirito Guida. Pan mi sta chiamando!" Percy prese a sbattere la testa contro il legno del bancone, mugugnando qualcosa, molto probabilmente cose molto poco carine, contro Grover e il suo onore.

"Sono abbastanza sicuro di non aver mai detto queste cose."

Percy alzò la testa, fulminandolo con lo sguardo. "Sono in contatto con i tuoi sentimenti, Percy. Li sento all'interno della Danza dell'Universo" lo imitò, roteando gli occhi e muovendo la testa da destra a sinistra.

"Ok," Grover alzò gli occhi al soffitto, sorridendo davanti all'amico, che, dopo avergli dedicato uno sguardo alla te-l'avevo-detto, era tornato a sbattere la testa contro il bancone del pub."Posso sempre aiutarti, però, no?"

Leo passò alloro fianco, con una pila di piatti sulle mani, li gettò dietro il lavandino del bancone, lanciò un'occhiata a Grover, che Percy non vide, e il castano aveebbe tanto voluto ridere, perché sembrava il fratello della ragazza dell'amico. Nel senso: convinci il tipo a fare qualcosa che va contro mia sorella e ti spezzo le gambe. E la cosa faceva ridere perché immaginarsi Jason come una sorellina minore -una sorellina minore di Leo- era esilarante.

Poi il texano era di nuovo corso a servire i tavoli, prima che Percy alzasse di nuovo la testa verso Grover. Vederlo lavorare in un posto che non era l'officina di Efesto era… estraniante. Ma Leo aveva veramente bisogno di un lavoro, uno qualsiasi, uno che potesse aiutarlo a fare l'ultimo viaggio alla ricerca della Calypso perduta. Per dire addio, diceva Frank. E Nico e Hazel non avevano detto che erano stati loro a trovare un lavoro a Leo, in un ristorante del padre, perché ricevere i soldi senza aver fatto niente dai due fratelli, avrebbe ferito l'orgoglio di quel Valdez idiota.

"Aiutarmi in cosa? Sai che non ho intenzione di aprire un orto biologico con te!"

"Potremmo farci un viaggio come ai vecchi tempi. Zaino in spalla, vento in poppa e come ci sono finito su questa nave? Era divertente." Grover passò una mano sulla spalla di Percy, mentre con l'altra indicava un punto non ben definito del locale. "Ti ricordi quella volta in cui abbiamo rubato un cavallo?"

Percy sorrise, accarezzandosi la testa. "Blackjack" annuì. "Però non l'ho rubato, dai! È stato lui a seguirmi."

"È ancora nelle stalle di mio zio. E non si fa cavalcare da nessuno che non sia tu. È diventato un cavallo ciccione."

Il moro lo colpì alla spalla con un pugno leggero, che fece scoppiare a ridere l'amico. "Non insultare il mio cavallo!" rise anche il moro.

“Se stai tanto male,” Grover alzò una mano, fece cenno a Leo di portar loro altre due birre -in lattina, rigorosamente in lattina. “Parto il mese prossimo e torno quando voglio. Vieni con me.”

Percy lanciò un'occhiata a Leo e non disse una parola.





















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