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Autore: fedetojen    02/08/2015    1 recensioni
[Lee Soo Hyuk]
Certe persone non le incontri per caso...ma per sfiga. È meglio tenere la bocca chiusa e dare l'impressione di essere stupidi piuttosto che aprirla e togliere ogni dubbio. Avere la coscienza pulita è segno di cattiva memoria.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Le cose piu’ belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare.”
“Posso resistere a tutto tranne che alla tentazione.”
"Vivere é come mantenere un segreto.. non é per tutti."

5

 
Salii in ufficio, più che scossa.
Quella giornata era da dimenticare, tranne per il direttore degli affari di Seoul: lui era proprio da ricordare.
Sorridente, attraversai numerosi corridoi pensando al direttore Park Bo-Gum.

“E’ felice?” mi sentii dire. Mi fermai e voltandomi mi ritrovai davanti il direttore Park Bo-Gum, sorpresa annuii. Si avvicinò sorridendomi.

“E’ successo qualcosa in particolare?” chiese curioso, con estrema dolcezza. Perché il mio direttore non poteva prendere un po’ di quella dolcezza?

“No, direttore” dissi scuotendo la testa, sorridente.

“Bene” disse allontanandosi. Ma subito si fermò.

“Ah, non scordarti ti sorridere sempre. Non permettere a nessuno di rovinarti la giornata” mi disse sorridendo, prima di andare.

Salutai inchinandomi per poi salire in ascensore.

“NOONA!” mi urlò Cho-Hee raggiungendomi appena fui dentro l’ufficio.

“Che c’è?” chiesi preoccupata dato il suo urlo.

“Il direttore sta arrivando!” mi disse in preda al panico.

“E quindi?” chiesi con le mani sui fianchi.

“Ci sono milioni di carte da far controllare!” mi disse con le mani nei capelli.

“Dalle a me, ci penso io, sono la sua segretaria, no?” dissi sorridendola.

Subito corse a prendere il mazzo di carte e me lo diede.
Nemmeno le presi in mano che la porta si aprì con violenza e vidi passare il direttore di fianco a me, spedito nel suo ufficio.

Sentii distintamente il direttore urlare e sbattere qualcosa a terra.
Subito lasciai le carte ed entrai nell’ufficio.
Appena mi voltai la situazione non era per niente bella: tutto ciò che era sulla sua scrivania era per terra.
Computer, penne, agenda e quant’altro.

“Direttore” dissi sconvolta, mentre lo vedevo con le mani nei capelli, infuriato nero.

“Direttore, cosa?” mi disse alzando la voce.

Vederlo così mi terrorizzava, anzi avrei voluto sparire davvero.
La fronte corrugata, le labbra serrate, gli occhi che quasi andavano a fuoco.
Con prepotenza batté le mani sulla scrivania, facendomi saltare.

“Dopo che ho lavorato settimane al progetto di Seoul, mi dice che c’è una falla?!” disse arrabbiato.

Buttò all’aria l’unica cosa rimasta in piedi sulla scrivania: il suo caffè.
Ancora scossa dalla sua reazione, mi avvicinai lentamente alla scrivania, mentre lui continuava ad essere agitato.

“Direttore…mi scusi” dissi quasi in un sussurro, ancora tremolante.

Alzò lo sguardo e mi guardò: faceva paura, occhi come due fessure, mascella contratta e il corpo rigido.
Si passò la mano sul volto e si sedette sprofondando nella sedia.

“Evelyn” mi disse.

Il modo in cui pronunciò il mio nome mi fece tremare ancora di più e la pelle d’oca si fece sentire.
Si portò l’indice sul nodo della cravatta e lo allentò con un gesto rapido.

“Ti faccio paura?” chiese guardandomi intensamente.

Cosa faccio? Rispondo o faccio scena muta?
Scossa da quella domanda, rimasi ferma davanti a lui, mentre stringevo a me la mia agenda.

Di colpo si alza e con un solo passo è davanti a me, con la spalla ricurva per mettere il suo volto all’altezza del mio.

“Sei evidentemente spaventata” disse in un sussurro, continuando a guardarmi con i suoi occhi neri.

Quella vicinanza, il suo sguardo, il suo naso che quasi sfiorava il mio, mi stavano massacrando.
Il cuore cercava in tutti i modi di uscire dal mio petto. Sospirò allontanandosi e appoggiandosi alla scrivania.

Imprecai mentalmente appena si torturò le labbra con il dito, perché il mio cuore reagiva così?
Così su due piedi, decisi di uscire dall’ufficio, l’aria era troppo poca lì dentro.
Appena mi chiusi la porta alle spalle, sospirai.
Mi diressi alla scrivania e mi sedetti lasciando l’agenda. Subito squillò il telefono vicino a me.

“Sono la segretaria-”

“Perché sei uscita?” mi chiese in tono freddo il direttore. Rimasi con gli occhi sbarrati, senza rispondere.

“Sposta tutti gli incontri di oggi a dopo domani. Domani dobbiamo fare altro, capito?” mi disse prima di chiudermi il telefono in faccia.

“Maleducato” dissi appena mi chiuse il telefono.

“Noona! Che è successo?” mi chiese Cho-Hee appoggiandosi al divisorio della scrivania.

“Che è un lunatico impressionante, cosa è successo!” dissi sbottando, sbattendo il telefono.

“Meno male che non sono la sua segretaria” disse divertita Cho-Hee sparendo.

Mi massaggiai le gambe: per colpa di quelle scarpe, avevo dolore alle gambe.
Maledizione a lui e a come vuole che si vesta una segretaria!

Nemmeno finii di imprecare contro di lui, che subito uscì dal suo ufficio, fermandosi a guardarmi per poi andarsene.

“Noona” mi disse sottovoce Cho-Hee comparendo dal nulla.

“Eh” dissi mentre continuavo a massaggiarmi i polpacci.

“C’è qualcosa nel suo sguardo quando ti guarda” mi disse come se fosse un investigatore privato.

“Smettila e vai a lavorare” dissi mandandola via.

“Nde!” disse andando via.

Sapete che la curiosità uccide, vero? Be, allora mi alzai e seguii il direttore.
Percorse parecchi corridoi, per poi fermarsi e rispondere al telefono.

Io volevo ascoltare cosa stava dicendo, ma ero troppo lontana, così con la mia agilità (se così si può chiamare) cercai di avvicinarmi ma non mi accorsi che il direttore si era voltato e mi aveva visto.

Subito batté la mano sul muro facendomi spaventare.

“Ti richiamo io” disse chiudendo la chiamata e mettendo il telefono in tasca. Non riuscivo a capire se era arrabbiato, sorpreso o infastidito.

“Perché mi seguivi?” mi chiese con freddezza, mentre mi scrutava con precisione.

“Ehm” che gli dico? Inventa…inventa!

“Ah, ha ricevuto una chiamata dal presidente. Vuole incontr-” mi bloccai appena si avvicinò ancora di più a me, posando anche l’altra mano alla desta della mia testa.

“Ti hanno mai detto che non sai mentire?” il suo tono era diventato…sexy? Ok, sto per impazzire.

“Come?” chiesi sbattendo più volte gli occhi, evidentemente sorpresa. Schioccò la lingua, come segno di disapprovazione scuotendo la testa.

“Hai capito benissimo” mi disse assottigliando ancora di più gli occhi.

Ma perché sembra che il mio cuore voglia andare da lui?
Vuole completamente abbandonare il mio corpo e andare da lui.

Che qualcuno mi salvi!

ANGOLO SCRITTRICE: Genteeee :D spero che anche questo capitolo vi piaccia :D vorrei che recensiste per farmi sapere cosa ne pensate e farvi vedere più attivi! Su su con le recensioni :)

Lee Soo Hyuk

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