Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: Parsy    02/08/2015    2 recensioni
Come nasce un angelo? Un demone? Uno shinigami? Che legami posso esistere tra loro? E soprattutto... perchè un'angelo sogna il proprio funerale?
[Avvertenze: la storia è stata incominciata quando del manga era appena uscito il capitolo 105, quindi ha una trama diversa da quella in corso della storia originale]
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ATTENZIONE: è qui presente uno SPOILER del capitolo 105 del manga! Vi avevo avvertiti anche all’inizio. Buona lettura!
 
“È da una settimana che ti vedo giù; proprio da quando il conte Phantomhive e il suo maggiordomo sono venuti a farci visita. Cosa ti è successo?”
Sophia aiutava il becchino a fare bare, “rendere belli” i cadaveri, puliva la bottega… Sempre con un’aria triste e malinconica.
“Quando ci siamo incontrati eri piena di gioia e di… Come dire… Vita! Ora ti guardo e sei spenta. Ci conosciamo da una settimana, ma hai capito che di me puoi fidarti.” Undertaker aveva un tono “diverso”, pacato, rassicurante e Sophia, in un certo senso, odiava quando faceva così, perché in qualche modo riusciva a farla distrarre dai suoi pensieri.
Pensieri cupi e bui. Pensieri che ritraevano il suo passato.
E anche quel maggiordomo. Maggiordomo? No… Per lei non era un maggiordomo.
Sophia conosceva Sebastian da prima che lui diventasse un demone; da prima che riposasse negli Inferi.
Egli e Sophia erano più che amici, quando il diavolo di maggiordomo vestiva di bianco e aveva un paio di splendide ali attaccate al corpo; quando volavano liberi nel cielo; prima che lui decidesse di tradire gli angeli e vestire di nero…
“Credi negli angeli, Undertaker?”
“Perché mi fai questa domanda?” Undertaker rimase sorpreso dalla domanda della giovane.
“Rispondi e basta…”
“Si, ci credo. E ti dirò di più non credo solo negli angeli, ma anche nei demoni e negli dei della morte. Credo nel paradiso e nell’inferno. E credo anche… Negli angeli caduti…”
“Angeli caduti?” Sophia rimase meravigliata da quelle parole e dal tono con cui vennero pronunciate.
“Si. Sai, quegli angeli che non hanno più le ali e sono condannati a vivere sulla terra come semplici essere umani. E tu, ci credi?” una volta visto che Sophia fece un sorrisetto consenziente, il becchino aggiunse “Credi anche negli dei della morte?”
“Dei della morte, dici…”
“Si, quelli che con le falci della morte decidono se una persona deve morire o vivere, il tutto guardando i ricordi di una persona. So che hai capito a chi mi sto riferendo, angelo caduto…”
Sophia sentì il sangue gelarsi nelle vene e in un attimo capì chi fosse l’uomo dai capelli argentati che l’aveva presa con sé… Un Dio della Morte!
Tutto combaciava: gli occhi che non mostrava a nessuno, la strana sensazione che aveva avuto la prima volta, cosa le disse riferendosi alle ferite sulla schiena… TUTTO!
“Sai chi sono, perché mi hai salvata?”
“Te lo ho detto: mi ricordi qualcuno, ma non ricordo chi. Di sicuro qualcuno a cui tenevo. Sai anche a noi dei della morte, quando diventiamo tali, cancellano i ricordi della loro vita precedente…”
“È buffo sai? Anche tu mi ricordi qualcuno della mia vita precedente. Forse ci siamo incontrati quando eravamo ancora vivi.”
“Chi lo sa?” Undertaker fece un sorriso per sdrammatizzare la situazione.
Sophia, per un attimo, riaccese quel sorriso che aveva tenuto spento per una settimana e non esitò a preparare del buon the da gustare con i biscotti del becchino.
 
“Sebastian, è pronto l’elenco?” Ciel si impegnava sempre più a risolvere il caso affidatogli dalla Regina.
“Ecco a voi tutte le armi usate dall’assassino, signorino. E grazie alle mie ricerche posso affermare che sono state comprate in un negozio situato nell’Est End di Londra e non sono state portate dal Giappone.”
“Significa che dobbiamo tornare a Londra?”
“Esattamente!”
 
“Ma tu perché ti ritrovi qui? Insomma, non sei Un Dio della Morte?”
“Vero, ma ho deciso di licenziarmi tempo fa. Mi ero annoiato di quella “vita” monotona e distaccata. E tu perché ti trovi qui?”
“Bhe, diciamo che una persona gelosa di me mi ha incolpata ingiustamente facendomi tagliare le ali.”
“Ha fatto male?”
“Preferisco non pensarci…” Sophia diventò cupa e Undertaker non esitò ad accarezzarle la guancia per tirarla su di morale.
La ragazza alzò lo sguardo sul volto mezzo coperto dell’uomo e si limitò a dire: “Sarebbe bello poterti guardare negli occhi! Tanto ora siamo usciti allo scoperto…”
“Allora guardami…”
Sophia avvicinò la mano al volto del becchino e, con la grazia che solo un angelo può possedere, scostò i capelli argentati dell’uomo dalla fronte per portarli dietro l’orecchio. Per un attimo, la ragazza restò incantata nel vedere totalmente la cicatrice che divideva in due la sua faccia, per poi perdersi negli occhi brillanti color giallo-verdi del Dio.
La doppia iride rendeva quello sguardo ancora più sovrannaturale e Sophia rimase in silenzio per scrutare ogni minimo particolare del volto dell’uomo a cui doveva la vita.
“Sono bellissimi…”
“Bellissimi, dici? Sono gli occhi della morte! Il prezzo che ho dovuto pagare per essermi suicidato… Sai che quelli come me nascono in questo modo, vero?”
“Si, so che voi non siete altro che uomini che hanno rifiutato la vita. Ma perché lo hai fatto?”
“Feci una cosa che non potevo perdonarmi: uccisi la ragazza che amavo!” Undertaker parlò a stento, cercando di nascondere quelle lacrime che volevano farsi vedere e che aveva tenuto per tanto, troppo tempo dentro di sé. “Questo è l’unica cosa che mi ricordo della mia vita da umano…”
Non aveva mai detto a nessuno il perché della sua morte e tentò di non farsi vedere debole davanti all’ex-angelo, sorridendo come sempre.
“Tu pensa che io sono morta uccisa dal ragazzo che amavo…” Sophia sorrise per far calmare il becchino.
Fu in quel momento che Undertaker fece la cosa più insospettata che potesse: abbracciò la ragazza e, non riuscendo più a trattenersi, pianse. Pianse lacrime di dolore.
Sophia rimase immobile, ma poi riuscì a sciogliersi e avvolse in un abbraccio il becchino.
Le lacrime da dolore si trasformarono in gioia insieme alle parole: “Non so perché lo faccio con te. So che mi posso fidare!”
La ragazza sussurrò nell’orecchio di Undertaker: “Anche io so che mi posso fidare di te!”
E tentando di consolare il becchino, cercava di ricordare a quale pezzo del suo passato egli appartenesse.
 
“A CHI HA VENDUTO LE ARMI!” Ciel era fuori di sé mentre Sebastian era calmo come al solito.
“Ve lo ho già detto: era un uomo incappucciato!”
“E LEI VENDE ARMI AD UN UOMO INCAPPUCCIATO!?! SA COSA È LEI?! UN ESSERE VISCIDO CHE PENSA SOLO AI SOLDI! DEGLI UOMINI SONO MORTI A CAUSA DELLE ARMI CHE HA VENDUTO!”
Ciel Phantomhive sbattette il pugno sul bancone per poi rimettersi il cappello e uscire dalla bottega sbattendo la porta.
“Andiamo alla Town House, Sebastian!”
“Come desiderate, ma che ne dite se prima passiamo dal Signor Undertaker per restituire il libro? Tanto non ci serve più…”
“Vuoi restituire il libro o far visita alla ragazza? Vabbè poco importa… Prima accompagnami a casa e poi vai dal becchino. Non voglio rivedere la sua faccia tanto presto…”
“Yes, my lord!”
 
“Anche se non lo do a vedere, so che Sebastian è un demone. Che rapporti avevi con lui? Se posso chiederlo…”
I due si erano seduti su una bara a bere del thè e a mangiare dei biscotti appena sfornati.
“Sai come nascono i demoni?”
“Si!”
“Lo conoscevo quando era un angelo. Diciamo che eravamo molto amici… Ma che dico: eravamo più che amici. Quando è diventato un demone e ci ha traditi non potei perdonarlo…”
“Ci tieni ancora a lui?”
“Preferisco non ricordare il passato, ma in un certo senso… Si, mi manca”
“Il conte Phantomhive mi ha detto che cercano una nuova insegnate. Perché non accetti? Così puoi stare con Sebastian, se vuoi…”
“Non mi vuoi più qui?”
“Certo che ti voglio qui! Mi sono affezionato a te, dopo tutto, ma ti vedo triste…”
“Non lo so, devo pensarci. Ora basta parlare e godiamoci questa tazza di the e questi deliziosi biscotti!”
Undertaker era rimasto con la fronte scoperta e si era tolto la lunga tunica, troppo larga per il suo corpo snello. Era felice per davvero; per la prima volta dopo la sua morte…
 
“Mio signore io sto andando. Vi lascio nelle mani del Signor Soma e del Signor Agni!”
“È proprio questo che mi preoccupa…” Ciel rispose con un tono seccato mentre i due custodi della Town House gli davano delle pacche sulla spalla
“Ci prenderemo cura di lui, khansama di Ciel!” urlò il principe del Bengala.
“Torni presto, Signor Sebastian” fece eco il maggiordomo dalla mano destra fasciata.
Sebastian si avviò verso il negozio pieno di bare, con un’aria malinconica e pensando all’ultima volta che vide Sophia, prima del processo che lo condannò a vivere all’Inferno, vestito di nero…
 
Angolo dell’autrice: scusate il ritardo, non lo farò più! Ecco il quarto capitolo di questa fanfiction. Grazie a chi ha recensito, a chi ha messo questo bizzarro lavoro fra i seguiti e i preferiti. Mi farò sentire presto, prometto! Ah, una precisazione: lo spoiler del capitolo riguarda solo la nascita degli Shinigami; il dettaglio dell’uccisione della ragazza è di mia creazione. Non vi dico altro, tranne buon proseguimento e buona lettura!
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: Parsy